Gerusalemme: istruzioni per l’uso

A me piacciono i posti ordinati, dove l’aria è frizzante, la gente parla sottovoce e si chiede scusa quando per sbaglio si sfiora un’altra persona. La Città Vecchia di Gerusalemme è l’esatto opposto. È come un labirinto, dove il tuo senso dell’orientamento si prende gioco di te. Come se non bastasse, non c’è copertura telefonica e non si possono consultare le mappe. Fa caldo, c’è odore di cibo, di spezie, di frutta troppo matura.

Se si aggiungono i negozianti delle botteghe del suq che urlano da una parte all’altra delle vie strettissime, la sensazione di disorientamento raggiunge i massimi livelli. Passando dal quartiere musulmano a quello cristiano a quello ebraico senza rendermene conto, mi sono sentita disorientata e confusa. È una sensazione inevitabile, ogni volta che si attraversa la porta di Damasco per uscire da quella di Jaffa.

Jerusalem Via Dolorosa

O comunque è stato quello che ho provato io: smarrimento, confusione e istantaneo innamoramento nei confronti di questa città tanto bella quanto complicata. Con questa premessa non intendo spaventare nessuno, ma l’impatto con Gerusalemme è potente.

Come arrivare a Gerusalemme 

A conti fatti, quella di trascorrere una notte a Tel Aviv anziché spostarci immediatamente a Gerusalemme è stata un’ottima scelta. Innanzitutto perché Tel Aviv è una città stupenda che merita molto di più della scarsa mezza giornata che abbiamo avuto a disposizione, ma soprattutto perché così ci si può abituare prima di venire catapultati dentro questo calderone. Raggiungere Gerusalemme da Tel Aviv è semplice: all’andata abbiamo preso il bus 480 della Egged che parte dall’Arlozoroff Bus Terminal di Tel Aviv e costa sedici shekel (circa quattro euro). Il tempo di percorrenza è di un’ora mentre quello di attesa per salire a bordo è di oltre quaranta minuti, soprattutto se si sceglie il venerdì prima dell’inizio dello Shabbat per muoversi. In alternativa, esistono gli sheruts (minivan condivisi) che circolano anche durante lo Shabbat, a differenza della maggior parte dei mezzi pubblici.

Al ritorno dovevamo essere in aeroporto alle nove del mattino quindi abbiamo chiesto alla reception dell’hotel di prenotarci un taxi. Concordate sempre la tariffa al momento della prenotazione per evitare brutte sorprese.

Dove dormire a Gerusalemme

Prima di partire avevo letto tantissimi forum e articoli di blog per cercare di capire quale fosse la zona migliore della città. Di Gerusalemme Est avevo letto che gli hotel fossero di qualità scadente, e le immagini trovate in internet hanno confermato questa impressione. Mi ispirava molto la zona di Emek Refaim, nota comunemente come German Colony, ma il fatto che fosse un po’ più lontana dal centro mi ha convinta a scegliere la zona di Gerusalemme Ovest all’altezza di Jaffa Street e Ben Yehuda Street.
Abbiamo optato per l’Eyal Hotel: prenotando tramite il sito dell’albergo abbiamo ottenuto un upgrade gratuito alla camera superior. Si tratta di una struttura recente, con stanze spaziose e moderne.

Jerusalem The Eyal Hotel.jpg

Gentilissime le ragazze della reception che ci hanno aiutati a prenotare sia il trasporto per l’aeroporto che quello per Betlemme, dandoci anche indicazioni su cosa fare durante lo Shabbat. L’unica note dolente è la colazione. Il buffet è abbondante, con una ricca scelta tra dolce e salato, ma la qualità dei prodotti non è eccellente.

Gerusalemme e il cibo

A Gerusalemme le porzioni sono abbondanti, il cibo è tutt’altro che leggero e si mangia a tutte le ore. Amando la cucina mediorientale, era inevitabile che in questa città e in Israele in generale mi sentissi a casa.

