Le cose da non dire a un Brit

È l’abbreviazione di Briton, sostantivo che indica un abitante della Gran Bretagna. Non è una parolaccia, né il nome di qualche app innovativa: Brit è una parola informale per indicare le persone di nazionalità britannica. Da non confondere con gli inglesi perché, a differenza di ciò che erroneamente crede la maggior parte della gente, il Regno Unito, la Gran Bretagna e l’Inghilterra non sono sinonimi.

Il Regno Unito di Gran Bretagna e Irlanda del Nord comprende l’isola della Gran Bretagna, la parte nord orientale dell’Irlanda e altre isole, mentre la Gran Bretagna costituisce la maggior parte del territorio del Regno Unito con Inghilterra, Scozia e Galles. Dunque attenzione a non chiedere a un abitante di Glasgow se sia inglese, perché molto probabilmente risponderà con il caratteristico stiff upper lip di essere Scottish. 

Dobbiamo tenerlo a mente se abbiamo in programma un viaggio nel Regno Unito, e soprattutto occorre tenere a mente quali sono le cose da non dire a un Brit: quelle domande che si sentono fare troppo spesso da turisti stranieri sprovveduti, e che potrebbero far venire meno l’aplomb britannico. 

È vicino a Londra?

Quando domandiamo a una persona originaria del Regno Unito di dove sia, e questa persona risponderà di abitare, per esempio, a Ambleside, non dobbiamo commettere l’errore di chiedere se sia vicino a Londra. Sarebbe un po’ come chiedere a un italiano se Ortisei è vicino a Roma. Nessuno si offenderà, per carità, però non bisogna pensare che Londra sia il Regno Unito. Si tratta di un paese esteso, con svariate contee, grandi città, piccoli paesi. Come qualsiasi altra nazione.

Map of UK
Mapswire

E poi, dipende. Ambleside è sicuramente più vicino a Londra di quanto lo sia a San Francisco. Ma se non vogliamo infastidire i nostri interlocutori Brit quando ci parlano della loro città di origine, piuttosto è meglio domandare: “Dove si trova esattamente?”. Magari la risposta non ci aiuterà a saperne più di prima, ma almeno non avremo fatto la figura degli approssimativi. 

Ma non ti stanchi di mangiare sempre fish & chips?

Mettiamoci nei panni di Mr. John Smith davanti a noi: quale sarebbe la nostra reazione se ci domandassero perché noi italiani mangiamo sempre la pizza? È una domanda sciocca, che presuppone una scarsissima conoscenza di un paese e della sua gastronomia, e che genera irritazione nei confronti di chi si trova di fronte.

Così come noi italiani non mangiamo solo pizza (o pasta, o mozzarella), allo stesso modo i Britons non mangiano solo fish & chips. E la risposta è che no, non si stancano perché in realtà la loro dieta è molto più varia. Allo stesso modo non si stancano di bere solo birra, o solo tè o solo gin: altre domande queste, da evitare di porre se non vogliamo una rispostaccia.

Hai mai incontrato la regina (o le Spice Girls)?

Onestamente, quante possibilità ci sono che qualunque abitante del Regno Unito possa aver incontrato la regina? E dove poi – al supermercato, in coda in farmacia, o dal parrucchiere? Questa domanda mi fa molto sorridere perché mi ricorda un tassista che, tanti anni fa, a San Francisco, mi domandò se avessi mai incontrato Silvio Berlusconi. Non che io voglia fare confronti tra Mr B. e The Queen, ma vorrei provare a dare l’idea della reazione che suscita una domanda del genere: cosa fa pensare alla gente che il semplice fatto di abitare in un paese ti renda un conoscente dei governanti?

O delle celebrità, se è per questo. Ho letto da qualche parte (ma non sono più riuscita a trovare la fonte) che fino a qualche anno fa molti britannici si sentivano chiedere da uno straniero se conoscessero di persona le Spice Girls. 

È vero che piove sempre?

No, no è vero che piove sempre. Quello che è vero è che il clima delle isole britanniche, data la loro geografia e la loro posizione, può variare molto spesso anche nel giro di poche ore. Personalmente mi è capitato di entrare in una stazione della metropolitana di Londra con la pioggia e di uscire dopo qualche fermata trovando una bella giornata di sole. Non c’è da stupirsi se dopo poco tempo nuvoloni grigi torneranno a oscurare il cielo.

Umbrella rain
Foto di holdmypixels da Pixabay

La seconda domanda – altrettanto banale e snervante – è quasi scontata: ma perché parlate sempre del tempo? Ne parlano spesso, visto che le variazioni pioggia-sole-pioggia-sole sono un aspetto importante della quotidianità di cui noi non ci rendiamo conto in Italia perché godiamo di un clima meno altalenante. Non stupiamoci quindi se ci diranno: Sorry about the weather!

Sorry sorry sorry… perché vi scusate sempre?

In realtà i Brits non si scusano in continuazione, ma troppo spesso pensiamo che sia così perché associamo la parola sorry al gesto di scusarsi per qualcosa. Per tornare alla questione del tempo atmosferico, un abitante del Regno Unito che si dice sorry per la pioggia, in realtà non si sta scusando con noi come se il cattivo tempo fosse colpa sua, ma ci sta semplicemente dicendo che gli dispiace se la nostra giornata sarà rovinata dalla pioggia.

