Partiamo dal presupposto che chi pensa di trascorrere solo mezza giornata a Tel Aviv dovrebbe essere perseguibile penalmente. E infatti io mi meriterei una condanna per averlo fatto, ma rimango dell’idea che l’opportunità di passare anche poche ore in un posto che non si è mai visto è sempre meglio di niente. In origine i piani prevedevano di atterrare a Tel Aviv la sera, raggiungere l’albergo e partire il mattino seguente per Gerusalemme.
Poi Ryan Air ha anticipato il volo, permettendoci di avere qualche ora a disposizione per vedere la città. Che si meriterebbe, secondo me, almeno due giorni da dedicare al mercato delle pulci, a quello di Carmel e di Sarona, alle spiagge, al porto di Jaffa. Ci siamo dovuti accontentare di qualche ora tra la zona di Bograshov Beach, dove si trovava il nostro hotel, e la città vecchia di Jaffa.
Dove dormire a Tel Aviv: TLV 88 Sea Hotel
Gli hotel a Tel Aviv non sono economici: per darvi un’idea, siamo vicini ai prezzi di una stanza a Manhattan. La mia prima scelta era quella di Jaffa, ma non avendo trovato nulla “a portata di tasca” ho optato per la zona della spiaggia, dove ho trovato il TLV 88 Sea Hotel, tra Frishman Beach e Bograshov Beach. Una soluzione eccellente perché la spiaggia di Tel Aviv è davvero bella: sabbia bianca, passeggiata lunghissima, palme, lungomare infuocato al tramonto. Ha apprezzato anche una come me che solitamente al binomio spiaggia+mare rabbrividisce.
Il TLV 88 Sea Hotel è un albergo di medio livello che in Italia verrebbe probabilmente classificato come un tre stelle superiore. Non si nota dalla strada se non si sa cosa cercare: un edificio basso all’angolo di due strade, con una reception che è una semplice scrivania accanto al bancone del bar. Non c’è ascensore per salire ai piani superiori, per cui meglio evitare trolley giganteschi. La stanza è molto spaziosa, arredata in uno stile che è una via di mezzo tra il marinaro e il coloniale.
La pulizia è ottima, anche se alcuni elementi sono un po’ datati e presentano segni di usura, ma niente di grave. Come tante altre volte, mi aspettavo di capitare in una stanza con vista cortile interno, invece ci viene assegnata una delle stanze che si affacciano sulla spiaggia e sulla passeggiata.
La colazione è servita al bar al piano terra, dove ci sono una serie di tavoli in una veranda con vista mare. Si sceglie da un menu che offre opzioni dolci e salate, dai croissant al classico pane e marmellata, dalla granola ai cereali con yogurt, dalle uova strapazzate con bacon alle salsicce.
Dove mangiare a Tel Aviv: Falafel Gabay
Dopo esserci sistemati in albergo e prima di pensare a cosa vedere nelle poche ore rimaste, partiamo alla ricerca di qualcosa da mettere sotto i denti. Usciti dall’hotel, ci incamminiamo lungo Bograshov Street. Un giovedì pomeriggio qualunque, in un orario in cui la gente inizia a uscire dal lavoro e si ferma nei negozi a fare la spesa prima di tornare a casa. Qui sembra che chiunque abbia una bicicletta a pedalata assistita o un monopattino elettrico. Persone di tutte le età sfrecciano in mezzo ad autobus e macchine lungo strade trafficate che si infilano tra palazzi a due o tre piani dalle linee essenziali.
Falafel Gabay è un locale con qualche tavolo sul marciapiede, con tanti piatti tra cui scegliere. Si ordina dalla lista esposta sul muro dietro al bancone, si paga alla cassa, si aspetta che i piatti siano pronti e si sceglie un tavolo libero. Adoro l’hummus, ma così cremoso non l’ho mai assaggiato. È semplice ma ricco allo stesso tempo e ne mangerei ancora e ancora, insieme ai falafel rotondi e gustosi e al pane laffa ancora caldo.
Accanto a noi c’è gente di tutte le età: signore con i capelli bianchi di ritorno da qualche mercato, con le borse di plastica cariche di frutta e verdura, alcuni uomini che sembrano usciti da una banca di investimenti, e una coppia di ragazzi con un cane che dorme tranquillo sotto il tavolo. Un posto che accontenta tutti, a tutte le ore del giorno.
