Cosa fare (e cosa non fare) per decidere dove mangiare in viaggio

Il momento che aspetto con più trepidazione in un viaggio è quello della cena. Alla scelta del posto in cui mangiare dedico più attenzione rispetto a qualsiasi altro dettaglio perché alla fine i ricordi migliori, dal mio punto di vista, sono legati a quello che ho mangiato. Non mi riferisco solo alla qualità del cibo, ma anche al locale in sé, che non deve essere necessariamente bello ma interessante. Anche l’occhio vuole la sua parte.

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Prima di partire seleziono alcuni ristoranti e, siccome di solito viaggio durante il weekend, spesso prenoto in anticipo perché non sopporterei di trovarmi in una città che ho sognato per tanto tempo senza trovare un tavolo libero. Ma prima di decidere seguo una serie di cose da fare (e da non fare) per scegliere dove mangiare in viaggio.

Dove mangiare in viaggio: consultare Where Chefs Eat (e Google)

Si tratta di un elenco di ristoranti di tutto il mondo redatto da alcuni chef. Ne ho comprata una copia in una bellissima libreria di Cesenatico, e da allora è il mio punto di partenza per la scelta dei locali in cui mangiare in viaggio. Per le città presenti nella guida, c’è una selezione di ristoranti per tutte le fasce di prezzo, con una breve descrizione e qualche informazione pratica.

Where Chefs Eat è anche un’ottima fonte di ispirazione per trovare altri locali simili a quelli consigliati. Mi è successo a Mosca, dove inserendo su Google il nome di un posto trovato sulla guida, mi sono stati suggeriti altri ristoranti simili, tra cui ho scovato Ugolëk, dove abbiamo pranzato più volte in pochi giorni.

Ugolek crostone

Dove mangiare in viaggio: evitare i consigli delle guide di viaggio più note

Nelle guide di viaggio più quotate evito come la peste la sezione Dove Mangiare, dato che a Roma proprio una di queste guide ci ha fatti finire nel peggior ristorante di Trastevere: menu turistico, responsabile di sala in ciabatte, carbonara che sapeva di rancido. Alla mia richiesta di poter scegliere un altro piatto mi è stato risposto con un’alzata di spalle. Abbiamo chiesto il conto e siamo scappati a gambe levate.

Un’altra volta mi sono affidata al consiglio di una guida americana molto nota, decidendo così con i miei compagni di viaggio di andare a cena a Coconut Grove. Ricordo a memoria le parole usate per descrivere la cittadina poco distante da Miami: “Eclettica e intrigante, Coconut Grove è l’equivalente tropicale del Greenwich Village di New York”. A fine paragrafo, il nome di un ristorante da non perdere. A parte il fatto che il tassista che ci ha presi a bordo ha quasi rischiato di farci rapinare da un gang di Grand Avenue, quando siamo arrivati a destinazione ci siamo guardati intorno cercando invano di trovare qualcosa che ricordasse il Greenwich Village. Per di più, il ristorante era pseudo-francese.
In altri casi, il rischio è quello di fare dei chilometri per arrivare in un posto di cui avete letto, per scoprire che non esiste più.
Per l’Italia, la cosa migliore secondo me è affidarsi alle guide come Osterie d’Italia o i Cento.

Dove mangiare in viaggio: leggere i blog di chi in quel posto ci è stato 

Un esempio su tutti è quello del ristorante di Berlino dove ho mangiato il miglior pollo fritto. Il nome del locale, una vecchia Kneipe um die Ecke (un’osteria situata su un crocevia, all’angolo di un palazzo) l’ho trovato su Foodie in Berlin, un blog scritto da una donna che ha vissuto un po’ ovunque. A Berlino si è fermata per qualche anno e durante il suo soggiorno ha iniziato a mettere insieme nomi e descrizioni di ristoranti, negozi e caffetterie berlinesi degni di nota. Suzy ha viaggiato moltissimo, e per questo il suo blog è ricco di consigli anche in altre città.

Non sempre si trovano blog scritti da chi ha vissuto proprio nella città in cui vogliamo andare, per cui normalmente, prima di partire per una destinazione, cerco tra gli articoli dei blogger che conosco sperando di poter contare su qualche consiglio su dove mangiare. Prima di partire per Helsinki ho divorato i post di Anna di Profumo di Follia e proprio da un suo articolo ho saputo del mercato coperto di Kauppahalli, dove ho fatto conoscenza con i buonissimi ruisleipä.

