Cosa odia il viaggiatore viziato?

L’anno scorso, proprio in questo periodo, una blogger mi accusò di essere una viaggiatrice viziata perché avevo commentato un suo articolo sulle vacanze in campeggio permettendomi di dire che, dopo aver provato l’esperienza per tanti anni, questo modo di viaggiare non fa più al caso mio. Ora preferisco la comodità all’avventura, ma lei per qualche motivo si è offesa. La sua risposta, maleducata e fuori luogo, aveva ispirato un articolo dedicato ai “viaggiatori viziati” come me. Da allora è passato un po’ di tempo, e il mio punto di vista è rimasto lo stesso (credo anche il suo).

Ma cosa distingue noi viziosi dagli alternativi a tutti i costi? Sicuramente una serie di agi ai quali non sappiamo rinunciare, ma anche un elenco di cose che proprio non sopportiamo. Se la loro parola d’ordine è risparmio, la nostra è comfort. È una questione di punti di vista.

Come la volta scorsa, anche questo è un post semiserio, per cui se amate alcune delle cose che noi viziati odiamo, non prendetevela.

Cosa odia il viaggiatore viziato: ostelli, campeggi, appartamenti, pensioni a due stelle

Il viaggiatore viziato e gli ostelli sono come il diavolo e l’acqua santa. Camerate condivise con gente che arriva a tutte le ore, bagni in cui fare la coda per la doccia, spazi comuni dove fare amicizia con i compagni di (dis)avventura: vade retro. Ditemi pure che c’è ostello e ostello, che quelli boutique sono praticamente come gli alberghi, ma non mi avranno mai. Perché oltre al lusso di una stanza tutta per me e un bagno tutto mio, anche l’aspetto estetico è fondamentale. Per me, la vista di un hotel a quattro stelle a Brooklyn non regge il confronto con la vista sulla sala della colazione dove si ammassano decine di persone allo stesso tavolo.

New York Brooklyn The Hoxton

Per motivi simili, a noi amanti dei vizi non piacciono gli appartamenti in affitto. Vuoi mettere il rischio di finire in un posto magari non troppo pulito, dove appena arrivi ti tocca dare una bella ripulita al bagno? O dove al mattino ti devi rifare il letto e preparare la colazione? Per questo scelgo il comfort degli hotel, dove non devo passare l’aspirapolvere prima di uscire. Allo stesso modo, dico no alle pensioni o agli alberghi pulciosi a due stelle: ho già dato in passato, e gli scarafaggi e i topi che corrono sulla moquette macchiata non fanno proprio per me.

Cosa odia il viaggiatore viziato: all you can eat e catene di fast food

Anche in questo caso, il viaggiatore viziato odia il cibo a basso costo a tutti i costi. All you can eat, catene di fast food, happy hour: grazie ma no, grazie. Se per permettermi di trascorrere un weekend a Parigi, a Londra o a Lisbona devo ridurmi a mangiare un hamburger di cartone o un panino di polistirolo solo per risparmiare qualche euro, piuttosto non mangio. O, meglio ancora, sto a casa e mi preparo qualcosa che mi piace.

Crab roll Borough Market

Questo non significa che noi viziati dobbiamo spendere per forza un occhio della testa per mangiare in viaggio, perché spesso ci viene in aiuto lo street food che riserva sempre delle belle sorprese. Attenzione però, perché ordinare un panino da uno stand in un mercato non è sempre sinonimo di risparmio: per esempio, a Borough Market, un crab roll mi è costato quindici sterline. Ma la qualità si paga. E il viaggiatore viziato spesso è disposto a spendere qualche euro in più per mangiare in un ristorante di livello, dove provare la gastronomia del posto. Altrimenti, se non assaggi i piatti di un paese o di una città, il viaggio perde parte del suo significato.

Cosa odia il viaggiatore viziato: car sharing, autobus, partenze e arrivi da aeroporti minori e a orari impossibili

Oltre a essere viziata, sono anche un po’ misantropa. Per me, l’idea del car sharing è l’equivalente di un incubo: ore in macchina in uno spazio ristretto con degli sconosciuti con cui devo parlare a tutti i costi, magari dopo un volo intercontinentale? Non fa per me. E non fanno per me nemmeno i lunghi viaggi in autobus che mi portano dall’aeroporto in centro città in quattro ore a un euro, quando in treno ne avrei spesi magari venti, ma sarei arrivata in meno di mezz’ora. Per questo noi viziati amiamo alla follia Uber (o tutti i servizi simili, ai quali siamo iscritti) e i taxi. Vogliamo parlare della comodità di uscire dall’albergo e avere il tuo autista che ti aspetta, che conosce il tuo nome perché lo ha letto sull’app e che ti porta direttamente a destinazione?