Dove mangiare a Tel Aviv: Cafè Puaa
Dopo una passeggiata sulla spiaggia prendiamo un taxi fino alla torre dell’orologio, nella città vecchia di Jaffa. Non abbiamo una meta fissa e, diversamente dal solito, non abbiamo prenotato un tavolo per cena. Sappiamo che ormai è tardi per vedere il mercato delle pulci, e infatti gli ultimi venditori rimasti stanno ritirando gli articoli in vendita. Perdiamo un po’ di tempo sbirciando all’interno dei negozi: panetterie, boutique di abbigliamento vintage e librerie. C’è l’odore che c’è nelle città di mare, mischiato a un profumo che è in parte di spezie e in parte di frutta troppo matura.
Jaffa non ha niente a che vedere con il centro di Tel Aviv. Qui tutto è bianco e giallo: il bianco della pietra con cui sono costruite strade e case, e il giallo delle luci dei lampioni e dei fili di lampadine tese dal tetto di un edificio all’altro. Ci avventuriamo in una delle tante stradine pedonali dove i dehors dei ristoranti e dei bar funzionano ancora a pieno regime. La temperatura è scesa da quando il sole è tramontato ma si sta ancora bene. C’è tanta gente in giro e i locali sono pieni nonostante siano appena le sette. Notiamo un locale con un tavolo libero all’esterno. Cafè Puaa è stravagante, con tappeti persiani sul marciapiede, proprio sotto i tavoli – alcuni di legno, alcuni di formica, come le sedie – e divani di velluto. Chiediamo se possiamo mangiare e, anche se non abbiamo prenotato, possiamo avere l’ultimo tavolo libero a patto di lasciarlo entro un’ora e mezza.
I camerieri che ci portano il menu e che prendono il nostro ordine si rivolgono a noi in israeliano, forse anche perché i nostri colori ci rendono del tutto simili alla gente del posto. Ordiniamo un’insalata di pomodori e olive da dividere, poi pollo e un piatto a base di formaggio di capra, fichi e miele.
A questo punto della giornata iniziamo a sentire la stanchezza, visto che siamo svegli dall’alba. Ma abbiamo ancora le energie per passeggiare tra queste strade e per riempirci gli occhi dei colori caldi di una città che spero di poter conoscere meglio.
Alloggiare a Tel Aviv è davvero costoso. Io ci sono stata a capodanno e siamo finiti in un ostello orribile (pagato quanto un hotel 4 stelle in Italia). Devo ammettere che anche io avrei voluto alloggiare a Jaffa.
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E poi pensare che altre cose non costano care, dal cibo ai trasporti. Però gli hotel hanno davvero prezzi alle stelle! Il nostro hotel comunque era molto bello quindi ci è andata bene!
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Non ti sentire in colpa..altrimenti io dovrei sentirmi anche peggio visto che volutamente, tranne una visita a Jaffa ne sono stata alla larga!
Con l’hotel ho capito che in Israele è una battaglia persa. Costosi e sovrastimati in fatto di stelle..Ahimè è il lato dolente. Io però il tuo a Tel Aviv me lo segno perchè mi sembra davvero carino 🙂
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Ah ah dai, allora non mi sento troppo in colpa 😉
Con gli hotel mi ricorda un po’ la situazione della Liguria, dove ci sono per lo più alberghi vecchissimi e costosi. Ho fatto non poca fatica a trovarne uno che non costasse un rene e che sembrasse carino e pulito – e per fortuna lo era!
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Condivido sul fatto che l’opportunità di passare anche poche ore in un posto che non si è mai visto sia sempre meglio di niente…
Bell’articolo, davvero interessante!
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Poche ore sono sempre meglio di niente, anche secondo me!
Grazie Giovanni 🙂
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È una terra che mi attrae come una calamita e mi spaventa allo stesso tempo. Troppo abituata a sentir parlare di guerra e sofferenza. Poi ti leggo e ti immagino in questa città. Mi sembra di sentire il sapore del miele e dei fichi e ho subito voglia di partire…
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Non so se sia perché ci sono stata veramente poco, ma non ho percepito sensazioni negative durante il mio soggiorno là, comunque non a Tel Aviv. A Betlemme invece è un’altra cosa.
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Posso chiederti perché a Betlemme è stato diverso?
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Certo! A Betlemme il fatto di vedere il muro, i check point, il tempo che sembra fermo ecc fa un po’ effetto. A breve me scriverò!
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Lo immaginavo…É quello che temo. Me ne ha parlato un’amica che ha fatto un pellegrinaggio e non so se sono pronta…
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Che città affascinante deve essere Tel Aviv! La immagino un po’ come Salonicco, giovane, vibrante, caotica a tutte le ore. Anch’io sono dell’opinione che meglio passare poche ore in una città che niente, se non altro per avere una specie di “infarinatura” generale. Mi piacciono molto i locali che hai scovato, specialmente il secondo, con quei tappeti sembra proprio tipico. Sul cibo penso che avrei fatto indigestione di hummus e falafel. Li adoro!
