Guardaroba (e bagaglio) minimalista: di cosa si tratta

Questa cosa di non poter comprare biglietti aerei e partire per un viaggio è snervante. Cosa fare allora per non farsi prendere dall’ansia durante questi ultimi mesi? Ho letto tanti libri, ho fatto le pulizie, ho spostato mobili e quadri in casa, ma poi c’è un limite a quello che puoi fare per non pensare. Così al temutissimo cambio di stagione da estate a inverno qualche mese fa ho rivoluzionato il mio guardaroba. Ho regalato, rivenduto e dato in beneficienza tutto quello che non mettevo più. Può sembrare assurdo, ma mettere ordine tra borse, scarpe e vestiti mi ha fatta sentire un po’ meglio.

Il mio sogno è quello del guardaroba capsula o minimalista e, anche se credo di essere sulla buona strada, il traguardo è ancora lontano. Di cosa si tratta? C’è differenza tra i due concetti: il guardaroba capsula prevede di avere un numero limitato di capi, per esempio dieci, mentre quello minimal, pur essendo ridotto a ciò che essenziale, non è vincolato a un numero preciso. Un disclaimer prima di scendere nei dettagli: se di solito passate di qui per leggere consigli di viaggi, allora questo post non fa per voi. Se invece avete voglia di saperne di più, vi racconto come negli ultimi mesi ho trasformato il mio guardaroba e il mio modo di fare acquisti. 

Minimal Wardrobe
Photo by Priscilla Du Preez on Unsplash

Capsula o minimalista?

Il vincolo di un numero specifico di capi non fa per me, perché non penso che riuscirei a limitarmi a dieci-quindici elementi. Quello che fa più al caso mio è il guardaroba minimal, che prevede di avere pochi capi di qualità, non necessariamente di marca. L’elemento essenziale da cui partire è uno: scegliere materiali buoni, possibilmente naturali. Non sarebbe male comprare capi realizzati da brand sostenibili ed etici e, a questo proposito, grazie a una fashion blogger che seguo da un po’ di tempo, ho scoperto Good on You, un sito dove basta inserire il nome di una marca di abbigliamento per scoprirne il rating dal punto di vista del rispetto dell’ambiente, delle persone e degli animali. Nel caso di rating basso, il sito suggerisce alternative sostenibili. Uno strumento utilissimo che permette di scoprire tanti brand stranieri e italiani e soprattutto per comprare abbigliamento di qualità (in tutti i sensi), anche a prezzi competivi. 

Comprare o non comprare?

Ho visto tantissimi video su YouTube a tema guardaroba capsula e minimal, dove non poche blogger suggeriscono di non comprare nulla, usando esclusivamente quello che si ha nell’armadio. Alcune di loro affermano di aver smesso di acquistare abiti/accessori nuovi da oltre un anno, ma io non mi ci metto nemmeno. Preferisco l’approccio meno integralista, che prevede di riutilizzare quello che si ha o di dare una seconda vita a quello che non mettiamo più. Il primo passo prevede di svuotare – letteralmente – il contenuto di cassetti e armadi, capire quello che abbiamo e organizzare il tutto in più mucchi: cose da tenere (capi che indossiamo sempre e che ci fanno sentire a nostro agio), cose da regalare ad amiche/colleghe/parenti (in buone condizioni, ma che non abbiamo mai messo o che mettiamo raramente ma che ad altre persone potrebbero piacere), cose da rivendere (soprattutto borse o oggetti di marche note), cose da dare in beneficienza e cose da buttare. 