I am sorry
Foto di kalhh da Pixabay

Ho sentito dire spesso che “gli inglesi si scusano anche quando ti chiedono l’ora”. La parola sorry è usata in tante situazioni e non sempre indica dispiacere, colpa o volontà di scusarsi effettivamente per qualcosa. Per un Brit dire sorry spesso non è altro che un modo per essere gentile con l’interlocutore. Forse è una sfumatura che manca alla nostra lingua ma che per questo non deve indurci a pensare che i britannici siano troppo ossequiosi o che si sentano sempre in colpa. 

Conoscete altre cose da non dire assolutamente a un Brit?

Cover foto di No-longer-here da Pixabay

32 pensieri riguardo “Le cose da non dire a un Brit

  1. Il pregiudizio sul meteo perseguita anche la Finlandia: non e’ vero che piove sempre e nemmeno che c’e’ sempre freddo. In questa settimana ad esempio stiamo avendo 25 gradi e sole. Certo, uno scroscio e’ sempre possibile…siamo al nord del nord. Ma l’estate esiste anche qui!

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      1. Questo post mi ha fatto sorridere, perchè mi sembra impossibile ci siano persone che fanno domande simili! Eppure a me capita spessissimo mi venga chiesto se sono inglese, perchè ho i capelli rossi. La prossima volta potrei rispondere che sì, sono inglese e conosco personalmente le Spice (mitiche!).

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  2. Ho trovato molto interessante la riflessione sul Sorry, a cui effettivamente non avevo mai pensato…
    Comunque, non so cosa tu abbia risposto al tassista di S. Francisco, ma qui, ora, ce lo devi dire: lo hai mai incontrato Berlusconi!? 🙂

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  3. La pioggia perenne è in effetti un mito da sfatare. Ricordo ancora una vacanza a Londra di tanto tempo fa in cui per una settimana intera ci fu un sole magnifico che quasi rendeva faticoso girare da turisti per il troppo caldo.

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  4. Ti dirò che io commetto ancora l’errore di fare tutta l’erba un fascio. Quando non ci penso, erroneamente dico “english” invece che “welsh”, riferendomi al mio interlocutore. Le facce che fanno credo le immaginerai benissimo. Penso sia più forte di noi.
    Come a me da fastidio quando mi dicono “eh ma tu tanto abiti a Londra”, soprattutto dai parenti che sanno benissimo che ho lasciato la capitale inglese quattro anni fa, sigh.

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  5. A me chiedono sempre se ho incontrato il Papa quando dico di abitare vicino Roma,non sia mai quando rivelo di essere vicinissima a Castel Gandolfo dove si trova la residenza papale estiva.
    La mia risposta è sempre la stessa “Certo, facciamo sempre colazione insieme la domenica prima della messa” 😀

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  6. La parte del Berlu mi ha fatto morire. E- successo anche a me negli States, infatti mi sono messa a ridere. XD
    I luoghi comuni sono un classico ovunque ormai. Grazie per le dritte, almeno si potra evitare di fare qualche gaffe.

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  7. Pensare che in UK piova sempre è una delle generalizzazioni comuni che, faccio mea culpa, ogni tanto faccio anch’io. Molto interessante quello che scrivi sull’uso di ”sorry. Io una cosa che ho notato quel ”thanks” che inseriscono spesso (per lo meno rispetto ai nostri standard). Ho notato che anche Boris Johnson ogni volta che un giornalista gli pone una domanda lui inizia rispondendo sempre ”thanks for your question…. ecc” .

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  8. Articolo molto interessante Silvia, brava! Ti leggo sempre molto volentieri 🙂

    Prima di partire per il Devon, nel sud dell’Inghilterra, anche io credevo che nel Regno Unito piovesse sempre e avevo l’idea che i britannici mangiassero solo fish & chips. Poi, avendo vissuto per più di un mese con una famiglia British, ho scoperto che la loro cucina è molto ricca e variegata (mangiavo tantissime verdure) e soprattutto sono rimasta sorpresa dal meteo. Quella estate (era il 2013) faceva particolarmente caldo e quasi tutti i giorni c’era un bel sole… l’ombrello, infatti, l’ho usato per ripararmi dal sole e non dalla pioggia 😉

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    1. Anche a me è capitato durante una settimana di lavoro a Londra di trovare un clima più caldo che in Italia, così ho dovuto comprare un paio di sandali perché ero partita solo con scarpe chiuse – ogni scusa è buona per fare shopping a Londra 😉
      Grazie Valentina 😍

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  9. Molto simpatico il tuo articolo! Io personalmente trovo il “sorry” degli inglesi estremamente elegante e sono assolutamente d’accordo sul fatto che non sia per nulla un modo per scusarsi, credo che faccia parte della loro sottile ironia. Quanto alla geografica, ovvio che non ci si può aspettare che un turista sappia dove si trovano le piccole città, ma almeno un’idea delle dimensioni…. quando dico agli americani che sono di Milano e loro mi rispondono parlando di Napoli capisco il disappunto!

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    1. Anche a me piace molto il sorry degli inglesi, e molto spesso viene usato anche quando non sono affatto sorry 😉
      Io abito in provincia di Cuneo quindi con gli stranieri è ancora più difficile cercare di spiegare, quindi mi è capitato di rispondere: “Sì, è vicino a Venezia” 😂

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