Cibo e parole: espressioni italiane intraducibili (o quasi)

Qualche tempo fa a suscitare la mia curiosità sono state le parole e le espressioni straniere intraducibili in italiano: se in un’altra lingua un concetto viene espresso facilmente con un solo vocabolo, spesso in italiano per rendere l’idea è necessario ricorrere a un giro di parole, perdendo così l’immediatezza. Quello a cui non avevo pensato era il caso contrario, ovvero l’esistenza di quelle espressioni in italiano che non sono facilmente traducibili in inglese.

Anche questa volta sono legate al cibo e, anche in questa occasione, i tentativi di traduzione in lingua inglese generano dei risultati che si discostano dall’originale. In alcuni casi, i modi di dire tradotti rimangono legati all’ambito del cibo, dimostrando come la lingua e la cultura gastronomica abbiano un legame strettissimo.

Food language
Photo by Dan Gold on Unsplash

Con le mani nella marmellata

Un’immagine quasi da cartone animato: un bambino che si arrampica su una sedia per arrivare ai ripiani più alti della cucina, prende il barattolo della marmellata e si serve senza cucchiaino. Immagino la mamma che lo scopre e il poveretto non può negare l’evidenza. Se ti beccano con le mani nella marmellata, non hai modo di nasconderti.

Jam Spoon
Photo by Mateusz Feliksik on Unsplash

Come rendono la stessa espressione gli americani o gli inglesi? In ben due modi, completamente diversi uno dall’altro. Nel primo caso, si può dire che si è stati colti red handed, ossia con la mano rossa, probabilmente a indicare il sangue che ancora sporca le mani dopo un crimine appena commesso. Il mio preferito è legato invece alla cucina: sei sei stato preso with your hand in the cookie jar, ti hanno beccato con una mano nella scatola dei biscotti. Sei stato colto in flagrante mentre facevi qualcosa di sbagliato.

Sputa il rospo!

In realtà in Italia non si ha l’abitudine di mangiare i rospi (o almeno non credo) ma in ogni caso questo invito a dire la verità o a tirare fuori un segreto tenuto nascosto troppo a lungo ha a che fare con la digestione. Le origini del modo di dire sono incerte, ma sembra che quando una vipera mangi un rospo, quest’ultimo provochi notevoli difficoltà di digestione. Dunque sputare fuori l’anfibio aiuta ad alleggerirsi.

Beans
Photo by Milada Vigerova on Unsplash

In inglese, l’invito è un altro: spill the beans! Letteralmente, ci viene intimato di versare i fagioli. Le teorie concordano sul fatto che questo modo di dire probabilmente derivi dall’Antica Grecia, dove per votare si inseriva un fagiolo nero o uno bianco per esprimere la preferenza dei votanti. Se il vaso veniva versato prematuramente, i risultati delle elezioni sarebbero stati noti in anticipo.

Rendere pan per focaccia 

Non penso di aver usato spesso questa espressione, anche se in effetti rende bene l’idea: se qualcuno ci ha fatto un torto, rendendo pan per focaccia ricambiamo la sua azione con una altrettanto grave. Come in molti altri casi, non ci sono notizie certe sull’origine del modo di dire, ma ne esistono già esempi in latino. Nell’antica Roma, c’era l’usanza di produrre due tipi di pane: uno poco lievitato e adatto ai lunghi viaggi, che veniva cotto sul fuoco e, da qui, il nome focacius, e un altro tipo di pane di frumento, più pregiato del primo. Rendere pan per focaccia dunque prevede di ricambiare un torto con un altro torto.

Focaccia
Photo by Jonathan Farber on Unsplash

In inglese, a un torto subito si risponde con un farmaco. Se subisco un’ingiustizia, ti restituirò a taste of your own medicine, ossia un assaggio della tua stessa medicina. Secondo i linguisti, l’origine è da cercare in una favola di Esopo che narra di un truffatore che vendeva un intruglio spacciandolo per un farmaco miracoloso, promettendo che avrebbe curato qualunque malattia. Quando il ciarlatano si ammalò, i clienti gli diedero la sua stessa medicina, che ovviamente non funzionò.

Se non è zuppa, è pan bagnato

Questa è sicuramente l’espressione che preferisco, usata per indicare un concetto che, anche se presentato sotto un’altra luce, rimane sempre lo stesso. Se consumiamo un piatto caldo, o è una zuppa o è un brodo con il pane in ammollo. Per anni ho pensato che questa espressione fosse intraducibile in inglese, soprattutto durante una riunione in cui il mio ex boss la usò a una cena, e io fui costretta a fare un giro di parole lunghissimo per spiegare il concetto. Più tardi trovai un’espressione inglese che rende più o meno il concetto: much of a muchness. Ma la bellezza dell’espressione italiana va completamente persa.

