Non ci sono dubbi: noi italiani in vacanza sappiamo sempre farci riconoscere, ovunque andiamo. Ne ho avuto l’ennesima dimostrazione durante l’ultimo volo intercontinentale, e me lo hanno confermato i commenti al primo capitolo dedicato a questo tema. Molti sono stati propositivi e hanno condiviso i trucchi per evitare qualunque tipo di contatto con i nostri connazionali molesti.
Sembra che la tecnica più indicata sia la tanatosi, che consiste nel fingersi morti quando ci si rende conto di non avere una via di fuga. Ma dato che non siamo opossum, l’alternativa suggerita da tanti è quella di fingere di non essere italiani. Sono emerse non solo tante tipologie di italiani in vacanza da evitare e da cui nascondersi, ma anche strategie e consigli che spero possano essere utili soprattutto ora che si avvicinano le vacanze invernali.
Italiani in vacanza: la coda, questa sconosciuta
Fateci caso: davanti alla biglietteria del museo, al binario del treno o alla cassa del supermercato, se c’è qualcuno che con indifferenza supera le persone che attendono in una fila composta e ordinata e si mette in pole position, state pur certi che nove volte su dieci si tratta di un italiano. Evidentemente non siamo stati programmati per capire che se ci sono delle persone davanti a noi, un motivo ci sarà.

Prendete le scale mobili della metropolitana di Londra, dove ci sono segnali chiarissimi che indicano di mantenere la destra perché il lato sinistro deve essere lasciato libero per chi ha fretta. Eppure, ogni volta ci sono i soliti italiani incuranti del cartello Stand on the Right: si infilano nella parte sinistra, bloccando il passaggio. Guai a chi prova a dir loro qualcosa! La risposta più frequente – dato che poi nel 90% dei casi il maleducato in questione non capisce nemmeno una parola di inglese – è quasi sempre ‘zzo vuole questo?
Italiani in vacanza: il gruppo vacanze
Poi ci sono loro, quelli che ho incontrato sul volo da Roma a New York e che ho dovuto sopportare per dieci ore: gli italiani del gruppo vacanze. Una trentina di persone tra adulti, bambini e ragazzini, tutti scalmanati e urlanti a prescindere dall’età. Forse è la categoria che sopporto meno, perché in gruppo simile sono rappresentate un po’ tutte le tipologie di italiani in vacanza: chi non hai messo piede fuori dall’Italia, chi lascia che i suoi bambini corrano liberi per tutto l’aereo e facciano le capriole tra i sedili, chi si è portato i panini da casa temendo di morire di fame. Difficilmente sono confinati tutti insieme nella stessa sezione dell’aereo, quindi si spostano in continuazione per parlare con gli altri membri del gruppo, declamando ad alta voce il programma di viaggio. Non si sono informati prima di partire, così per qualunque dubbio chiamano l’assistente di volo, manco fosse la maestra in gita con una classe delle elementari. Chi ha invece la sfortuna di incontrarli al ritorno, dovrà sopportare tutta la carrellata dei “Ti ricordi quel giorno alle Cascate del Niagara?” e “Avete presente quando Piero ha ordinato un tè e gli hanno portato un panino al formaggio?” – e tutti giù a ridere.
Italiani in vacanza: l’ansia da gate di imbarco
Ricordate i primi voli low cost? Niente posto assegnato a bordo, al punto tale che spesso finiva a gomitate tra i passeggeri. Non ho mai compreso questo affanno a raggiungere il desk di imbarco, nemmeno allora: tanto un biglietto in mano lo abbiamo tutti, e il posto assicurato pure.
Tuttavia, anche se oggi le compagnie aeree assegnano un posto a bordo a ogni passeggero, non manca mai chi scatta come una tigre siberiana nell’istante in cui si accende lo schermo del gate. Poco importa se bisogna aspettare ancora mezz’ora, perché l’importante è essere il primo.

Gli ansiosi da gate sono pericolosi: mostrano gli artigli a chi si avvicina troppo e difendono il loro territorio dai potenziali usurpatori a colpi di trolley e bastone da selfie. Spesso, non capiscono le istruzioni in inglese fornite dagli addetti dell’aeroporto, quindi gli annunci che informano dell’imbarco di passeggeri business class, famiglie con bambini, persone a mobilità ridotta e priorità varie scivolano loro addosso. Nemmeno le occhiate di quelli che hanno diritto di salire a bordo prima di loro li turbano minimamente.
