La Generazione Z in vacanza: una guida semiseria

Per lavoro ho spesso a che fare con ragazzi giovani. Quelli della Generazione Z, che comprende le persone nate tra il 1995 e il 2012, per definizione. Sono praticamente usciti dal grembo materno con il cellulare in mano, dunque hanno a disposizione un livello di tecnologia che noi delle generazioni precedenti abbiamo iniziato a conoscere ai tempi del liceo o anche dopo.

Sono più avventurosi di noi? Più preparati? Più informati? Sicuramente hanno più strumenti su cui fare affidamento, ma spesso mi lasciano perplessa. Tanto per cominciare, a volte non sanno dare del lei: ti dicono buongiorno, buonasera e buon pomeriggio, ma poi ti danno del tu. Va benissimo ma, in certe situazioni, come per esempio dal medico, un ragazzino di vent’anni che entra nello studio e dice: “Buongiorno dottore, come stai?” non si può sentire. E in viaggio? Come si comporta la Gen Z?

La Generazione Z in aeroporto: una guida semiseria

I viaggiatori della Generazione Z si riconoscono già al gate perché sono vestiti con la stessa divisa: i ragazzi con felpa con cappuccio, anche quando la temperatura scende sotto lo zero, perché probabilmente la giacca invernale è da boomer. Ai piedi hanno tutti lo stesso modello di scarpe da ginnastica (ops, sneaker) molto chunky, mentre le ragazze indossano jeans di due taglie in meno che lasciano la pancia scoperta in ogni stagione. Il trucco è sempre eccessivo, con fondotinta spalmato fino alla mandibola e che crea quel contrasto inguardabile con la pelle del collo più chiara di almeno due tonalità.

Le scelte femminili in fatto di calzature si orientano su due modelli, principalmente: le stesse sneaker grossolane che fanno molto fidanzata del rapper, oppure un paio di anfibi con la zeppa altissima. Il rumore di sottofondo è Enzo Miccio che vomita. Senza dimenticare le unghie lunghissime e decoratissime, con le quali riescono comunque a scrivere alla velocità della luce sugli schermi dei loro cellulari. Al tutto, per completare il quadretto, si aggiungono borsetta e accessori vari di Louis Vuitton più falsi di Giuda la sera dell’Ultima Cena.

La Generazione Z e il linguaggio: una guida semiseria

Non molto tempo fa, in aereo un ragazzino seduto nella fila di fronte alla mia si è rivolto allo steward chiamandolo “Oh, zio”. Ho avuto la tentazione di scuotere il sedile nel tentativo di rimescolare la materia grigia nel cranio del giovane passeggero. Zio dillo a tuo fratello, anzi, a frate’ (non so nemmeno come scriverlo). Se ancora non fosse chiaro, un altro modo per capire immediatamente se la persona che avete davanti appartiene alla Generazione Z è il linguaggio, preso in prestito forse da TikTok, forse dai rapper e, onestamente, non so dove altro.

Dunque le persone più vecchie sono zii, mentre i loro coetanei di sesso maschile frate’ e bro. Le ragazze, non importa se amiche o fidanzate, diventano amo. E che dire dei verbi inglesi italianizzati in maniera tale da far accapponare la pelle? Va bene cringe, passi ghostare, ma quittare? Non si può sentire. Come non si può sentire “Oggi che numero è?” usato al posto di quanti ne abbiamo oggi.

La Generazione Z a cena fuori: una guida semiseria

Una mia amica ha due figli adolescenti per i quali in vacanza (ma non solo) il momento culminante della giornata è il pasto in un un fast food. Come se in Italia e all’estero non ci fossero posti migliori in cui mangiare. Così si ingozzano di cibo spazzatura come se non ci fosse un domani, senza rendersi conto che potrebbero trovare posti migliori spendendo anche meno.

Probabilmente non è nemmeno una questione di soldi, ma un fatto di appartenenza. Così, quando vanno in vacanza, i ragazzi della Generazione Z partono alla ricerca del McD’s più vicino senza pensare che lo stesso posto lo troverebbero anche vicino a casa.

La Generazione Z in giro in città ovvero sui social: una guida semiseria

Sarà una questione di età e di abitudine, ma io non riesco a camminare scrollando sullo schermo del cellulare. Rischierei di inciamparmi in un marciapiede, o di travolgere un’anziana con la stampella a cui poi dovrei dire: ” Scusa, zia”.

Invece la Generazione Z vede le cose attraverso le lenti della fotocamera dell’iPhone ma, soprattutto attraverso Instagram e TikTok, Se sei davanti al Big Ben, non lo vedi meglio con gli occhi? Evidentemente no, perché quello che conta non è guardare una cosa che ti piace, ma postarla per i mi piace.

