Viaggiare: il rovescio della medaglia

Dopo un paio di post sul perché la gente non viaggia, mi sono fatta un’altra domanda: perché la gente viaggia? Le risposte sono molteplici ed è inutile elencarle in un blog dedicato proprio ai viaggi ma, diciamoci la verità: come tutte lo cose, anche il viaggio è una medaglia che ha il suo rovescio. Le cancellazioni dell’ultimo minuto, le disavventure, i bagagli persi, le camere d’albergo che non sono mai belle come le foto online, le città da cui ci aspettavamo chissà cosa e che invece ci hanno deluso.

In fondo sappiamo benissimo che viaggiare ha anche dei risvolti negativi. Chi dice che non è così mente.

Viaggiare: il rovescio della medaglia ovvero l’ansia pre-partenza

Sono una persona ansiosa e, dopo una serie di viaggi cancellati negli ultimi anni, prima di partire mi è capitato spesso di pensare al peggio e di trascorrere i giorni che precedono la partenza con la paura che potesse capitare qualcosa. In certi casi mi sono ritrovata a chiedermi: ma chi me lo fa fare? Essendo più pessimista di Ugo Foscolo, è inevitabile per me pensare a tutto quello che potrebbe andare storto.

Ed è successo, prima del viaggio in treno in nel Regno Unito nel 2022, e prima di quello a Londra nel 2023. E non dimentichiamo Barcellona lo scorso dicembre. Ma, cancellazioni più o meno recenti a parte, è comunque nella mia natura pensare sempre al peggio. D’altra parte, Arthur Bloch ha scritto che “se si prevedono quattro possibili modi in cui qualcosa può andare male, e si prevengono, immediatamente se ne rivelerà un quinto”.

Viaggiare: il rovescio della medaglia ovvero la stanchezza

Nel mio caso la stanchezza è la conseguenza diretta dell’ansia. Quando passi i giorni precedenti al viaggio a immaginare i quattro modi in cui qualcosa può andare male, la notte non riesci a dormire e parti già stanco. Il tempo per arrivare in aeroporto, i controlli di sicurezza e l’attesa al gate non fanno che peggiorare le cose.

Soprattutto se una volta arrivati a destinazione bisogna fare altre code alla dogana, prendere il treno e poi camminare dalla fermata della metropolitana fino all’hotel. Il viaggio è appena iniziato e abbiamo già fatto più passi di tutti quelli che faremmo normalmente in una settimana.

Viaggiare: il rovescio della medaglia ovvero il meteo

Il meteo non sempre ci viene incontro. Da tempo hai in mente di tornare in una città o di andarci per la prima volta e, quando finalmente riesci a prendere qualche giorno di vacanza e a trovare un volo a un prezzo vagamente accettabile, scopri che è previsto il diluvio universale proprio per il periodo del tuo viaggio.

Il giorno prima c’è il sole, che si farà rivedere solo quando salirai sull’aereo per tornare a casa. Storia successa veramente in occasione del mio viaggio dell’anno scorso a New York, dove non mettevo piede da prima del Covid. Certo, un po’ di pioggia non sarà la fine del mondo, but still…

Viaggiare: il rovescio della medaglia ovvero i sensi di colpa

Da sempre casa mia sembra un rifugio per animali: cani, gatti, tartarughe e, da qualche mese a questa parte, anche una volpe nel prato confinante. Ho la fortuna di poter contare sui miei genitori quando vado via per qualche giorno, per cui non devo affidare il mio cane alle cure di una pensione per animali o di un pet sitter ma, se devo essere sincera, mi dispiace. Ok, so che cani e gatti non hanno la percezione del tempo, per cui non sanno se siamo stati via tre ore o tre giorni. Ma secondo me il mio cane lo capisce.

Lo so da come mi guarda mentre preparo lo zaino: con i suoi occhi tristi mi fa sentire in colpa come se avessi in mente di portarlo al canile. Sicuramente sto peggio io di lui, e sono certa che appena chiuderò la porta dietro di me, avrà già dimenticato che sono uscita.