Italiani in vacanza: in Italia è meglio
Una categoria ricorrente, quella degli italiani fermamente convinti che le cose funzionino bene solo in Italia. Spesso in vacanza non varcano i confini nazionali e, quando lo fanno, scelgono il villaggio turistico per non correre rischi. Se per caso si avventurano in una capitale europea, incontrano le prime difficoltà quando non sono in grado di comprare i biglietti del tram/bus/treno alle casse automatiche. Ho incontrato degli esemplari di questa categoria all’aeroporto di Helsinki e a quello di Stoccolma: piuttosto di chiedere aiuto danno la colpa alla macchinetta, perché niente funziona al di fuori dello stivale. L’unica soluzione alla quale riescono a pensare è un pugno ben assestato al centro dello schermo della cassa automatica.
Gli stessi viaggiatori intrepidi non si rendono conto dei loro evidenti limiti, per cui danno la colpa al sistema del paese in cui si trovano. Non sono in grado di prendere un taxi a New York? Maledetti tassisti americani! Non capiscono quale sia il binario giusto della metropolitana di Berlino? Ah, ne direi quattro alla Merkel! E via al lamento sfrenato e al paragone continuo con l’Italia, che ovviamente esce sempre vincitrice. Perché si sa, Italians do it better.
Avete mai incontrato alcuni di questi nostri connazionali in vacanza? Come li evitate?
Cover photo by David Becker on Unsplash
Ci ho fatto un viaggio intero con l’ultima categoria: 15 giorni in macchina negli USA. Sul finale volevo buttarmi giù dal Grand Canyon.
-.-“
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Mamma mia, hai tutta la mia solidarietà! Oppure potevi buttare giù loro dal Grand Canyon 😉
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La cosa bella è che quelli per cui “in Italia è meglio” sono gli stessi che sul suolo italiano non fanno che criticare l’Italia e dire che all’estero tutto funziona meglio! 🙂
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Esatto! Poi quando dicono che all’estero va tutto bene si basano magari su un’unica esperienza fatta in un villaggio turistico 😂
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Un po’ gli italiani li riconosco già dai tratti somatici (troppo lombrosiano?), se poi si mettono a parlare a voce alta e a gesticolare inserisco la retromarcia e mi allontano con circospezione.
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In effetti hai ragioni, si riconoscono dai tratti somatici (anche se nel mio caso in Israele credevano che fossi israeliana e in Grecia greca) e dal volume della voce 😱
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No ti giuro che mi sono spanciata leggendo questo secondo capitolo! Avevo adorato il primo (che annovero fra i migliori ritratti dei nostri compatrioti all’estero) e questo secondo non è da meno 😂
Ti dirò di più, nella mia agenda ho raccolto anche io una serie di appunti per un post sull’italianità all’estero e sulle nostre personali tecniche per evitarla. Sarà che dopo il nostro ultimo viaggio intercontinentale (a est, il nostro) ne abbiamo viste di tutti i colori… ma ne abbiamo riso davvero parecchio!
Gli italiani in gruppo sono quelli che detesto di più in assoluto: da quelli che passano 4 ore di un volo notturno appoggiati al sedile, parlando a diecimila decibel con il compagno seduto dietro, a quelli che ingombrano tutta una scalinata del tempio per farsi foto sbracciate e cafone, impedendo ai fedeli di salire e scendere . 🤦🏻♀️
In quei momenti vorrei che i miei occhi diventassero improvvisamente a mandorla!
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Allora non vedo l’ora di leggere anche il tuo post perché altrimenti mi sembra di essere l’unica insofferente e intollerante nei confronti dei nostri connazionali 😅
Quelli in gruppo che passano ore in aereo a parlare in continuazione sono insopportabili, e pure quelli che per una foto sarebbero disposti a uccidere!