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Mi sono resa conto di avere accumulato negli anni tantissimi capi di abbigliamento che non so nemmeno per quale motivo avessi comprato. Per esempio ho trovato un maglione di lana giallo senape con l’etichetta attaccata, e che mai e poi mai indosserei: mi è venuto in mente che la figlia di una mia amica ama i colori vivaci, per cui il maglione ora è suo. Nel contenitore sotto al letto avevo almeno due borse e altrettanti portafogli di marca che non mettevo da oltre due anni, e mi sono domandata: quante probabilità ho di usarli nei prossimi dodici mesi? La risposta era nessuna probabilità, per cui gli articoli sono stati messi in vendita (e presto acquistati da acquirenti che li ameranno più di quanto abbia fatto io) su Vestiaire Collective. In altri casi ho fatto riparare o adattare dei capi dalla sarta.

In questo modo sarà molto più semplice anche riorganizzare gli spazi. Dopo l’operazione di selezione dei capi sono rimasta davvero con poche cose, ma essenziali. A questo punto è stato molto facile suddividere l’abbigliamento estivo da quello invernale, sistemare le cose della stagione precedente nel letto contenitore e rimettere nell’armadio o nei cassetti jeans, maglie, camicie e pullover da usare in questi mesi. Forse ho una vena vagamente ossessivo-compulsiva per cui ho suddiviso tutto per categoria e per colore. 

Saldi sì o no?

Per me la risposta sarebbe semplice e immediata: NO! Per il semplice motivo che in tanti anni non sono mai riuscita ad approfittare delle mega offerte di cui tante amiche e colleghe spesso parlano. Io nelle svendite di fine stagione trovo tutto troppo grande o troppo piccolo, troppo colorato o troppo grigio, troppo lungo o troppo corto. Insomma, vedo dei difetti che mi fanno passare la voglia di spendere in cose che non mi piacciono al 100%. Ma immagino che per tante altre persone sia difficile resistere alla tentazione di un cappotto o di un paio di scarpe in saldo. E va benissimo, ci mancherebbe, però se sappiamo di cosa abbiamo davvero bisogno e cosa manca nel nostro guardaroba, allora sarà più semplice resistere al richiamo di Black Fridays e Cyber Mondays.

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Negli ultimi mesi, la mia regola d’oro quando si tratta di comprare qualcosa è one in, one out. Voglio un paio di Converse nuove? Le compro se quelle che sto indossando cadono a pezzi, quindi le faccio fuori. Voglio una nuova giacca di pelle vista sul sito di All Saints con il 10% di sconto pre-natalizio? Allora vendo quella che è appesa nell’armadio. Con me questa strategia funziona benissimo perché così compro solo quello che mi serve e solo dopo essermi sbarazzata di qualcosa che non uso o che non mi piace. 

Se come me comprate online, o se avete in mente di comprare un capo non propriamente economico, guardate le recensioni su YouTube perché sono utilissime. Nel caso dell’acquisto della giacca di pelle avevo parecchi dubbi sulla taglia perché non avevo mai comprato nulla da quel sito, così ho cercato dei video in cui alcune ragazze – blogger ma non solo – recensivano l’articolo. Ho scritto ad alcune di loro chiedendo altezza e peso per fare un paragone, e ho scelto la taglia di conseguenza. Ed è andata benissimo perché la giacca è perfetta.

Cosa comprare (e cosa ha comprato)?

Limitare gli acquisti, comprare solo quello che serve davvero e non lasciarci tentare solo perché una camicia è in saldo: tutto verissimo, ma questo non significa che dobbiamo per forza punirci. Se qualcosa ci piace e il pensiero di comprare quella borsa o quel paio di scarpe ci rende felici, allora non dovremmo negarci quel piacere, soprattutto in questi mesi in cui le soddisfazioni sono davvero poche. È importante avere una lista dei desideri: innanzitutto per avere nero su bianco un elenco di capi che ci piacerebbe avere, ed eventualmente eliminare quelli che sono un semplice capriccio momentaneo.

