In spiaggia, lo scorso agosto, ho avuto modo di leggere diversi post polemici su Instagram scritti da mamme che non si spiegano come sia possibile che la gente non sopporti più i bambini. Una di queste raccontava come i vicini di ombrellone si lamentassero perché il figlio giocava a pallone, mentre un’altra non capiva come mai una signora in coda in un negozio le avesse chiesto di fare in modo che la bimba smettesse di infastidirla e di toccarla.
E vai di commenti a supporto di queste mamme. Ma come si fa a non volere avere intorno dei bimbi allegri? Il sorriso di un bambino porta felicità a chiunque! La gente si lamenta dei bambini rumorosi in spiaggia ma sono peggio gli adulti che fumano e ascoltano la musica a tutto volume! Queste, in linea di massima, le frasi a sostegno di genitori e pargoli che però tanto per cominciare non hanno la più pallida idea del perché una persona sia child free.

Io non ho figli e quindi forse non capisco, ma non fumo e non ascolto musica in spiaggia, e poi che paragone è. Come non sopporto chi spegne le sigarette nella sabbia e chi si porta la cassa sotto l’ombrellone, non tollero nemmeno il bambino che tira la sabbia e che urla come il cucciolo di un’aquila ogni volta che fa goal a calcetto. Quindi, mi sa che è chiara la mia posizione favorevole alle spiagge e, più in generale, alle location child free.

Ma di cosa si tratta, in breve? Pare che sia una tendenza originatasi verso la fine degli anni Settanta in un resort dei Caraibi che decise di specializzarsi in lune di miele. Da qui, l’idea si sarebbe poi diffusa poco alla volta, con l’intenzione di garantire relax assoluto alle coppie senza figli (o perché non li hanno, o perché li hanno lasciati a casa). Ad oggi, mi è capitato più volte di soggiornare in una struttura child free e per me è stato come essere in paradiso. Di solito l’età minima di ammissione varia, ma in ogni caso si ha la certezza di non essere travolti da bambini urlanti in piscina o al ristorante.
In genere si parla di spiagge, di ristoranti e di alberghi, anche se di recente alcune compagnie aeree hanno iniziato a pensare alla possibilità di vendere i posti in modo tale che al momento del check-in sia possibile scegliere se sedersi in una zona senza bambini. Niente calci nello schienale, niente urla che spaccano i timpani, niente getti di vomito nel corridoio o giocattoli che volano nella cabina. Che poi sia chiaro, sappiamo tutti benissimo che i bambini non ne possono niente e che se ci sono dei colpevoli sono i genitori, ma tant’è: se posso scegliere di stare tranquilla anche in aereo (o in treno), perché non dovrei farlo?

Ora so già che i fautori dei diritti dei bambini sempre e ovunque diranno che in Italia non è legale vietare l’accesso a una categoria di persone in un esercizio pubblico. E so già anche che ammmiocuggino che si è laureato in giurisprudenza su Wikipedia dirà subito che “un esercente non può, senza un legittimo motivo, rifiutare le prestazioni del proprio locale a chiunque le domandi e ne corrisponda il prezzo.” L’età dunque, non è considerata un motivo legittimo e costituirebbe una discriminazione.
Ok, va tutto bene, ma la legge di riferimento è un Regio Decreto del 1940. Bisogna aggiungere altro? Sarebbe un po’ come dire che il cliente ha sempre ragione. Quindi, ogni volta che una persona entra nel mio ufficio e mi maltratta (cosa che succede regolarmente), dovrei accoglierla comunque con il sorriso. La realtà è che quando capita la invito a rivolgersi altrove, rifiutando la prestazione del mio locale, per citare il Regio Decreto. Accogliere i bambini in qualunque struttura e trattare con gentilezza il cliente maleducato saranno obblighi, ma serve dire che non sono per nulla attuali, pur essendo previsti dalla legge?