Dove mangiare in viaggio: evitare i ristoranti italiani e le catene internazionali

Succede anche a voi di parlare con chi è tornato da un viaggio all’estero e si lamenta perché la pasta servita al ristorante italiano era scotta? A questi viaggiatori intrepidi mi verrebbe da rispondere che se lo sono meritati. Chi cerca sempre il ristorante italiano fuori dai confini nazionali dovrebbe essere multato. No ai ristoranti con fiaschi di vino e caciotte in vetrina, tovaglie a quadri e foto di Sophia Loren appese alle pareti degni di The La Trattoria!

A meno, ovviamente, che si tratti di luoghi dove la comunità italiana ha messo radici da tempo. Per esempio ho provato Joe’s Pizza a New York: la pizza è più gustosa di quella di tante pizzerie della mia città. Dove la cultura gastronomica italiana ha ragione d’essere, allora secondo me vale la pena di provare qualche piatto.

Da evitare assolutamente, sempre e ovunque, i fast food internazionali, a partire da quello del pagliaccio. Al di là del mio pensiero personale sull’eticità di questi posti e sulla qualità dei loro prodotti, penso che si possa sempre trovare di meglio rispetto a un hamburger uguale in tutto il mondo. Un’alternativa l’ho trovata anche a Sofia: in una piccola panetteria dove parlano solo bulgaro ho bevuto un caffè migliore (e più economico) rispetto a quello più noto servito nella tazza di polistirolo con la polena verde e bianca.

Si può sempre scegliere qualcos’altro, anche in un minuscolo villaggio del Lake District dove un piatto caldo nel pub sulla piazza sarà sicuramente più gustoso di qualsiasi McPiatto.

Dove mangiare in viaggio: chiedere consigli alla gente del posto

Perché di solito lo sa dove si mangia bene. Quando prenoto un albergo, cerco di evitare le catene internazionali, scegliendo hotel più piccoli, dove si ha un contatto diretto con le persone che ti accoglieranno. Mi piacciono le strutture da cui ricevi una mail per ringraziarti della prenotazione. Spesso rispondo, chiedendo non solo consigli su come arrivare dall’aeroporto verso il centro, ma anche su dove mangiare. È in questo modo che ad Avignone ho scoperto due locali dove ci siamo trovati benissimo, grazie ai suggerimenti della gentilissima padrona della Maison d’Hôtes dove abbiamo dormito.

Ginette et Marcel

I gestori di alberghi e B&B generalmente vi sapranno indicare non i posti dove mangiano i turisti, ma quelli dove mangia la gente del posto. In Irlanda furono i titolari del B&B di Kinsale a consigliarci di prenotare un tavolo al pub The Bulman che, a distanza di anni, rimane tra i miei ristoranti preferiti.

Ora tocca a voi: come scegliete i posti dove mangiare in viaggio? Decidete prima di partire o improvvisate?

48 pensieri riguardo “Cosa fare (e cosa non fare) per decidere dove mangiare in viaggio

    1. A me invece è una parte che piace molto: organizzare il viaggio, gli hotel, e anche iniziare a pensare dove vorrei mangiare. Quasi mai arrivo in un posto senza un elenco di ristoranti dove mi piacerebbe mangiare – per me sarebbe un dramma ritrovarmi da qualche parte e non trovare un tavolo libero in un posto carino 😉

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      1. Io di solito sono l’addetta all’itinerario e non do molta importanza a dove mangeró, mi adatto a tutto, ma devo dire che a furia di leggere articoli con foto decisamente appetitose, negli anni sono leggermente migliorata: se prima mi accontentavo di un panino o un fast food, adesso ogni tanto mi piace assaggiare qualcosa di tipico e i blog sono utilissimi per scovare i migliori locali! Concordo sull’evitare qualsiasi posto che si spacci per italiano, soprattutto se le tovaglie sono a quadretti bianchi e rossi! 😊

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  1. Anche per me il cibo è fondamentale in viaggio. Nel mio blog, del resto, scrivo spesso recensioni e do consigli su ristoranti che conosco bene. Quando lo faccio, è solo perché sono sicuro del consiglio! Evito come la peste le guide americani ( cosa ne capisco?) e segno sempre ogni consiglio dimostratosi valido. Pensa che da 12 anni a Madrid, dove mi reco un paio di volte l’anno, mi reco in un ristorante del centro consigliatomi da una anziana coppia nel corso del mio primissimo viaggio in città. Persino madrileni veraci, quando li ho portati, hanno fatto tesoro di questo consiglio.