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Mio marito ha la invidiabile capacita’ di fingersi opossum davanti al gruppo di italiani urlanti: inoltre e’ fortunato, si vede bene che e’ finnico e gli italiani, mediamente non parlando le lingue, lo lasciano stare. 🙂
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Eh sì il fatto di essere nordico lo aiuta molto a non farsi confondere con gli italiani in vacanza 😉
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Esilarante 🙂
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Eh sì c’è da ridere per non piangere 😂
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Mi era piaciuto tantissimo il primo capitolo…non posso che adorare il secondo e sottoscrivere parola per parola! Essendo chiara di carnagione, mi mimetizzo bene all’estero, scampando a eventuali connazionali troppo esuberanti. Quando noto comportamenti come quelli che hai citato fingo indifferenza, ma in realtà friggo! 🙂 Tra le categorie che proprio non sopporto, i maleducati, i rumorosi e chi salta la coda. Mi hai anche fatto venire in mente un’altra categoria: quelli convinti di sapere l’inglese. In reception a Budapest ricordo una coppia con figlia ventenne che balbettava un inglese palesemente inventato; ho tradotto un pezzetto di frase all’addetto per aiutarli e, seccati, mi hanno risposto che non avevano bisogno perché la figlia conosceva perfettamente l’inglese…
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Sì il fatto di potersi mimetizzare con colori chiari come i tuoi in effetti aiuta, io invece ho occhi e capelli scuri 😉
Anche quelli convinti di sapere l’inglese o un’altra lingua non sono niente male, soprattutto se si infastidiscono quando vuoi aiutarli 😂
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Tutti pessimi e penso mi siano capitati tutti, per fortuna in viaggi diversi. Solitamente erano sui voli da e per Londra dove ho vissuto per qualche anno quindi fingevo bellamente di non essere italiana… 😉
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Immagina trovarli tutto insieme in un viaggio da solo: da tornare a casa immediatamente 😅 Alla fine fingere di non essere italiani sembra la soluzione migliore!
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I peggiori, tra quelli citati, sono il gruppo vacanze…. Quelle sono insopportabili.
Li odio a morte!
Se una famiglia di italiani fa caciara, un gruppo di famiglie di italiani tutte insieme mandano ogni cosa in cacca.
Odio! Odio allo stato puro.
State a casa vostra. Punto.
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Il gruppo vacanze, che incubo! E per qualche strano motivo mi ritrovo sempre in mezzo a queste allegre famiglie urlanti. Sono d’accordissimo con te: che rimangano a casa.
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Anche perché non c’è scampo quando te li trovi sulla tua strada. O, peggio ancora, sul tuo aereo per un intercontinentale che si fa subito mooolto più lungo del previsto.
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E in aereo scatta subito la paranoia del sentirsi in trappola per ore fino all’arrivo a destinazione! E nel mio caso poi questi casinisti me li sono ritrovati nella coda di due ore per il controllo doganale 😱
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Disgrazia!
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Dopo ben 17 anni di vita all’estero ti assicuro che non siamo i peggiori, quelli sono….(nonimmagineraimai) gli scandinavi e (questoforseloimmaginerai) i russi.
Io comunque per evitare contatti con i connazionali menzionati nel tuo post uso la tecnica più semplice al mondo, non parlo mai in italiano.hahahahahha Così nessuno capisce che sono italiana.
Per fortuna non dobbiamo fare di tutta un’erba un fascio, ci sono moltissimi (come noi) rispettosi del Paese che visitano.
Buona domenica cara.
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Sicuramente non siamo i peggiori, ma forse siamo quelli che noto maggiormente 😉 Non avrei mai detto degli scandinavi, ma con i russi immaginavo perché una volta nella SPA di un hotel in Croazia mi hanno fatta letteralmente scappare: due coppie ubriache e urlanti che hanno quasi rischiato di farmi annegare nella Jacuzzi…
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Nemmeno io me lo sarei mai aspettato ma ci litigo puntualmente almeno una volta a settimana. Buttano rifiuti per terra, si ubriacano alle 10 di mattina (qui le birre costano pochissimo) e fanno casini vari. -_-
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Mi stavo proprio chiedendo il perché ed ecco svelato il motivo: gli alcolici a basso costo! E poi quando vai in Norvegia o in Svezia sembrano dei chierichetti 😉
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e rompono le scatole agli altri….. no comment! -_-
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Incredibile!
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Ultimo viaggio in Irlanda, becco una gita di italiani che cantano a squarciagola in un sito monastico dove non vola una mosca e anche starnutire sembra irrispettoso. Li guardo malissimo. Li ritrovo al bagno e, non avendo capito che fossi italiana (ho i capelli mezzi rossi, pelle chiara con lentiggini ed occhi verdi, quindi mi scambiano spesso per straniera) commettono il maggiore errore degli italiani: parlare male credendo che nessuno li capisca.
