Fuga in Europa: otto ore a Edimburgo

Mi è piaciuta molto l’idea lanciata dal blog di viaggi Guenda’s Travels: l’esperimento consiste nel prendersi un po’ di tempo – per esempio otto ore – per fuggire da qualche parte in Europa. Valentina di Guenda’s Travel è fuggita a Londra per otto ore, e il suo racconto è entusiasmante. È grazie a lei che mi è tornata in mente una giornata di un paio di anni fa, quando ho deciso di trascorrere una giornata a Edimburgo.

Perché #8oreaEdimburgo

Non sono partita dall’Italia, ma da Londra, dove mi trovavo per lavoro insieme a una collega. Era una delle ultime tappe di un viaggio che in dieci giorni ci aveva portate a Bristol, Bath, Newquay, Gloucester. Il programma prevedeva anche una giornata a Londra senza impegni prima delle riunioni del giorno successivo. Avremmo potuto girare  per la città, o rimanere in albergo a riposarci dopo le fatiche del viaggio. Ma la mia collega Fiona, scozzese trapiantata in Italia, raramente ha occasione di passare del tempo con la sua famiglia. Non mi sorprendo quando, un paio di mesi prima del viaggio, mi comunica la sua intenzione di passare la giornata libera con i genitori. Mi invita ad andare con lei e la proposta mi intriga: sono già stata a Londra diverse volte, mentre invece ho visto Edimburgo solo in un paio di occasioni. Alla fine cedo alla tentazione: mentre Fiona passerà la giornata a casa a North Berwick, io mi dedicherò alla capitale della Scozia.

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Il volo da Londra a Edimburgo

Prenotiamo con un paio di mesi di anticipo, quindi riusciamo a trovare una tariffa conveniente con voli a orari ragionevoli. Ryan Air vola ogni giorno da Londra a Edimburgo a circa 50 euro, ma preferiamo optare per un’altra compagnia: infatti, se si calcola il tempo necessario a spostarsi dal centro di Londra all’aeroporto di Stansted e il costo dello Stansted Express, alla fine non conviene. Prenotiamo con British Airways che, a fronte di un costo maggiore, ha dei voli a orari più comodi e la partenza da un aeroporto più centrale. Abbiamo entrambe delle miglia premio con il programma frequent flyer, per cui il biglietto di andata e ritorno ci costa circa 70 euro a testa. È comunque possibile prenotare un viaggio in giornata anche dall’Italia, dato che Easy Jet opera parecchi voli diretti con destinazione Edimburgo.
Il nostro volo parte alle 7.30 del mattino da Gatwick, che decidiamo di raggiungere in treno con il Gatwick Express. Acquistando online i biglietti, si ottiene una tariffa ridotta per il viaggio Day Return (con andata e ritorno in giornata): 23 sterline anziché 31. Il treno parte alle 5.45 dalla stazione di London Victoria, che raggiungiamo con un taxi dal nostro albergo di Lancaster Gate, con una spesa di 7 sterline a testa. Arriviamo all’aeroporto dopo un viaggio in treno di circa mezz’ora, e alle 6.30 siamo già ai banchi del self check-in.
Il volo è puntuale e quando atterriamo a Edimburgo non sono nemmeno le nove. A questo punto la mia strada e quella di Fiona si dividono per qualche ora. Su consiglio dei suoi genitori, salgo su uno degli autobus AirLink, che in quaranta minuti mi porta fino a Princes Street, in pieno centro. A differenza di Londra, i costi per il trasporto da e per l’aeroporto sono molto più contenuti: nove sterline per un biglietto di andata e ritorno in giornata.

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#8oreaEdimburgo: l’itinerario

La fermata dell’autobus è su Princes Street, la via che divide la città in Old Town e New Town. La mia intenzione è di partire dalla città vecchia, ma sono le dieci passate e inizio ad avere fame. Decido di fare una deviazione nella New Town per una colazione veloce. Da un viaggio precedente ricordo che uno dei locali di Jamie Oliver è appena a un paio di isolati: lo cerco su Google Maps, che mi indica la destinazione a quattro minuti. Attraverso Princes Street lasciandomi gli omonimi giardini alle spalle, proseguo prima su Frederick Street e poi su Rose Street fino ad arrivare allo stretto vicolo in cui si trova Jamie’s Italian. Non sono una fan dei locali italiani all’estero, ma quando si tratta di bere un buon caffè non mi tiro indietro. E poi questo locale merita almeno una visita: l’edificio neoclassico di mattoni grigi, dall’aria severa, ospita un locale sontuoso e opulento, con le pareti dipinte di rosso, boiserie di legno, elementi di ottone e sedie foderate di pelle. Ormai è tardi per la colazione ma è ancora presto per il pranzo, per cui ordino qualcosa che stia nel mezzo: il cestino di pani artigianali con il tagliere di salumi, accompagnati da una tazza di caffè americano bollente. Avrei preferito un pain au chocolat, ma almeno avrò la carica necessaria per camminare per un po’ di ore.
Quando lascio il locale il sole è sparito dietro le nuvole e l’aria è fresca in questa giornata di fine maggio, ma sono certa che la salita al castello mi riscalderà. Ritorno verso Princes Street, e da qui imbocco The Mound, poi sbuco su The Royal Mile, la via lunga un miglio e che collega la residenza reale di Holyroodhouse al castello. Ci sarebbero tante cose interessanti da vedere lungo il Royal Mile, ma il mio primo obiettivo è l’Edinburgh Castle. Il biglietto costa 16 sterline e permette di scegliere diversi itinerari: visto che il tempo non è molto, scelgo il Just an Hour, che permette di passare attraverso il Portcullis Gate, di salire le Lang Stairs fino alla cima di Castle Rock e vedere la città dall’alto, che è poi quello che mi interessava di più. Da qui si prosegue verso la cappella di St. Margaret, per finire nella Great Hall, la sala delle cerimonie voluta da Re Giacomo IV.