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25 pensieri riguardo “La Generazione Z in vacanza: una guida semiseria

  1. La spocchiosità di questa generazione mi manda in bestia. Non sanno dare del “lei”, non sanno stare seduti composti ne tanto meno come Si sta a tavola in maniera decorosa. Ma dico io a casa non insegnano nulla i genitori? Solo a me mi facevano camminare con un libro in testa per insegnarmi il “portamento”? Chiedo..

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  2. Silvia proprio l’altro giorno in aeroporto ho visto cose orribili che credevo esistessero solo nei meme, una ragazzina indossava ciabatte con la pelliccia di visone sotto la tuta verde fosforescente Nike. Ovviamente completavano il quadro le unghie a scimitarra e la svapo al collo. Qui la comunicazione sfiora addirittura il ridicolo, i vari amo’ frate’ ecc si traducono in cuore mio, battito, respiro mio e vita mia. Spesso mi sono chiesta se fossi a Zelig o in fila al gate. Vero, i social, che nervi, mi viene in mente una parola su tutte: maleducazione. Io la vedo e la piango questa generazione perché questi individui saranno i genitori di domani 😛

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  3. Ogni tanto mi chiedo se siamo noi boomer (parlando di me e mio marito) che non capiamo la moda e gli atteggiamenti della generazione Z, oppure capiamo benissimo e non tolleriamo certi comportamenti, che mia madre disapproverebbe e mi farebbe cambiare subito!

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  4. Ah, ma allora il trucco delle ragazze della GenZ in aeroporto (e non solo) non lo noto solo io. Trovo che si invecchino a dismisura rispetto a me che sono Millenial. Alla loro età sicuramente sperimentavo ma mai a quei livelli. Però ammiro i lloro riuscire a scrivere sullo schermo del telefono con le unghie lunghissime, non dev’essere facile.

    Il linguaggio mi sembra quello dei millennial liceali però ahahah Anche noi eravamo così, poi ci siamo evolute in persone che sanno articolare meglio. Magari capiterà anche a loro, chissà. Anche se l’italianizzazione dei verbi inglesi non penso la perderanno.

    Però il fast food come esperienza culinaria anche no. Dai, come si fa?? Così come stare attaccati al telefono tutto il giorno, senza godersi nulla, senza riuscire ad assaporare il bello prima con gli occhi e poi con le foto.

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    1. Esatto: truccate così sembrano più vecchie di quello che sono! E poi noto sempre che se hanno una giacca scura, il fondotinta macchia il colletto ed è bruttissimo da vedere.
      Per quanto riguarda il linguaggio, spero che impareranno ad articolare meglio ma ho dei dubbi 😂

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  5. I punti della tua lista sembrano tutti luoghi comuni ma purtroppo non lo sono! Aggiungo per questo la mia piccola esperienza personale di qualche mese fa. In un hotel in Florida veniva richiesta la compilazione di un form per confermare la prenotazione, da effettuare obbligatoriamente attraverso una serie di notebook posti vicino alla reception, un gruppo di Gen Z ha chiesto se fosse possibile effettuare tale operazione da telefono perché nessuno di loro sapeva usare una tastiera fisica o un mouse. Ai posteri l’ardua sentenza.

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  6. Dei vari corsi e webinar on line che sto seguendo, alcuni questi percorsi formativi sono affidati a membri della gen z e se c’è una cosa che non sopporto proprio è l’abitudine ad anteporre “super” ad ogni parola, a volte anche più di una volta. Ad es. Questo argomento è super interessante ma lo tratteremo in super super fretta. In generale mi sembra che abbiano un vocabolario alquanto ridotto, prediligendo la semplificazione estrema, in tutti gli ambiti della loro vita incluso il modo di esprimersi.

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  7. Guida semiseria, ci scherziamo giustamente su, ma alla fine la trovo decisamente realistica.

    Sinceramente non li capisco e nemmeno mi sforzo più di capirli, appartengono a un altro mondo, sarò io che sono boomer per carità, i tempi cambiano ed è giusto così, ma restano inspiegabili in tante, tante cose che fanno, atteggiamenti che hanno, etc… Però i genitori di questi ragazzi hanno spesso la mia età o poco più, cosa è andato storto?

    E comunque nascono col cellulare in mano ma molto spesso non sanno usare un computer, parliamone! 😉

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    1. Come dici tu sicuramente loro appartengono a un mondo e noi a un altro e i tempi cambiano, ma certi atteggiamenti proprio non si possono sopportare, a partire dalla maleducazione (se mi fossi comportata in maniera sfacciata e maleducata, i miei non me l’avrebbero fatta passare liscia).

      Sì, il fatto che siano dei fenomeni con il cellulare ma non sappiano usare un computer è pazzesca!