Allo stesso modo, potendo scegliere, noi viaggiatori viziati preferiamo evitare le partenze (e gli arrivi) da aeroporti minori e a orari impossibili. Il volo da Torino a Tel Aviv costa cento euro mentre quello da Bergamo solo venti? Un motivo ci sarà. Con buone probabilità, la partenza dallo scalo bergamasco comporterà una levataccia e tre ore e mezza di strada all’andata e al ritorno. A conti fatti, si risparmia davvero?

Cosa odia il viaggiatore viziato: i bagagli super economici che si strappano la seconda volta che li apri

Tratto da una storia vera successa a un’amica che aveva comprato uno zaino in formato cabina da una nota catena di abbigliamento sportivo: il suo acquisto costato meno di venti euro si è squarciato nel punto in cui la zip era cucita all’apertura, costringendola a tornare a casa con il nastro adesivo tutt’intorno. Non volendo correre questo rischio, preferisco viziarmi anche per quanto riguarda i bagagli. Da qualche anno ormai utilizzo gli zaini di Cotopaxi, un brand americano che produce abbigliamento tecnico sostenibile e di qualità.

Ne ho in diverse misure, che si adattano a tutte le esigenze: i formati da 35 litri e da 28 litri, per i viaggi più lunghi, e quello da 18 per i weekend. I costi sono sicuramente più alti rispetto a quelli di tanti zaini che si possono trovare online, ma questi hanno il vantaggio di essere resistentissimi e realizzati con materiali di qualità. Oltretutto, sono pure belli da vedere. Perché anche l’occhio del viaggiatore viziato vuole la sua parte.

Siete viaggiatori viziati anche voi? A quali capricci inutili e frivoli non sapete proprio rinunciare?

Cover image: Franz Xaver Winterhalter – Portrait of Leonilla, Princess of Sayn-Wittgenstein-Sayn (Google Art Project)

40 pensieri riguardo “Cosa odia il viaggiatore viziato?

  1. Magari non sono proprio viziata come te, ma abbastanza viziata sì. Il campeggio mi piace abbastanza, gli ostelli: ohmygod! Sono sempre attenta a risparmiare, ma senza dimenticare la comodità. Il mio viaggio, che di solito è molto breve, deve essere anche pratico: il tempo è comunque denaro

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  2. Ancora una volta ho la conferma di essere una viaggiatrice viziata, anzi viziatissima. Adesso che mi posso permettere qualche piccolo lusso scelgo sempre hotel con vista e in posizioni centrali perchè io – oltre a tutto il resto – detesto alloggiare fuori mano. Mi piace fare colazione con la candela accesa e avere a due passi tutte le attrazioni che ho in programma di visitare.

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      1. Mi trovo forse a metà tra il viziato e no dipende dai periodi della mia vita e dai viaggi che scelgo ogni volta, sempre diversi. Ho amato gli ostelli in cui ho condiviso buon cibo in ottima compagnia come una camera e un bagno tutto per me, ho riempito valigioni e zaini da 10 litri, non cerco il risparmio a tutti i costi dipende sempre da quello che cerco ma posso dire che nei viaggi più difficili, quelli in cui ho dovuto rinunciare al confort ho imparato le lezioni più importanti e una volta superati il disagio e le disavventure che inevitabilmente si sono presentate nelle situazioni più spartane, alla fine ciò che resta è un ricordo nostalgico perché è proprio in quelle situazioni che ho imparato tanto di me stessa e soprattutto la gratitudine. Quando rientro da un viaggio difficile faccio più caso a tutto quello che ho 😁

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  3. Perfettamente d’accordo. La svolta l’ha segnata la nascita dei miei figli: prima andava bene un po’ tutto. Adesso, no. Sono vacanze, se devo stare in un posto che è peggiore di casa mia e stressarmi di più che a casa, non vedo perché dovrei andare in vacanza, spendendo pure dei soldi. Meglio una vacanza in meno e più breve ma che sia davvero vacanza.