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    1. Hai ragione, le guide americane sono da evitare come la peste 😉 Infatti ricordo di aver seguito il consiglio di una guida americana in Francia, e di essere capitata in un locale orrendo, pieno di turisti americani che continuavano a dire quanto fosse “delicious” il cibo terribile che ci veniva servito…
      Ti chiederò il nome del locale di Madrid appena riuscirò ad andarci!

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  2. La sezione Dove Mangiare delle guide non la guardo mai, non mi ricordo nemmeno che esiste. Preferisco cercare online consigli, racconti, recensioni, magari con qualche foto. Prendendo tutto con le pinze, perché mi spaventano un po’ quegli articoli che si intitolano qualcosa tipo “I migliori posti dove mangiare ramen a Milano e sentirsi in Cina” scritti da una persona che ha mangiato ramen una o due volte nella sua vita, non ha mai mangiato ramen in Cina, o non è proprio mai stato in Cina, e magari non capisce nulla di cibo, non è un viaggiatore gastronomico. Non so se mi sono spiegata: sarebbe come ascoltare consigli sui migliori libri del 2019 da uno che nella vita ha letto una decina di libri. Ecco, se scopro blog e profili ig di “viaggiatori gourmet” li seguo volentieri e mi segno qualche indirizzo che sia in linea con i miei gusti.

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    1. Capisco benissimo quello che dici: anche io in linea di massima non mi fido dei consigli di chi non è appassionato di cibo. Poi magari non è che mi fido solo dei viaggiatori gourmet, ma più che altro mi fido dei consigli dei blogger che seguo da più tempo e che conosco.
      In effetti Instagram non lo uso molto per questo, devo rimediare!

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  3. Consulto TripAdvisor andando a leggere recensioni medie più che eccellenti, poi sicuramente tanti blog. Difficilmente leggo la parte dedicata al cibo delle guide, mentre il libro che hai comprato a Cesenatico, ecco, quello mi incuriosisce molto 😊 Ai locali tendenzialmente non chiediamo mai perché siamo timidi.

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  4. Li ricordo benissimo i locali dove hai mangiato ad Avignone Silvia! *_* Anche io attingo dai blog e da Trip ma solo per vedere le foto dei piatti tipici del posto con nomi strani. Io in verità più che in base al cibo scelgo in base all’esperienza: mi piace da morire quando un locale mi offre la possibilità di divertirmi e provare qualcosa di diverso come ad esempio lo zoo caffè di Budapest o il locale a Praga dove le bevande erano consegnate al tavolo da un treno. Ad Atene ad esempio sarei curiosissima di entrare in una di quelle taverne dove ballano il sirtaki. Lo so è maledettamente turistico ma sto in una fase strana della vita e dei viaggi. Il Mc, parliamone…ma non mi picchiare 😛 Sempre a Budapest avevo sentito di questo Mc più bello del mondo così ci sono entrata per consumare. L’avevano descritto come Liberty, Art Decò e blabla ma alla fine niente di che. Si caruccio, inserito in un ex stazione liberty ma tenuto proprio malissimo. Entrare in un locale italiano all’estero e pretendere di mangiare come a casa di nonna no, è da idioti. Mi rubo i nomi delle guide che hai segnalato 😉
    Buonanotte Silvia! ❤

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    1. Sì ricordo bene il locale di Praga con i trenini che consegnavano cibo e bevande! Il locale del sirtaki ad Atene l’avrei provato volentieri, anche se devo dire che a Mosca ho mangiato in un posto con tanto di camerieri e cameriere in costume tipico, ma non è stata una grande esperienza. Probabilmente dipende anche dai posti.
      Anche a Bergen c’è un Mc che da fuori è carinissimo: casetta di legno, tutto bianco, sulla piazza del porto… ma non me la sono sentita di entrare 😂
      Grazie e buona giornata 😍

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  5. Chiedere alla gente del posto va comunque bene. Salvo imprevisti, come quella volta che a Rapallo abbiamo chiesto consiglio ai proprietari del nostro hotel e ci hanno mandato nella pizzeria piu’ banale del paese…forse erano loro amici o parenti! Ma anche leggere i blog di chi c’e’ stato o di chi ci abita e’ sempre una buona idea! 😉