Capsule wardrobe
Photo by Caleb Lucas on Unsplash

Un’abitudine che ho da qualche mese è quella di cercare quello che voglio comprare sul mercato del second hand. Molti usano Ebay ma se si tratta di oggetti di un certo valore non mi fido: e se al posto del portafogli che ho ordinato mi arriva quello di Barbie? Per cui uso tantissimo Vestiaire Collective: questo non è post sponsorizzato (vorrei che lo fosse!) anche se è la seconda volta che nomino il marketplace francese. Ma per me è una garanzia di qualità, visto che prima di essere inviati all’acquirente, i capi vengono spediti alla sede di Parigi dove gli esperti li autenticano ne valutano le condizioni e la conformità alla descrizione fornita dal venditore. Su questa piattaforma ho venduto diversi capi negli ultimi due anni, e con il ricavato ne ho comprati altri.

Un metodo utile per evitare acquisti sbagliati o superflui è quello di fare un elenco di cose essenziali, ovvero di quei capi di abbigliamento che non possono assolutamente mancare. Si tratta ovviamente di una scelta molto personale che dipende dai nostri gusti, dalle nostre esigenze e in parte anche dal tipo di lavoro che svolgiamo. Se lavorassi in banca, per esempio, credo che nel mio guardaroba ci dovrebbero essere alcuni pantaloni dal taglio elegante e qualche blazer, ma non è il mio caso. Al lavoro posso vestirmi come voglio, per cui i miei staples sono jeans, t-shirts, qualche camicia, maglioni di cotone o di lana a seconda della stagione, una giacca di pelle, un blazer scuro, un paio di cappotti, un trench, scarpe basse, stivaletti tipo Chelsea. Mettendo ordine nel guardaroba mi sono resa conto di avere praticamente tutto ciò che mi serviva. Quando il pezzo mi manca, allora vendo/regalo qualcosa prima di acquistarne un altro. L’eccezione è stata quella dei mocassini: non ne ho mai avuto un paio per cui li ho comprati senza sbarazzarmi di un paio precedente. L’importante, quando compriamo un nuovo articolo, è farsi questa domanda: porterò questo cappotto (o paio di scarpe, o borsa, o maglione di lana…) per i prossimi cinque anni? Sembra una cosa ridicola ma aiuta a capire se un capo di abbigliamento è davvero indispensabile.

E il bagaglio?

Gli stessi principi si applicano quando facciamo la valigia. Nel mio caso mi sono resa conto che in realtà utilizzavo questo metodo già da tempo. Quando parto uso sempre lo zaino, quindi il mio bagaglio è per forza di cose un bagaglio minimal. Ovviamente ho zaini di misure diverse a seconda della durata del viaggio, ma il concetto non cambia. Porta solo quello che pensi di indossare veramente, lascia a casa tutto quello che è di troppo. Così si evita di caricare del peso inutile sulla schiena, e di riportare a casa un mucchio di vestiti senza capire cosa è pulito e cosa non lo è.

Come è organizzato il vostro guardaroba? Avete altri consigli da condivere?

51 pensieri riguardo “Guardaroba (e bagaglio) minimalista: di cosa si tratta

  1. Molto bello questo articolo, mi trovo molto in linea! Anche io un paio di anni fa ho avuto un periodo di grande”ripulisti” a casa, non solo nell’armadio ma anche nella libreria (mio grande tallone d’Achille) e devo dire che da allora cerco di acquistare meno e con più criterio. E penso che si stia per avvicinare il secondo round di questa cernita perché ultimamente non sono stata molto brava con l filosofia del “one in, one out”, anche se credo che sia il metodo che mi si addice di più. Stessa cosa per la valigia: pochi vestiti che so che metterò in viaggio, e zero orpelli! Marie Kondo insegna.

