Ricordando un viaggio: dal bosone di Higgs alla cucina di Stravinskij

Una supercazzola. Così ho riassunto in un whatsapp a mio fratello le due ore trascorse al CERN. Perché, diciamoci la verità: avevo deciso di prenotare la visita al Centro Europeo per la Ricerca Nucleare principalmente per motivi cinematografici. Nel senso che qualche anno fa mi ero appassionata al telefilm Flashforward, ispirato all’omonimo libro di Robert J. Sawyer.

Un gruppo di scienziati sta conducendo un esperimento nell’acceleratore di particelle e, nel momento in cui queste vengono fatte collidere, tutto il mondo si ferma per poco meno di due minuti. Un lasso di tempo insignificante, durante il quale però gli esseri umani perdono conoscenza in una sorta di blackout, per ritrovarsi, al loro risveglio, proiettati avanti nel tempo di vent’anni. Ma questa non è una recensione di un libro e, mio malgrado, il CERN non è il set di un film. Anche se per un istante, prima di entrare alla reception mi sembra di essere catapultata in Ritorno al Futuro.

Parcheggiata davanti all’ingresso c’è una Delorean grigia da cui mi aspetto di veder scendere da un momento all’altro Marty McFly ed Emmett Brown. Invece spuntano orde di nerd dal tram che si è fermato alle mie spalle. Si tratta per la maggior parte di ragazzi italiani, probabilmente studenti di qualche politecnico. Parlano di cose incomprensibili, citando cognomi stranieri che ricordo vagamente di aver memorizzato anni fa, ai tempi del liceo. Continuano così mentre aspettiamo che la visita guidata abbia inizio. Sono tutti su di giri, è evidente: non per l’effetto di stupefacenti ma per l’emozione di mettere piede nel sancta sanctorum della scienza. Devo ammettere che quando sono riuscita a prenotare online ho esultato anch’io: per arrivare alla pagina delle visite guidate bisogna avere almeno una laurea breve in scienze informatiche e, una volta trovata, è necessario farsi venire un’infiammazione ai tendini delle dita a forza di premere il pulsante aggiorna nell’attesa che una delle date del calendario indichi la disponibilità.

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La guida ci fa entrare in una sala simile a un’aula universitaria: si presenta, ma non colgo il nome giapponese. Fa partire un powerpoint che dura quasi dieci minuti: la trovo un po’ noiosa, forse per l’aria viziata che c’è nella stanza piccola e surriscaldata, forse perché mi distraggo a osservare i miei compagni. Finita la presentazione, usciamo all’aperto e ci incamminiamo verso una delle aree di ricerca. Lo scienziato ci porta all’interno di un altro edificio, dove davanti a una serie di schermi ricomincia la presentazione: sento parlare di strumenti scientifici, di ricercatori e di fisici. In parole povere, lo scienziato giapponese ci spiega che le particelle vengono accelerate e fatte collidere a una velocità prossima a quella della luce. Il processo ricrea in miniatura le condizioni del Big Bang, permettendo di capire meglio le leggi fondamentali della natura (parole dello scienziato, non mie). Sento parlare di acceleratori, collisori e server sparsi in ogni angolo del mondo per analizzare i dati raccolti. Alla fine delle due ore i miei compagni nerd sono distrutti dal dolore: la visita è giunta al termine. Io sono provata dal freddo, amareggiata per non aver prestato un’attenzione maggiore durante le lezioni di scienze e di fisica al liceo, ma soprattutto affamata.

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Lasciato il CERN, dopo neanche un’ora di viaggio arriviamo a Morges, cittadina di 15.000 abitanti sul lago Lemano, sul quale si affacciano sia Ginevra che Losanna. Abbiamo prenotato a Le Petit Manoir, un piccolo hotel in periferia che mi piace da subito per la SPA a disposizione degli ospiti e per l’albero di Natale accanto al camino.

Si tratta di un vecchio maniero ristrutturato con poche stanze. Purtroppo però è lunedì sera, giorno di chiusura del ristorante. Ho saltato il pranzo e ho sentito dire che il bosone di Higgs è la manifestazione più semplice del meccanismo di Brout-Englert-Higgs (non è farina del mio sacco, ma del sacco dello scienziato giapponese), per cui non posso pensare di andare a letto senza cena. Ma il concierge ci viene in aiuto, prenotando per noi un tavolo in un ristorante poco poco distante.

