Qual è la principale fonte di preoccuazione prima di partire per un viaggio? Per me i documenti. Nei giorni che precedono la partenza, ricontrollo decine di volte che sia tutto a posto: passaporto, visto, assicurazione, biglietto aereo, carte di imbarco. Non so come reagirei se dovessi essere spedita a casa da un addetto alla sicurezza perché il mio documento di identità è scaduto, o perché mi sono presentata al gate con la carta di imbarco di un altro volo.
Soprattutto non vorrei mai essere bloccata a destinazione per qualche irregolarità nei documenti di viaggio, rimanendo intrappolata in un terminal all’estero per chissà quanto tempo. Di recente è successo a una conoscente che, a quanto pare, non sapeva di aver bisogno di essere vaccinata o di avere l’esito negativo di un tampone per entrare in Brasile.

A volte però capitano anche cose meno gravi e per fortuna più divertenti.
Airoport Security: Fargo
Fino a qualche anno fa, per me dire Fargo equivaleva a dire, nell’ordine: sicari, rapimenti, riscatti e strade che attraversano campi innevati. Per fortuna Fargo, città di centomila abitanti nel bel mezzo del nulla al confine tra North Dakota e Minnesota, è molto di più. Ma andiamo con ordine. Come sono finita a casa di Grimsrud e Showalter? Non per scelta. Per lavoro dovevo visitare la riserva di nativi White Earth, e quello di Fargo è l’aeroporto più vicino.

Non è semplice da raggiungere. Per arrivarci faccio scalo ad Amsterdam e a Chicago, dove passo senza problemi i controlli di sicurezza. Le difficoltà arrivano all’aeroporto internazionale di Fargo, un edificio nel mezzo del nulla, dove ho l’impressione di essere l’unica passeggera, anche se sul bimotore a elica che ci ha portati fino a lì c’erano altre persone oltre a me. Probabilmente hanno passato senza problemi i controlli e saranno già in macchina, mentre io vengo fermata dall’addetto alla sicurezza. L’uomo mi guarda con sospetto. Forse ho un aspetto insolito? Non mi sembra. Ma sicuramente il mio passaporto dalla copertina bordeaux, così diverso da quelli blu che è abituato a vedere, attira la sua attenzione. Mi ferma e inizia a sfogliarlo, pagina dopo pagina, controllando ogni timbro con attenzione. Ci sarà qualcosa che non va? Vuole sapere con quale volo sia arrivata, e gli spiego di essermi imbarcata a Chicago (del resto, l’unico volo del pomeriggio). Nonostante abbia esaminato con attenzione la mia carta di imbarco, mi chiede da dove vengo. Ma come? Ha imparato a memoria il passaporto e non ha capito che sono italiana? Rispondo con non poco timore, e lui mi dice di aspettare prima di sparire dietro una porta, con il mio passaporto. Compare nuovamente dopo un tempo lunghissimo, insieme ad altri cinque colleghi, e il primo poliziotto spiega agli altri che sono “quella italiana”. Tutti iniziano a osservarmi da vicino, come se fossi una bestia rara. Mi sento al circo, e spero che la loro attenzione venga attirata da qualche altro passeggero esotico.
Quando ormai spero che sia tutto finito, la donna poliziotto ha un’idea: special security check! Mi sento come in una puntata di Airport Security, ma senza la droga. La donna mi porta in una stanza senza finestre dove mi perquisisce e mi scannerizza con l’apparecchio per rilevare la presenza di bombe. Mi chiede di togliermi la giacca e le scarpe e per un attimo temo di rimanere in mutande. Ma per fortuna si limita a ispezionare ogni angolo del mio trolley.
Alla fine dell’ispezione sono libera di andare. Quando supero i tornelli, i poliziotti sono tutti dietro di me: “See you soon, Italian lady!” Arrivederci? Ma anche no!
Dalla Russia con terrore
A Mosca trascorriamo pochi giorni: una vacanza breve, dove tutto va per il vesto giusto. Nessun intoppo con il trasferimento dall’aeroporto in città, nessuna sorpresa spiacevole con l’albergo, nessun pasto che ci abbia lasciati insoddisfatti. Le brutte sorprese il destino ce le riserva per la fine del viaggio, quando ormai siamo già in aeroporto.
Al mattino, prima di lasciare l’albergo, facciamo il check-in online, salvando le carte di imbarco sui cellulari. Per una maggiore sicurezza (ma soprattutto perché entrambi siamo nati in un’epoca in cui abbiamo imparato che non c’è niente di più affidabile della versione cartacea di un documento) chiediamo alla algida addetta alla reception di stamparne una copia.
