Gli alberghi peggiori in cui ho dormito

Essendo una viaggiatrice viziata, non mi accontento facilmente. Va bene qualunque posto in cui dormire, pur di avere un tetto sulla testa? No, grazie. Non fa per me. In questi ultimi due anni, pur di partire sarei disposta a sopportare più o meno qualunque cosa, ma la camera d’albergo non è un aspetto sul quale riuscirei a chiudere un occhio. Anzi, forse ultimamente sono diventata ancora più esigente: si viaggia poco, e in quei pochi giorni passati lontano da casa è importante trovarsi in un posto confortevole.

Ma non sempre la cose vanno per il verso giusto, come dimostra la mia esperienza recente a Londra. A chi non è capitato di ritrovarsi in un hotel da incubo? A me senza dubbio, soprattutto in passato, quando non c’erano gli strumenti che ci sono ora, o quando qualcuno ha scelto la camera al posto mio. O magari perché le cose non erano come le avevamo immaginate.

San Francisco: la colazione peggiore

Ho messo piede a San Francisco per la prima volta quasi vent’anni fa e, non conoscendo la città, mi sono affidata alla sorella di una ex collega per avere qualche indicazione su dove mangiare, cosa vedere, come muoversi ma soprattutto su dove dormire.

Mi viene consigliato il nome di un albergo in zona Castro: un piccolo hotel boutique in un quartiere vivace. Impossibile non fidarsi di una local! Niente di più sbagliato. Da allora ho imparato a diffidare dei consigli sugli hotel di chi vive in un posto perché, verosimilmente, non ha mai dormito in una stanza d’albergo nella sua città. E poi, cosa vuol dire davvero boutique hotel? In questo caso indicava un palazzo a quattro piani senza ascensore, con camere abbastanza grandi ma estremamente spartane, con l’intonaco scrostato e la puzza di fumo lasciata dagli ospiti precedenti.

San Francisco cable car

Quello che ci aveva convinti a scegliere questa struttura era stata la colazione inclusa nel prezzo. Un aspetto da non tralasciare negli Stati Uniti, soprattutto in una grande città, dove una colazione abbondante può arrivare a costare quanto un pranzo. Al mattino ci fiondiamo come due lupi affamati nella breakfast room, per scoprire che il buffet della colazione comprende un bricco gigante di caffè solubile e un biscotto confezionato. Da consumare in piedi, o sul marciapiede di fronte all’ingresso perché lo spazio è ridottissimo, senza né un tavolo né una sedia.

Qualche anno fa l’albergo è stato completamente ristrutturato e le camere sembrano veramente belle: chissà se ora la colazione è degna di questo nome?

Amsterdam: l’arredamento (e il balcone) peggiore

Amsterdam non è sicuramente tra le mie città preferite, e probabilmente la colpa è in parte del mio ex boss che trasformò una delle trasferte di lavoro in Olanda in un vero e proprio viaggio da incubo. Ma in parte è anche per via di un tristissimo albergo in cui trascorsi una notte anni fa. Forse la scelta della zona, vicino alla stazione centrale, non fu delle migliori, ma la necessità principale era quella di avere un tetto sulla testa per poche ore, prima di svegliarmi all’alba per prendere il treno per l’aeroporto. L’albergo che avevo scelto sembrava soddisfare queste due esigenze fondamentali e, per di più, aveva delle stanze con vista sui canali con tanto di balcone all’ultimo piano. All’epoca fumavo, per cui l’opzione del balcone era un vantaggio non indifferente.

Bici Amsterdam

All’arrivo in albergo si sente subito odore di fregatura: la reception è una stanza minuscola dove una persona con un bagaglio di medie dimensioni fatica a entrare, e la mia rooftop suite è all’ultimo piano senza ascensore, ovviamente. La scala rivestita di moquette blu scuro è ripida come il Nanga Parbat. Farei fatica senza bagaglio, figuriamoci con il trolley che non so se trascinare dietro di me o spingere scalino per scalino.

Una volta raggiunta la sommità, scopro che l’arredamento della stanza, in linea con lo “stile” dell’albergo, assomiglia a quello della casa di una mia vecchia prozia mancata anni prima. Moquette scura ovunque, letto con gambe che sembrano artigli di animali (rotti) e una poltrona con le molle che stanno per bucare il tessuto. Del bagno ho ricordi confusi, ma il famigerato rooftop lo potrei descrivere come se fossi lì in questo momento. Un rettangolo ritagliato tra i tetti senza nemmeno un centimetro libero: tutto lo spazio è occupato da mobili rotti e da spazzatura varia. Materassi sfondati, annaffiatoi bucati, sedie senza una gamba. Insomma, la discarica dell’albergo.

Londra: il bagno peggiore

Dopo tanti viaggi a Londra, sono convinta che sia una delle città in cui sia più difficile trovare una stanza d’albergo confortevole a un prezzo decente. A meno di volersi accontentare di uno sgabuzzino nel sottoscala come Harry Potter, pagandolo come una camera all’Hilton. All’epoca non lavoravo da molto, per cui le mie finanze non mi permettevano di dormire in alberghi di design in quartieri di tendenza. Avevo però trovato un compromesso appena accettabile in un hotel a gestione famigliare a Sussex Gardens, a due passi da Hyde Park.

