Cosa non cerco in un blog

Nonostante i quattro post dedicati ai termini di ricerca che hanno fatto sì che le persone finissero tra le pagine di questo sito, purtroppo non so rispondere a una serie di domande. Cosa cercano i lettori in un blog? Quali termini fanno sì che un motore di ricerca suggerisca agli utenti un determinato articolo? La risposta non ce l’ho e non me l’ha data nemmeno Google. Quello che so, dopo alcuni anni passati a scrivere ma soprattutto a leggere articoli di tanti blog, è quello che non cerco in un blog.

Non mi riferisco alle parole chiave, né alle informazioni trovate (o non trovate) in un articolo, ma a quelle cose che mi fanno pensare: questo blog non fa per me. Insomma, quei dettagli che mi spingono a cliccare sul pallino rosso del browser appena finito di leggere un articolo, azzerando ogni desiderio di tornare su quella pagina. In effetti, a ben pensarci, il titolo più adatto per questo post sarebbe: I blog che non seguo più e perché.

Come in altri casi, si tratta di un post semiserio, per cui se vi riconoscete in alcune di queste categorie, non prendetevela. Ma capirò se deciderete di non leggermi più.

Cosa non cerco in un blog: l’entusiasmo sfrenato

Sarà che non sopporto chi si deve divertire per forza, sarà che non trovo belli tutti i posti in cui vado: forse è anche per questo che abbandono quasi subito quei blog che sprizzano entusiasmo da tutti gli articoli. Punti esclamativi à gogo, anche quattro o cinque in fila, emoticon sorridenti ogni due righe e fotografie che ritraggono i blogger mentre fanno selfie a trentadue denti.

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Se tutti i posti sono magnifici!!! e se ogni città visitata è bellissima!!! allora inizio a dubitare seriamente del giudizio di chi scrive. E poi lo insegnano anche alle elementari che si può far capire se un’esperienza ci è piaciuta (o ci ha deluso) anche senza usare dieci superlativi assoluti nella stessa frase.

Cosa non cerco in un blog: la nicchia a tutti i costi

Una delle prime cose che consigliano prima di aprire un blog è quella di scegliersi una nicchia, in modo da assicurarsi un seguito di lettori fedeli. Va bene, ma fino a un certo punto. Se da un lato la scelta di un ambito molto specifico aiuta a diventare un punto di riferimento per molti, dall’altro può diventare un limite non indifferente. Chi vorrebbe leggere ogni settimana un articolo di un blog dedicato interamente ai viaggi alla scoperta delle meridiane? Un post va bene, due anche, ma al terzo ho già perso interesse.

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Photo by Gábor Kulcsár on Unsplash

Esagero un po’ e ne sono consapevole, ma diventa difficile leggere (e anche scrivere) esclusivamente articoli, settimana dopo settimana, sulle immersioni, sul trekking, sul deltaplano. Va benissimo per chi è appassionato di queste attività, meno per gli altri. Lo stesso discorso vale per quei blog dedicati a una sola destinazione, non tanto se si tratta di un paese intero, ma soprattutto se ogni post racconta, che so, di San Benedetto del Tronto (la scelta della città è del tutto arbitraria: non me ne vogliano i sambenedettesi).

Cosa non cerco in un blog: gli errori ripetuti più volte

Questo è forse l’aspetto che mi indispone maggiormente, facendomi abbandonare un articolo prima ancora di essere arrivata alla fine. E non parlo dei refusi né degli errori occasionali, perché sbagliare è umano e capita a tutti, ci mancherebbe. Ma gli errori/orrori ripetuti di frequente scatenano la mia vena da maestrina.

Più volte ho avuto la tentazione di lasciare un commento del tipo: “Ma rileggi quello che scrivi prima di pubblicarlo?” decidendo, ogni volta, di farmi gli affari miei. Avete presente chi mette l’apostrofo quando non ci vuole e più volte, nello stesso post, scrive un’esempio, un’aiuto, un’umano”? Da pelle d’oca. Allo stesso modo, rabbrividisco di fronte a quelle frasi in cui mancano sistematicamente gli apostrofi, come se non servissero: “è un idea interessante”. Tanto, a cosa serve un affare inutile tra due parole? Per non parlare poi di chi non ha mai imparato la differenza tra c’è e ce. Un bel quattro in grammatica.