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    1. Qualche tempo fa ho fatto una pulizia radicale del mio armadio e dei miei cassetti regalando moltissimi capi che non mettevo più/che non mi stavano più /nei quali non mi vedevo più e sai una cosa? È stato come fare ordine anche nella mia testa! Mi sono sentita meglio, concentrata, diretta al punto. Non ho mai venduto niente di abbigliamento e tendenzialmente compro solo se ne ho bisogno. Tranne con le borse, dannazione. Quelle sono troppo semplici da comprare, danno soddisfazione immediata e non necessitano di dieta😉

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      1. Hai ragione! E’ una cosa che ti fa stare meglio, come se l’ansia se ne andasse. Proprio la settimana scorsa ho deciso di mettere ordine nella stanza che usiamo come palestra, parcheggio della bicicletta, stendi biancheria d’emergenza: insomma c’era di tutto e di più e ogni volta che veniva qualcuno a casa mi precipitavo a chiudere la porta. Ora invece sembra un salottino, e ogni volta che passo lì davanti mi sento meglio.
        Le borse: non me ne parlare 😂

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  2. Con me sfondi una porta aperta, anni di lavoro nella moda mi hanno insegnato a organizzare al meglio il guardaroba e a caprie se qualcosa è ancora mettibile o decisamente out. Quello che non imparerò mai (forse perché non voglio) è non comprare cose nuove. Un acquisto “emozionale” anche di un capo che in realtà non ci serve però ha un bel colore e ci è piaciuto subito dalla vetrina, è una piccola coccola che abbiamo il diritto di concederci. E ogni tanto è perfetto vuotare, dividere, impilare e soprattutto eliminare!

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    1. Sono assolutamente d’accordo: non bisogna essere troppo integralisti e infatti non riuscirei mai a vivere secondo la regola del “non comprare niente per il prossimo anno”, perché a volte un acquisto impulsivo può anche essere un modo per tirarci su di morale!

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  3. La mia fortuna/sfortuna è che vivendo in mansarda non ho un armadio di altezza regolamentare. Di conseguenza devo calcolare gli acquisti non al centesimo ma al centimetro 😛 Diciamo che periodicamente rinnovo il parco vestiario con la stessa regola che usi tu one in, one out. Ma con gli accessori sono ancora più drastica perché in realtà non ne faccio largo uso. Il portafoglio di Barbie è una sorpresa che spesso è dietro l’angolo… per fortuna su certi siti gli utenti postano la foto di quello che in realtà arriva a casa… O_O
    Mi piace questa nuova Silvia, è un aspetto di te di cui mi piace leggere! 😉

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    1. Allora quando gli spazi sono ridotti non si può assolutamente trasgredire alla regola del one in, one out, altrimenti quelle che devono andare out sono le persone che ci vivono!
      La cosa del portafoglio (non di Barbie, ma spacciato per vera pelle quando invece era plastica) mi è capitato qualche tempo fa ma ho avuto il rimborso completo, per fortuna.
      Grazie e buon anno 😘

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  4. Sono l’unica al mondo a non aver mai comprato ai saldi, preferisco pochi capi ma d’eccezione e di ottima fattura. Mi hai dato una bella strigliata e devo decidermi a fare mucchi di vestiti per liberarmi da quelli che ormai ” me lo metto quando dimagrisco”. Per il bagaglio…. io porto di tutto di più! Ma viaggiando in van posso!

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    1. Allora siamo in due! Durante i saldi non guardo nemmeno le vetrine, anche perché spesso mi arrabbio dato che alcuni negozianti hanno ancora la brutta abitudine di alzare i prezzi per poi fare degli “sconti imperdibili”.
      Io ho ancora un paio di jeans che mettevo dieci anni fa e che mi ostino a tenere: manca quasi una spanna per riuscire a chiudere la zip, ma non si sa mai 😂

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  5. Senza rendermene conto io faccio già “one in one out”. Invece per quanto riguarda i vestiti quelli che hai venduto su che sito? Io ho provato con depop ma è andata male. Un’idea che ho avuto (specie quando farò i viaggi di lunga durata) è che se mi rompo di indossare sempre gli stessi vestiti è di darli in beneficienza alle persone che vivono nel posto che sto visitando e riacquistare dei nuovi capi d’abbigliamento in un negozio locale 🙂 .