Questi non sono più gli anni Quaranta in cui le donne dovevano per forza volere dei figli e farne almeno 1,5 a famiglia. E non sono più nemmeno gli anni in cui tutti dobbiamo fingere che ci piacciano i bambini. Non è discriminazione quella di un albergo o di una spiaggia che non permette l’accesso a chi ha meno di quattordici anni, ma un servizio verso un particolare tipo di clientela che per diversi motivi non vuole avere intorno piccole persone urlanti.
Così come ci sono alberghi pensati per soddisfare le esigenze delle famiglie (servizio di baby sitting, parco giochi, animazione) perché non dovrebbero esserci strutture pensate per chi viaggia senza bambini? Si tratta, semplicemente, di un’altra fetta di mercato: pubblici diversi che ricevono offerte diverse.
Io non mi offendo quando online vedo delle promozioni per un hotel formato famiglia, per cui perché chi ama la vacanza formato famiglia dovrebbe offendersi se io voglio una struttura formato coppia o single? Se non mi piace l’hotel-asilo, vado da un’altra parte, quindi perché non fanno la stessa cosa anche le mamme e i papà con i loro piccoletti urlanti?



Assolutamente d’accordo su tutta la linea! 😊
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Un po’ di relax ce lo meritiamo!
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Io non ho problemi se ci sono bambini e difficilmente mi infastidisco se giocano, anzi mi danno allegria, mi incavolo parecchio invece quando i genitori permettono ai figli di strattonare o dare calci contro le sedute dell’aereo, di farli scorrazzare tra i tavoli di un ristorante, di permettere di buttare la sabbia addosso a chi sta pacificamente leggendo un libro, come hai scritto anche te non sono i piccoli il problema ma i genitori che non li sanno gestire
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Se ci sono dei bambini che giocano senza fare casino non c’è problema: non mi mettono allegria, ma non è che non li sopporto a prescindere. Come hai detto tu non sopporto quando sono ingestibili perché i genitori non li gestiscono…
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Anche a me non infastidiscono, anzi, i bambini mi hanno sempre messo tanta allegria..e non ho mai notato tutte queste urla!😆Devo dire l verità, che i calci nei sedili di bus o aerei li ho sempre presi dagli adulti! Detto questo, è fondamentale trasmettere con il proprio esempio la buona educazione e il rispetto per gli altri ai propri figli..posso dire di avercela messa tutta con il mio 19enne e mi sembra di aver raggiunto il risultato prefisso!
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A me non mettono allegria, ma come dicevo nell’altro commento non sopporto quando fanno casino, e purtroppo succede quasi sempre!
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Sono mamma, ho fatto tantissimi viaggida quando è nata mia figlia, sempre cuciti sulle sue esigenza. Ma quando viaggiamo in coppia, ormai molto spesso perchè mia figlia ha 12 anni e ua vita sportiva attiva, sempre in viaggio per regate, non tollero di dover sopportare l’impertinenza e la maleducazione dei figli degli altri. Quindi scelgo strutture adult only e ristoranti extra lusso in cui non sono ammessi, evitando come la peste paninoteche e pizzerie. Fosse per me istituirei anche cabine dei treni free child e cabine aeree. sarebbe davvero una pacchia.
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Dimostri che è possibile viaggiare con i bambini senza che siano un fastidio per gli altri. Senza dubbio vostra figlia ha avuto due genitori ottimi! Ma purtroppo non è sempre così e per questo anche io, quando posso, scelgo strutture child free.