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  4. Eccomi: viziata e pure capricciosa! Nel senso che per capriccio mi è capitato di spendere oltre 200 euro di taxi per andare a vedere un mostro marino sulla spiaggia 😛 Madonna quel crab roll è spettacolare, ed è la prova che si può spendere democraticamente anche senza frequentare le catene, lo trovo davvero appetitoso e per nulla costoso a 15 sterline! Ha sbagliato a darti della viziata quella blogger, è che col tempo cambiano le esigenze, le priorità, la capacità di adattarsi, e tu hai fatto bene a prenderla a caricatura. Misantropa però lo sono sempre stata anche da bambina 😉 Anche io odio essere costretta ad alzarmi alle due per sottostare agli orari non cristiani di certe compagnie, non so se oggi potrei ancora rinunziare a tre ore di sonno per 100 euro in meno sul biglietto 😉
    Silvia, buon anno a te e a tutti i lettori del tuo blog! ❤

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    1. Ti capisco benissimo perché io per andare a vedere i castelli di Dracula in Romania avrei speso più o meno la stessa cifra di taxi (poi ho dovuto cancellare perché eravamo in piena pandemia ma questo è un altro discorso…)
      Sai che l’ultima volta per una partenza economica con levataccia sono stata praticamente in coma per il resto del viaggio? Non fa per noi viziati 😉
      Grazie, buon anno anche a te!

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  5. Ciao Silvia, io penso che la parola viaggiatore possa essere declinata in molte accezioni diverse. Tuttavia, in base alle caratteristiche da te elencate, la domanda la faccio io a te: che differenza passa tra il viaggiatore viziato ed il turista? Il quesito mi sorge spontaneo perché il turista , per definizione, è colui che non esce dalla sua zona di comfort anche quando è fuori casa.

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    1. Credo che la distinzione che tanti fanno tra viaggiatore e turista lasci il tempo che trova: per me, chiunque visiti una destinazione diversa dal posto in cui vive diventa automaticamente viaggiatore o turista. Per me, il termine turista non ha accezioni negative. Lo ha forse per chi deve dimostrare di essere un alternativo a tutti i costi.
      Per quanto riguarda la zona di comfort, è un po’ un discorso da “pshycobabble”, passami il termine. Perché uno deve uscire dalla sua comfort zone se non se la sente? E lo dico perché per tanti anni ho dormito in hotel pulciosi, quando andavo all’università, o sui pavimenti di case di pescatori e allevatori per il mio precedente lavoro. E non fa al caso mio, comunque non più. Potendo scegliere, scelgo il comfort, diventando una viaggiatrice viziata.

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  6. Lo ammetto, sono viziata pure io perché mi riconosco in moltissimo di ciò che hai scritto. Odio gli ostelli, non li sceglierei mai per i miei viaggi anche se si spende almeno la metà per gli alloggi: non riesco proprio a rinunciare alla mia stanzetta, seppur piccola, con il bagno privato, soprattutto perché amo fare la doccia all’orario che decido io e senza gente intorno. Per i mezzi invece mi basta che mi portino alla destinazione in tempi celeri: che siano autobus, taxi o uber non fa differenza per me.

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  7. Finalmente qualcuno che sdogana questa fissazione che per essere viaggiatori, devi per forza avere lo zaino cucito sulle spalle e andare a dormire negli ostelli! Anche io sono una viziata, ebbe sì. Prendo voli diretti, transfer che mi portano dritta in albergo, mi piace assaggiare la cucina locale e vado anche in ristoranti mediamente costosi se ben recensiti e particolari. Dormo nei motel sì, ma sempre di categoria alta, mangio nei fast food ma solo quando non trovo altri posti aperti e anche se amo l’avventura, la programmo da casa!

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    1. Un’altra viziata tra noi, che gioia! Guarda, io questa cosa che per essere viaggiatori devi essere scomodo e dormire con i topi proprio non la sopporto, come del resto sopporto poco chi fa ancora differenza tra “turista” e “viaggiatore”.
      Mi ritrovo in tutto quello dici: ristoranti, motel di categoria alta – e programmazione dell’avventura 🙂

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  8. Pensavo di essere più viziata di quello che credevo ahahah
    Devo dire che non transigo sul cibo, anch’io preferisco spendere qualcosa di più ma mangiare bene. Dico no ai fast food ma sì allo street food, però ammetto che in passato l’all you can eat li ho sfruttati, adesso non lo farei in viaggio.
    Stessa cosa vale perle valigie, devono essere di buona qualità, investo una volta ma poi mi durano almeno dieci anni. Così come per gli zaini che uso parecchio quando sono all’estero.