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  6. Quanti bei spunti in questo post Silvia!!
    Sono d’accordo con te sia sugli italiani che cercano cucina italiana all’estero(meritano un bel cagotto a fine cena) e quelli delle catene famose. Io mangiai pizza a Londra solo perchè, un conoscente che abitava in città, lavorava in una pizzeria gestita da italiani e mi assicurò sulla bontà dell’impasto e degli ingredienti. Aveva ragione! Ed io sono tanto pignola sulla pizza, persino qui da me faccio fatica a trovarne una fatta a modo.
    Per i metodi che hai elencato, non conosco alcuni siti quindi li segno subito e sbircio subito i due blog che hai segnalato perchè mi sembrano interessanti.
    Anche io chiedo alle persone in albergo/B&B di consigliarmi un luogo dove mangiare, anche se mi è capitato fossero convenzionati con la struttura e quindi non fosse cosi buono. la cosa che trovo più pratica, alla fine, è scovare i gruppi su facebook di chi va spesso nella stessa zona o i blog di chi ci abita vedendo cosa consigliano o scrivendo direttamente!
    Per il ristorante a Roma, potevi contattarmi, mi spiace per la carboanra rancida, prossima volta vieni a casa mia che te ne faccio una con i fiocchi (così dicono) ❤

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    1. Quelli del cibo italiano sempre e comunque dovrebbero rimanere a casa, tranne i casi in cui ha senso. A me è capitato di mangiare la pizza a New York e una pasta al pomodoro a San Francisco, entrambi migliori di altri piatti simili assaggiati in Italia!
      La disavventura a Roma risale a tanti anni fa, ma quando tornerò nella capitale di farò sapere e porterò con me una bottiglia di vino piemontese da bere insieme alla carbonara 🙂

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  7. concordo con te: non frequento mc&co qui, quindi li evito anche all’estero o in viaggio.
    Non mi piace tripadvisor: solitamente cerco info sui blog che seguo e mi segno già prima di partire qualche posticino segnalato.

    Però tutto dove vado provo a mangiare una pizza: si scoprono cose davvero molto interessanti! A Tallinn ho mangiato una margherita con tanto di quell’aglio che credevo che avrei ucciso i miei compagni di ostello nella notte con una fiatata!

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    1. TripAdvisor è uno strumento strano, sia per gli hotel che per i ristoranti e io non mi fido più delle recensioni né per gli uni né per gli altri.
      Ti capisco sulla pizza perché come dici tu si scoprono delle cose interessanti: per esempio domani sera a Brooklyn l’idea è proprio di provare una pizzeria da uno dei pizzaioli italo-americani!

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  8. Anche io non vedo l’ora che arrivi l’ora di mangiare!! …e anche a me piace informarmi in anticipo sui posti dove andare, in maniera anche un po’ maniacale… se ho tempo :-P. Le mie fonti principali sono blog, riviste gastronomiche fidate e siti di recensioni di foodblogger. Al bando tripadvisor e simili, non mi fido, sia che parlino positivamente sia negativamente del posto.

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    1. Bene, mi capisci 🙂
      Anche io cerco di organizzarmi e “studiare” con anticipo i vari posti dove mangiare usando proprio le fonti che usi anche tu. Di TripAdvisor non mi fido più nemmeno per gli alberghi perché per esempio tra i 10 migliori della mia città ci sono dei locali veramente tremendi…

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  9. Anche io generalmente presto molta attenzione al luogo dove cenare quando viaggio, trovo che il cibo e la location contribuiscano ai bei ricordi di un viaggio. All’estero adoro assaggiare le specialità locali e mi piace farmi consigliare dalla gente del posto proprio perchè conoscono i posti che frequentano loro e non le trappole per turisti. Ovviamente no ai ristoranti italiani e no no no alle catene internazionali! Meglio provare un piatto dal nome impronunciabile sperando che non sia un insetto piuttosto che mangiare un hamburger globalizzato

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    1. Anche per me il cibo e il posto dove ho mangiato sono dei ricordi importantissimi del viaggio, nel bene e nel male, per cui la scelta è molto importante.
      Sono d’accordissimo: sempre meglio provare un piatto che non sappiamo cosa sia piuttosto che un hamburger uguale in tutto il mondo!

