Israele: un viaggio tra i proverbi legati al cibo

Finalmente lo posso dire: tra qualche giorno andrò in Israele. Avevo un po’ di timore a metterlo nero su bianco perché, come era successo con Berlino e con Charlotte, il viaggio tra Tel Aviv e Gerusalemme che avevo organizzato qualche anno fa è stato poi annullato per cause di forza maggiore. Da allora, qualcosa mi ha sempre trattenuta dall’idea di fare un secondo tentativo.

Fino a quando lo scorso agosto ho scoperto che Ryan Air aveva inaugurato la tratta Bergamo – Tel Aviv. E il prezzo era davvero basso, quindi perché no?
La data di partenza si avvicina, e con essa le mille domande stupide del tipo: riuscirò a spostarmi da Tel Aviv a Gerusalemme durante lo shabbat? Troverò qualche posto dove mangiare nel giorno in cui tutto si ferma? Imparerò qualche frase utile per comunicare con gli israeliani nella loro lingua?

Jerusalem Mahane Yehuda Market

La popolazione di Israele è notoriamente molto disomogenea e, di conseguenza, nonostante l’ebraico sia la lingua ufficiale, anche l’arabo è molto diffuso tra le minoranze. Meno noto ma non meno importante è l’yiddish, la lingua storicamente parlata dagli ebrei ashkenaziti. Tra tutte è quella che mi affascina maggiormente, sia per via delle origini che mescolano ebraico, aramaico, tedesco e lingue slave, sia perché ha influenzato l’ebraico soprattutto nei proverbi. In particolare, ho scoperto che yiddish e cibo hanno un legame molto forte, e ho trovato alcune espressioni curiose.

Se devi mangiare carne di maiale, lascia che il grasso ti coli sulla barba

Az men est khazer, zol shoyn rinen iber der bord
Il maiale non si mangia. Ma se proprio devi, allora fallo alla grande. Trattandosi di uno dei divieti che stanno alla base della dieta kosher, la sua violazione è considerata molto grave, quindi probabilmente è per questo motivo che l’espressione ha assunto un risvolto morale. Sembra infatti che stia a significare qualcosa del tipo: se fai qualcosa di proibito, cerca almeno di divertirti mentre lo fai. Insomma, se dobbiamo infrangere la legge, tanto vale farlo fino in fondo.

È così che si sbriciola il biscotto

Azoy tsebrecht zich dos kichel
In altre parole: così è la vita, non c’è niente da fare. Per qualche motivo mi immagino la scena nella cucina di mia nonna: all’ora di merenda prendo alcuni biscotti appena sfornati e non vedo l’ora di mangiarli.

Siccome sono maldestra, mi cadono a terra e si spezzano in tante briciole. Penso alla mia disperazione e vedo davanti a me mia nonna che con un’alzata di spalle e con la saggezza di chi ne ha passate tante mi liquida dicendomi: è naturale che un biscotto si sbricioli. Ora che ci penso, mi fa tornare in mente il nostro invito a non piangere sul latte versato.

Gli è finita una mosca in bocca e vuole annegarla

Er hot a flig in haldz un vil zi dertrinken
Questa è tra tutte, quella che trovo più divertente. Una figura retorica per evitare di dire direttamente quello che si intende davvero: la persona di cui stiamo parlando ama alzare il gomito.

Espressione, quest’ultima, che anche in italiano è un eufemismo. Ma la versione ebraica richiama subito alla mente una scena comica di una persona a cui è finita una mosca in bocca e che per non farsi soffocare cerca di annegarla con abbondanti quantità di alcol.

Sta cercando di capire se i bagel di Kulikov sono più grandi di quelli di Lemberg

Er klert tsi di Kulikover beygl zenen greser fun di Lemberger
In pratica, sto facendo una cosa completamente inutile che non mi porterà da nessuna parte perché i bagel sfornati nelle città di Kulikov e Lemberg sono praticamente identici. Oltre a descrivere una situazione in cui si perde tempo a fare qualcosa che non poterà da nessuna parte, sottintende anche che chiunque si ostini a voler trovare una differenza che non esiste, è una persona ottusa.