Jerusalem Food.jpg

Il nostro primo impatto con il cibo è nella Città Vecchia, dove finiamo per caso da Abu Shukri, nel quartiere musulmano. Il proprietario, un omone grande e grosso dall’aria scontrosa cercherà di mandarvi via dicendo che è tutto pieno, ma basta insistere un po’ e alla fine in dieci minuti vi troverà un tavolo. Aspettatevi un locale dove gli standard di igiene e cortesia non sono paragonabili a quelli dei paesi occidentali, ma l’hummus è buonissimo.

La sera di venerdì, in pieno Shabbat, trovare un ristorante aperto non è semplice. Tra i pochi che mi ispirassero c’era Mona, a Gerusalemme Ovest. Il locale è bellissimo, anche perché si trova all’interno della Jerusalem Artists’ House. Sia il cibo che il servizio sono quasi da ristorante stellato.

Ci spostiamo vicino al Mahane Yehuda Market per la cena di sabato. Lo Shabbat è finito da qualche ora, quindi la maggior parte dei locali e dei negozi ha riaperto. Se fino al pomeriggio in giro per le strade non c’era anima viva, ora Gerusalemme non è più una città fantasma. I mezzi circolano nuovamente, la gente esce a passeggiare, i bar ricominciano a servire cibo e bevande. Prima di cena, decidiamo di fare tappa al mercato di Mahane Yehuda ma ci aspetta una brutta sorpresa: è chiuso fino a domenica mattina. Tutte le botteghe sono chiuse, tranne un bar dove ci fermiamo per un paio di birre.

Jerusalem Mahane Yehuda Market.jpg

Per cena abbiamo prenotato da Hatzot, non lontano dal mercato. È un locale rumoroso, vivace, colorato. Appena arrivati, prima ancora di decidere cosa ordinare, ci vengono offerti non so quanti piattini e scodelle contenenti qualunque cosa: hummus, babaganoush, insalata di pomodorini e cetrioli, melanzane marinate, olive, zucca grigliata, pane. Quando arriva il piatto di carne che abbiamo ordinato, quasi non riusciamo a finirlo. Tenetene conto se capitate da Hatzot perché la carrellata di appetizers è praticamente un pasto completo.

Gerusalemme: religioni e fanatismo

Non sono credente e a differenza di San Paolo non sono rimasta folgorata sulla via di Damasco. Però un viaggio a Gerusalemme lo consiglio a chiunque. È una città di contrasti e contraddizioni, ma non essendo esperta di religione né di politica preferisco non addentrarmi in questi argomenti. Sono entrata nel Santo Sepolcro, ho percorso la Via Dolorosa, sono arrivata fino al Muro del Pianto e ho provato inutilmente ad accedere alla Spianata delle Moschee per vedere la Cupola della Roccia (accessibile purtroppo solo da domenica a giovedì).

Jerusalem Western Wall.jpg

Non ci sono parole per descrivere tutto ciò che ho visto in poche ore. Ho trovato tutto di una bellezza travolgente, ma ammetto di essermi stupita – e a tratti anche un po’ arrabbiata – di fronte all’invasione dei “turisti religiosi”. Non so se si chiamino proprio così i gruppi formati per lo più da donne che camminano per strada con il capo coperto e una croce appoggiata sul petto. Percorrono tutte le tappe della Via Dolorosa pregando, toccano le pietre delle stazioni fino a consumarle, sfregano indumenti sulla pietra dell’unzione come se la stessero pulendo, e baciano le colonne del Santo Sepolcro.

Jerusalem Santo Sepolcro.jpg

Non voglio essere critica ma ammetto che questa devozione secondo me rasenta un po’ il fanatismo. Come anche a Betlemme, sono rimasta sorpresa nel ritrovarmi davanti a centinaia di persone che in teoria hanno fatto questo pellegrinaggio per vedere dei luoghi importanti dal punto di vista religioso e che però poi non esitano a prenderti a gomitate nelle costole per superarti nella fila. La coda per entrare all’Edicola del Santo Sepolcro è davvero estenuante: fa caldo, c’è tantissima gente, è buio.