Cosa non cerco in un blog: i bambini come protagonisti

Se avete un blog dedicato alle vostre avventure con i bambini, non prendetevela a male. Non è colpa vostra, è colpa mia. Appena nella mia casella della posta arriva la notifica di un nuovo articolo dedicato a cosa fare a xyz con i bambini faccio una cosa bruttissima: cestino senza nemmeno aprire.

Non sono prevenuta, e a volte mi è capitato di leggere da cima a fondo alcuni di questi post senza scoprire nulla di nuovo. Un esempio? Ricordo un articolo dedicato alle cose da fare ad Amsterdam con i bambini, con un elenco che comprendeva la visita alla fabbrica della Heineken, il giro in battello lungo i canali, la visita al mercato galleggiante dei fiori. Le stesse cose che ho fatto io. Senza bambini. La differenza è qualche frase qua e là che spiega come i piccoli umani si siano divertiti a saltellare tra un banco e l’altro, magari facendo cadere a terra vasi di tulipani recisi, o pestandomi i piedi alla biglietteria del battello.

Cosa non cerco in un blog: il risparmio come unico modo di viaggiare

Viaggiare spendendo poco o niente, dormire gratis o quasi, mangiare per una settimana con dieci euro: questa è un’altra categoria che non attira la mia attenzione e che, a certi livelli, mi indispone. Innanzitutto perché se una persona si vanta di aver speso solo una manciata di dollari per mangiare aragosta e salmone a Cape Cod, per me sta mentendo. Come è possibile che alcuni trovino tutto in offerta, sempre e comunque?

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Photo by Markus Spiske on Unsplash

E poi alla mia età non ne posso più di tutto quello che è low cost a tutti i costi. Ho viaggiato scomoda tanti anni per lavoro, per cui quando mi concedo una vacanza (sempre più raramente, date le circostanze) voglio dormire in una camera bella e confortevole e mangiare piatti memorabili. E, se trovo qualcosa che mi piace, voglio anche concedermi il lusso di fare un po’ di shopping. Ogni tanto vorrei essere una mosca durante la vacanza di un viaggiatore fondamentalista low cost, per vedere se è davvero felice di trascorrere quattro notti in un hotel a trenta chilometri dal centro della città che vuole visitare, magari in una stanza umida, fredda, e per di più condivisa con tre sconosciuti. No, in fondo non voglio saperlo davvero: rimarrò con il dubbio, nel mio albergo in posizione centrale, anche se solo per due notti.

Quali sono le cose che non vi piacciono in un blog? Cosa vi spinge ad abbandonare un articolo prima ancora di essere arrivati alla fine?

Cover photo by Christin Hume on Unsplash

63 pensieri riguardo “Cosa non cerco in un blog

  1. Ah bon, schietta ma sincera 😅. (Ammetto che ero indecisa se mettere l’emoticon o no a questo punto) Un punti di vista più che valido, mi sento un pochino pungolata lo ammetto 😅 (👈 di altra emoticon, che ci posso fare!) Poi ci ho riflettuto su e mi sono ricordata che non mi sono posta mai troppi problemi del perché scrivo un blog e cosa cerco in quelli che seguo, e mi ha fatto riflettere questa cosa.
    Ora appena il neurone si collega con me vedo di rispondermi, nel frattempo ti auguro una buona giornata 🌞☺️

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  2. Siamo esattamente agli antipodi! A parte i blog per famiglie, io cerco sempre, in primis, i blog di viaggi al risparmio. Il mio stile di viaggio è questo, quindi vado a cercare caratteristiche simili, dormendo in macchina e in tenda, cerco sempre nuovi spunti. Quello che non mi piace è la guida turistica, quella la compro in libreria, io voglio emozioni, non documentari.

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  3. Anch’io come te dopo un po’ mi stufo dei blog che parlano solo e sempre della stessa cosa. Capisco i viaggi, finché mi si parla di più mete e non di una sola perché alla fin fine di un articolo solo sulla storia delle piazze (e li ho letti in un blog inglese) non me ne faccio nulla dopo un po’. Lo stesso vale per quegli articolo “…con i bambini”, non avendo figli non me ne interesso al momento. Potrei cambiare idea in un futuro, ma anche qui il “problema” siamo noi, non loro.

    Poi, si dovrebbe fare un articolo a parte su cosa non cerco nei commenti, tipo consigli non richiesti o nel caso del mio blog quando la gente legge senza aver capito che siamo in due a scrivere e non solo io.