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Potrei mangiarne fino a stare male😂😂😂
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A volte magari si ha solo un’impressione superficiale in questo modo, però penso anche io che un’infarinatura sia sempre meglio di niente.
Ah non farmi pensare a hummus e falafel a quest’ora 😋
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Silvia allora patteggio la pena, anche io sono per il meglio poco che niente! 😉 La vera colpa sarebbe stata il non approfittare anche solo per poche ore! Bellissimo il particolare della staffa sull’abat-jour e vedo anche la testata del letto tutta in cuoio! Il tema della stanza era forse equestre? ❤
Trovo molto affascinante tutto quel giallo, mi piace tantissimo! Magari mi sbaglierò ma Jaffa me la immagino di giorno colorata e piena di vitalità fra i suoi bazar! *_*
Anche su IG ti avevo detto che mi era piaciuta l'atmosfera di quel locale e adesso che dici che è stravagante e con i tappeti persiani a terra lo trovo ancora più sfizioso! Ahhh i falafel in madre patria, chissà che buoni!!! 🙂
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Il tema della stanza era un po’ un misto, una di quelle cose che se la copiassi a casa mia sarebbe terribile, ma lì ci stava bene 😄
Jaffa di giorno deve essere stupenda e infatti mi dispiace davvero averla vista solo la sera! Ah ma adesso che c’è Ryan Air fino a Tel Aviv sono sicura che ci tornerò, anche solo per un weekend!
Grazie e buona giornata 😘
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Falafel tutta la vita, potrei mangiarle a colazione, pranzo e cena per una settimana e non stufarmi. 😉
Scherzi a parte il Cafè Puaa sembra bellissimo.
La foto della piazzetta con le lucine sugli alberi è la città vecchia di Jaffa?
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Sì la foto è nella vecchia città di Jaffa. Mi dispiace non averla vista di giorno con il mercato – sarà per la prossima volta!
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è già bella così ❤
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Hai detto falafel?!
Hai detto hummus?!
❤
Io di Tel Aviv ho un vivido ricordo: una deliziosa spremuta di Melograno!
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Spremuta di melograno? Quella me la sono persa, mannaggia 😉
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Falafel e hummus sono due cibi che adoro! Sarebbe un’esperienza davvero speciale assaggiarli a Tel Aviv.
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Allora è il posto giusto! Buoni così non li avevo mai mangiati 🙂
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Mi hai fatto venire una fitta di nostalgia acutissima! A Tel Aviv avevo dormito in un appartamento condiviso in cambio di cat sitting e avevo girato la città e le spiagge in bicicletta. Ne ho un ricordo bellissimo, anche perché la gente era super socievole e il cibo ottimo. Ci tornerei immediatamente!
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Ah allora quello è l’effetto di Tel Aviv perché quando ci penso, pur non amando mare e spiaggia, mi viene un sacco di nostalgia!
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Mi piacerebbe tantissimo visitare Tel Aviv e assaggiare finalmente i falafel originali, magari raggiungendo Falafel Gabay in monopattino! Sembra che in tutto il mondo usino il monopattino elettrico tranne che qui in Italia…ci arriveremo anche noi, prima o poi! 🙂
Non sapevo che gli hotel fossero così costosi, non come Manhattan almeno: bisognerà organizzarsi per tempo!
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Sì sembra che sia proprio così: l’ho notato anche a Barcellona lo scorso weekend e in effetti mi sembra un mezzo comodissimo in città.
I falafel… non ci devo pensare 🙂
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È una città che sarei davvero curiosa di visitare.Concordo con te che a volte piuttosto di non visitarla e comunque meglio poche ore
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Sì a volte poche ore sono meglio di niente e poi così ci si fa un’idea per la volta successiva.
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Ma sai che, probabilmente, dovrò tornare in Israele a Gennaio per lavoro? Niente di certo, ma comunque è probabile.
Terrò a mente questi tuoi consigli perché accompagnando gruppi di persone in viaggio devo essere sempre super informata su tutto! Grazie davvero, Silvia e se andrò ti faro sapere 🙂
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Direi che sarebbe un’ottima cosa anche per togliersi un po’ dal freddo di gennaio!
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Non avevo idea che Tel Aviv fosse così costosa! Beh almeno adesso lo so e posso preparare un discreto budget.
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Eh sì, gli alberghi non sono per nulla economici! Il cibo è un altro discorso, però il capitolo hotel incide non poco sul budget.
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[…] conti fatti, quella di trascorrere una notte a Tel Aviv anziché spostarci immediatamente a Gerusalemme è stata un’ottima scelta. Innanzitutto […]
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