Viaggiare: il rovescio della medaglia ovvero la depressione al ritorno

Avete presente la pubblicità della nota compagnia di navigazione in cui i passeggeri tornano dalla crociera e vedono tutto grigio? Si sentono sull’orlo della depressione, non sopportano parenti e colleghi, il tempo in ufficio sembra non passare mai, e le serate trascorse con gli amici che non amano viaggiare diventano una punizione.

Perché partire se al ritorno stiamo peggio di prima? C’è una sola cura: prenotare un altro biglietto e far ricominciare il loop. Book, travel, repeat.

27 pensieri riguardo “Viaggiare: il rovescio della medaglia

  1. Sono convinta anche io che i cani e i gatti ce l’abbiano eccome la percezione del tempo! Sono in perfetta sintonia con te su questo argomento e non ti nego che sto continuamente con lo sguardo sulla telecamera quando sono furoi, tanto che una volta mio marito mi ha disinstallato l’App.

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  2. Condivido con le le ansie prima della partenza. Anche io mi immagino gli scenari peggiori e arrivo al punto di rimandare piccoli trasferimenti in auto nei giorni immediatamente precedenti il viaggio… non si sa mai che capiti un incidente. Lo so, è abbastanza illogico ma più forte di me. Sul meteo invece mi sono rassegnata: la baia di Halong che dovrebbe essere un tripudio di riflessi verdi e mare azzurro e trasparente, io l’ho vista in bianco e nero tanto le nuvole e la pioggia erano insistenti…

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  3. Mi si è spezzato il cuore pensando all’immagine del tuo cane che s’intristisce mentre prepari la valigia. Ecco perché “viaggiamo” e non andiamo in vacanza (per vacanza intendo 3 settimane). Anche perché in realtà e chi ce l’ha tre settimane di ferie? 😉 Condivido l’ansia del pre-partenza e l’angoscia del ritorno, personalmente metto il muso già all’aeroporto mentre aspetto il volo per rientrare. E la stanchezza… centomila volte meglio quella stanchezza rispetto a quella – anche mentale – generata dalla quotidianità! W il booknow! 😉

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    1. Sì, pensa che mi verrebbe quasi da non partire pensando a lui, anche solo per pochi giorni. Per fortuna posso lasciarlo ai miei così è in vacanza anche lui!
      Anche io come te metto il muso già in aeroporto e inizio a scorrere tutte le foto per rivivere i giorni passati 😂

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      1. Quanto è vero tutto ciò che scrivi, soprattutto per quanto riguarda il meteo, gli animali (ho due gatti e anche io posso contare sui genitori ma, ovviamente, mi pesa) e sul rientro!

        Sull’ansia invece ti dirò che viaggiare per me è come una specie di droga che mi fa sentire sempre euforica e, nonostante tutti i problemi che possono sorgere e che sono sorti in passato, l’euforia è talmente grande che mi passa ogni paura, è la medicina contro la mia ansia quotidiana!

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  4. Ansia pre-partenza ne ho relativamente poca finché non arrivo in aeroporto e allora inizia la strizza che succedera qualcosa di brutto. Poi ci sono i controlli che odio con tutta me stessa. Che mai troveranno? Nada de nada ovviamente ma la mia testa crea scenari da incubo.

    Una volta passati i controlli e posso rilassarmi, allora scatta la sonnolenza. E via di dormite ovunque> sulle poltroncine della sala d’attesa, in aereo, sull pullman/bus/metro per l’hotel. Marco mi invidia tantissimo potrei dormire anche in terra. Non ho peró ancora provato il jetlag!

    Non parliamo poi della depressione al ritorno. “Sono appena tornato” era il motto di una vecchia pubblicità e adesso che viaggio anche io posso dire di capirli sempre più. La mente é altrove e già pronta alla prossima vacanza.

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    1. Anche io ho sempre un’ansia pazzesca ai controlli! Al massimo potrebbero trovare un contenitore dei liquidi troppo grande 😂 Ma forse è colpa delle puntate di Airport Security che guardavo anni fa…
      Della depressione all’arrivo non parliamone: ancora prima di rientrare inizio già a guardare le offerte di Ryanair!