“è la tipa che ci ha imbruttito fuori”
“Ah sì, mamma mia non si può cantare in pace..”
“Sta bacchettona”
Io rido sotto i baffi. Esco e per raggiungere il lavandino dico loro “Scusate permesso, vorrei lavare le mani”.
Silenzio.
Imbarazzo.
E sono fuggite all’esterno 😂
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Io una volta ammetto di aver fatto una cosa simile: in aereo per Londra con una mia amica, notiamo il tizio fighissimo, alto e biondo seduto nella fila accanto, e iniziamo a commentare su quanto sia bello. Una volta arrivate a Gatwick, il figaccione ci aiuta a prendere i trolley dalle cappelliere e nel farlo ci rivolge la parola. Era italianissimo. Se ci penso mi vergogno ancora – anche se in quel caso in realtà non abbiamo smesso di fargli complimenti per due ore 😂
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Una laurea in lingue con specializzazione in slavistica serve anche a quello. Se un italiano mi parla, io gli rispondo in pessimo russo, tanto non lo capiscono. 100% di casi risolti in meno di 10 secondi…
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Questa mi sembra un’idea geniale: potrei iniziare a rispondere con quelle quattro parole di russo che conosco. Tipo: capito, ciao, buongiorno, dov’è il bagno, rosso, aereo, zainetto. Tutte in file, tanto non capirebbero 😂
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Questi post sugli italiani in viaggio mi piacciono sempre moltissimo, perché mi danno la certezza che non sono io che non li sopporto è generalizzato. Il peggio per me sono i gruppi numerosi, che parlano, parlano, parlano incessantemente del nulla. Altra cosa che mi fa spesso sorridere sono gli italiani che non spiaccicano una parola in nessuna lingua straniera, e quindi parlano in italiano a voce altissima e scandendo le parole, sperando che il povero straniero malcapitato possa capirli!
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A volte temo di essere troppo insofferente (e in parte è sicuramente così) però poi anche io mi consolo vedendo che non sono l’unica 😉
Sì, anche quelli che urlano in italiano sperando che possa servire per farsi capire sono insopportabili 😱
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Una escalation di nervosismo, Silvia, ha fatto montare in me la lettura di quest’articolo!!!
A questo punto, dopo questa carrellata di orripilantezze… Quanto vorrei non essere italiana!!! 🙂
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Eh ma infatti bisogna fingere di non essere italiani in questi casi 😉
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No vabbè…la foto con Jerry Cala’ e De Sica mi ha fatto morire! Che dire, tempo fa scrissi pure io un post sugli italiani in vacanza, a volte sappiamo essere davvero tremendi e insopportabili. Quando poi parliamo in italiano dando per scontato che tutti ci possano capire e ci lamentiamo per la pasta scotta….ecco, raggiungiamo l’apice!
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Il gruppo vacanze incontrato in aereo sul Roma-JFK mi ha proprio fatto tornare in mente quel film!
Ecco, quelli che si lamentano sempre del cibo all’estero urlando in italiano li picchierei 😩
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Fortissimo questo tuo articolo! L’ultima nostra avventura è stata su un Milano – Francoforte a ottobre. Dietro di noi c’erano 3 colleghi che andavano a Seoul per lavoro, erano esagitati e super entusiasti e parlavano a macchinetta urlando la loro avventura a tutto l’aereo con mille selfie! Ci hanno storditi!
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Magari non avevano mai messo piede fuori dall’ufficio e allora si sono sfogati – per fortuna che il viaggio era breve! Ti capisco perché soprattutto al mattino presto faccio veramente fatica a sopportare chi parla molto, soprattutto ad alta voce 😅
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Io sono veramente cattiva con quelli che saltano la fila: mi danno sui nervi. Anche al di fuori del viaggio.
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A me capita quasi sempre con le nonnine in panetteria: con grande nonchalance si infilano davanti a tutti – che nervoso.
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Per evitarli (spesso) fingo di non parlare italiano.
Quelli che mi fanno più ridere sono quelli al gate con la paura di perdere il posto a sedere!
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Ma sì, come se non riuscissero a resistere in piedi venti minuti!
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Quelli che sopporto meno sono quelli che l’Italia è meglio. O che l’Italia è peggio. Sono quelli che non riescono a capire che ogni Paese ha luci e ombre. Ma che è bello scoprire quali sono le luci.
