Il primo post di questa serie ha offeso qualche persona, e questa cosa mi ha fatto sorridere. E pensare che avevo anche precisato, prima di addentrarmi nella descrizione di quelle cose che non mi piacciono in un blog, che si trattava di un post semiserio. Colpa loro, perché forse si prendono troppo sul serio? Colpa mia, perché penso di essere ironica e invece non lo sono? In realtà non mi importa davvero. Però mi importa precisare una cosa: sono seria questa volta, quindi se vi riconoscete in una delle categorie, fate bene a sentirvi pungolati.
E a offendervi, se volete. Me ne farò una ragione perché in realtà spero di strappare una risata a quelli che non sono permalosi.
Cosa non cerco in un blog: gli articoli Wikipedia
Il blogger in questione va, per esempio, in vacanza a Roma. Tra le sue tappe c’è la Cappella Sistina. Nell’articolo verrà descritta con dovizia di particolari, a partire dalla storia di Papa Sisto IV fino ai giorni nostri, e vi sembrerà di trovarvi in uno di quei noiosissimi tour guidati in cui la guida ha imparato a memoria fatti e date ma, se gli fate una domanda, vi chiede di non interrompere, promettendo di rispondere più tardi (non lo farà).
Alla fine dell’articolo saprete più dettagli di quanti ne abbia mai conosciuti Michelangelo stesso. Probabilmente anche lui, dopo qualche riga, avrebbe pensato: “Che palle!” Non fraintendetemi: non sono una capra ignorante che se ne infischia di storia, arte e architettura, ma quando voglio conoscere tutti i particolari di un certo posto, li cerco su Google. Nell’articolo di un blog vorrei trovare qualcosa di più particolare e di personale: cosa ha colpito il blogger durante la visita, cosa c’è da sapere prima di partire? Per il resto, c’è Wikipedia.
Cosa non cerco in un blog: gli articoli sui viaggi “alternativi”
Ai titolari di blog di viaggi alternativi domando: alternativi rispetto a cosa, di preciso? Forse diversi dalle masse che grazie ai voli low cost possono permettersi di andare una settimana in vacanza a Ibiza o a Santorini? Mi ci metto anche io in queste masse che nove volte su dieci scelgono una meta vergognosamente mainstream perché il volo ha un prezzo che non si può rifiutare. E in spiaggia accetto anche volentieri un bicchiere di bollicine offerto dalla casa all’arrivo a destinazione, senza per questo sentirmi in colpa per non essere avventurosa.
Ma non mi sento una brutta persona perché non parto per l’India a cercare me stessa in un ashram. Allo stesso modo, i blogger da mete alternative non hanno motivo di sentirsi migliori perché hanno dormito sul pavimento di una scuola in Pakistan. Siamo diversi, tutto qui. Non mi convincerete mai che il vostro modo di viaggiare arricchisce più del mio o di quello di altri. Semplicemente, non andremo mai in vacanza insieme (e probabilmente non andremo mai d’accordo e non apprezziamo l’uno gli articoli dell’altro).
Cosa non cerco in un blog: gli articoli clickbait
Quante volte ci sono cascata! Mi è capitato di fare qualche ricerca online su qualsiasi tema, dai viaggi alle ricette, dai libri ai migliori costumi da bagno interi e di trovare, tra i risultati proposti da Google, la guida definitiva delle cose da fare a Tallinn, le cinque pizzerie preferite di Alessandro Borghese, la top ten degli alberghi di Rimini secondo Bruno Barbieri.

I titoli che promettono guide definitive di Parigi, o che vogliono svelarci i segreti da conoscere assolutamente prima di partire per Washington, nove volte su dieci sono, per citare Fantozzi, delle cagate pazzesche. Quante volte abbiamo aperto con trepidazione un articolo dal titolo promettente, sperando di scoprire finalmente come prenotare un biglietto in prima classe al prezzo di un chilo di patate? Dopo qualche riga si capisce subito che si tratta di una lista di banalità. Articoli scritti per acchiappare visite ma che non sono altro se non una promessa non mantenuta.
