Tour guidati: sì o no?

Chi, come me, non ama ritrovarsi insieme ad altri sconosciuti per più ore in un posto nuovo, allora probabilmente farebbe meglio a evitare come la peste i tour guidati. In un gruppo di più persone può capitare di tutto: il ritardatario, il chiacchierone, l’urlatore, il fumatore seriale. Il pensiero di passare mezza giornata insieme a gente del genere farebbe venire i brividi a tanti. Ma nonostante questo, qualche volta ho partecipato a un tour guidato e, in alcuni casi, è andata meglio del previsto.

Ci sono alcune attrazioni turistiche alle quali, per la loro natura, si può accedere soltanto come parte di un gruppo organizzato. Mi viene in mente in primo luogo il KL Auschwitz, dove la visita senza una guida non permetterebbe di cogliere pienamente il significato dei luoghi. In casi come questo, credo che sia fondamentale affidarsi a un esperto che ci accompagna nelle tappe di un viaggio complicato.

Una visita completamente diversa ma dove comunque sono stata felice di aver scelto il percorso guidato è stata quella del Palazzo Reale di Stoccolma. Avrei potuto entrare senza guida? Senza dubbio, ma avrei vagato per un paio di ore da una stanza all’altra senza sapere nulla della storia delle persone che avevano vissuto in quel luogo magnifico.

Stockholm castello reale

Ci sono stati però anche dei tour guidati che non rifarei per nulla al mondo, a partire dall’escursione di un giorno da San Francisco fino a Big Sur. Partenza in autobus all’alba e rientro la sera tardi, con tantissime tappe, tutte brevissime. Mezz’ora a Monterey, mezz’ora a Montecino, venti minuti a Big Sur: due fotografie, coda davanti a qualche bagno pubblico, un caffè al volo e via di nuovo sull’autobus. Un vero e proprio tour de force lungo la costa californiana. A ben vedere, sarebbe stato meglio noleggiare una macchina per un giorno.

In alcuni casi la lingua può essere un problema in un tour guidato. Anni fa, in visita al Lygra Center di Bergen insieme al mio ex boss, ci venne assegnata una guida che ci avrebbe accompagnati lungo il percorso nel parco naturale, spiegandoci in italiano il significato delle tappe. Un gesto molto gentile da parte dei nostri ospiti, perché in teoria mi avrebbe fatto risparmiare la fatica di tradurre dall’inglese all’italiano per il mio capo, riducendo anche i tempi. Peccato però che la signorina parlasse un italiano non solo limitato, ma soprattutto incomprensibile. Qualche parola in italiano buttata qua e là con una pronuncia improbabile, mescolato a un insieme di tedesco, francese e norvegese. Dopo nemmeno dieci minuti avevamo smesso di ascoltarla, per concentrarci solo sul paesaggio.

Villsau

Lo scorso anno, prima del lockdown, avevo deciso di partecipare a un tour guidato nella zona dei murals a Belfast. Avevo individuato un’agenzia locale che organizzava visite in piccoli gruppi, sia a piedi che in auto: un’esperienza, secondo me, da fare insieme a qualcuno che conosce quella realtà e che sia in grado di spiegarla a chi ne sa poco o nulla. Altrimenti, una passeggiata senza spiegazioni sarebbe solo una bella passeggiata a caccia di street art.

In occasione dello stesso viaggio poi cancellato, avevo in programma di partecipare anche a un walking tour a Dublino per approfondire la conoscenza della gastronomia della città: mercati, negozi di alimentari e pub dove assaggiare cose particolari. Non avevo ancora scelto un tour specifico, ma l’idea era quella di affidarmi a qualche agenzia locale.

In questi casi, credo che sia fondamentale trovare delle realtà che diano lavoro alla gente del posto, sia perché in questo modo si ha la certezza di affidarsi a chi conosce davvero una meta, sia per avere la garanzia che non si tratti di guide improvvisate. È importante che siano guide ufficiali e abilitate dagli enti turistici locali o nazionali, per cui da questo punto di vista sarebbe meglio scegliere i tour a pagamento o quelli consigliati dagli enti del turismo e dalle agenzie di viaggio locali. Questo perché spesso le guide improvvisate non rispettano le regole locali e magari fanno concorrenza sleale a quelle abilitate. Da questo punto di vista, i provider più noti sono una garanzia di affidabilità.