Tomato
Photo by Shelley Pauls on Unsplash

Ho scoperto la soluzione solo poco tempo fa, guardando una serie di Netflix ambientata in Canada. E arriva dai pomodori. Una delle protagoniste, all’osservazione di un’amica che raccontava due situazioni all’apparenza diverse ma in realtà molto simili, risponde con un’alzata di spalle e con le parole tomato, tomato. La sottile differenza sta nella pronuncia: il primo tomato suona come tom-ay-to, all’americana, mentre il secondo è tom-ah-to, secondo gli standard del British English. Suoni diversi, stesso ortaggio. Semplice e bellissimo. E poi impossibile non pensare a Fred Astaire e Ginger Rogers mentre cantano e pattinano.

Conoscete altri termini intraducibili legati al cibo?

Cover photo by Zuzana Ruttkay on Unsplash

40 pensieri riguardo “Cibo e parole: espressioni italiane intraducibili (o quasi)

  1. Trovo questo articolo simpaticissimo!!! E’ davvero spassoso scoprire come si esprimono in altre lingue modi di dire che per noi fanno parte della quotidianità. In italiano esistono così tante espressioni legate al cibo, evidentemente diamo una certa importanza all’argomento!!!!!!!

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  2. Bella questa esegesi che ci riporta alle origini di un modo di dire, di molti per esempio ne ignoravo il significato. Da noi c’è il grande classico “mazza e panelle fanno i figli belli; panelle senza mazza fanno i figli pazzi”, una sorta di traslitterazione in napoletano del concetto di bastone e carota 😉 Sorrido alla scena del boss che in una riunione ti costringe a tradurre se non è zuppa, è pan bagnato! Tomato tomato infatti vince su tutti! 😀

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    1. Bellissimo il detto napoletano! Non lo avevo mai sentito ma in effetti mi fa tornare in mente tanti modi di dire che abbiamo in piemontese e che ho imparato dai miei nonni. Magari potrebbe essere un’idea per un post 😂
      Tomato tomato ora troverò il modo di ri-tradurlo in italiano usando il nome di un frutto o di un ortaggio!

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      1. Articolo davvero molto spassoso, alcuni modi di dire non li avevo mai sentiti, tipo “ le mani nella marmellata”! Ne conoscono un altro che dice “ andare in un brodo di giuggiole”, proviene da un’alterazione toscana!

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  3. Devo ammettere che anche io, come te, rimango spesso colpita da questi modi di dire legati al cibo. Saprai che sono originaria della Puglia dove è diffuso un detto che recita: il polpo si cuoce nella sua stessa acqua. Il senso è che una situazione spesso si aggiusta da sola, attendendo il fluire degli eventi senza intervenire di persona.

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  4. Mi piacciono molto i tuoi articoli dedicati ai modi di dire nelle altre lingue. Per chi come me parla inglese solo per necessita, soprattutto in viaggio, non è semplice capire i proverbi o le esclamazioni come queste.

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  5. Il tuo ex boss si dimostra sempre di una simpatia unica! Ma come puoi pretendere di tradurre un modo di dire così prettamente italiano?? Chissà se in inglese c’è l’equivalente di Rendere pan per focaccia??

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  6. Bellissimo riuscire a esprimere sottigliezze e modi di dire da una lingua all’altra, una delle cose più difficili in assoluto. I film in lingua originale sono davvero un ottimo supporto, anche io li guardo, soprattutto serie (ma senza sottotitoli, anche se in lingua) non capirei un’emerita mazza!

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  7. Anche a me avrebbe messo in crisi “se non è zuppa, è pan bagnato” e devo dire che non ho mai sentito “much of a muchness” quindi probabilmente per quello non è qualcosa che viene subito alla mente quando si cerca la traduzione! Gli altri li conoscevo invece, però non me ne vengono molti altri in mente forse “spill the tea/what’s the tea?” per chiedere i gossip!

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  8. Questo genere di articoli mi piace sempre un sacco. Sono molto curiosa e per questo sono attratta dai modi di dire, dalle usaze in generale. Anche io mi sono chiesta diverse volte come si dicessero alcuni detti italiani in inglese e viceversa, al momento mi vengono in mente Acqua in bocca, stare con le mani in mano e piove sul bagnato. Non so però come si traducono in inglese! 😅

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  9. Come sempre un articolo simpatico e interessante. A volte mi piace tradurre in inglese in modo letterale alcuni nostri proverbi, anche se suonano del tutto ridicoli, così giusto per ridere, ma non mi ero mai posta la domanda su una loro effettiva traduzione vera e sensata. Mi hai fatto venire in mente il mio (ex) capo quando, alle riunioni con clienti stranieri, diceva sempre “I know my chicken”, tra gli sguardi perplessi degli ascoltatori! 😀

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  10. Bel articolo, complimenti. E’ vero se noi ci pensiamo molte espressioni che abbiamo nel nostro quotidiano letteralmente non significano molto, però sono espressioni che comunque hanno un loro perchè e delle origini.
    E’ una cosa che spesso non ci pensiamo lo diciamo e basta.

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