Quando arriviamo alla Maison d’Igor, l’albergo che ospita il ristorante omonimo, chiediamo chi sia Igor. Perché, altrimenti, dedicargli un hotel e un ristorante? Così scopriamo che si tratta di Igor Stravinskij, il compositore russo, e che quella in cui ci troviamo fu la sua casa. Sembra quasi di essere tornati indietro nel tempo, vuoi per l’effetto della visita al CERN e dei discorsi sui gap spazio-temporali, vuoi per la somiglianza dell’edificio poco illuminato con la casa di Psycho.

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Veniamo fatti accomodare a un tavolo accanto al camino: l’atmosfera è rilassata, e si vede che c’è un ottimo equilibrio tra tradizione e innovazione. Ciò si riflette nel menù, che presenta una selezione attenta di piatti classici presentati in chiave moderna. Iniziamo con gli amuse bouche: zuppa di zucca alle spezie, servita con un bicchiere di Prosecco. Poi gli antipasti: insalata invernale con pere, finocchio e salsa ponzu, e zuppa di topinambur. Come piatto principale ordiniamo un filetto di vitello con verdure di stagione, e sogliola al vapore con cous-cous. Per finire tiramisù con mele e speculoos e tortino al cacao con un cuore di cioccolato bianco. Se solo fosse possibile, magari con l’aiuto degli scienziati del CERN, vorrei poter fermare il tempo in questo momento e non dovermene andare dalla Maison d’Igor.

49 pensieri riguardo “Ricordando un viaggio: dal bosone di Higgs alla cucina di Stravinskij

  1. Non sapevo fossi andata al CERN….è un’esperienza recente? In tempi di coronavirus mi fa piacere leggere articoli come questo…mi aiutano a fare progetti di viaggio futuri, abbandonando per un attimo il pessimismo che caratterizza questi giorni Come state tu e il Prigioniero? Vi abbraccio!

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    1. Ci sono stata un paio di anni fa, quando per esempio il Planetarium (che avrei voluto vedere) era chiuso al pubblico, e anche altre aree.
      Prima o poi si tornerà a viaggiare! Io sono a casa dal lavoro almeno fino al 3 aprile mentre il Prigioniero lavora perché il suo settore è alimentare. Voi come state?

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  2. Anche io attualmente sono a casa dal lavoro… E leggere i miei blog preferiti è decisamente una fonte di buona compagnia. Quindi ringrazio te, e tutti gli altri.
    Io non sapevo nemmeno che il CERN si potesse visitare…e ci credo ti abbia resa affamata! 😉
    Anche noi eravamo/siamo appassionatissimi di Flashforward, non riuscivamo a credere che, dopo la prima stagione, non abbiano proseguito… Con tutte le scemenze che vanno avanti per anni in tv, è possibile che una serie allo stesso tempo così accattivante e ‘furba’ abbia invece fallito? Io non me lo spiego.

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    1. Il lato positivo che mi aiuta ad affrontare questi giorni con una parvenza di normalità è proprio il fatto di avere tutto il tempo per mettermi in pari con le letture degli altri blog e sognare un po’ (ho salvato quello della Scozia, lo leggo oggi pomeriggio).
      Comunque sì, il CERN si può visitare e tutto sommato è una cosa interessante, però forse lo sarebbe di più con una conoscenza più approfondita della mia in campo scientifico…
      Anche tu guardavi Flashforward? Io sto ancora sperando in una seconda serie perché è rimasto tutto sospeso!

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      1. Già..credo che, dopo Lost, sia stata la mia serie preferita.. anche io lo continuo a sperare, tant’é che ogni tanto googlo ‘flashforward nuova stagione’, ma mai che ci siano notizie positive!
        Idem con The bridge e Bordertown (quest’ultimo me lo avevi consigliato tu) ma per ora tutto tace!

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        1. Sai che Lost non l’ho mai visto? Shame on me!
          Anche io continuo a tenere nella mia lista Bordertown aspettando la seconda serie. Se non li hai ancora visti, io negli ultimi giorni ho visto tre serie di Occupied (ambientato in una Norvegia occupata dalla Russia; prima puntata un po’ noiosa ma poi parte alla grande dalla seconda), e il Metodo Kominsky che ho trovato triste e divertente al tempo stesso!
          Se hai altri consigli dimmi così passo queste giornate interminabili 🙂

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        2. Entrambe appena cercate su Netflix, grazie!
          Se Lost non l’hai mai vista veramente, ti prego, corri ai ripari! Noi l’abbiamo rivista tutta 3 volte!!!

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  3. Ammetto la mia ignoranza… non sapevo che il CERN si potesse visitare anche perché la Scienza non è mai stata nelle mie corde e quindi non mi sono mai informata in merito.
    Devo però ammettere che dev’essere stata un’esperienza super; io avrei solo paura di non capire assolutamente nulla di quanto mi viene spiegato!