Ci presentiamo allo scalo di Domodedovo con quattro ore di anticipo perché “non si sa mai”, e infatti è proprio così. Prima di accedere al gate, i passeggeri diretti all’estero devono superare un primo controllo, dove un addetto esamina i passaporti, i visti e le carte di imbarco. Gliele mostriamo sul cellulare ma non sono sufficienti e, ringraziando la prudenza di qualche ora prima, gli porgiamo le copie cartacee. Il tizio in divisa verde muffa le guarda e fa no con la testa, poi aziona la ricetrasmittente e dice qualcosa in russo nel microfono della ricetrasmittente che sembra uscita da un film degli anni Ottanta. Dopo un attimo arrivano due donne con una divisa altrettanto brutta, resa ancora più triste dai collant color carne e dalle scarpe con il tacco quadrato. Mi sembra che il tizio al bancone dica tovarisch, così seguiamo le compagne – con non poco timore dato che il mio vocabolario russo si limita a poche parole.
Veniamo accompagnati in una stanza arredata con una scrivania su cui si trova quello che sembra un grosso libro con la copertina di cuoio. Una delle due donne si piazza di fianco a noi, mentre l’altra, con i nostri documenti in mano, inizia a scrivere su quello che con ogni probabilità è un registro. L’addetta alla sicurezza che ci tiene d’occhio continua a sorridere e a dire net problem ma più lo ripete più mi convinco che di problemi ce ne siano parecchi.
Dopo un tempo che sembra lunghissimo, ci restituiscono i documenti e le carte di imbarco, sulle quali ora ci sono annotazioni in cirillico. Ci accompagnano al gate, consegnandoci all’assistente di volo. Siamo gli ultimi a salire a bordo, e non sapremo mai per quale motivo siamo stati fermati al primo controllo.
Vi è mai capitato di trovarvi in situazioni spiacevoli in aeroporto? Come ve la siete cavata?
La mia fortuna è che prendo l’aereo davvero raramente, preferendo proprio per alcuni motivi da te descritti viaggiare on the road. La Russia ad esempio mi ha sempre terrorizzata, da quando nella serie tv Panam le hostess sono state trattenute nella piazza Rossa. Vedo la Russia e vedo stanze delle torture..non so percè.
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Ricordo quella puntata! Sicuramente sono passati anni da allora però devo dire che quando dovevo prenotare l’albergo ero più in ansia del solito perché le fotografie delle stanze erano terrificanti!
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Oh mamma che ansia leggere questi racconti, sembra la trama di un film!
A me è capitato a Dublino, di ritorno dall’erasmus: dopo una settimana di festeggiamenti folli non capivo una parola di quello che le guardie mi stavano dicendo. Arrabbiatissimi mi hanno aperto i bagagli e volevano sapere perché viaggiavo con un super liquidator e un cappello da cow boy di babbo natale…
In Vietnam invece bagaglio sequestrato. Già mi vedevo a piangere in una cella vietnamita perché qualcuno mi aveva infilato droga nella zaino e invece … Volevano effettivamente controllare che nella confezione di caffè vietnamita non avessi nascosto stupefacenti!!! Che paura
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Tutto sommato l’episodio di Dublino è divertente, soprattutto pensando all’immagine dell’addetto alla sicurezza con il super liquidator! Però in Vietnam sarei morta di paura e mi sarei immaginata anche io in cella 😱
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Anche io ho il terrore di essere trattenuta a destino e magari essere sbattuta in un carcere di massima sicurezza da cui nessuno mi farà più uscire e ogni volta mi tengo un biglietto con il numero dell’ambasciata italiana del luogo. A Damasco sono arrivata per lavoro con un visto che secondo il poliziotto tedesco non era valido ma mi ha imbarcato ugualmente. Prima di scendere dall’aereo la hostess mi fa un cenno e mi separa dagli altri passeggeri, Iniziano a tremarmi le gambe. Poi scendo per prima ; un’auto mi aspetta e vengo depositata in una saletta, mi offrono té e dolcetti e mi prendono il passaporto. Terrore puro. Invece era stata la mia cliente che ha pensato tramite sue conoscenze di farmi saltare la fila per il controllo documenti….
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Probabilmente per queste paure dobbiamo “ringraziare” Fuga di Mezzanotte, o almeno nel mio caso è così! Carina la tua cliente, però avvisare prima e risparmiarti la paura no???
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Io una volta ho salvato il mio compagno di viaggio da una litigata pazzesca con uno dei componenti dello staff della compagnia aerea. A differenza mia, pretendeva che lo avrebbero dovuto far passare con i documenti in pdf e non cartacei e non accettava l’idea di pagare il costo delle stampa che la compagnia avrebbe applicato . Con le mie doti diplomatiche poi ho risolto tutto … piu che altro perché stavano entrambi alzando i toni
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Mamma mia che ansia quello che ti è capitato, soprattutto in Russia! Io ricordo di essermi persa nell’aeroporto di Vienna nel 2019 perché stavano facendo degli imponenti lavori di ristrutturazione e i gate erano spostati in edifici diversi, oppure quando in Madagascar non ci lasciavano andare senza spiegarci il motivo e alla fine… Dopo 2 ore… ci hanno detto che le valigie si erano perse!
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Ti capisco perché io per qualche motivo mi perdo sempre all’aeroporto di Parigi se devo spostarmi da un terminal all’altro!