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  8. Silvia mamma mia che post oggi! Sarebbe lunghissima la risposta che vorrei darti ma…sarò breve ed acida: io quasi la detesto questa generazione! Di anni ne ho 39, ovviamente vecchissima per loro…ma purtroppo devo dire che 3 su 4 sono esattamente così come li hai descritti, mi permetto di dirlo perchè nel mio condominio li ho visti “venir su” questi ragazzi e queste ragazze e garantisco che tra questo tipo che descrivi tu e quelli più carini e graziosi c’è un abisso, e quell’abisso è tangibilissimo! Non sono TUTTI così, ma sono in TROPPI ad essere così…che bella la futura classe dirigente! Ho un figlio maschio, lo guardo e non posso che augurarmi che sia un domani un ragazzo che saprà distinguersi, che sceglierà un pò di cultura a ciò che sarà di tendenza, che saprà rispettare il prossimo A PRESCINDERE da tutti i parametri che il mondo gli porrà davanti. Quest’estate ero al parco dietro casa, mio figlio ha 2 anni e mezzo (ma è come se ne avesse 4), sull’altalena…per bambini…arrivano 3 ragazzine, esattamente più nude che abbigliate, un livello di IGNORANZA SPAVENTOSA finchè non hanno iniziato a bestemmiare…avevo il vomito, credimi il vomito. Blasfemia a parte, ma lo vedi che c’è un bambino? Ma lo vedi che c’è un’adulta? (io) ma soprattutto…la strada che avrai di fronte la vedi? La vedi o non la vedi? No bellezza, non la vedi…perchè sai guardare solo il cellulare e io francamente da essere umano e da donna (non da madre ci tengo a sottolinearlo!) ero veramente indignata e ripensai alla mia adolescenza…che è stata decisamente più bella, meno povera di testa e più ricca di sentimenti e sensazioni vere…Breve storia: me ne sono andata io dal parco! Serena

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    1. Hai ragione al 100% Serena: non sono tutti così, ma sono troppi. La scena terribile del parco lo dimostra. Una maleducazione terribile, soprattutto davanti a un bambino. Ed è proprio come dici tu: io per lavoro ne vedo diversi di ragazzini: alcuni sono carini ed educati, ma purtroppo sono una percentuale minima. La maggior parte non salutano quando entrano o quando vanno via, manco dicono grazie.

      Grazie come sempre Serena, e buona Pasqua!

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  9. Partiamo dal fatto che io non sopporto i ragazzini, ma vorrei spezzare una lancia a favore, se è un favore poi quello che sto per scrivere. Io avevo 17 anni nei primi anni 90 e andavo in giro truccata come Cicciolina con la pettinatura della zia Elsa, zia del mio amico Mauro, che al momento ha 87 anni. Vestivo con spalline imbottite, rimasuglio degli anni ’80 e mi credevo pure una gran figa. I miei genitori credo li abbiano beatificati circa nel 1994 quando ancora avevo da dire la mia su tutto e il contrario di tutto e la ragione stava sempre e solo dalla mia parte. Insomma, credo sia questione d’età, questi poveri fanciulli hanno inoltre la sfortuna di essere nati da una generazione che non li ha educati e quindi non peccano solo di cattivo gusto, ma anche di poco decoro e maleducazione. Ma non credo sia tutta colpa loro, sostengo che siamo animali e, come tali, andiamo “tirati su” bene da piccoli se no prevale la scimmia selvaggia che è in noi.

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    1. Siamo più o meno coetanee quindi ti capisco, con la differenza che io a 16-17 anni mi vestivo come Kurt Cobain e mi sentivo una gran figa pure io, mentre probabilmente i miei si chiedevano cosa fosse il grunge. Ogni epoca ha le sue mode e le sue tendenze e va benissimo, ma quello che critico io (in maniera giocosa, ma forse non troppo) sono la maleducazione e l’ignoranza: sul numero di ragazzi con cui ho a che fare per lavoro, la percentuale di quelli educati è davvero minima. Nove volte su dieci, gli altri nemmeno salutano quando entrano. Non penso sia tutta colpa loro, ma dell’educazione che hanno ricevuto, e la cosa preoccupante è che forse ormai sono già troppo grandi per cambiare.

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  10. Sarà perché non ho figli, sarà perché invecchiando divento un pò snob (come mia nonna) sarà perché a casa mia l’educazione era obbligatoria, ma io i ragazzi di questa generazione non li sopporto proprio. Forse anche noi eravamo un pò così ma sinceramente io non ho mai chiamato “zio” lo stuart e ho sempre doverosamente dato del lei alle persone adulte. Se sono loro la futura classe dirigente… stiamo freschi|!

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    1. Come te nemmeno io ho figli e come te mi sento sempre più simile ai miei nonni (a mio nonno, che era la persona più burbera che conoscessi) e nemmeno io li sopporto! Mamma mia, il pensiero di chiamare “zio” una persona più grande mi fa sentire male…

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  11. Mio fratello piccolo rientra in questa generazione (anche se solo per qualche anno) e su molte cose rientra sicuramente nella descrizione. Per altre – grazie al cielo – come la passione per il cibo buono, no e anzi quando viaggia cerca sempre di trovare i ristoranti migliori!

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