Norway Bergen blue cap

La decisione di scegliere o meno un tour guidato per visitare un’attrazione è spesso molto personale. A volte è una questione di costi e di tempo a disposizione. In ogni caso, è bene fare sempre attenzione a chi ci si affida: per questo è fondamentale fare delle ricerche online, leggere le recensioni, e chiedere consigli alla reception dell’albergo.

Cosa ne pensate dei tour guidati? Avete esperienze positive o negative da raccontare?

Cover photo by Ethan Hu on Unsplash

53 pensieri riguardo “Tour guidati: sì o no?

  1. Anni fa un’amica tedesca mi ha fatto conoscere i walking tour dei Sandeman. L’idea è di avere come guida turistica una perona che ha scelto di vivere nel posto che ti appresti a visitare in modo che sicuramente ci sia una passione di fondo per la città. Il tour consiste in un giro a piedi di un paio d’ore accompagnati da questa guida che in maniera molto leggera ti racconta qualche aneddoto. Ne ho fatti in tante città e mi sono quasi sempre trovato bene. A Berlino il tour è stato così bello che l’ho anche rifatto in un secondo viaggio!

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  2. Non sono molto favorevole ai tour guidati. Preferisco programmare io tappe e tempistiche. Ma spesso sono necessari, soprattutto durante attività outdoor in cui non sai dove sbattere la testa all’inizio. Credo che vadano sempre valutate in anticipo, a seconda dell’esperienza.

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    1. Mi piacerebbe molto partecipare ad un tour organizzato! È un’esperienza che non ho mai fatto, neanche all’estero. Diciamo che in linea di massima mi piace organizzare da sola il viaggio, in modo da scegliere in autonomia le attrazioni da vedere e le tempistiche. Un giorno però proverò l’esperienza del tour guidato perché sono curiosa!

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  3. Quando vivevo a Melbourne ho fatto un po’ di Free Walking Tour, che sono abilitati e funzionano su base mancia. Alla fine scegli tu quanto dare, puoi anche non offrire nulla se non ti scoccia passare per un brutto cafone 😂 Da tutti ho imparato qualcosa di nuovo, soprattutto dagli stranieri (expat residenti lì che lavoravano come guide). Gli australiani invece erano sempre un po’ più lenti e superficiali, come d’abitudine 😀 Addirittura una volta (similmente all’episodio che racconti tu) avevo prenotato una visita in italiano fatta da una volontaria del Visitor Centre ufficiale cittadino, ma arrivati lì c’eravamo solo io e mio marito e la guida era una vecchina che aveva fatto l’au pair in Italia nel Giurassico e ora non parlava quasi più niente. Si sforzava tantissimo ed è stato un supplizio per tutti, non potevamo neanche andarcene perché c’eravamo solo noi 😅

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  4. Anch’io sono come te, l’idea di fare un’escursione con un gruppo di perfetti sconosciuti non mi alletta affatto. Nonostante ciò ho già partecipato a tour guidati di diverso tipo, a volte per lavoro, a volte perché, come hai scritto tu, semplicemente non si può farne a meno. Apprezzo molto le guide locali preparate, che sanno trasmetterti non solo informazioni, ma soprattutto l’anima di un luogo. Quindi, che dire… dipende un po’ dalle situazioni. Certo una delle cose peggiori è ritrovarsi in un tour di gruppo come quello che hai descritto da San Francisco a Big Sur. Odio dover correre da una tappa all’altra senza avere il tempo di esplorare il luogo come si deve!