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  4. Condivido grosso modo tutte le tue categorie, e rilancio le mie personali: blog dove ci sono dappertutto foto del blogger, neanche fossero star di Instagram (neanche lì li sopporto figuriamoci), e blog con articoli dove la keyword è ripetuta all’infinito. Tollero a malapena quelli del “le cose da fare o vedere ASSOLUTAMENTE” che di solito sono un elenco di banalità. Lo so, sono criticona!

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    1. È vero, anche le foto ovunque del blogger (magari mentre fa la spaccata in aria davanti a ogni monumento) sono insopportabili!
      Oppure “la lista delle cose da fare assolutamente a xyz e che sicuramente non sapevi”: e poi, come dici tu, l’elenco delle banalità 😂

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    2. Cara Silvia, il tuo post è davvero un momento di riflessione illuminante. Non lo dico da blogger che tratta principalmente di viaggi in famiglia, ma da blogger in generale. Siamo sempre immerse nella scrittura e, spesso, astrarci dalla produzione di contenuti, è la vera chiave di miglioramento. Mettersi nei panni di un lettore, o, ancora, dare voce al lettore che è in noi, è un esercizio davvero importante. Non solo per coltivare quel po’ di sana autocritica, ma anche per non perdere di vista il senso della scrittura. Leggo molti blog anche io, ne seguo pochi per vari motivi, molti dei quali elencati da te. E spero vivamente di essere riuscita a discostarmi dall’immagine consueta del family travel blog. Se così non fosse, sarà un’occasione importante per fare autocritica e migliorare 😉

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      1. Io credo che con il tuo blog tu abbia centrato in pieno l’obiettivo: fornire informazioni per una meta, aggiungendo dettagli importanti per chi ha dei bambini. Prendi ad esempio l’articolo che hai scritto sulla visita alla Blue Lagoon: c’è tutto quello che serve sapere, anche per chi come me non ha figli, ma ci sono anche le informazioni per chi viaggia con uno o più bambini. Non credo sia facile rendere interessante qualcosa che per alcuni potrebbe non esserlo.
        Mi dispiace che qualcuno si sia offeso per le mie parole, ma come dici tu forse un po’ di autocritica aiuta. E se non serve ce ne faremo una ragione 😉
        Buona giornata!

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  5. Cara Silvia mi piaci sempre di più. E non solo perché abbiamo in comune dei memorabili viaggi di lavoro col boss. Mi piaci perché sei sincera e col tuo post hai dato voce a tante mie perplessità che per pura codardia non ho mai veramente espresso. Non mi piacciono i punti esclamativi, i titoli cubitali e le emoticons. Mi annoio a leggere sempre dello stesso argomento e, soprattutto, non sono e non sarò mai una viaggiatrice low cost. No, io piuttosto non viaggio ma ad un certo standard di confort non so rinunciare: hotel e non ostello, ristorante (magari famoso) e non panino.. insomma cose così. Ammiro chi con il mio budget di un week end riesce a stare via un mese ma non seguirò mai i suoi consigli su dove dormire e mangiare

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    1. Sarà che io in generale, anche al di fuori dei social e dei blog, non sopporto l’entusiasmo a tutti i costi. E, come te, preferisco stare a casa piuttosto di dormire in una topaia e di mangiare sotto un portico (per carità, l’ho fatto secoli fa quando non c’erano Google e trip advisor, ma ora direi che ci sono gli strumenti per evitare). Mi viene la pelle d’oca a leggere di chi dorme in macchina pur di andare in vacanza!

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  6. Hai dato voce ai miei pensieri. Una delle cose che però mi indispongono di più, non solo sui blog, ma anche su Instagram sono “i super entusiasti”. Della serie “no ragazzi cioè ho mangiato il panino col salame più spaziale della terra! Wow wow wow! È una figata dovete mangiarlo anche voi perché è imperdibile”…e stiamo parlando di un panino col salame (è un esempio a caso). Mi infastidisce la ricerca del “sensazionale” a tutti i costi, come anche quelli che definisco “gli esaltati cronici”, ossia coloro che vogliono farsi vedere a tutti i costi e fare passare per incredibile qualsiasi cosa.

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  7. Direi che sono d’accordo con te più o meno su tutta la linea. Non c’è nulla di male a scrivere articoli su cosa fare con i bambini, semplicemente io non sono la persona per cui sono scritti. Stessa cosa riguardo a come viaggiare in maniera super economica. Quando viaggiavo ai tempi dell’Università, probabilmente li avrei letti, ora anche no, grazie. Per quanto riguarda il blog di nicchia, dipende. In alcuni casi può risultare utile. Se il tema non è eccessivamente limitato, vi si possono trovare articoli ben approfonditi perché scritti da chi conosce bene l’argomento. Ne ho letti alcuni molto interessanti.