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Ma perché non comprendono che non è un capriccio o un lusso da snob? È un diritto alla vacanza! Sbagliano a prenderla sul personale, nessuno odia i bambini, ma dopo un anno di stress, traffico, problemi di salute, notifiche di lavoro 24H ecc ecc, una vacanza senza creature angeliche urlanti diventa una terapia. Per molti la vacanza child free è sopravvivenza 😛 La penso esattamente come te, hai magistralmente riassunto tutto nelle tue ultime frasi: si tratta semplicemente di mercato, nessuna discriminazione. Anzi, i discriminati siamo noi che non possiamo neanche più lamentarci senza urtare la sensibilità di chi ha fatto del politicamente corretto la propria missione di vita. Che poi i genitori sono i primi che sbattono in mano ai propri figli tablet e smartphone di ultimissima generazione pur di non sentirli urlare con frequenze capaci di far spiaggiare i cetacei…
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Infatti, non è un capriccio, ma a quanto pare è difficile da capire. Si tratta solo di esigenze diverse. A molti i bambini mettono allegria, ma a me no, quindi figuriamoci quando fanno rumore, urlano, tirano pallonate ovunque. Come hai detto tu, dopo un anno di difficoltà di vario tipo, abbiamo bisogno di una vacanza tranquilla prima di affrontare un altro anno di lavoro. E poi è proprio come dici tu: se i genitori per primi non sopportano il casino e cercano di zittire le sacre creature con i tablet, perché dovremmo sopportarlo noi il casino???
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Capisco cosa intendi, il settore di mercato è un discorso sensato. Penso però che alcune strutture scoraggino comunque il target famiglie, anche senza bisogno di etichette esplicite. Ce ne parlò tanti anni fa un’addetta di un’agenzia di viaggi… Per quanto mi riguarda, anche da mamma, sto ancora evitando i famigerati villaggi vacanze, li considero proprio l’ultima spiaggia, ma chissà, forse mi ricrederò in futuro? Molte mie amiche l’hanno fatto, nel tempo!
Al di là del discorso strettamente legato al settore di mercato, osservo che in generale l’etichetta child-free mi fa dispiacere in sé. Sempre più strutture che fanno un vanto di non ammettere bambini, e nel frattempo i cani entrano dappertutto. A me, per dire, piacerebbe un hotel o un treno o un lettino da spiaggia, dove sono certa di non utilizzare letti o sedili o lettini dove sono stati degli animaletti altrui della cui igiene non posso affatto essere sicura. Ognuno ama il suo cucciolo come uno di famiglia, io per prima, ma i cani degli altri sono animali e basta, dal mio punto di vista. Per non parlare dei ristoranti: vedere i cani che se ne stanno seduti a tavola sulle gambe dei padroni e alitano e sbavano sulle mani dei camerieri che poi servono anche me e i miei figli… Anche no, grazie! Però una struttura animal-free non suona affatto bene! Qualcuno arriva a dire che i cani sono più educati e puliti dei bambini… Io penso che una società che fa sempre più spazio ai cani e lo toglie ai bambini non può andare bene. Ripeto, al di là del discorso strutture ricettive che fai tu… Mi dispiace la pubblicità negativa che la nostra società fa ai bambini, io la percepisco molto, e mi suona come una menzogna. Spero di non essere finita troppo off topic 🙂
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In parte sono d’accordo, ma devo dire che l’etichetta child free a me non fa dispiacere: se cerco relax, so per certo che in un posto simile la troverò senza correre il rischio di essere disturbata. Hai ragione sui cani, però in certi casi mi è capitato di trovarli più educati di tanti bambini (e genitori) 😅
Non dico che vada tolto spazio ai bambini, per carità, però non penso neanche che sia giusto dover rinunciare al mio spazio per “colpa” loro: come i bambini hanno bisogno di giocare e sfogarsi, io ho l’esigenza di rilassarmi. Per questo forse abbiamo bisogno di spazi diversi 🙂
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Non sono genitore ma ho !a balia” ben 69 figli degli altri a scuola quest’anno (e uso il termine a balia proprio perché, nella maggior parte dei casi, oltre che insegnare devo fare la baby sitter) e quando viaggio preferisco la tranquillità e il silenzio. Dunque sono favorevole ai childfree, il problema è che in Italia è molto difficile che ciò si concretizzi: per quanto riguarda le spiagge sono del demanio quindi non si può impedire l’accesso a nessuno (e meno male altrimenti sai che casotto salterebbe fuori?!), mentre per il privato esistono ancora i regi decreti (come quello che impedisce di raccogliere i fossili e detenerli ma permette alle multinazionali di estrarli e frantumarli per farci calce). Dunque? In chiari di Luna come questi non vedo come possano esserci passi avanti in tal senso, dato che oggi in Italia la donna spesso viene vista come quella che “deve adempiere al suo ruolo di moglie e madre”, mentre all’estero, almeno in Occidente, le cose si stanno muovendo. Come sempre siamo l’ultima ruota del carro.