Jerusalem Pietra Unzione.jpg

A un certo punto siamo stati letteralmente cacciati via dalla fila da un gruppo di rumene che ci hanno presi a gomitate nella schiena e nelle costole. Blateravano qualcosa in un misto tra rumeno, italiano e inglese: a quanto pare facevano parte di un gruppo e quindi avevano il diritto di passare prima. Ce ne siamo andati senza protestare perché, pur non essendo credente, mi sembrava fuori luogo mettermi a fare una scenata. Anche se per me questi luoghi non hanno l’importanza che hanno per un cattolico praticante, credo che il rispetto verso il prossimo sia imprescindibile. Ma tant’è.

In ogni caso, Gerusalemme è lì da sempre e non escludo di tornarci prima o poi.

42 pensieri riguardo “Gerusalemme: istruzioni per l’uso

  1. Ah, da come la descrivi ho paura che non mi entusiasmerà troppo, questa città! A me gli odori forti, la folla, le urla e i mercati disgustano abbastanza. Epperò mi piacerebbe andare in Israele. 😭
    In ogni caso ho l’impressione che tu stia applicando un’equazione del tipo cristiano = cattolico. Secondo me è più facile che le turiste rumene fossero ortodosse.

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  2. Io ho amato tantissimo Gerusalemme per la sua bellezza indiscussa, per le sue contraddizioni e per il suo profondo significato spirituale. Non sono una fanatica anche se profondamente credente e ripercorrere la Via Crucis in mezzo alle voci e agli odori del suq (così come doveva essere al tempo di Gesù) mi ha veramente lasciato un segno profondo. Concordo con te sulla troppa confusione che c’è nei luoghi sacri dove le persone non riescono a raccogliersi in preghiera come dovrebbero e spintonato per arrivare prima… il messaggio cristiano non è stato capito!!

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  3. Anche io l’ho visitata da non credente e non sono stata fulminata. Forse per il periodo dell’anno (gennaio) non l’ho trovata per nulla affollata. Noi siamo stati tanto sfortunati col meteo beccandoci una giornata di pioggia torrenziale…una roba allucinante tipo fiume nelle strade del centro storico. Vorrei tornarci perché a causa della pioggia tante cose non le ho potute apprezzare.

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  4. Mi aspetto Gerusalemme esattamente come l’hai descritta! Non ci sono mai statai, mi piacerebbe andare e ti ringrazion immensamente per questo post schietto e sincero. Anche io non sono credente e faccio sempre caso a chi dice di esserlo e poi ti prende a gomitate per superarti nella fila

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  5. Ho visitato Gerusalemme all’interno di un viaggio più lungo in Israele, che mi ha portata a toccare numerose tappe che sono rimaste quasi tutte impresse nella mia mente, nonostante non avessi nemmeno ancora 18 anni. Al contrario di te, sono credente, quindi certi luoghi hanno avuto un significato piuttosto profondo… O forse era la compagnia, un branco di zii e cugini più o meno tutti della stessa età che viaggiavano insieme alla pazza gioia!? Qualunque sia il motivo, Israele e Gerusalemme sono un ricordo indelebile nella mia mente, in primis, proprio come scrivi tu, per quell’incredibile accozzaglia di odori, voci, rumori, caos, che ne fanno un luogo complesso, disorientante…ma potente.

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  6. Con quella tua foto del cibo a quest’ora ho rischiato di prendere a morsi il portatile.
    Come ti scrivevo già in un altro tuo post, Gerusalemme è una delle mie tappe da sogno anche se non ancora per un futuro prossimo. Anche a me piace l’ordine ma devo ammettere che luoghi come questi, se fossero ordinati, perderebbero di fascino. Non credi? 😉

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  7. E invece la tua intro ha (almeno su di me) un forte potere attrattivo. Adoro gli impatti potenti come quello che hai avuto tu, sono l’essenza del viaggio…altrimenti sarebbero tutte delle noiose gite scolastiche, no? Non sapevo che non ci fosse copertura, secondo me è volutamente isolata se non schermata proprio! Non voglio aprire il capitolo “fanatismo e religione”, come te sono non credente e gli atteggiamenti di quelle persone che citi lasciano davvero senza parole. Non dovrebbero applicarli quei principi di cui tanto si fanno portabandiera? Io mi domando cosa resti di un’esperienza del genere nelle menti e nei cuori di questi turisti religiosi 😦
    Resta comunque un posto speciale!