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    1. Le cose che ho venduto (vestiti, cappotti, borse, portafogli e pure un paio di scarpe) li ho venduti tutti su Vestiaire Collective, e i pagamenti li ho ricevuti sul mio account PayPal. Un aspetto che mi piace molto di questo sito è che loro fanno da intermediari così hai sempre la garanzia non solo di avere pezzi di ottima qualità, ma di fare pagamenti sicuri perché anche quando compri paghi Vestiaire Collective e non il venditore (a sua volta verrà poi pagato da VC). Se hai altre domande fammi sapere!

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  6. Il mio guardaroba ha davvero tanti abiti….forse troppi! Dovrei fare una bella ripulita, ma un po’ per la mancanza di volontà, un po’ perchè sono affezionata ad alcuni capi, rimando sempre. 😅 Mi ci dovrò mettere d’impegno, così potrò approfittare dei saldi per riempirlo di nuovo!! 😆

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  7. Anche il mio armadio è decisamente strapieno (anzi i miei armadi…) e andrebbe un po’ riordinato, ma chi ha mai tempo (e voglia)? 😉
    Per la valigia minimal invece concordo insieme, non amo gli zaini, ma un trolley da bagaglio a mano mi basta e avanza, anche per viaggi decisamente lunghetti! 🙂

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  8. Mi piace moltissimo l’idea di un guardaroba minimalista e la filosofia “one in, one out”. Il capsule wardrobe neanche per me sarebbe fattibile, per quanto alla fine porto sempre quei dieci capi in croce a ben pensarci.
    Sono anche d’accordo sui saldi no, non perché non mi piaccia risparmiare ma perché spesso sono solo scuse per sperperare soldi in cose che non servono davvero.

    Il bagaglio minimalista è la cosa che mi riesce meglio però!

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  9. Il mio guardaroba necessiterebbe di una sana riorganizzazione… Non sono una fashion victim, ma devo ammettere che è piuttosto straripante e disordinato! Il tuo approccio invece è molto simile a quello di mio marito, acquista un paio di scarpe quando le altre sono giunte al capolinea e lo stesso dicasi per maglioni o giacconi. Io sono più debole e quando vedo qualcosa di carino a buon prezzo…non resisto! 😊 Per il bagaglio sfondi una porta aperta, anche se devo ancora lavorarci!

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  10. Durante questo lungo periodo di reclusione ho fatto qualche corso online di decluttering, proprio per far spazio negli armadi e in casa. Purtroppo faccio sempre fatica a liberarmi di alcune cose che sono “cose” e quindi non degne di affetto e di attenzioni. Ho cercato di regalare, riciclare, cedere e vendere, ma non abbastanza. Ho un’invidia pazzesca per una mia amica che ogni anno si compra due gonne, due pantaloni e due maglioni e inizia e conclude la stagione con solo questi pezzi nell’armadio per poi scartarli e ripartire con altri pochi pezzi. Sono ancora lontana da questi traguardi, ma ci sto lavorando.

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  11. Non conoscevo affatto Good on You e ho subito provato ad usarlo: molte marche italiane (o comunque catene di negozi) però non ci sono, peccato! Io non sono un’amante dello shopping, soprattutto se si tratta di vestiti, cerco di usare i vestiti finchè non si consumano e non seguo le mode, credo che sia ottimo per l’ecosostenibilità.

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  12. Io non compro capi da anni oramai. Preferisco avere capi buoni (che durino anche se costati un po’ di più).
    Non ho esigenze lavorative che mi obbligano al cambio giornaliero quindi pochi capi che possono esser intrecambiabili tra loro per creare look diversi con pochi pezzi. E poi è pure ecologico. 😉
    In Portogallo poi ci sono diversi mercati dello scambio di indumenti.

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    1. Non comprare per anni forse sarebbe un po’ estremo per me, però il mio obiettivo è decisamente di comprare solo quando mi serve qualcosa e quando prima ho “fatto fuori” qualcos’altro. Qui nella mia città di negozi di seconda mano o scambio indumenti purtroppo nemmeno l’ombra!