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Oh mamma mia, 69 bambini! Al tuo posto forse andrei in vacanza in un eremo 😂
Capisco che certi luoghi, come le spiagge, non possano vietare l’accesso a nessuno, però non mi sembra esagerato chiedere, in certi luoghi come per esempio gli hotel, che l’accesso sia limitato a certe categorie di età. In tanti paesi europei è una prassi comune e probabilmente nessuno si scandalizza, ma come dici tu siamo sempre l’ultima ruota del carro!
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Io in montagna scelgo sempre il solito resort child free e non mi sono mai tentita. Quando ho voglia di rilassarmi, non voglio genitori maledutati e distratti tra i piedi.
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Come ti capisco! Sarebbe la soluzione perfetta anche per me 😊
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Mah..io la maleducazione -quella vera-la vedo fra gli adulti..e purtroppo spesso negli anziani..però non voglio scoperchiare il vaso di Pandora….sennò si crea un vortice!! Spesso basterebbe un pizzico in più di tolleranza (e certo, in primis, di rispetto reciproco) per vivere meglio..
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Infatti se i bambini sono maleducati la colpa spesso è degli adulti. Proprio ieri sono entrati da me in uffici mamma e papà con due bambini: non ti dico il casino infernale che hanno fatto in dieci minuti! E i genitori sembrava che non se ne accorgessero. La tolleranza va bene, però a volte non è proprio possibile tollerare certi comportamenti…
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Totalmente d’accordo!
Trovo sia giusto che ad oggi ci siano attività dedicate solo agli adulti perché c’è anche chi i bambini proprio non li tollera e vuole godersi il proprio relax. Non vedo perché lamentarsi di questo, ci sono altrettanti milioni di attività aperte a tutti.
Non mi infastidice il bambino che gioca, anche quando questo riguarda il gruppo di bambini che schiamazza giocando a pallone e magari ti arriva pure una pallonata per via di un lancio lungo, perché siamo onesti lo abbiamo fatto tutti! Mi da fastidio quando manca l’educazione…stai giocando, scappa la palla, si chiede scusa e ci si allontana un pò. Se non ci arriva da solo il bambino o il ragazzino deve essere il genitore ad educarlo…ma il problema di fondo di oggi è che in primis i genitori non conoscono più la buona educazione e il rispetto per i contesti e le persone. Basti pensare che buona parte di questi sono i primi a gettare mozziconi di sigarette e spazzatura viaria in spiaggia e mare, figuriamoci pensare a fare il resto.
Mi fermo qui perché potrei scrivere un poema!
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Hai ragione: i bambini che tirano le pallonate e non si scusano hanno di solito genitori che spengono le sigarette nella sabbia e chiamano tutti i parenti in vivavoce!
Come dici tu, è giusto che ci siano attività e quindi luoghi destinati solo agli adulti senza bambini, così come ci sono i posti adatti alle famiglie. Si tratta semplicemente di necessità diverse che andrebbero comprese e garantite a pubblici diversi 🙂
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Ho appena passato il weekend con mio nipote, quindi tocchi un nervo scoperto. Passare le vacanze con un bambino (o più) urlante non è qualcosa che mi piacerebbe fare.
Credo sia giustissimo avere delle zone e strutture che permettano di fare le vacanze in santa pace. Il problema rimane comunque l’educazione ai figli. Sembra sempre più che le nuove generazioni non riescano a dire “no” o “basta” quando i bambini fanno troppo i capricci.
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Non capisco perché la gente a volte si senta offesa quando certi posti offrono opzioni child free: non è un insulto, ma semplicemente un modo di soddisfare le necessità di un pubblico diverso.