Tra una cosa e l’altra la visita è durata un’ora e mezza, per cui mi precipito di nuovo verso il Royal Mile. Si divide in più parti: la prima, quella che ha origine dal castello è la Castlehill, nota per i negozi che vendono essenzialmente souvenir e kilt. La seconda parte del Royal Mile è Lawnmarket, che un tempo era la piazza del mercato. Proseguo lungo la parte chiamata High Street e rimpiango di non avere un bagaglio da imbarcare e riempire di bottiglie di whisky. Supero l’imponente St. Giles Cathedral e la più modesta Canongate Kirk, fino ad arrivare alla residenza reale di Holyroodhouse. Chiedo informazioni alle biglietterie: l’ingresso costa dieci sterline e la visita dura quasi un’ora, per cui lascio perdere. Ormai è l’una passata, e mi ci vorrà una buona mezz’ora per ripercorrere il Royal Mile fino a Princes Street. Sarà solo la via dello shopping, ma voglio comunque dedicare un po’ di tempo a passeggiare su e giù per la strada. Lo spettacolo da Princes Street è notevole: procedendo dalla stazione Waverley verso Lothian Road si può godere di una vista spettacolare sui giardini e, più in alto, sul castello. Rimango un po’ delusa dai negozi, che altro non sono che i soliti Gap, H&M, The Body Shop, Next, All Saints e via dicendo. Spero di avere maggior fortuna con le librerie ma, anche qui, niente da fare: l’unico che vedo è della catena Waterstones.

A questo punto è giunta l’ora di dedicarmi alla New Town: cammino senza una meta precisa lungo le strade ampie e dritte, sbirciando nelle vetrine dei piccoli negozi e dei ristoranti. Arrivo fino al fondo di Frederick Street, dove si trova il Rick’s Hotel, l’albergo in cui sono stata durante il mio ultimo soggiorno in città. Mi conforta sapere che è sempre lì, per cui mi posso dedicare con tranquillità al secondo pasto della giornata. Intanto si sono fatte le due e mezza del pomeriggio: l’ora perfetta per un late lunch. So esattamente dove andare: mi muovo con sicurezza fino a Rose Street, dove si trova il Black Cat, un pub piccolo, buio, ma accogliente. È un po’ fuori mano rispetto ai soliti itinerari turistici, dunque non è mai troppo affollato.

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Prendo posto a uno dei tavolini e ordino una birra artigianale. Sono indecisa tra la zuppa calda e il fish & chips: non riuscendo a decidere ordino entrambi. Quando guardo l’ora mi rendo conto che la maggior parte del tempo a mia disposizione è passato. Lascio il locale e torno verso i Princes Garden, dove passo un’altra ora a camminare lungo i vialetti e a godermi il paesaggio da una panchina.
Le cinque arrivano in un attimo: è l’ora di prendere l’autobus per l’aeroporto. Arrivo prima del previsto, e ho ancora tempo per un tè caldo in uno dei bar della hall delle partenze. Fiona arriva poco dopo: insieme ci imbarchiamo sul volo delle 19.00, che in un’ora e mezza ci riporterà a Londra. Mentre allaccio la cintura di sicurezza mi rendo conto di aver completamente dimenticato il quartiere di Morningside, famoso per i suoi ristoranti, i negozi indipendenti e per il suo piccolo ma ben fornito farmers’ market. Pazienza, magari sarà per la prossima fuga a Edimburgo.

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Cover photo on Flickr by Ross G. Strachan

23 pensieri riguardo “Fuga in Europa: otto ore a Edimburgo

  1. Bello e interessante il tuo racconto! Sono proprio specializzata in viaggi mordi&fuggi e mi alletta parecchio l’idea della sfida che hai lanciato si Twitter ma…sto giro vorrei godermela la Scozia con un bel tour delle Highlands, isola di Skye compresa!
    Un saluto!

