Il mio viaggio cancellato a Los Angeles

Questo è l’ennesimo articolo su uno dei tanti viaggi cancellati negli ultimi due anni: ormai ci sarebbe materiale sufficiente per aprire una sezione del blog dedicata all’argomento. Perché scriverne, vi chiederete? Perché nemmeno questa volta riesco a farmene una ragione. E scriverne forse aiuta a superare il trauma, almeno in parte.

Nei ultimi mesi avevo letto tantissimo per prepararmi alla (mancata) partenza per Los Angeles. Questa volta avevo trovato delle guide davvero valide, che mi avevano aiutato a costruire un itinerario suddiviso in tre macroaree. Siccome si tratta di una metropoli e dato che non volevamo noleggiare una macchina per via dei noti problemi legati al traffico, avevamo prenotato tre alberghi in tre zone diverse, in modo da ottimizzare il tempo a disposizione.

Magari la bozza del mio viaggio a Los Angeles potrà essere utile a chi avesse in mente di prendere ispirazione dal nostro itinerario mai realizzato.

Il mio viaggio cancellato a Los Angeles: dove avrei dormito

Con sette giorni a disposizione in città, avevo deciso, dopo una lunga ricerca, di suddividere i pernottamenti in tre parti diverse della città, in modo da poter sfruttare al meglio il tempo e ridurre così gli spostamenti. Le aree prescelte erano West Hollywood, Downtown e Venice Beach.

Nella prima zona, abbreviata dai locals in WeHo, avevo scelto il Montrose at Beverly Hills, in un quartiere dove avremmo avuto accesso a ristoranti, negozi e caffetterie e avremmo potuto spostarci prevalentemente a piedi. Il Montrose at Beverly Hills è un hotel di categoria superiore, con piscina sul rooftop e camere con balcone. Se dovessi tornare a Los Angeles lo sceglierei di nuovo anche perché pur avendo dato disdetta della stanza qualche ora dopo il termine massimo stabilito dalla politica di cancellazione, non mi è stato addebitato alcun costo.

Per le due notti successive ci saremmo spostati in zona Downtown, che secondo molti è poco vivace la sera ma, siccome era comoda per alcune delle cose che avremmo voluto vedere, mi è sembrata perfetta. Avevo prenotato una doppia al CitizenM DTLA che, a differenza dell’hotel a West Hollywood, non aveva la piscina ma aveva la colazione inclusa e un prezzo ottimo, soprattutto considerando la media dei costi degli hotel a Los Angeles.

Infine, le ultime due notti le avremmo trascorse a Venice Beach. In realtà era la seconda scelta dopo Santa Monica, dove però i prezzi degli alberghi erano proibitivi. E poi tutto sommato Venice Beach non mi sembrava affatto male come ripiego. Durante le mie ricerche avevo trovato The Kinney, un hotel con piscina, a poca distanza dalla famosa spiaggia. Un albergo di design, dove ogni camera è diversa dall’altra. La nostra avrebbe anche avuto un balcone con vista sulle famose palme di Los Angeles. E l’oceano a due passi.

Un aspetto che accomuna tutti gli alberghi (e in generale quelli di livello medio a Los Angeles) è il costo, che si aggira intorno ai duecentocinquanta dollari a notte. Ma d’altra parte, Los Angeles è nella classifica delle città più costose al mondo.

Il mio viaggio cancellato a Los Angeles: cosa avrei fatto

Inutile dire che per ogni zona avevo preparato un itinerario abbastanza preciso delle cose che avrei voluto vedere ma con le quali non voglio annoiarvi scendendo troppo nei dettagli. Innanzitutto avremmo voluto passeggiare lungo la Hollywood Walk of Fame, che sarà pure una delle cose più turistiche a Los Angeles, ma vuoi non andarci?

Una delle tappe che sognavo da più tempo era però il Griffith Observatory, dove saremmo andati probabilmente di sera, per vedere la città illuminata e la scritta Hollywood al tramonto.

Poi non ci saremmo persi l’Arts District a Downtown, e neppure il Grand Central Market. Avrei potuto dire no anche a un po’ di (window) shopping a Rodeo Drive? E se penso che avrei visto il sole tramontare a Venice Beach e che avrei camminato da qui fino al molo di Santa Monica mi viene ancora da piangere.