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Una categoria insopportabile: i tizi dietro di me al controllo doganale al JFK non facevano altro che lamentarsi della cosa commentando cose del tipo: “Ah se fossimo in Italia…” La tentazione di girarmi e rispondere che forse avrebbero fatto meglio a restare a casa è stata fortissima!
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Hai descritto 3 categorie che non sopporto assolutamente! Le persone che superano mi fanno veramente impazzire e spesso non me lo tengo per me, ma lo faccio notare al “furbo” di turno. E che dire del gruppo vacanze? Si riconoscono da lontano!!!
E la solfa “L’Italia è meglio” l’ho sentita anche troppe volte! A volte mi chiedo perché certa gente viaggi.
Comunque con il tuo articolo mi hai fatto fare una bella risata!!!
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Sai che alla Basilica della Natività a Betlemme per poco non scattava la rissa per via di un gruppo di italiani che con nonchalance hanno superato tutti?
Sono d’accordo con te: chi pensa che l’Italia è meglio dovrebbe rimanere a casa!
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Quelli del “in Italia è meglio” sono davvero incredibili, sto morendo dal ridere 🙂
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E sono tanti, e di solito hanno messo i piedi fuori dall’Italia quell’unica volta 😉
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Ma veramente! 😉
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I peggiori “appiccichi” li ho avuti proprio con altri italiani incontrati in vacanza. Sulla neve soprattutto, in coda sia per gli sci che per i rifugi. Odiosi e impertinenti. Proprio la categoria di persone che non sopporto. Non viaggiano per passione, per scoperta.. viaggiano solo per ostentare. Nulla più.
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Non so sciare quindi non avuto occasione di fare questi incontri, ma immagino che siano molesti anche sulla neve questi personaggi! Hai ragione al 100%: viaggiano per ostentare, non perché hanno interesse verso una meta.
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molto divertente anche la parte due degli “italians” se non fosse che purtroppo noi siamo proprio così…. caciaroni, maleducati, spesso ignoranti e di conseguenza presuntuosi. Non saprei dire quale sia la categoria peggiore forse data la quantità direi che il gruppo vacanze è veramente tossico soprattutto se te lo trovi in aereo!!!
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Il problema è che poi per colpa di questi elementi la gente all’estero pensa che siamo tutti uguali – un motivo in più per fingere di essere di un’altra nazionalità!
Il gruppo vacanze è davvero insopportabile anche perché spesso comprende “rappresentanti” di tutte le categorie peggiori 😉
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Sul capitolo in Italia è meglio stendiamo un velo pietoso che più pietoso non si può. Come annientare lo spirito del viaggio senza via d’uscita. Completamente dalla tua parte guarda! Ciò che mi ha fatto sorridere è la storia dello scatto da tigre quando esce il gate ahaha. Mi hai fatto venire in mente una persona di mia conoscenza che ha una vera e propria fissa. Deve essere la prima a salire sull’aereo e la prima a scendere dall’aereo. Assurdo! Ma senza motivo poi perché la cosa mi sembrava così strana che ho anche avuto il coraggio di chiedere come mai e la risposta: perché mi piace essere la prima in tutto! Io senza parole, che per me ce ne vuole eh!
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Oddio, mi hai fatto morire! Sei riuscita a rimanere seria di fronte alla risposta di questa conoscente? Io avrei fatto non poca fatica 😉
Mi fai anche venire in mente la categoria di quelli che vogliono essere i primi a scendere e iniziano a spazientirsi prima ancora che l’aereo sia parcheggiato al gate. Se hai una coincidenza stretta lo posso capire, ma altrimenti perché???
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Pensavo di averne viste di tutti i colori, ma mi mancano ancora i gruppi vacanza 😉 spero di non beccarli il prossimo volo!
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Ti auguro di tutto cuore di non trovarli soprattutto se si tratta di un volo lungo 😉
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Mi hai fatta morire con quelli dell’ansia da imbarco perché sono gli stessi che una volta atterrati, non solo provano ad applaudire ma si alzano subito anche quando sono posto finestrino prima ancora che si alzi quello del posto corridoio. E stanno lì, dieci minuti buoni, ad aspettare, alzati, con la schiena tutta piegata come se concludessero qualcosa.
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Sì esatto, gli stessi che dal posto finestrino stanno mezz’ora in piedi con giacca cappello e guanti e ti spintonano per uscire quando le hostess sono ancora sedute con la cintura allacciata 😂
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