Cosa non cerco in un blog: gli articoli copia e incolla
Si tratta di un’esperienza che purtroppo mi è capitata in prima persona: ho scritto un articolo insieme a una collega blogger e, qualche mese dopo la pubblicazione, abbiamo scoperto che il post era stato copiato e incollato senza nemmeno cambiare una virgola. E non da un blogger alle prime armi senza idee e senza vergogna, ma da un noto portale di vacanze in camper. Ovviamente senza chiederci il permesso e senza nemmeno citarci come autrici. Copia-e-incolla selvaggio: non si fa!
Sono state necessarie parecchie email e telefonate minatorie prima che il portale rimediasse al danno. In maniera ridicola per di più, perché sono riusciti a dare la colpa allo “stagista appena arrivato che non sapeva di aver commesso un errore.” Senza parole. Ma sappiate che prima o poi verrete scoperti e nessuno vi risparmierà la figuraccia.
Cosa non cerco in un blog: gli articoli in italenglish
Vi lascio un paio di tips per il vostro prossimo trip all’insegna del food, così potete prenotare un lunch davvero al top. Una frase del genere mi fa venire l’orticaria. Quando mi capita di aprire un articolo di un blog che inizia così, smetto di leggere all’istante. Insomma, perché chiedere a una persona quale sia il background del suo boyfriend quando in soldoni vogliamo sapere chi è, dove lavora e dove si sono incontrati?
I pignoli ora mi faranno notare che anche io ho usato delle parole in inglese in questo articolo (e non solo), e che le GIF non sono in italiano. Il problema per me non è l’uso, ma l’abuso. Se una parola in italiano esiste, usiamola. Se voglio dire di aver comprato un paio di scarpe da ginnastica, allora non scrivo di avere un nuovo paio di sneakers. Però, se devo consigliare ai lettori di fare il check-in ventiquattro ore prima della partenza va bene, visto che non c’è una parola di uso comune in italiano. Le parole sono potenti, per cui cerchiamo di usare questo potere in maniera saggia, in tutti i contesti.
Quali sono le cose che non vi piacciono in un blog? Cosa vi spinge ad abbandonare un articolo prima ancora di essere arrivati alla fine?
La peggiore cosa sono gli articoloni con mille informazioni copiati da Wiki. 😉😄
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Articoli completamente inutili, secondo me!
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I tuoi post semiseri offrono sempre parecchi spunti di riflessione. E riassumono perfettamente ciò che non ci piace trovare in un blog. Io cerco spunti su posti nuovi da vedere e, soprattutto, emozioni. Per il resto c’è Wikipedia.
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Esatto: per il resto c’è Wikipedia!
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Non mi sono mai posta il problema su cosa non voglio leggere in un blog perché se non mi piace il blogger,il tema o lo stile difficilmente vado oltre la prima riga. Quello che mi infastidisce (e capita moltissimo su Instagram) è leggere post o vedere reel, storie o foto di blogger sempre super sorridenti, felici in ogni momento della giornata, che visitano solo posti meravigliosamente WOW. Ma dico, non hai mai le palle girate? Un’espressione più seriosa? So che è il loro lavoro ma vederli sempre così fintamente di buonumore mi irrita ahahahaha
Saluti, il Grinch
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La penso esattamente come te: ma come è possibile che uno sia sempre allegro e felice? Forse sarà che io sono più spesso con lo sguardo truce… Come del resto quelli che è sempre tutto bellissimo, in qualunque posto 💁🏻♀️
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apriamo un nuovo blog “Grinchinviaggio” ahahah
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Sarà un successone 😂
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Attendevo con ansia la seconda parte del tuo articolo e ancora una volta mi trovo d’accordo con te su tutti i fronti. Ci sono un paio di cose che fanno arrabbiare anche me, per esempio la scopiazzatura degli articoli, che trovo vergognosa; se vuoi scrivere un articolo devi spremerti le meningi e scrivere qualcosa che sia originale e unico. Per quanto riguarda l’abuso dei termini inglesi, lo trovo ridicolo, soprattutto pensando che molti italiani l’inglese non lo sa neanche parlare. Ma sai com’è, l’inglese fa molto trendy!
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Copiare e incollare mi fa davvero arrabbiare perché è una mancanza di rispetto. Peggio ancora quelli che quando li scopri e glielo fai notare, anziché rimediare e chiedere scusa inventano giustificazioni incredibili.