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  4. Silvia, indietro nel tempo mi ci hai portata anche tu: mi è venuta in mente una di quelle giornate a scuola con tre ore di scienze e due ore finali di musica 😀
    E pensare che per andare dal Salone all’hotel sarei passata proprio davanti al CERN. Comunque ho spostato i voli a settembre, pazienza per il Salone ma un giro in questo tempio della fisica ce lo voglio fare! Chissà se troverò ancora l’auto parcheggiata in doppia fila di DOC? 😉 Da come l’hai descritta la Maison d’Igor sembra avere un’atmosfera molto accogliente!
    Un abbraccio dagli arresti domiciliari…

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    1. E’ vero, quelle lunghissime mattinate con scienze e musica, oppure chimica a poi educazione fisica!
      Io sto pensando di fare la stessa cosa per l’Irlanda, spostando i voli a settembre. Speriamo, dai 🤞🏼
      Non ho chiesto ma secondo me è possibile fare un giro sull’auto di Doc ma temo che il prezzo sia in linea con gli standard svizzeri!
      Un abbraccio dalle mie prigioni…

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    2. Sono stata a Ginevra anni fa con una gita in pullman di un giorno con partenza dalla Valle d’Aosta. Alla visita al CERN confesso che non avevo proprio pensato, anche se temo che le mie scarse conoscenze scientifiche non mi avrebbero fatto apprezzare a sufficienza i contenuti (i concetti più approfonditi li ho praticamente appresi in The Big Bang Theory 😂). Flashforward volevo iniziarlo, ma un amico mi ha detto che è stato troncato senza un finale e allora ho desistito 😔

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      1. In passato anche io ero stata a Ginevra senza prendere in considerazione il CERN, e poi quella volte, complice il telefilm, ho deciso di provarci. Ha ragione il tuo amico: la serie mi è piaciuta molto perché è davvero originale, però non ha un finale e non hanno nemmeno previsto di girare altri episodi, per cui anche io ti consiglio di lasciar perdere perché altrimenti ti viene solo il nervoso!

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  5. Sappi che ti invidio tantissimo! Da sempre voglio andare al CERN, dovevo farci la gita alle superiori ma poi saltò tutto, e ancora mi è rimasto ‘sto pallino. Se mi avessi incontrata lì, alla fine della visita di sicuro avrei avuto la stessa faccia a lutto degli studentelli del politecnico *_*

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    1. Ah ah, avresti stalkerato anche tu lo scienziato giapponese per chiedere chiarimenti 😂 Mi è dispiaciuto comunque capirci poco o niente e forse dovrebbero fare delle visite separate per chi come non ricorda niente di quello che ha studiato al liceo, e per chi invece sa di cosa si sta parlando.

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  6. Visitare il CERN era uno dei miei desideri di viaggio che speravo di soddisfare questa primavera…appena ci riuscirò mi sa che penserò anch’io che avrei dovuto stare più attenta alle lezioni di fisica alle superiori ma che emozione essere lì!

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  7. Ho scoperto con il tuo articolo che il CERN è visitabile. Passerò il resto della quarantena a cercare informazioni di come intrufolarmi al suo interno e rimanerci il più possibile! Che bello il tuo tour, spero di riuscire a fare altrettanto.

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    1. Tanto per riuscire a prenotare devi passare ore davanti al computer, come quando aspetti che mettano in vendita i biglietti di qualche concerto e devi essere il primo a cliccare su “conferma”!
      Tra l’altro per la tua bimba potrebbe essere interessante la parte del Planetarium che purtroppo era chiuso quando sono andata io.

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  8. Il Cern e tutto quanto collegato per me è davvero una materia incomprensibile. Io e la fisica proprio non ci capiamo eppure ho fatto il Liceo scientifico… peccato che ancora oggi abbia dei dubbi su come funzionano le leve! Credo che della tua gita avrei apprezzato soprattutto la seconda parte: boutique hotel e ristorantino!

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  9. Non sono mai stata in Svizzera, ma mi piacerebbe partire proprio da qui. E mangiare la zuppa nel bicchiere del Prosecco, interessante come rivisitazione! Come state voi? Qua siamo in una sorta di quarantena più leggera, ma ci siamo autoisolati già da qualche settimana per precauzione.

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    1. Un ottimo punto da cui partire e ho mangiato anche molto bene!
      Qui isolamento estremo da non ricordo più se due settimane o più, al punto che abito in una frazione e non posso nemmeno andare nel capoluogo per fare la spesa. Ma a parte la noia e il fatto di non poter lavorare, tutto sopportabile! Da voi ci sono tanti casi?

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