Americani in vacanza in Italia: una guida semiseria

I turisti negli ultimi anni sono arrivati anche nella mia città, soprattutto gli americani. Abituarsi ha richiesto del tempo, per il semplice motivo che fino a non troppo tempo fa, questo era semplicemente un paese di trentamila abitanti tra Langhe e Roero. Ma nel frattempo di cose ne sono successe. Tanto per cominciare ne ha parlato il New York Times, che ha inserito questa zona tra i posti da vedere assolutamente.

Poi è stata inaugurata una facoltà universitaria, e ha preso piede un’associazione internazionale abbastanza conosciuta che ogni due anni organizza una fiera gastronomica a cui partecipano espositori e visitatori da tutto il mondo. Le cose sono cambiate da quando ero bambina e al massimo sentivo parlare piemontese o qualche altro dialetto regionale.

Ora si sentono diverse lingue per le strade della mia città, e non mancano i turisti americani che riempiono bar, negozi e ristoranti, facendoci a volte sorridere e a volte accapponare la pelle per alcuni comportamenti ai quali non siamo abituati. Ma ho qualche consiglio semiserio per affrontarli.

Americani in vacanza in Italia: il cappuccino dopo le undici

Questa è una cosa che mi fa stare male. Non posso (e credo che come me non possa nessun connazionale) vedere i turisti stranieri, e in particolare proprio gli americani, mentre ordinano il cappuccino a fine pasto. Magari dopo un pranzo a base di tagliatelle al ragù di cinghiale, o dopo una cena durante la quale hanno mangiato una tonnellata di fonduta.

Il cappuccino si beve solo a colazione, insieme a una brioche al cioccolato o alla marmellata. A pranzo non si può ordinare, e dopo cena dovrebbe essere un reato. Una volta passate le undici del mattino, dovrebbe anche essere vietato servirlo. Quando sento un americano chiedere un cappuccino a fine pasto, vorrei chiamare i carabinieri per farlo multare.

Americani in vacanza in Italia: come si saluta davvero la gente in Italia

Penso di non aver mai salutato nessuno dicendo “Ciao, bella!”. Magari si usa tra le ragazzine della Gen Z, ma non tra adulti, e sicuramente non con le persone che non conosciamo. Quando entriamo in un negozio, in un ristorante o in un ufficio, non ci rivolgiamo alla persona che abbiamo di fronte chiamandolo bella o bello. Nemmeno se lo sono davvero, nemmeno se vogliamo essere particolarmente gentili.

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Forse è per via dei film se i turisti americani pensano che noi italiani ci salutiamo in questo modo. Non è colpa loro se non sanno che buongiorno e buonasera sarebbero molto più appropriati. Anche un semplice ciao andrebbe benissimo. Ma bellabello non si possono proprio sentire.

Americani in vacanza in Italia: gli italiani e i gesti con le mani

Non si può negare: noi italiani gesticoliamo. Ma se a volte “parliamo con le mani” non significa che lo facciamo in tutte le occasioni. Questa però è una cosa che sembra divertire molto gli americani, che quando sono in Italia decidono di cimentarsi anche loro in questa abitudine, finendo però troppo spesso per usare gesti a volte fuori contesto e, ancora più spesso, fuori luogo.

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Al ristorante non risponderei mai al cameriere che mi chiede se voglio un seconda portata di pasta facendo il classico gesto della mano che sta a significare ma che cavolo stai dicendo. Invece l’americano in vacanza, che non ha afferrato il significato della mossa, la usa a sproposito, rendendosi ridicolo. Alcuni potrebbero anche sentirsi presi in giro. Americani in vacanza in Italia: se non sapete gesticolare come un italiano, lasciate perdere. Per una volta, When in Rome don’t do as the Romans do.

Americani in vacanza in Italia: you say brusheta, I say brusketta

Ah, gli americani e la pronuncia dei nomi dei piatti in italiano! A volte può essere divertente ascoltare un turista straniero che ordina al ristorante, ma in certe occasioni, sentire la pronuncia storpiata di alcune parole legate alla nostra gastronomia mi fa sanguinare le orecchie.