Tutte le valigie perse? Mamma mia si sono proprio impegnati 😂
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Io avevo un collega che per principio doveva sempre attaccare briga con il personale dell’aeroporto – io però fingevo di non conoscerlo 😅
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No io sarei rimasta con l’interrogativo a vita di capire il motivo di quell’intoppo. Sul serio hanno pronunciato”tovarish”? E le divise color muffa hahhaah (anche se devo ammettere che hanno sempre il loro fascino), ma davvero, dev’essere stato come finire in un film sulla guerra fredda 😀 E trovo ancora più esilarante il sospetto che una passeggera italiana possa portare con sé una bomba dall’Italia. Così su due piedi mi viene in mente quella volta che non c’era tempo per arrivare al garage dell’aeroporto e lasciai l’auto a due perfetti sconosciuti (a Napoli, capisci?) affinché mi facessero l’immenso favore di portarmela a destinazione. Mi sono fidata, ho rischiato ma è stato incredibile: al mio ritorno l’auto era nel garage! 😀
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Me lo chiedo ancora oggi, ma quando ci hanno fatto capire che potevamo andare, siamo partiti di corsa verso il gate senza voltarci indietro 😂
Ricordo l’episodio della macchina: la tua fiducia è stata ben riposta!
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Aiuto che esperienze. Io ho volato pochissimo e solo per Manchester e per Parigi ma, per fortuna, nessun controllo particolare.
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Meglio così, dai! Per fortuna sono disavventure che si dimenticano in fretta
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Mamma mia che avventura che hai avuto in Russia! Io sarei entrata nel panico. Per fortuna però vi hanno lasciato partire. A me la cosa che preoccupa di più sono i bagagli…ho sempre timore che mi facciano lasciare qualcosa, soprattutto per l’attrezzatura fotografica.
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Impossible non farsi prendere dal panico: già immaginavo di finire in qualche prigione in Siberia senza nessuna spiegazione.
Eh immagino l’ansia per via dell’apparecchiatura fotografica!
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Per fortuna mai, anche perché mi impanicherei anche se non ho nulla da nascondere! Esco fuori di testa anche solo quando fermano il mio bagaglio a mano per controllarlo 🤦🏽♀️
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Io sono come te! Quando mi fermano i vigili o i carabinieri in macchina inizio a sudare freddo, manco fossi una spacciatrice fermata dall’antidroga!
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Per fortuna mai niente, se non un goccetto d’acqua che mi ero tenuta da bere prima di passare il check in, per la quale mi hanno fatto perdere mezzora buona!
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A volte però nei casi come quello che hai descritto tu si accaniscono senza motivo quando ci vorrebbero trenta secondi a risolvere tutto!
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Oddio, per fortuna mai capitati controlli strani a parte quelli a campione solito. Però noi abbiamo sempre viaggiato in Europa e quindi mai dire mai!
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Io penso di avere la faccia sospetta perché mi è capitato spesso di essere controllata anche in Europa!
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Ma sai che leggere le tue storie mi ha creato ansia? Per fortuna che poi sono finite tutte bene, a parte il fatto di non aver saputo concretamente perché sei stata oggetto di tante “attenzioni”. Io finora non ho vissuto niente di simile (per fortuna!), ma comunque mi sono capitati ritardi e voli cancellati, e già quello mi basta e avanza come esperienze negative!
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Oddio, ora mi sento in colpa! Pensa che io sono ansiosa di natura quindi trovarmi in situazioni simili mi fa sudare freddo 😉
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Io sarei impazzita letteralmente! Non so se dire “per fortuna” ma per ora i miei voli durano al massimo un paio d’ore , ed anche se brevi non mi sopporto, figuriamoci se fossi stata al tuo posto! Comunque nel bene e nel male ci racconti questo episodio che tra qualche anno ricorderai sorridendo!
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Il bello è quello: al ritorno ci si ride sopra!
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A Los Angeles ho avuto un paio di brutte avventure, la prima per una bottiglietta d’acqua minuscola che mi è costata almeno mezz’ora dopo che ho dovuto rifare tutta la fila dei controlli e la seconda al controllo passaporti quando, preda della stanchezza e del jetlag, ho detto la data sbagliata di ritorno e l’agente non l’ha presa bene, anche se mi sono subito corretta!
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Gli americani poi sono paranoici da questo punto di vista, e pensano sempre che li vuoi fregare!
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La definizione di aeroporto “internazionale” di Fargo mi fa molto ridere!! Anche io cerco sempre di stampare le carte d’imbarco, oltre ad avere la fotocopia del passaporto, ma per fortuna non mi è mai successo nulla di strano in aeroporto, a parte le file lunghissime che ci sono ultimamente negli aeroporti del Regno Unito!
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Eh sì, di internazionale quell’aeroporto non ha proprio niente, se non qualche volo dal Canada (ma non ne sarei troppo sicura). Le code nel Regno Unito mi spaventano molto, soprattutto pensando a quest’estate!
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