Culture shock a Londra

Avete presente quando seguite un blog che vi piace e ricevete la notifica di un nuovo articolo? Può svoltarvi la giornata, come quando vedete arrivare il ragazzo di UPS che vi consegna il pacco con le scarpe nuove che avete comprato online e che non vedete l’ora di provare. Con Nerd in Spalla per me è così: ogni loro articolo mi mette di buonumore. Tra le pagine del blog, Teo e Kry raccontano i loro viaggi in maniera scanzonata e a tratti impertinente ma, d’altra parte, si definiscono viaggiatori poco seri.

In particolare, c’è una sezione di Nerd in Spalla che mi piace tantissimo, ed è quella dedicata al culture shock e ai loro suggerimenti. Un esempio su tutti: vado in vacanza in Francia e decido di iniziare la giornata con un buon caffè. Grosso sbaglio: il caffè d’oltralpe non è buono, e questo può essere uno shock culturale per molti.

Ispirata dai loro articoli, ho pensato di dare anche il mio contributo semiserio a proposito del culture shock di cui può essere vittima chi si ritrova per la prima volta a Londra, tralasciando gli aspetti più ovvi come la guida a sinistra, il tempo imprevedibile e il divieto di saltare le code.

Culture shock a Londra: il letto queen size

Che le camere d’albergo siano spesso minuscole in una città come Londra è risaputo. Quello che forse non tutti sanno è che anche i letti sono più piccoli di quanto ci si possa immaginare. Invece del king size, il comodo materasso a due piazze, spesso si è costretti a fare i conti con il meno confortevole queen size.

The Buxton pub London

Sarà pure il letto della regina, ma sta di fatto che spesso ci si deve dormire in due, quindi la misura alla francese può mettere in difficoltà non solo i più corpulenti, ma anche le persone più minute. Né io né il mio compagno siamo due giganti, ma un letto più spazioso non sarebbe male per evitare il rischio di ritrovarsi sul pavimento nel cuore della notte.

Culture shock a Londra: il prezzo del caffè

Paese che vai, usanza che trovi, quindi perché ordinare il caffè nella patria del tè? In effetti sono d’accordo con il detto when in London, do as the Londoners do, ma è risaputo che noi italiani non sappiamo rinunciare a un espresso, almeno al mattino.

Monmouth Coffee Londra

Trovare un caffè buono a Londra è già di per sé uno shock, ma la sorpresa arriva al momento del conto. La mia non è una lamentela, ma una semplice constatazione: siate pronti a spendere cinque sterline per due tazzine di espresso. Con un po’ di fortuna, sarà anche un caffè decente.

Culture shock a Londra: non guardarmi e non parlarmi

All’inizio la cosa mi stupiva, ma dopo un po’ non ci si fa più caso: quando si sale su un vagone della metropolitana e si incrocia lo sguardo di un altro passeggero, viene spontaneo sorridere, così, per gentilezza. Se lo fate a Londra, non prendetevela troppo se il tizio di fronte fa l’indifferente e non ricambia il vostro sorriso. Semplicemente, non si fa.

London tube

La regola è non guardare, ma soprattutto non farci venire in mente neanche per scherzo di parlare con il nostro vicino di posto in metropolitana o sull’autobus. Fatti gli affari tuoi, in poche parole. Non ci siamo abituati, e per noi potrebbe sembrare una mancanza di educazione ma, se ci pensiamo bene, alla fine si tratta di una questione di rispetto degli spazi personali.

Culture shock a Londra: l’abbigliamento

Grazie agli agganci del mio ex boss, anni fa mi ritrovai a una cena all’Harry’s Bar con un membro della famiglia reale. Prima di incontrarlo ero consumata dall’ansia, ma dopo le presentazioni ho capito che si trattava, come direbbero a Roma, di uno de nojantri (o quasi). Sotto al maglione di cashmere ricoperto di pallini e con tanto di toppe ai gomiti, indossava una camicia con il colletto liso. Io, per l’occasione, avevo messo il tailleur che avevo comprato anni prima per la discussione della tesi, ottenendo solo di sembrare una cameriera (meno il papillon).

giphy

Il linea di massima, a Londra ci si veste molto casual. Shabby chic? Molto spesso shabby e basta. Così è normale vedere al bancone del pub gente con i pantaloni della tuta da ginnastica consumati sulle ginocchia. Non lo dico come critica, perché per me è un grosso vantaggio: vogliamo mettere la bellezza di uscire di casa senza doversi preoccupare di cosa indossare?