Notting Hill London

Allora ci accontentavamo di ciò che questa struttura (che esiste ancora e che non sembra essere cambiata per niente negli ultimi quindici anni, a giudicare dalle fotografie online) aveva da offrire. Era vicina alla stazione di Lancaster Gate e a quella di Paddington, in zona centralissima, con la colazione inclusa e il bagno in camera.

Sul concetto di bagno ci sarebbe molto da discutere, perché si trattava di un armadio in cui erano stati infilati a forza un gabinetto, un lavandino e una doccia. Per entrarci, si doveva tenere un braccio fuori. Impossibile lavarsi i denti senza sedersi sul WC. Ma soprattutto, attenzione a non accendere insieme il bollitore del tè (eh sì, un lusso non indifferente) e l’asciugacapelli, perché altrimenti saltava la corrente in tutto l’albergo.

New York: il compagno di stanza peggiore

Immaginate il primo viaggio a New York: una città vista per anni nei film e idealizzata nella fantasia di una ragazza spensierata che si era emozionata già nella fase di pianificazione. Scelgo un hotel sulla 14a strada, non lontano da Union Square. Anche in questo caso, si tratta di un boutique hotel, secondo la descrizione del sito. Al nostro arrivo la sera tardi, veniamo accolti in una reception polverosa da una ragazza dal forte accento sovietico. È evidentemente scocciata perché deve distogliere l’attenzione dal libro che sta leggendo per registrare il nostro arrivo.

La nostra è una basement room, nonostante avessi chiesto espressamente una camera che non fosse nel seminterrato. Avevo immaginato la vista sui palazzi circostanti, invece dovrò passare una settimana in un garage piccolo, buio, umido e arredato con mobili che erano fuori moda già vent’anni prima. L’unica fonte di luce oltre al lampadario è una finestra a ribalta da cui si scorge un angolo di cortile pieno di bidoni della spazzatura. Non esattamente il posto da sogno che avevo immaginato.

Empire State Building New York

Il peggio arriva nel cuore della notte, quando vengo svegliata dalla sensazione che ci sia qualcosa che non va. Il qualcosa che non va è un topo che corre da un angolo all’altro della stanza. Apriamo la porta della camera e lo facciamo uscire e, per paura che l’ospite indesiderato torni a farci visita, chiudiamo la finestra e la porta del bagno (perché se in America i coccodrilli escono fuori dalla doccia, figuriamoci di cosa sono capaci i ratti). Il mattino dopo espongo il problema alla receptionist. Lei mi guarda come se le avessi detto che è più nuvoloso del previsto e mi risponde con un’alzata di spalle: “It’s New York City, honey”.

Vi sono capitate esperienze simili? Quali sono gli hotel peggiori in cui avete dormito e dove?

37 pensieri riguardo “Gli alberghi peggiori in cui ho dormito

  1. I tuoi articoli sono sempre divertenti…non oso immaginare cosa significhi trasportare un trolley su una scalinata angusta, e fino all’ultimo piano! Preferirei dormire nello scantinato di Harry Potter!

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  2. Io ho conseguito una patente speciale ad honorem per aver fatto manovra in certi bagni! E senza ammaccare paraurti e specchietti!😂 Non farmi ricordare la mia esperienza nell’hotel dei trans mammamia! 😂 Insomma tra compagni con baffi e coda, (non)colazioni e discariche… la soffitta di lovely Sarah al confronto è una suite dell’Hilton 😀 Perdonami, ma sto troppo ridendo sul biscotto confezionato da mangiare fuori dal “boutique” hotel 😂😂😂

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    1. Mi sa proprio che dopo qualche manovra del genere danno un premio! L’hotel dei trans sicuramente è degno di nota, ma anche quello con il bagno allagato non è stato niente male 😂
      La colazione con il biscotto e il Nescafé sul marciapiede è stata veramente una cosa senza paragoni!

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  3. L’hotel peggiore dove ho dormito era a Londra, un albergo 3 stelle che poteva anche non averne. In piena notte ci siamo svegliate con l’acqua che gocciolava dal soffitto, alla fine ci hanno cambiato camera e abbiamo dovuto rifare le valigie alle 4 del mattino per il cambio.

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  4. Il peggiore hotel in cui ho dormito è stato in Italia, a Genova.
    Dovevamo dormire solo una notte, quindi ci serviva semplicemente come appoggio, e abbiamo trovato questo hotel terribile in mezzo al centro storico, tra i mille vicoli. Sarebbe anche stato suggestivo, se non fosse che proprio fuori dall’ingresso era pieno di prostitute e spacciatori e che il bagno privato consisteva in un water e un lavandino all’interno dalla stanza stessa. Terribile davvero.