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  13. Condivido quanto hai scritto ma poi nella pratica sono un pò un’accumulatrice seriale, stento a staccarmi da alcuni capi e mi piace comprare sempre qualcosa di nuovo, di qualità ma mi dà soddisfazione rinnovare un pò il llok, dovrei prendere esempio da quanto dici

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  14. Un bellissimo articolo che fa riflettere, io nell’arco degli anni ho modificato il mio modo di comprare cose e vestiti. Il viaggio è una buona scuola per questo. Ho viaggiato un anno mettendo sempre le stesse cose con uno zaino leggero. Non ho mai sentito l’esigenza di avere ulteriori cose con me. Molto utile il sito che citi per scoprire il rating di un brand dal punto di vista del rispetto dell’ambiente.

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  15. Io non ho mai avuto coraggio di vendere i miei capi di abbigliamento forse perché li metto sempre fino allo sfinimento! Ogni anno faccio “pulizia” del guardaroba e dono i vestiti che non metto più e sono in buone condizioni. Rispetto a qnd vivevo con i miei, adesso che ho famiglia, compro più per i miei bimbi che per me!

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  16. Negli ultimi mesi, senza saperlo, è quello che ho cercato di fare. Dar via un numero spropositato di indumenti che anno dopo anno ho cercato di conservare con la speranza che un giorno potessero essermi utili di nuovo. Ho portato tutto al centro di raccolta, dove gli abiti e le scarpe (in teoria) vengono riciclati se troppo danneggiati o riutilizzati (c’è un negozio di seconda mano che si chiama Humana qui a Barcellona).

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  17. Io sono migliorata tanto nel corso degli anni, ma ho ancora troppi capi. Il fatto di aver vissuto due volte in un altro continente con l’impossibilità di portarmi tante cose in valigia, ha fatto sì che mi sia ritrovata con ben 3 guardaroba: uno italiano, uno thai e uno cinese! Poi aggiungo anche il pre gravidanza ed il post e che ho un po’ di problemi nel liberarmi di capi di abbigliamento. Dall’anno scorso però ho eliminato molto e mi sono sentita bene dopo. A giorni conto di ripetere dato che devo ancora fare il cambio dell’armadio…no comment!

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  18. Amo fare shopping e non riuscirei a vivere con un guardaroba minimal, però uso tutto quello che c’è nell’armadio e non amo tenere vestiti che non metto. Anche io uso la tecnica di buttare un capo quando ne acquisto uno nuovo, principalmente per gli evergreen come cappotti, giacche di pelle e stivali. Ammiro però chi riesce a reinventare sempre il proprio look con solo 15 capi nel guardaroba!

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    1. Anche io amo fare shopping però a un certo punto mi sono dovuta dare una regolata 😉 La tecnica del one in, one out la trovo ottima soprattutto per i capi evergreen, come hai detto tu. Anche io invidio tantissimo chi riesce a inventare tantissimi outfit con pochi capi 🙂

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  19. Non potevo non leggere questo articolo! Non sono mai stata molto precisa ed ordinata e per molti anni ho dovuto lottare contro i miei vestiti che cercavano di allontanarmi dalla stanza 😂. Ultimamente sono stata costretta, causa cambio casa, a ripulire e buttare ed ho scoperto di avere cose così inutili che non ricordavo nemmeno di averle comprate. Mi ha fatto bene e mi ha fatto capire che non serve gran che per vestirsi bene. Mi sto limitando ormai ma sulla valigia proprio non riesco! Se non parto con il super bagaglio non sono contenta. Ci ho provato più e più volte senza grandi risultati.. migliorerò!

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    1. Anche a me è capitato in passato di scoprire di avere delle cose che non ricordavo nemmeno di aver comprato!
      Io invece preparo una valigia a volte troppo essenziale: l’ultima volta negli Stati Uniti ho comprato una t-shirt perché a cena avevo macchiato l’ultima di olio 😂

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