Eh sì l’inglese non sarà mai out of fashion 😉
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Sono pienamente daccordo su ogni punto da te elencato. Io stessa più volte ho dovuto combattere con alcuni portali per far eliminare i miei articoli, copiati con dovizia, senza neppure citare la fonte. Alcuni lo fanno inconsapevolmente devo ammetterlo…magari sono alle prime armi e non sanno dove mettere mano. Ma molti ci giocano alla grande!
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Nel mio caso credo che ci abbiamo giocato, però anche quelli alle prime armi potrebbero chiedere a un collega. Possibile che non abbiano mai sentito parlare del diritto d’autore???
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A me proprio non piace chi non sa scrivere in italiano e chi non va mai a capo. Chi usa la punteggiatura a caso poi, mi porta a interrompere immediatamente la lettura.
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Fastidioso alla vista e anche impossible da leggere!
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Quelli dei viaggi alternativi, quanti ne conosco! Io felice di essere stata a Parigi, Londra o Tokyo come altre migliaia di persone, ma loro ti diranno sempre che non avete avuto vere esperienze!
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Ma infatti, anche io sono felice di aver visto i posti da “turismo di massa”! Certo, le loro esperienze saranno state sempre più vere 😂
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Ah, il leggendario e indimenticabile blog sulle meridiane ahahahah! Mi associo alla tua crociata contro l’itanglese: un abuso di inglesismi trasforma il testo in un qualcosa di ridicolo e illeggibile. E a proposito di leggibilità, vogliamo parlare dei muri di testo, oppure della sagra del banner pubblicitario tra un paragrafo e l’altro? Ma come ve ne siete accorte del sito che vi ha scopiazzate? La colpa è dello stagista is the new “il gatto mi è saltato sulla tastiera” (e ci ho infilato anche un inglesismo) 😛 Concordo con Nadia, spunti di riflessione, autocritica e sane risate, con buona pace dei permalosi 😉 Gli articoli acchiappavisite stanno diventando una vera piaga: come diavolo è che noi ci spacchiamo in 4 per scrivere un articolo che rispetti le sacre leggi della SEO, e che sia degno di Google, quando lui invece non solo ci penalizza, ma ci propina contenuti scadenti e spesso non veritieri?
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Peggio ancora di chi scrive così è chi parla in questo misto assurdo di italiano e inglese, magari urlando al telefono, disturbando i vicini di tavolo/posto.
Noooo i banner pubblicitari, che odio! Io ho sempre il timore di sbagliarmi e cliccare accetta invece di chiudi, e di vedermi recapitare a casa l’enciclopedia 😂
Io non me ne ero nemmeno accorta, e mi ha avvisata l’altra blogger a cui era stato fatto notare da qualcuno che aveva letto l’articolo originale. Da non credere, soprattutto se pensi che lo “scopiazzamento” selvaggio era stato fatto da un sito abbastanza noto.
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Non mi sono riconosciuto in nessuna categoria. Sono salvo 😀
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😂
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Preciso che odio gli articoli clickbait, nei blog o testate giornalistiche! Per il resto concordo che in un blog cerco un tocco personale, qualcosa di insolito che ha colpito il blogger ma non disdegno itinerari “alternativi” o attrazioni meno conosciute che però meritano.
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Gli itinerari alternativi piacciono anche me, ci mancherebbe, ma quello che non sopporto sono i viaggiatori “alternativi” a tutti i costi: quelli che solo chi viaggia in tenda viaggia davvero ecc 🙂
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Eccola li, Silvia sei un mito ! hai il raro coraggio di scrivere veramente quello che pensi.
Ti adoro.
Scrivo articoli per dcee e purtroppo un famoso portale di expat ha ricopiato pari pari il mio articolo, quanto costa vivere a bali, senza citare ne me ne dcee, ho scritto al redattore che mi ha risposto che non sapeva non lo potesse fare !!!
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Mi fa piacere 🙂
Capisco chi è alle prime armi, ma i portali famosi no! Non lo sapeva? Ma una scusa più credibile poteva inventarla 😂
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Ma sai che quando hai parlato degli articoli troppo ricchi di dettagli storici e artistici, un pò mi ci sono riconosciuta. Ho sempre paura di non dare abbastanza informazioni a chi mi legge e credo a volte di esagerare però non copio mai… magari mi dilungo.