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    1. Pensa che prima di partire in un certo senso avevo paura che potesse non piacermi, e invece mi ha colpita in tutti i sensi!
      Davvero da rimanere senza parole davanti a certi atteggiamenti! Poi questi gesti fatti con arroganza, come se fossimo tutti a un concerto metal e non davanti a un luogo che per molte persone è sacro.
      Comunque se ti capita te la consiglio!

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  8. Ho letto con molto interesse perchè non sono mai stata a Gerusalemme e mi piacerebbe molto visitarla. Da come l’hai descritta credo che mi piacerà moltissimo, cibo compreso perchè la cucina mediorientale è una delle mie preferite. Non sono credente ma so che esistono luoghi capaci di forte magnetismo e positività. Gerusalemme deve essere uno di questi.

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  9. Ho molto sorriso leggendo la tua introduzione e mi è piaciuto molto leggere questa tua visione di Gerusalemme.
    Anche se apprezzo moltissimo le città “ordinate”, amo allo stesso le città in cui il casino, l’odore del cibo e di spezie si mischiano creando un effetto stordimento.
    Mi sono immaginata così questa città leggendo il tuo articolo, credo che da questo punto di vista sarebbe molto nelle mie corde. 🙂
    Dal punto di vista religioso – e soprattutto del turismo un po’ fanatico di questo genere – non so, mi attira e mi respinge allo stesso modo.
    Spero di visitarla prima o poi perché credo sia una città molto particolare, di quelle che prima di dire “mi piace” oppure no bisogna davvero vivere e annusare di persona.

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    1. Tendenzialmente le città “severe” fanno più al caso mio, ma Gerusalemme è talmente incredible che non può lasciare insensibili.
      La visita ai siti religiosi l’ho voluta fare perché sai, sono quelle cose che “sono arrivata fino qui, vuoi non andare?” Molto emozionate fino a quando ti ritrovi i gruppi di super religiosi che ti superano nella fila…

      "Mi piace"

  10. E’ un po’ che dico di voler andare a Gerusalemme, ma ogni volta che penso di poter programmare il viaggio succede qualcosa che mi fa desistere. E’ uno di quei luoghi del mondo unici dove si incontrano e si intrecciano culture e religioni. Lo affronterei così, senza pregiudizi e con rispetto.

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  11. Purtroppo quando si parla di religione il confine tra fanatismo e fede è sempre molto sottile, quindi mi ritrovo pienamente nelle tue riflessioni, non essendo anch’io credente. Però questo viaggio vorrei comunque farlo, mi affascina moltissimo soprattutto per le foto che potrei scattare e per l hummus che mangerei a dire basta😂

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  12. Anche io non sono credente. Ma credo che un viaggio a Gerusalemme vada al di là del credo, diventando solo ed esclusivamente un viaggio spirituale. Un viaggio che tocca l’anima, fa straboccare le emozioni. Spero di riuscire a fare un esperienza del genere prima o poi.

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  13. Da moltissimo tempo ho in mente di visitare Gerusalemme. Anche io non sono credente, ma credo, come te, che sia un posto che vada visto da chiunque almeno una volta nella vita.
    Non so se sopporterei le persone che spingono nelle code nei luoghi sacri. Questo un po’ mi spaventa. Il rispetto prima di tutto e sempre. Mi è capitato tantissime volte di vedere situazioni simili e ammetto che qualche volta mi sono anche arrabbiata. Tempo fa in una piccola chiesetta in Liguria una comitiva urlava come se fosse al bar, quando gliel’ho fatto notare quasi quasi gliene veniva ancora! Sono comportamenti che difficilmente tollero!

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  14. Io di Gerusalemme me ne sono perdutamente innamorata; la sua storia, è palpabile e la sua anima è potente. Io sono credente ma stupidamente quando andai non pensai minimamente al fatto che qui si mangia pane e religione, onestamente non so che sia successo, se sia stata la suggestione o qualche sensazione che ancora oggi non saprei bene giudicare, però io tutta quella fede di cui la città è carica me la sono sentita tutta addosso, ed è stata una delle sensazioni più forti che abbia mai provato in vita mia.
    Detto questo datemi dell’Hummus e dei falafel, ora!!

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