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    1. Grazie, mi fa piacere che ti sia piaciuto il mio racconto. Sono d’accordo con te: la Scozia merita ben più di otto ore. Infatti il mio ultimo viaggio “vero e proprio” in Scozia è durato una settimana, e a essere sincera mi sarei fermata ancora qualche giorno!

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  2. Io preferisco rimanere a dormire almeno una notte in cittá perché quando ho provato a fare una cosa del genere sono tornata a casa staaaanchissima. Peró é anche vero che se ti si presenta l’occasione davanti gli occhi che fai, dici di no? 🙂 Io sogno di andare in Scozia per farmi in tour dei castelli!

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    1. Ciao Guenda, complimenti a te per l’idea che hai avuto! Le British Isles hanno sempre un posto particolare nel mio cuore! Se per caso vai in Scozia fammi sapere così ti mando qualche consiglio (oltre a Edimburgo).

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  3. Ciao Silvia! che sorpresa! Grazie per aver partecipato a #FugaInEuropa!
    Ho ricondiviso il tuo articolo sulla mia pagina facebook settimana scorsa ma non sono riuscita a trovarti per taggarti!
    Bellissima fuga in un bellissimo posto!
    Non ci sono mai stata ma nel caso terrò sicuramente presente i tuoi consigli!
    Un abbraccio

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    1. Ciao Valentina, grazie per il tuo commento e per aver condiviso il mio articolo su Facebook – per il momento non sono presente lì. Hai ragione, Edimburgo è una città bellissima: se ti dovesse capitare di andare in Scozia fammi sapere così posso mandarti altri consigli!

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  4. Edimburgo è una di quelle città che sogno da tanto tempo e ogni volta rimando perchè da Roma i biglietti costano quasi sempre uno sproposito! Salvatore c’è andato anni fa e più che Edimburgo ricorda l’epopea per tornare a casa e sfuggire al vulcano islandese! Così impara e sa cosa succede a lasciarmi a casa! ahahahah Bello questo itinerario di 8 ore…io avrei fatto un gran pasticcio, quando so di avere poco tempo mi faccio divorare dall’ansia!

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    1. Nemmeno da Torino e Milano i prezzi sono convenienti, e non mi spiego perché sia sempre così costoso arrivare ad Edimburgo dall’Italia. E anche i voli su Glasgow non sono economici.
      Ah dici che il vulcano è stata una punizione per Salvatore per essere partito senza di te? 😉

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  5. Anch’io credo proprio che fuggirei ad Edimburgo potendo scegliere. E’ una delle mie città preferite in assoluto, e rispetto a Londra (che comunque adoro) ha il vantaggio di essere più raccolta e meno caotica. La Old Town è incantevole, e riserva sempre qualche sorpresa.
    Ovviamente avevo provato anch’io il Black Cat 😀 (quando trovo locali che si chiamano Black Cat/Gatto Nero ecc. mi ci fiondo sempre)
    Altri pub che mi sono piaciuti molto sono stati il Royal Mile Pub (dove ho mangiato il miglior haggis della mia vita) e il Dirty Dick (non lontano dal Black Cat, con tanti oggetti stranissimi e vintage appesi ovunque ed un pollo alla Kiev strepitoso)

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    1. Ah allora se mi capita di scovare dei locali/negozi che si chiamano Black Cat te li segnalo!
      Del Royal Mile Pub me ne aveva parlato un amico scozzese, mentre il Dirty Dick non lo conoscevo: me lo segno sperando che la prossima fuga a Edimburgo non sia troppo lontana 🙂

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  6. Sono anni che con un amico, una volta l’anno (mia moglie non mi concede di più…..;-) ci concediamo un viaggio in Europa con partenza la mattina e rientro la sera. Pensavamo di essere gli unici pazzi, ma mi fa piacere che siamo in buona compagnia. Parole d’ordine: levataccia la mattina, budget di 100 euro A/R (vabbè, se sono 110 fa nulla….), pranzo in locale tipico, magari qualche museo, rientro in serata stanchi morti. In questo modo abbiamo visitato anche capitali che mai pensavo di visitare come Belgrado, Bucarest o Sofia. Bene, ora so che il format è ben diffuso. Buon viaggio a tutti!

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    1. Io partivo “in vantaggio” nel senso che ero già a Londra per cui non è stato troppo complicato, ma comunque ci sono davvero tante capitali europee dove si può “fuggire” per un giorno. Per cui ti capisco benissimo benissimo, non siete affatto pazzi! Anzi, se ti va di raccontare una delle vostre fughe di un giorno nella sezione dei Travel Mates mi farebbe molto piacere 🙂

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  7. Prossima tappa, Lisbona il 5 novembre. Ovviamente in giornata. E l’ora di fuso orario ci consentirà una sosta di un’ora più lunga. Tempo permettendo, conto di raccontare la giornata sul mio blog!

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