Quest’espressione mi ricorda per certi versi il modo di dire italiano secondo cui chi lava testa all’asino perde il ranno e il sapone. In ogni caso, i bagel di Kulikov e quelli di Lemberg li proverei entrambi.

Ci si può dimenticare di tutto, ma non di mangiare

Alts ken der mentsh fargesn nor nit esn
La mia preferita in assoluto! Non sono smemorata, ma anche se lo fossi immagino che non potrei scordarmi di mangiare. Questa espressione mi fa pensare che il cibo rappresenti un elemento importantissimo per la cultura yiddish e per quella israeliana. Il cibo e la sua condivisione non possono venir meno, tutto il resto non conta.

Anche questa volta, come prima di ogni partenza, sono curiosissima di conoscere e provare i piatti della cucina israeliana e di quella kosher. Mi sto già preparando ripetendo come un mantra be te’avon – buon appetito!

Cover photo © Nicole Baster on Unsplash

43 pensieri riguardo “Israele: un viaggio tra i proverbi legati al cibo

  1. Da laureata in tedesco ho sempre subito il fascino dell’yiddish. Ritrovare parole che mi sono familiari ha sempre fatto scattare nella mia testa un campanello ogni volta che mi è capitato di sentirlo in qualche film. I detti stranieri mi hanno sempre affascinata e questi li ho trovati decisamente divertenti, Riuscirai a fare tutto nonostante lo Shabbat, Silvia! Buon viaggio e goditi Israele!

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  2. Credo di avere una mosca perenne in bocca! 😂 bellissimo articolo, mi sono divertita a leggere questi proverbi, veri e proprio scorci di vissuto. Sono uno più bello e vero dell’altro.

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  3. Ma che belli questi proverbi, soprattutto quello della mosca mi ha fatta sorridere 😊 Diversi conoscenti la scorsa estate sono stati in Israele, approfittando di buone offerte sulle nuove tratte. Sono curiosa di leggere le tue impressioni al tuo ritorno! Buon viaggio (e bravissima per avere “recuperato” una meta dalla tua Wish list).

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  4. Silvia che destinazione super che hai scelto! ❤️Vista la tipologia di cibo trovo Israele la meta perfetta per rappresentare il tuo filone di viaggio! I proverbi sono tutti spassosissimi ma il mio preferito è quello che “se proprio devi fallo in grande”, sono assolutamente d’accordo alla sua applicazione proprio alla vita in generale 😉 Ti capisco sul discorso che facevi all’inizio, io mica ancora ci credo di essere stata in Ucraina? Ti ricordi che ne parlavamo un anno fa quando ero molto titubante se prenotare con la compagnia con cui ho volato? Avevo il terrore che mi annullassero il volo e invece è andato tutto bene! 😛 Dai divertitevi! Un abbraccio! :**

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    1. Spero solo che si abbassino un po’ le temperature perché a Tel Aviv ci sono ancora 30 gradi! Hai idea quanto sia difficile affrontare di nuovo il caldo? 😱
      Mi ricordo quando l’anno scorso parlavamo dell’Ucraina e infatti sono davvero contenta che il tuo sogno si sia realizzato! E a proposito spero di leggere presto tutto quello che hai da raccontare sul blog 😘

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  5. Che simpatici questi modi di dire 😀 Ti capisco sai sul viaggio annullato che poi ti “blocca”? Dovevo andare in Giappone, mi sono rallegrata tantissimo, poi tac, niente, tutto saltato dopo che mi ero illusa un sacco! Enjoy, non vedo l’ora di leggere poi dei piatti tipici!

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  6. Adoro il primo, sul maiale. Mi ricorda moltissimo il “go big or go home” inglese che spesso usano quasi per lo stesso motivo. Fai qualcosa per bene o non farla affatto. E anche quella della mosca mi ha fatto ridere, conosco un paio di persone che la hanno da sempre e vogliono affogarla. ahahah

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