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  5. Non avevo pensato al discorso concorrenza sleale, d’ora in poi starò attenta anche a questo aspetto. Con gli anni ho imparato ad apprezzarli sempre di più i tour guidati, senza è come dici tu un vagare a vuoto rischiando di perdersi aneddoti, curiosità e fatti interessanti. Esperienze negative hai voglia, a palate! 😀 Una tra tutte la guida che ci portò ad Alberello a vedere i trulli: “ecco, questa è Alberello, i trulli stanno là, ci vediamo qui tra due ore”. Per fortuna non sono tutti così, c’è gente brava (figa), professionale (figa) e preparata (figa)… ad esempio, non puoi andare a Nottingham e non visitarla insieme a Ade/Robin Hood 😉

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    1. Ah ah “i trulli stanno là, ci vediamo qui tra due ore” 😂 Peggio dei viaggi di Fantozzi! Almeno la tizia norvegese ci aveva messo tutta la sua buona volontà.
      Tranne questi casi fortunatamente rari, nella maggior parte dei casi le guide aiutano a capire meglio tante cose. Quello che non apprezzo di solito è la compagnia delle altre persone!

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    2. Ho fatto molti tour guidati nella mia vita ed alcuni sono stati molto utili per capire la storia o la cultura locale, come quelli ai vari siti maya in Messico. Altri invece forse non erano essenziali ma si sono rivelati pratici.

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  6. Principalmente preferisco essere auto-didatta, così ho i miei tempi da seguire e mi sento decisamente più libera, anche se a volte è interessante andare con una guida del posto perché scopri la vera cultura locale che non impareresti da nessuna guida cartacea. Dipende un po’ da dove ci si trova.

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  7. Dipende (risposta al tuo titolo). Ti rispondo sia come turista che come guida turistica. Io ad esempio non unisco mai sconosicut*, l’ho fatto solo una volta all’inizio della mia carriera e ho capito che non è la tipologia di esperienza e visita che voglio offrire. Io cucio su misura i tour e li modifico anche strada facendo, capendo i gusti e gli interessi dei/lle mie* client*. Quindi alla domanda tour guidati io rispondo sì ma scegliendo bene la guida e il tour che propone. 😉

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  8. Io distinguerei tra visite guidate di un singolo posto o di una zona e tour più ampi in bus. Sono favorevole alle prime perché di solito c’è sempre più da imparare rispetto ad andare da soli leggendo la guida. Per un tour tipo quello che hai fatto in California dico no, perché di solito sono tappe mordi e fuggi e io preferisco girare con i miei ritmi.

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  9. Penso che dipenda anche dal tipo di viaggio che si fa!
    Io, quando visito mete europee, difficilmente partecipo a tour guidati. Mi piace esplorare per conto mio!
    In Thailandia, invece, spesso i tour guidati mi hanno salvato il viaggio, tempisticamente parlando!

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  10. I locals che conoscono veramente il posto riescono a trasmetterti un coinvolgimento difficile da trovare leggendo la guida. Poi gli operatori locali che fanno lavorare gente del posto meritano di essere incentivati. La mia visita al castello di Casotto, ad esempio, era avvenuta con una giovane guida volontaria che arricchiva la narrazione con curiosità locali.

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  11. Non disdegno i tour guidati, anche se dipende molto dalla destinazione. Ci sono luoghi in cui hai bisogno di spiegazioni storiche precise, indicazioni su ciò che stai visitando e l’aiuto di un esperto è fondamentale. Andando spesso in Africa, sono abituata a condividere safari e automezzi con altri piccoli gruppi. Non ho mai avuto problemi, anche perché la destinazione accomuna intenti e sentimenti.

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  12. In molte parti del mondo mi sono resa conto che senza una guida avrei perso molto, tra l’altro con alcune sono rimasta addirittura in contatto, certo ci vogliono i gruppi giusti, non troppo numerosi e allora può diventare il valore aggiunto della vacanza