Il mio viaggio cancellato a Los Angeles: dove avrei mangiato

Chi mi conosce lo sa: non lascio molto spazio all’improvvisazione per quanto riguarda i pasti. Per i pranzi sì, ma per le cene non voglio correre il rischio di trovarmi in un ristorante infimo. Ci sarebbe stato posto per gli hamburger, per la pizza, per la cucina messicana e per la carne. Tra gli altri, avremmo provato Pizzana a West Hollywood, i piatti della cucina californiana di Le Zinqué DTLA, e le famose bistecche di American Beauty a Venice.

In una delle guide che avevo comprato avevo letto del Farm Pier Café, un ristorante sul molo di Malibu, che avremmo potuto raggiungere con i mezzi pubblici o in venti minuti di taxi, per provare i loro famosi lobster roll. Per il momento rimarranno solo un sogno.

Per favore non ditemi che Los Angeles è sempre lì. Riprogrammerò? Non lo so, forse non era destino.

29 pensieri riguardo “Il mio viaggio cancellato a Los Angeles

  1. Il tuo programma è bellissimo e molto dettagliato con una scelta degli hotel attenta e moderna. Io non lo darei per perduto questo viaggio, vedrai che riuscirai a recuperarlo in qualche modo. Ma… non ti ho mai chiesto, il volo fino a L:A. era stato prenotato con la stessa compagnia?

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    1. Sì, il volo era prenotato tutto con British Airways, il che rende la cosa ancora più assurda. Lo capirei da una low cost, ma non da una compagnia così nota e soprattutto di bandiera! Per il momento non riprogrammo niente, almeno fino a quando avrò qualche notizia su un possibile rimborso…

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  2. guarda a me Los Angeles non è piaciuta per niente. anche le zone iconiche, tipo Hollywood e Beverly Hills, secondo me sono troppo sopravvalutate. Abbiamo fatto qualche foto e siamo scappati sulla costa, passando per Orange County fino a raggiungere San Diego! Tutto un altro modno, più vero e meno patinato.

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  3. Silvia, piú leggo di quello che avresti potuto fare e vedere, più mi si stringe il cuore per te.

    Spero avrai un’altra occasione per sfruttare questo itinerario ma soprattutto per alloggiare al Montrose Beverly Hills, sembra davvero splendido e quei balconi con vista sono da sogno. Così come da sogno dev’essere il tramonto sulla scritta Hollywood.

    Il Grand Central Market non me lo sarei persa neanche io, così come una capatina alle due famose spiagge.

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  4. Che rabbia il volo cancellato, non se ne fa una ragione sono d’accordo con te. Bello il tuo itinerario ma se vuoi un consiglio stare a Los Angeles senza auto è decisamente scomodo le distanze sono elevate e tutto sommato meglio stare zona Venice e Santa Monica e spostarsi di giorno in auto. Io sono stata diverse volte a Los Angeles ed è una città difficile da comprendere

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  5. Avevi fstudiato l’itinerario in ogni minimo dettaglio, niente era lasciato al caso.
    Voglio credere che prima o poi questo viaggio mancato porti qualcosa di buono, innanzitutto nel rimborso e poi nella nuova esperienza che vivrai, che sia Los Angeles o qualsiasi altro luogo. Non so se ne hai scritto in passato, ma vorrei capire meglio.
    Cancellato quanto prima?Con quale motivazione?
    Sei in contatto con altre persone che hanno perso quel volo?

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    1. In pratica è successo questo: il nostro volo da Milano a Londra è partito con oltre due ore di ritardo, e una volta arrivati a Londra non ci è stata offerta nessuna riprotezione perché a quanto pare i voli erano tutti al completo per i 4/5 giorni successivi. E nessun rimborso da parte di British Airways, dato che in caso di maltempo non è previsto. Ora mi sono rivolta a AirHelp, sperando che possano aiutarmi.
      Sul nostro stesso volo c’erano almeno venti persone nella nostra stessa situazione, ma purtroppo non ho pensato di farmi lasciare i contatti!