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  5. Mamma mia quante disavventure hai collezionato! Vedila così, col passare del tempo la delusione passa e rimane l’aneddoto da raccontare col sorriso! Sarebbe anche un buon soggetto per un libro…
    Noi viaggiamo quasi sempre in camper. La camera, il letto, il bagno e la cucina ce li portiamo direttamente da casa 😉

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  6. Da viziata a viziata (ormai ci conosciamo!) anche io sono piena di esperienze terribili in hotel non sempre di così basso livello. Ma il peggiore è senza dubbio quello a Vinh Long, sul delta del Mekong in Vietnam. Dopo un forte nubifragio il pavimento della stanza ha cominciato a muoversi, sotto forma di una grande moquette di scarafaggi. Erano centinaia, in fuga dall’acqua! Una notte indimenticabile. Il water in stanza l’ho avuto anche io in Groenlandia. Terribile.

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  7. Oddio, quel bricco gigante di caffè e biscotto com colazione ma neanche nei peggiori bed & breakfast, di sicuro non me lo sarei mai aspettata in un boutique hotel!!
    La camera di Amsterdam non la commento neanche, sono ancora sconvolta che l’affittassero. Idem vale per New York dove ti danno la stessa risposta che a Londra. E proprio la stanza della capitale inglese in cui hai dormito, mi ricorda molto una stanza in cui dormii una notte con mamma in zona Paddington, penso sia stato il peggior hotel in cui sono stata. Anzi, mi ricorda anche il bagno di un ostello a Brighton, o ti sedevi sul wc per aprire la porta della doccia o tenevi la porta aperta prima di lavarti.

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    1. La colazione di San Francisco è stata una vera e propria fregatura. E la “rooftop suite” di Amsterdam una super trappola in cui sono cascata in pieno!
      Magari l’albergo di Londra è lo stesso in cui sei stata tu, anche se dalle parti di Paddington di strutture simili ce ne sono non poche!
      Ecco ora mi preoccupo per Brighton perché sarà per due notti una delle mete delle mie vacanze di agosto – fingers crossed!

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  8. Non è tutto oro ciò che luccica, anzi! E con gli hotel è un bel terno al lotto! Purtroppo spesso anche le foto ingannano e quando arriviamo convinti di qualcosa tutto è disatteso. In Scozia, ad Aberdeen, ricordo che una colazione che doveva essere a buffet è stata “eh fino alle 8 avevamo dolci e salati, ora (ore 8.45) abbiamo solo formaggi e caffé”… Bah, non so che dire!

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    1. Una risposta come quella che hai ricevuto ad Aberdeen richiede una bella fantasia da parte dell’hotel!
      Le foto ingannano eccome, e infatti proprio ora mi è tornato in mente un albergo di Cracovia: la stanza fotografata sul sito probabilmente era di un altro hotel 😂

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  9. Ci riprovo, prima mi ha buttato fuori m chissà come mai
    ciao viaggiatrice viziata , anche le viaggiatrici fuori rotta tropicale hanno la loro bella collezione di
    camere dove NON ritornare, tra tutte quella di Samos ( grecia ) sottosuolo, buia, puzzolente e invasa dalla zanzare

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  10. La mia peggiore esperienza della serie “Hotel da incubo” l’ho vissuta in Francia, in un alberghetto in centro Bayeux che sembrava carino, forse un po’ invecchiato maluccio, ma decente. La stanza era buia, siamo tornati la sera stanchi morti e ci siamo subito addormentati. Abbiamo anche dormito senza particolari problemi. Solo che al risveglio mi sono ritrovata chiazze di sangue in giro per il corpo e una mandria di “bed bugs” che banchettava su di me! Reazione allergica tremenda, due puntate al pronto soccorso, chili di cortisone e un paio di mesi prima che sia sparito tutto… e terrore ogni volta che metto piede su un letto d’albergo!

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  11. Io, come sai, non faccio troppo caso a dove passo la notte. Infatti spesso usufruisco di airbnb con stanze condivise, ostelli con bagni condivisi etc… Però ricordo ancora benissimo la prima volta a Londra nel lontano 2011. Un piccolo B&B in zona Victoria che aveva gli acari ad aprirti la porta per darti il benvenuto, le tende rosse erano diventate grigie, la moquette puzzava di anteguerra, la colazione era nello scantinato ed era composta da pane in cassetta, marmellate sospette e bricchi di succo di frutta senza etichetta. A condire il tutto ci pensò il bagno che si intasò nel bel mezzo della notte e intervenì io, ancora mezza addormentata, per evitare che il bagno e la stanza venissero allagati. Probabilmete avrei dovuto lasciarlo fare, avrebbe dato una pulita XD

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  12. Aiuto che incubi! 😀 Con i topi (che non vedevo, ma li sentivo o ne vecedo le tracce!) ho convissuto in Uganda. Ma dici, va beh, siamo mica in piena Europa, che pretendi… Pero’ in Inghilterra sono stata in un posto con moquetta ovunque. e “ovunque” include cucina e bagno. E con questo chiudo il sipario! 😀

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