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  10. Non conoscevo Where chefs eat, quasi quasi me lo compro!
    Se viaggio in Italia mi affido alla vecchia guida alle osterie d’Italia di Slow Food dei miei, sempre una garanzia.
    Se vado all’estero mi metto a scartabellare Google maps e salvo i posti che mi ispirano.
    Anche io tuttavia preferisco leggere nei blog i consigli mangerecci, è un modo per conoscere nuovi blog e per pregustare i lauti pasti che mi aspettano! 😋

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    1. Tra l’altro è uscita la nuova edizione che non ho comprato e infatti sono curiosissima di vederla!
      In Italia anche io uso molto Osterie d’Italia, e non si sbaglia mai.
      Anche a me piace cercare i posti su Google Maps e poi andare a vedere i loro siti internet, e ovviamente anche i blog 🙂

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  11. Anche io ho mangiato da Joe’s… Fantastico. Che esperienza.
    Io mangio sempre (laddove sia possibile e il viaggio sia lungo) una pizza all’estero. Non lo faccio perchè cerco i sapori di casa mia, ma solo perchè mi diverto tantissimo a vedere come ognuno reinterpreti questo piatto che, se ci pensi bene, è semplicissimo. L’ho mangiata anche in Namibia e la ricordo come una delle cose più divertenti e strane che abbiamo fatto là.

    Condivido tutto quello che hai scritto su questo articolo e aggiungo che, spesso, mi faccio guidare dall’istinto e seguo i locali. Il posto è pieno di gente del luogo?!? Ok, è quello che fa per me! In genere funziona!!!

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    1. Anche io come te mangio quasi sempre la pizza, almeno se il viaggio è più lungo di un weekend (se ho pochi pasti mi concentro sui sapori locali). Se ho più giorni e più pasti mi piace provare la pizza per scoprire proprio come la interpretano in quel posto: a volte si hanno dei risultati tremendi, ma sai che a Brooklyn un paio di settimana fa ho mangiato una pizza migliore di tante pizzerie della mia città?
      Se il posto è pieno di gente che non ha “l’aria da turista” allora è una garanzia 👍🏻

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  12. Anche io faccio più o meno come te .. solo che io scelgo anche le location dei ristoranti per le foto. Mi spiego meglio: se trovo su una guida un posto che mi garba cerco con google map per vedere dove si trova e valuto la luce che c’è in quella zona. Se vedo che oltre al cibo, il locale è bello, allora cerco di andarci quando è più luminoso. 🙂 Lo so.. sn fuori.

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  13. Ho divorato questo tuo articolo, essendo la scelta dei posti dove fermarsi per mangiare una di quelle a cui tengo di più durante un viaggio…un mix di cucina, location, sensazioni trasmesse…nom riesco a trascurarlo! Perciò tendenzialmente parto con una breve lista di possibili luoghi, prendendo ispirazione da blogger che raccontano la loro esperienza o da foto che mi rapiscono su Pinterest o Google immagini. Ma una volta giunta sul posto cerco sempre di chiedere consiglio all’host del B&B o dell’appartamento (raramente soggiorniamo in hotel) e devo dire che spesso e volentieri ho messo da parte ogni piano per accogliere i loro posti del cuore, non pentendomene praticamente mai! La gente del posto sa dove si mangia bene 😊

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    1. A volte la soluzione migliore è un misto di cose: consigli di chi ci è già stato, sensazione dettate dal posto una volta arrivati a destinazione. Ma soprattutto i consigli della gente che abita lì, perché di solito sanno dove si mangia bene. Di solito perché mi è capitato in Scozia di ricevere una serie di consigli alla reception dell’hotel: praticamente erano ristoranti abbastanza scadenti con i quali erano affiliati. Ma quella è stata l’unica volta 🙂

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      1. Sì, purtroppo alle volte le affiliazionoi tra gli esercizi pubblici sono la rovina dei turisti, con il risultato che questi ultimi ricevono consigli di convenienza più che veri consigli… bisogna farci attenzione 🧐

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  14. Grazie degli ottimi consigli. Anch’io mi metto a cercare i ristoranti che voglio assolutamente provare prima di partire e spesso leggo i consigli di altre travel blogger che vivono in zona e che quindi sanno per esperienza quali sono i posti migliori. Copierò l’idea di scrivere prima in albergo per avere qualche suggerimento su dove mangiare così da prenotare prima della partenza.

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  15. Sono d’accordo con te! Riuscire a trovare luoghi autentici è una vera fortuna e spesso assai difficile quando si ha poco tempo. A volte riesco ad individuare il posto giusto, altre purtroppo no e, ovviamente, sono anch’io cascata nelle trappole per turisti. Sono riuscita ad evitarle proprio qualche giorno fa ad Arcachon, in Francia scegliendo alla fine una cabane assai spartana ma con ostriche freschissime! Mi segno i tuoi testi. È sempre un piacere leggerti

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