Culture shock a Londra: la doccia con due rubinetti

In Italia probabilmente la doccia con due rubinetti, uno per l’acqua calda e uno per quella fredda, non si vede dagli anni Ottanta. Se ricordo bene, era così nel bagno di mia nonna quando ero bambina e comunque prima che lo facesse ristrutturare all’epoca in cui frequentavo le medie.

giphy

A Londra (ma nel Regno Unito, più in generale) è abbastanza comune trovare rubinetti di questo tipo. E non necessariamente in alberghi di fascia bassa né in bagni antichi come quello di Enrico VIII, ma anche in hotel di un certo livello e dal design moderno. Evidentemente ruotare due rubinetti per almeno dieci minuti prima di trovare la temperatura giusta è una fonte di una gioia che noi continentali non riusciamo a comprendere. Spesso l’ustione è assicurata. O l’effetto immersione nel Mare del Nord a febbraio.

Conoscete altre abitudini londinesi diverse da quelle a cui siete abituati e che per voi sono state uno shock culturale?

25 pensieri riguardo “Culture shock a Londra

  1. Già avevo un’avversione smisurata per i londinesi, con il tuo articolo Si è accentuata alla grande. Io, che sono caffeinomane e dormo da sola in un king size, che vesto casual chic e sorrido alle persone che incontro mentre faccio jogging, non potrei mai reggere simili abitudini, nemmeno per un week end. Sui rubinetti meglio che non mi esprimo. Secondo me è solo tirchieria

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  2. Mi fa ridere come quelli che sono culture shock adesso per me siano la norma. L’unica cosa a cui credo non mi abituerò mai sono i due rubinetti anziché uno che miscela l’acqua.

    Cosi come il prezzo della colazione fuori, certo Londra é carissima se stai in zone centrali ma posso dirti che ormai neanche Cardiff scherza. Il mio amico che beve un sacco di caffè, sta per rinunciare al suo bell’espresso pomeridiano perché e arrivato a costar e3£.

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  3. Mi hai fatto sorridere con il tuo articolo e soffermarmi a pensare alla culture shock londinese. Mi sono resa conta che amo così tanto Londra che non mi disturbano più di tanto, sarà che non bevo caffè ma mi adeguo, trovo però decisamente scomodo i rubinetti come si ci fa ad abituare?

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  4. Come sempre riesci a strapparmi un sorriso con i tuoi articoli! Ho vissuto a Londra per 2 anni ma avendo vissuto con una famiglia inglese mi sono persa l’esperienza da “turista” in hotel. Tra le varie situazioni che descrivi, ricordo con piacere la “privacy policy” in metro che sinceramente mi piaceva in quanto non mi sentivo mai osservata e anche la libertà di uscire di casa come pare che in Italia non esiste, soprattutto nelle piccole città! Mi manca un pò Londra, per quanto non tornerei mai a viverci adesso, però è stata un’esperienza super formativa per me che consiglio a tutti!

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  5. Uhhhh! Siamo stati citati! Sono tutta emozionata!!!😍Grazie!
    Io a Londra poi ho sempre mille shock ma ametto che quello dei letti e dei rubinetti non li avevo notati. So che i letti sono spesso più piccoli e che ci sono due rubinetti ma… boh? Non mi danno tanto fastidio finchè trovo il caffè (a qualunque prezzo)!
    In compenso il ‘mind the gap’ della tua copertina mi inquieta ogni volta: son lì, bella tranquilla, e… “MIND THE GAP”! Ussignur! E che è? Che Gap? Dov’è? Cado? Non cado? Muoro?🤣

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    1. Grazie a voi per avermi dato questo spunto! Tutti shock culturali assolutamente accettabili, ma a quello dei rubinetti non riesco ad abituarmi – forse perché da piccola a casa dei miei nonni finivo sempre per ustionarmi 😂
      Pensa che la prima volta a Londra secoli fa mi ero anche comprata la maglietta con su scritto Mind the Gap!

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  6. La scoperta della giusta temperatura come fonte di gioia mi ha fatto morire 🤣 Sai che non avevo mai sentito il letto “Queen”? Mi piace come hanno adattato alla propria lingua la tipologia “alla francese”. Il caffè buono all’estero è come il bidet: prezioso e introvabile come una sorta di Santo Graal. In Francia mi rifilarono una brodaglia improponibile in una tazzona enorme. Insoddisfatta (e un po’ schifata) chiedo se gentilmente mi preparano un espresso ristretto e mi propinano la stessa brodaglia ma in una tazza più piccola 🤣 Per i londinesi dunque casual è proprio alla lettera! Bello!

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    1. Sì, secondo me quella di trovare la temperatura giusta è una sfida per gli inglesi!
      Il caffè come il bidet: mi ha fatto morire 😂 Comunque mi sento di dire che i francesi nel tuo caso si meritano i complimenti per aver provato a risolvere la situazione con una tazzina piccola: peccato che il risultato fosse sempre lo stesso!

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  7. Ahah, che divertente questa carrellata di shock culturali, io ammetto che non riuscirò mai ad abituarmi ai due rubinetti! Invece il discorso shabby mi intriga, devo dire che in Italia c’è a volte troppa attenzione all’apparenza soprattutto nelle medie città borghesi… mia sorella ha vissuto per un periodo a Dublino e quando rientrava in Italia vestita “alla Irish” si sentiva sempre molto osservata 😉

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