I nomi che ho sentito massacrare più spesso sono tre: bruschetta, prosciutto e gnocchi. Non solo in Italia, ma anche all’estero nei locali che servono piatti di origine italiana. Piccola lezione veloce di pronuncia per gli americani: bruschetta non si pronuncia brusheta ma brusketta con la c di cat, prosciutto non si dice proskiuto ma proshutto con la sh di shore. Per finire, gnocchi non di dice g-noci ma ñokki, con la ñ di jalapeños (fa male vedere la grafia usata per rendere la pronuncia di queste parole, lo so). E le doppie: se ci sono, un motivo c’è.

Ma lo devo confessare: anche a me negli Stati Uniti è capitato di ordinare la brusheta, perché volevo essere sicura che mi capissero.

Quali abitudini degli americani in vacanza in Italia vi fanno sorridere?

19 pensieri riguardo “Americani in vacanza in Italia: una guida semiseria

  1. eh, io abito a Gaeta, da sempre base NATO, ragion per cui so perfettamente cosa significa vedere gli americani in giro ovunque con ( molto spesso) atteggiamenti assurdi. Per fortuna dopo l’attentato alle Torri Gemelle il traffico di militari Si è notevolmente ridotto. Non ne ho mai tollerato molto la presenza, a tratti davvero ingombrante.

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  2. Vero, i turisti americani sono una categoria a parte, fuori concorso proprio. Mangiano con tempi e associazioni tutte loro, io mi domando da dove arrivi questa credenza che in Italia si ci si comporti così a tavola? Adoro quando trasformano tutto al plurale per via della “e” finale: zucchini salami linguini pappardelli. L’abitudine più buffa? Se la combattono la richiesta del cappuccino a fine pasto e la richiesta degli “spghedi” col ketchup 😀 A tratti li invidio, in vacanza gli americani sembrano fluttuare a mezz’aria tanto che sono in stato di grazia, non si fanno mai nervosi e non si scompongono neanche con 50 gradi all’ombra! Comunque ciao bella è quasi simpatico rispetto al ciao cara di alcune persone italianissime e nella cerchia della parentela (acquisita) 😉

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  3. Ho vissuto in America e ho avuto ospiti americani in Italia, percio’ tutte queste abitudini non mi sorprendono. Quella che invece mi fa solitamente sorridere e’ la loro abitudine a lasciare la mancia. Chissa’ se i camerieri italiani la accettano o meno?

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  4. Allora, partiamo dal cappuccino. Questa cosa per me è aberrante ma ormai non mi sconvolgo più perchè una delle mie amiche italiane lo prende anche durante il pranzo. Sì, hai capito bene: DURANTE. Al posto di un’altra bevanda. A me viene voglia di toglierle il saluto ma ormai sono così rassegnata che quando lo fanno gli americani quasi non li noto.

    Per i gesti invece trovo che sia una cosa divertentissima e sempre fonte di grande ilarità!

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  5. Spezzo una lancia sui turisti americani in Italia perché mi hanno insegnato un fondamentale: se d’estate piove vai in giro con sandali o infradito perché… Si asciugheranno subito! Sembra una vera cavolata ma da quando l’ho visto fare ai turisti americani a Roma ho provato e ora nessuno mi farà più indossare le scarpe con le calze d’estate!

    Che poi loro non siano in grado di pronunciare nomi di piatti italiani anche molto semplici ahimé, è realtà assodata.

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  6. Silvia come sempre sai trovare l’ironia in ogni cosa e questa sugli americani mi ha fatto davvero ridere. E’ proprio così, si vive di stereotipi, soprattutto loro che ne hanno fatto un cavallo di battaglia anche nel cinema. Ti invidio però, piacerebbe anche a me vivere in un paese preso d’assalto dagli yankees, io saprei come trattarli … a dovere, perchè in verità li adoro !

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  7. Bellissimo questo articolo, hai descritto perfettamente le caratteristiche dei turisti americani in vacanza in italia,..ho spesso notato la loro usanza di ordinare il cappuccino dopo un bel pranzo, magari dopo aver mangiato un panino gigante con hamburger o una pizza….Cmq sono molto simpatici 😀

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  8. Purtroppo non sono solo gli americani ad ordinare cappuccino a casaccio! L’ho visto anche in una pizzeria di Londra, per esempio. Che orrore! Un altro grande classico dei nomi storpiati/inventati è la bolognaise. A parte il fatto che si chiama RAGÙ e non bolognese. ma poi perchè anche cambiare una E con un AI ?? misteri.

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