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    1. Quando andavo all’università anche io cercavo il risparmio, ma non ricordo di aver mai esagerato. Le vacanze del tipo “dormo anche in macchina e mangio le patatine dal pacchetto per cena” non hanno mai fatto per me. Piuttosto se non posso permettermi una vacanza resto a casa.
      Per quanto riguarda la nicchia, è utile se l’argomento è comunque un po’ ampio, altrimenti per me diventa davvero difficile prestare attenzione.

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  8. Mi ritrovo in una delle tue descrizioni. Quando ho aperto il blog era prettamente di nichhia, relatico ai viaggi on the road con i bambini, e questo mi ha permesso di fidelizzare una buona community, davvero interessata ai contenuti. Ora invece ho dato una svolta, trasformandolo in un magazine di viaggio. Perchè come hai detto tu.. il troppo stroppia e le persone cercano anche lo svago fine a se stesso.

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  9. Eco le cose che io non sopporto in un blog: i muri di parole, ovvero chi non va mai a capo, chi usa punti esclamativi a vanvera, chi scrive come parla, chi non sa usare la punteggiatura, chi ti inonda di foto, spesso inutili e fuorvianti. Ecco, mi sono sfogata

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  10. Concordo con te su quasi tutti i punti, gli errori grammaticali, i post tutti sullo stesso argomento, l’enfasi a tutti i costi, i blog incentrati solo sul risparmio. Nei blog cerco consigli e informazioni particolari diverse dalle classiche guide possibilmente espressi in modo chiaro e con punteggiatura adeguata.

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  11. Mi sono fatta due risate, ma… mi sono anche sentita presa in causa! Il mio blog tratta proprio di turismo con i bambini, e quindi… immagino la noia per te dover commentare i miei articoli! Ma come sai, trattasi di seo, e quando la nicchia scelta sono i bambini, la parolina magica va ogni tanto inserita! Altrimenti, posizionare l’articolo in prima pagina google sarebbe impossibile. Poi certo, bisogna essere uman friendly, e non solo seo friendly, ed quello che io cerco di fare. Stessa cosa per la nicchia: i competitor sono tanti, se non scegliamo una nicchia, è finita! Errori grammaticali? Lungi da me, e posso rivelarti un segreto? Godo come una pazza quando li trovo negli articoli degli altri!

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  12. Vorrei aggiungere al commento precedente, che il fatto che tu abbia trovato in un articolo dedicato ad una destinazione con i bambini, le stesse cose che hai fatto tu, dimostra solo una cosa: che con i bambini si possono fare (quasi) le stesse cose che senza! E questo è quello che io tante volte rimarco a proposito del turismo culturale! Ciao!

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    1. Mi dispiace se ti sei sentita presa in causa, ma come ho scritto questo è un articolo semiserio 😉 Il tuo blog non mi annoia perché come hai detto tu parli di cose che si possono fare con i bambini ma che allo stesso tempo possono fare gli adulti. Però se so di un posto principalmente frequentato e pensato per bambini, diciamo che lo evito – il posto e l’articolo!

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  13. Purtroppo c’è anche chi consiglia il low cost sul proprio blog, ma poi su Instagram invece è solito viaggiare in prima classe, dormire in hotel di lusso e indossare le marche più costose (marche esibite in quelle pose assurde e che sfidano le leggi della gravità che citavi nel commento sopra) 😛 Ma sì, va bene tutto, quello che però personalmente non cerco (ma se c’è pazienza) è il politically correct, il femminismo e l’inclusione a tutti i costi, di questa roba non ne posso proprio più, non lo dico semiseriamente ma seriamente! 😉

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    1. Vero, anche quelli che sono a favore del low cost ma poi finiscono sempre in alberghi fighissimi (e mi viene in mente una nostra conoscenza comune…) 😂
      Fai bene a dirlo seriamente, anzi forse avrei dovuto evitare di precisare che si trattava di un post semiserio, visti alcuni dei commenti. Tanto la gente si offende a prescindere 💁🏻‍♀️
      Comunque quando ho scritto delle meridiane è perché un po’ in fondo mi ispira e sapevo che mi avresti capito!