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  13. Di primo istinto, la risposta è “assolutamente no”!
    In viaggio sono “compagnia-fobica”.
    Ma confesso che, in realtà, qualche volta mi piacerebbe partecipare a un viaggio guidato, non semplice tour, perché inevitabilmente ti forniscono una serie di spiegazioni che noi, per il voler fare tutto da soli, spesso perdiamo. Però poi mi viene lo sconforto pensando ai tempi biblici di Aramis quando deve fare una fotografia, che farebbe imprecare in aramaico antico tutto il gruppo, oppure mi costringerebbe a perdere qualche spiegazione per stargli dietro…così desisto!
    Tuttavia, una volta abbiamo preso parte a un tour di due giorni nel sud della Tunisia ed è stata un’esperienza davvero fantastica, difficilmente fattibile da soli! ^_^

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    1. Anche io come te sarei tentata a dire subito “assolutamente no”! E infatti per questo motivo spesso ho rinunciato a fare dei walking tour in qualche città per paura di trovarmi insieme a gente insopportabile, anche per solo due ore. Addirittura prima dell’inizio della visita guidata ad Auschwitz, un tizio che era con noi ha pensato bene di ignorare quello che la guida aveva detto a proposito di non portare assolutamente borse ingombranti o zaini. Di conseguenza, all’ingresso abbiamo dovuto aspettare dieci minuti buoni perché lui si è dovuto mettere in coda al deposito bagagli, perdendo tutti il nostro turno per entrare. Nessuno di noi ha fatto questioni perché sarebbe stato fuori luogo, ma in un altro contesto anche lui si sarebbe meritato gli insulti in aramaico antico!

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  14. Io ho partecipato solo ad un tour guidato finora, se non si contano le due escursioni in barca con due guide d’eccezione. Però mi son trovata bene: partenza da Edimburgo fino a Loch Ness e ritorno. La nostra guida era preparata e ci sono state un paio di soste interessanti dove abbiamo potuto avere un incontro ravvicinato con dei cervi e un altro ad Iverness, bellissima tra l’altro. Poi dritto fino al castello di Urquhart e a Loch Ness. Un’esperienza che ripeterei sinceramente!

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    1. Se la guida è brava (e la compagnia quella giusta) allora ne vale la pena. Nel nostro caso del tour in bus in California, oltretutto era anche l’autista che faceva da guida, parlando al microfono quando guidava e mettendo nelle pausa la musica dei Beach Boys, probabilmente per “fare atmosfera”…

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  15. Preferisco di gran lunga evitare i tour guidati per esplorare le città, per certe visite invece secondo me è indispensabile. Una brava guida può fare davvero la differenza per farti comprendere ciò che stai guardando. Il rischio, per molti musei, castelli, pinacoteche e così via è quello di tradursi in una mera osservazione superficiale senza entrare realmente in contatto con ciò che hai davanti.
    Io però devo ammettere che ho la fortuna che Davide è geografo e appassionato di arte quindi spesso mi fa lui da guida raccontandomi storie ed aneddoti!

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    1. Verissimo: certe visite a musei o castelli, senza guida diventano un po’ dei giri a vuoto. Anche con l’audioguida, perché io dopo un po’ “mi perdo”! Meglio una persona in carne ed ossa, preparata, con la quale interagire. Sei molto fortunata con Davide 🙂

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  16. Ma dai che ho deciso proprio di recente di dare una possibilità ai tour guidati? Li ho sempre evitati, ma ce ne sono alcuni che mi ispirano parecchio. In ogni caso, una buona via di mezzo che utilizzavamo quando eravamo in 2 (senza le bambine) era l’audioguida. Molto interessante e tutta l’autonomia che volevamo!

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  17. Abbiamo iniziato a servirci dei tour guidati a Cracovia: due walking tour della città (centro storico e quartiere ebraico) più due tour uno verso Auschwitz-Birkenau e uno per le Miniere di Sale. Ci siamo trovati benissimo perchè abbiamo potuto apprezzare molti particolari in più che forse avremmo trascurato da soli. Mi piacerebbe rifare queste esperienze in altre città.

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  18. In America e a Cuba ho utilizzato i Free Tours By Foot e mi sono trovata benissimo sia per la compagnia sia per le ottime guide locali, che hanno sempre qualche segreto da svelare! Il segreto secondo me è prenotare tour guidati con piccoli gruppi di persone.. le esperienze negative ci possono essere ma vale la pena tentare!

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