    Mi adatto più facilmente agli aeroporti ed orari improponibili però, anche perché se non lo facessi, non potrei mai scendere in Sicilia nel mio caso. Anche per quanto riguarda gli hotel, sono sì selettiva ma non disdegno gli appartamenti su AirBnB.

    Però alla fine della fiera, l’importante è che ognuno si trovi bene nel proprio modo di viaggiare senza imporre nulla agli altri come la persona che ti diede della viziata.

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    1. Ma sì dai, poi in questo caso ho esagerato un po’ – ma non troppo 😉
      Sugli zaini meglio sempre non risparmiare perché l’incubo di ritrovarmi lo zaino a brandelli con tutta la mia roba per strada… non ci devo pensare.
      Vanno bene le partenze da aeroporti scomodi e a orari impossibili se non c’è scelta, ma quando si può scegliere sempre meglio la comodità.
      Chissà che ha fine ha fatto quella tizia…

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  9. Se avessi un sacco di soldi mi piacerebbe fare la viaggiatrice viziata! 😀 Ma non navigando propriamente nell’oro, cerco dei compromessi. Su alcune cose sono disposta a chiudere un occhio (trasferimenti lunghi, voli low cost su aeroporti minori), invece sulla pulizia dell’alloggio non voglio più scendere a compromessi come ho fatto in passato. E nemmeno sul cibo: quello mi piace troppo e voglio godermelo tutto!

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    1. Premetto di non avere un sacco di soldi: io e il mio compagno siamo due normalissimi impiegati che non navigano nell’oro. Facciamo delle scelte: per esempio ho una Panda di seconda mano da quasi dieci anni, non esco a fare aperitivo tutte le sere, e non abbiamo figli da mantenere. Per cui semplicemente quando possiamo scegliamo di viziarci un po’, senza per questo essere Mr & Mrs Paperoni 😉

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  10. E io cosa sono? Sono una viaggiatrice che si trova a fare i conti anche con il portafogli (e se così non fosse, ti assicuro che sarei viziatissima!). Quindi devo scendere a compromessi, e anche se non dormo negli ostelli (e mai ci ho dormito) scelgo volentieri l’abitazione, piuttosto dell’hotel, ma che sia con vista wow. Mi piace alzarmi in vacanza e godermi il paesaggio anche da casa. E rinuncio anche al ristorante, se dalla mia terrazza c’è la vista mare. Dai, che un po’ viziatina sono anche io!

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    1. Tutti purtroppo dobbiamo fare i conti con il portafogli, e io preferisco rinunciare ad altre cose che per me sono superflue per potermi viziare un po’ in viaggio.
      Direi che anche tu sei un po’ viziata allora: è bello quando riusciamo a concederci qualche cosa che ci rende felice 😊

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  11. In qualcosa mi ritrovo, in altre cose meno, ma in linea di massima ho appena scoperto di essere viziata!
    Come dice la mia migliore amica: “Ci facevano schifo gli ostelli a diciotto anni e di certo invecchiando non cambieremo idea!” 🙂
    Comunque non sono particolarmente fiscale sugli alloggi, mi va bene tutto finché c’è l’aria condizionata d’estate, perchè senza io non vivo!
    Spezzo però una lancia a favore dell’aereoporto di Bergamo in quanto… tutto dipende dal punto di partenza! Per me è comodissimo, per esempio!

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  12. La penso esattamente come te.. preferisco la comodità (e non parlo di 5 stelle lusso) ma se devo fare una vacanza preferisco che venga fatta al meglio.. per me l’alloggio è fondamentale per essere riposati e godere al meglio le visite in un luogo che non si conosce. Spesso il tempo è poco e preferisco sfuttarlo al meglio.. meglio una vacanza in meno o qualche giorno in meno ma fatto bene!

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  13. […] Mi sono sempre rifiutata di dormire negli ostelli, nonostante le opinioni di tanta gente che sceglie abitualmente questo tipo di struttura e che si trova bene. Ma, quando ho prenotato il viaggio a Madrid lo scorso ottobre, tutti gli alberghi della mia lista dei preferiti erano al completo, e quelli che non erano nella top ten costavano quanto il Ritz. Così non ho avuto scelta, e ho prenotato una stanza in un ostello (ma di lusso, da brava viaggiatrice viziata). […]

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