Purtroppo la “soluzione” ai capricci spesso è un cellulare o un tablet con qualche gioco a tutto volume!
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Personalmente non mi riterrei offesa dalla presenza di opzioni child-free in una struttura ricettiva o altro, proprio per il fatto che la ritengo una scelta di mercato (come gli hotel che scelgono come target specifico la clientela business, o un ristorante che cucina solo vegano ecc.). Quello che mi spiace è constatare come la mera presenza o meno di questa opzione finisca immancabilmente per scatenare la sequela di commenti che hai elencato all’inizio: bisogna per forza sottolineare quanto sia bello che esistano opzioni child-free perché “oddio che odio i bambini” (tutti, indistintamente?!)? Così come bisogna per forza proteggere a spada tratta il proprio diritto di voler andare dappertutto perché “i miei figli sono differenti, sono piccoli angeli” (davvero, sicuri?)? Cioè, mi piacerebbe che non si ricamasse così tanto intorno a una semplice scelta di marketing, perché finisce per alimentare questa “guerra tra poveri” e sentimenti di odio gratuito di una categoria verso l’altra.
Chiariamo: sono mamma anch’io, ma questo non mi rende immune alla maleducazione di certi ragazzini, e proprio per lo sforzo che sto cercando di fare io con mia figlia mi innervosisco a pensare che spesso non è neanche colpa dei ragazzini se schiamazzano, tirano pallonate verso i lettini di chi vuole rilassarsi in spiaggia e manco chiedono scusa, corrono tra i tavoli di un ristorante rischiando di far cadere i piatti ai poveri camerieri e nessuno li riprende, vengono lobotomizzati con tablet a neanche due anni per non stare a impegnarsi a interagire con loro… però il risultato rimane che a creare disagio a chi sta intorno di fatto è il bambino, che quindi diventa il nemico della Patria e per estensione tutti i bambini del mondo sono IL MALE e appena ne vedo entrare uno in aereo alzo gli occhi al cielo, e quando vedo che un hotel mette la dicitura “child-free” sento il bisogno di esternare tutto il mio odio verso la categoria che a sua volta provocherà le reazioni stizzite di genitori che magari in quell’albergo neanche ci sarebbero voluti andare, però adesso si sentono chiamati in causa e quindi vogliono ribadire che “non è giusto” ecc. ecc. ecc.
Non so se mi sono spiegata, ma fondamentalmente io sono per il vivi e lascia vivere: io sto cercando di calibrare i nostri viaggi sulle esigenze di mia figlia, faccio in modo che non sia un peso per nessuno se non noi, quindi non mi sento direttamente chiamata in causa quando si parla di “bambini fastidiosi” e per questo il più delle volte neanche mi soffermo a leggere i commenti su questo tipo di strutture, ma se qualcuno dovesse scrivere che ci vuole il child-free perché TUTTI i bambini fanno schifo un pochino pochino me la potrei prendere 😀
In ultimo, io penso che il parallelo “a me dà più fastidio l’adulto che ascolta la musica in treno senza auricolari” viene spesso fatto perché di fatto quello che viene fuori dai bambini è un po’ risultato degli adulti che li crescono: un adulto che non si preoccupa di dar fastidio al resto del vagone darà il pessimo esempio a bambini che non si preoccuperanno di dar fastidio in vacanza.
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Quello che dici tu è verissimo. Servirebbe più equilibrio e più buon senso da entrambe le parti, altrimenti si scatenano le due fazioni opposte: da una parte “odio tutti i bambini” e dall’altra “odio tutti quelli che non trovano adorabili i miei bambini”. Si tratta solo di scelte diverse, di stili di vita diversi e sarebbe bello che una parte rispettasse l’altra. Premetto che non appartengo alla categoria di chi detesta tutti i bambini, ma solo quelli maleducati e chiassosi – ma per non correre rischi allora scelgo l’opzione child free 😅 E poi come dici tu un adulto che non si preoccupare di dar fastidio agli altri darà un pessimo esempio ai suoi bambini!
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