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  5. L’ansia pre partenza è piuttosto normale, sole persone estremamente tranquille non ne hanno, considerato poi che faccio mille cose parto in effetti sempre stanca ma mi ricarico come una molla in vacanza. Non mi tocca la depressione al rientro anzi sono bella energica ma mi convinco sempre di più che fa bene viaggiare ed ecco quindi che prenoto altro volo!

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  6. Da mamma di due bambini piccoli, viaggiare e’ diventato uno stress! Pensare a tutto quello di cui possano avere bisogno, calcolare tutti gli spostamenti e l’itinerario che piu’ sia adatto a loro…. E’ uno sforzo immane. E se poi ci si mette anche il brutto tempo, addio!

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  7. Oh, io mentirò ma tutto quello che hai detto davvero non mi appartiene!

    Ansia pre-partenza: non pervenuta.

    Stanchezza: appena salgo su un mezzo qualunque (auto, bus, aereo… pure la moto…) svengo. All’arrivo sono sempre riposatissima!

    Meteo: è per le giornate di pioggia che photoshop ha la funzione ‘sostituisci cielo’. Per tutto il resto basta una cerata.

    I sensi di colpa: li ho ceduti al marito che ci sta male per due.

    Il ritorno: sono sempre così felice di riavere il mio letto e il mio bidet che tutto il resto passa in secondo piano!

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    1. Beata te allora! Devo dire che un po’ invidio te e le persone come te, perché invece io mi creo i problemi anche quando non ce ne sono, come se non potessi e non volessi credere che tutto sta andando secondo i piani. Discorso simile sugli animali: inizio a farmi mille paranoie quando in realtà probabilmente cani e gatti dopo mezz’ora non si ricordano nemmeno che sono andata via. Ma credo che sia una questione di carattere e di indole.

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  8. Mi ritrovo perfettamente in alcuni punti che hai elencato: i miei gatti soffrono quando non ci siamo…e io più di loro! Poi con i gatti c’è anche la mamma che ho sempre paura che cada dalle scale ripide che portano in casa mia. E durante il viaggio qualcosa potrebbe andare storto? Te ne dico solo una: ogni volta che entro in un aeroporto dico la stessa frase: “Sappiamo quando partiamo ma non sapremo mai quando arriveremo!” perchè ce ne capitano di ogni e la stanchezza… stendo un velo sulla mia, perchè Paolo sa dormire anche sopra un cammello in corsa!

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    1. Cani/gatti sono sempre una fonte di preoccupazione quando si viaggia, e anche i genitori perché anche per loro sono sempre in ansia al pensiero che possa succedere qualcosa (e mia mamma non mi direbbe niente per non farmi preoccupare).
      Il pensiero che qualcosa possa andare storto per me è costante: immagino sempre mille scenari e a volte ho pure gli incubi!

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  9. Confesso che mi hai quasi convinta: perché sbattersi tanto per viaggiare?

    Ma daiiiiii, sei seria: viaggiare è stancante e a volte ti capita l’imprevisto, ma è proprio questo che ci spinge ad andare, ad uscire dalle cose confortevoli e a metterci alla prova e vedere una volta in più che possiamo farcela ad essere cittadini del mondo

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  10. A volte, ma solo a volte, penso che sarebbe più facile la vita senza la passione dei viaggi, per me soprattutto il problema è a livello economico dato che ora che viaggiamo in 4 il prezzo si duplica. Ma come dici anche te, ne vale sempre la pena anche con i suoi lati negativi 😉

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  11. Ho imparato nel tempo a cogliere l’imprevisto come opportunità. Che sia pioggia che regala cieli grigi e suggestivi, una notte da passare in aeroporto per osservare come si muovono le persone nei luoghi non luoghi, una cancellazione dei voli che mi regalerà giorni di ferie a casa magari da dedicare alla lettura o al riposo, una camera sporca che mi farà rispolverare le esperienze in campeggio, un bagaglio perso che mi ricorderà che less is more… Sono talmente tanti gli imprevisti che non posso controllarli tutti e allora…lascio che sia!

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