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  14. Siamo molto in sintonia Silvia, infatti il tuo blog mi piace molto!
    In particolare non sopporto in generale, nella vita come online, l’estremo entusiasmo indiscriminato.
    Anche io non ho interesse sui viaggi con bambini visto che non ne ho, con l’età voglio viaggiare non nello sfarzo ma neanche alla continua ricerca del risparmio. Aggiungo una categoria: i blog con foto di coppie perennemente avvinghiate, occhi negli occhi, ma perché?

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  15. Ogni blog ha i lettori che si merita! Fortunatamente siamo tutti viaggiatori con identità e preferenze diverse. Amo viaggiare comodamente e con qualche lusso e anche io detesto gli irriducibili del “famolo a basso costo”. Alla mia età gli agi sono un diritto insindacabile. Non sopporto gli schematici, quelli che riducono un viaggio a orari, costi e tempi di percorrenza. Se leggo, voglio le emozioni. Bell’articolo!

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  16. E come fare a darti torto? Innanzitutto è difficilissimo capire cosa le persone cercano in un blog: guardando le chiavi di ricerca alle volte si rimane davvero a bocca aperta per le stranezze che saltano fuori! Errori di grammatica: se vuoi scrivere un blog devi almeno saper scrivere un italiano corretto, non dico forbito ma almeno devi saper usare condizionali e congiuntivi e mettere le H al posto giusto!
    Quanto ai blog dedicati ai bambini, anche io ho notato che lo stesso giro che viene suggerito per i pargoletti è quello che farebbe un qualunque adulto senza prole al seguito… mah?

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  17. Mi trovi molto d’accordo sulla poca sopportazione nei confronti dei blog pieni di refusi ed errori..
    Aggiungo che un pochino mi annoiano i blog che elencano una serie infinite di informazioni (stile Wikipedia) ma che non aggiungono nessun tocco personale.
    Mi sentirei invece chiamata in causa per la categoria entusiasti 🙂
    Ok, forse non proprio al livello che hai descritto tu ma di base sono una persona che si esalta per tutti i posti nuovi in cui va. Eh, ognuno c’ha le sue! 🙂

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  18. Davvero un bell’articolo! Anche a me infastidisce un blog con gli “orrori” di ortografia, soprattutto quando, come dici anche tu, trovo l’applicazione scorretta dell’apostrofo. Mi è capitato anche di vedere lo scorretto uso della terza persona del verbo avere…molti ancora oggi la scrivono senza H. Sono inoltre d’accordo con te anche sul fatto della nicchia, si fidelizza il lettore è vero, però credo che bisogna anche variare gli argomenti.

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  19. Condivido molte delle cose che hai scritto nel tuo articolo. Io cerco di essere abbastanza obiettiva quando scrivo dei miei viaggi dando consigli che ritengo utili e giudizi positivi solo se i luoghi e le strutture lo meritano.

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  20. Forse più di tutti mi annoiano i blog di nicchia, ma è un mio limite perchè non riesco ad appassionarmi a un’unica “cosa” (destinazione/attività…). Poi sì, i famosi “occhi a cuore” quando scopri di amare alla follia una città, l’entusiasmo esagerato che però tendo a giustificare se il blogger è giovane. Tendenzialmente non leggo più i blog in cui non mi riconosco più.

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  21. Sai che i blog su cosa fare con bambini indispongono anche me pur avendo un figlio? La verità è che con bambini puoi fare tutto, se sono ben educati e abituati a viaggiare, senza necessariamente andare nel parco divertimenti a tutti i costi. Ogni tanto scrivo articoli su cosa fare con bambini, ma la cosa curiosa è che li leggono soprattutto persone senza figli che mi conoscono o mi seguono da anni, felici di scoprire che si può viaggiare anche con prole al seguito, senza che lasciare urlare i pargoli o rimbambirli con il tablet assordando la gente al ristorante. E poi secondo me i posti migliori dove andare con bambini sono quelli dove andare noi grandi e divertirci con la scusa dei bambini, non i posti “per bambini” 😀

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    1. Sì, ricordo che lo avevi scritto una volta, forse proprio sul gruppo! Ed è bello che questo commento arrivi proprio da chi ha un figlio ma che soprattutto è abituata a viaggiare da sola con lui, senza cedere alla tentazione, come dici tu, di mollargli il tablet e lasciare che impegnino il loro tempo a guardare cartoni animati tutto il giorno!

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