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  6. Certamente, aiuta sia te a superare il trauma sia i viaggiatori in cerca d’ispirazione. Moralmente purtroppo non c’è risarcimento, ma spero almeno che l’agenzia che hai contattato ti faccia recuperare i voli (in termini di rimborso o in termini di riprogrammazione futura). Gentilissimi quelli dell’hotel Montrose, non è da tutti. Quando esplose la pandemia e chiusero il mondo in casa, da lì a pochi giorni sarei partita per il salone di Ginevra: mi è stato rimborsato di tutto, voli, parcheggi e biglietti del salone, tranne l’hotel che non ha voluto sentire ragioni. No, non ti dico che Los Angeles è sempre lì, ma il file “Operazione LA” non lo cancellare, tanto non ha scadenza 😉 La tua frase “non era destino” mi ha fatto riflettere… ma giusto per curiosità, mica hai sbirciato se le notizie dei giorni in cui dovevi essere lì hanno riportato di sparatorie, di terremoti o cose che ti avrebbero messa in pericolo?😂 Il trauma per la mancata partenza sarebbe spazzato via in un attimo!

    Però il lobster roll… quello sì che l’avrei pianto 😛

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    1. Guarda, ormai anche la cosa dell’agenzia sta diventando una barzelletta, magari lo racconterò in un post quando saranno passati i tre mesi necessari per avere una risposta in un senso o nell’altro.
      Ricordo del salone di Ginevra e dell’albergo che non aveva voluto sentire ragioni! Per fortuna al Montrose almeno c’è stata qualche persona ragionevole.
      Ho controllato, ma in quei giorni non è successo niente! C’era anche un mio amico a Los Angeles in quei giorni e quando è tornato è stato così carino da dirmi che in fondo “non mi ero persa niente” 😂

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  7. Un viaggio pensato, organizzato, voluto e purtroppo non svolto… Mi ci rivedo in tutto! Forse le persone che non amano viaggiare non capiscono e infatti (non so se capita anche a te) mi trovo a “litigare” con esse perché i viaggi saltano per un motivo o per l’altro e io entro in una sorta di depressione che può durare anche mesi. Evidentemente quello che succede a me succede anche a te e dobbiamo prendercela con i nostri ormoni per questo: viaggiare ci scatena le endorfine, la dopamina, la serotonina, insomma qualunque molecola legata alla felicità e all’euforia e se improvvisamente il nostro cervello arresta la produzione a causa di questo trauma beh, è dura recuperare! Non mi sento più sola dopo questa conferma…

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  8. Cara Silvia sai quanto mi dispiace che non hai potuto avverare questo incantesimo, perchè Los Angeles per me è così: una magia “cinematografica”, tra un cartone Disney e un concerto dei Doors, passando per le tradizioni messicane. Mi segno gli hotel, è un pò che Paolo ed io vogliamo tornarci e anche io pensavo di dormire in quartieri diversi (gli stessi che hai scelto tu). Le mie tappe sono altre, devo vedere ancora gli Studios (tutti) e vorrei tornare a Olvera Street per vivere il Messico ma negli States. Poi Venice è immancabile per me, con Santa Monica è la parte che più mi piace.

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    1. Ecco, avrei voluto tanto vedere quella magia con i miei occhi, soprattutto dopo aver divorato tutti i tuoi articoli!
      Se riprogrammerò voglio di nuovo prenotare al Montrose, se non altro per la gentilezza che hanno avuto decidendo di non farmi l’addebito.
      Olvera Street era nella mia lista ovviamente 🥲

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  9. La mia politica per andare a Los Angeles (ci vado ormai dal 2022, quest’anno la quarta volta): scendo a Roma in treno, dormo all’Hilton e prendo la mattina dopo il volo Ita diretto delle 9.15 (o 9.30, vattelo a ricordare). Con un volo così, non voglio correre rischi con mancate coincidenze e casini vari. Ah: il volo Ita è sempre arrivato in anticipo di un buon quarto d’ora, e il volo di ritorno Los Angeles-Fiumicino arriva quasi sempre con anticipi anche maggiori, nell’ordine dei tre quarti d’ora

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    1. Un collega del mio compagno ha fatto la stessa cosa lo scorso agosto: ha raggiunto Roma in treno (o in aereo, non ricordo) la sera prima e poi ha preso il volo diretto per Los Angeles. Quando organizzerò di nuovo farò come te perché non voglio nemmeno pensare alla possibilità di perdere un’altra volta il volo e pure la vacanza!

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  10. Non l’ho detto ma lo voglio precisare sennò non si capisce la mia scelta: l’Hilton è quello dell’aeroporto di Fiumicino, che è collegato all’aerostazione direttamente da un tunnel pedonale con ascensore, tappeti mobili e finalmente da quest’anno anche l’aria condizionata

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