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No, mi sa che non mi sono spiegata! Intendo gli articoli interamente dedicati alla storia di un posto, come se fossero degli opuscoli ufficiali di un museo, di una chiesa o di un castello 🙂 Insomma quelli che non aggiungono niente di personale.
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Concordo con tutto ciò che hai scritto. In un blog cerco consigli veri, impressioni personali, idee ispirative. Odio i copia incolla e le citazioni di Wikipedia e odio anche il tutto magnifico, il post deve essere veritiero e se una cosa non ha entusiasmato perché non dirlo!
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Ah il tutto magnifico! A volte penso che sia colpa mia perché mi capita che un posto non mi piaccia, o di essere dell’umore sbagliato e di non apprezzare come dovrei. Per fortuna non sono l’unica 🙂
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Gli articoli clickbait mi fregano sempre e mi ci perdo spesso incuriosita, perdendo un sacco di tempo. Quando leggo un articolo, non posso sapere se è copiato o no (anche a me è capitato che una nota agenzia di viaggi mi rubasse un articolo e alla fine sono stata costretta a cambiarlo io, nonostante le ripetute segnalazioni) ma posso leggere tra le righe l’arroganza di chi si considera un grande viaggiatore, e disdegna mete più semplici.
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Eh i titoli clickbait attirano sempre: è che uno spera che quella sia proprio la volta in cui viene svelato qualche segreto.
Vedo che la strategia del furto degli articoli purtroppo è molto diffusa!
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Sorrido perché i miei articoli spesso hanno una bella fetta di storia che può risultare davvero pallosa: soprattutto i primi, quando li ho scritti, li ho infarciti di mille nozioni storiche perché… Sono totalmente fissata con la storia! Negli ultimi due anni sto cercando di ridurre al minimo lasciando più spazio alla mia esperienza, spero che questo possa rendere i miei articoli più interessanti. Concordo su tutto, davvero.
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Come dicevo ad Anto in un altro commento, quello che è difficile da leggere è un articolo fatto al 100% di nozioni storiche, perché mi sembra il volantino di un museo 😀
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Sugli articoli copia incolla e quelli che si sentono wikipedia, mi trovi d’accordissimo! Sugli inglesismi invec faccio mea culpa perché spesso li uso, magari perché proprio non trovo la parola italiana o se cerco la traduzione, non esprime davvero il concetto che voglio esprimere.
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I termini in inglese ci stanno assolutamente, anche io li uso: quello che trovò esagerato sono le frasi con nove parole in inglese e tre in italiano 😂
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No dai, ancora non sono a questi livelli ahahah
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No, dai a questi livelli no 😂
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Ma sai che anche a me la parola “alternativo” fa storcere il naso?
E anche la minuziosa descrizione di esperienze… che senso ha se poi devo vederla e provarla anche io?
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Io sono allergica a quelli che vogliono essere per forza alternativi!
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Silvia recentemente, nel cliccare su google due parole da me usate in un articolo, scopro che io ero al primo posto e al secondo un sito di una Naturopata. Al ché, incuriosita, entro e scopro l’articolo era brevissimo, composto da sole 6 frasi e solo la prima era la sua. In pratica aveva fatto un bel copia ed incolla di mie 5 frasi estrapolate dal mio articolo.
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Mi sa che è una pratica più diffusa di quanto possiamo immaginare. Hai contattato la tizia chiedendo spiegazioni?
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Non sono riuscita questa settimana. Lo farò entro martedì invitandola a eliminarlo
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Ehm… eccomi, sono quella dei viaggi alternativi, dell’undertourism, slowtourism e bla bla bla! Però non disdegno le mete gettonate, e se possibile, mi accaparro volentieri il volo a 10 euro per Barcellona (Fatto!)
Comunque anche io non sopporto i wikipediani, a parte wikipedro, che mi fa impazzire dal ridere, e ovviamente i copia e incolla!
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Ci sta tutto: quelli che non sopporto sono i viaggiatori secondo i quali “se non vai in India dormendo sul pavimento di terra non meriti di viaggiare” 😂
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