Passeggiando per Bergen: dal monte Fløyen a Nygård

Agli abitanti di Bergen piace prendersela comoda la domenica mattina. Quando esco dall’albergo dopo aver fatto colazione non incontro anima viva per strada: i negozi sono chiusi, e gli stand del Fisketorget sulla piazza del porto non hanno ancora aperto. Non c’è nessuno in fila alla biglietteria della Fløibanen, la funicolare che porta fino alla sommità del monte Fløyen.

Per fortuna, perché avevo letto di code chilometriche per comprare il biglietto, per salire sul trenino e per fare qualche fotografia dalla terrazza panoramica una volta a destinazione. Faccio tutto in pochi minuti: prendo un biglietto di sola andata, aspetto la Fløibanen e salgo fino in cima, godendomi il paesaggio dalla vetrata della funicolare, osservando la città che diventa sempre più piccola ai miei piedi man mano che si sale.

Monte Floyen Bergen.jpg

Sono fortunata perché probabilmente è una delle poche giornate in cui Bergen non si sveglia sotto la pioggia. Non c’è nemmeno la nebbia, quindi la vista dal Fløyen, uno dei sette monti che circondando la città, è ancora più spettacolare. Cerco, da lassù, di distinguere alcuni punti che conosco: il Bryggen con le sue case colorate e la Festplassen con il lago e i ciliegi in fiore.
Appena il tempo di godermi il silenzio della montagna, e la terrazza viene invasa da un gruppo di giapponesi armati di bastoni per i selfie. Per fortuna ho deciso di non scendere con la funicolare, ma di tornare in città a piedi, lungo uno dei sentieri che costeggiano la montagna.

Cammino fino al lago Skomakerdiket e, da qui, seguo le indicazioni per il centro. Almeno tre sentieri portano a Bergen e i percorsi si equivalgono. Una passeggiata che dura un’ora scarsa e che mi conduce prima tra i boschi, poi attraverso tranquilli quartieri residenziali. Case di legno a un piano, con giardini curati dove la gente ti saluta con un cenno del capo: chi taglia l’erba, chi aggiusta una bicicletta, chi semplicemente ritira la posta dalla buca delle lettere.

Bergen case legno.jpg

Mi ritrovo alle spalle della chiesa di Korskirken, in una piazza che sta iniziando lentamente a svegliarsi e a popolarsi. A differenza della maggior parte delle attività che restano chiuse di domenica, il Kaffemisjonen è aperto. Una caffetteria davvero minimal: nessuna insegna fuori, nessun nome sulla porta. All’interno, alcuni sgabelli lungo la vetrata, qualche tavolino e il bancone dove ordinare. La discesa dalla montagna mi ha messo appetito, e i biscotti al cioccolato sembrano invitanti. E sono perfetti insieme a una tazza di caffè bollente che, con l’aria frizzante che c’è fuori, aiuta a scaldarsi.

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Dopo la colazione di metà mattina, voglio tornare a vedere una delle cose che mi sono rimaste più impresse dai miei precedenti viaggi a Bergen: le vie di ciottoli che si incrociano ad angoli irregolari e le case di legno a due o tre piani, colorate di bianco, grigio chiaro o panna. Si possono trovare in zone diverse del centro e in effetti avrei potuto preparare una mappa prima di partire, ma il bello di questa città è camminare senza una destinazione precisa. Così sarà una sorpresa voltare un angolo e trovarsi in una strada che sembra uscita da una cartolina.

Bergen streets

Una traccia ce l’ho, perché quello che cerco si trova in buona parte sulla penisola di Nordnes, partendo dall’acquario e camminando verso il Nationale Scene, il teatro nazionale. Tra queste strade, pur non sapendo nulla di street art, nemmeno il mio occhio inesperto si lascia sfuggire uno dei tanti murales che ripropongono personaggi dei videogiochi degli anni Ottanta, o interpretazioni moderne di noti dipinti.

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Senza averlo pianificato e senza sapere che esistesse prima di averci messo piede, mi ritrovo al Bergen Maritime Museum. L’ingresso è gratuito ma non posso dire che la visita sia particolarmente entusiasmante. Avrei preferito il Museo di Storia Naturale, che però è chiuso. Vale comunque la pena di arrivare fino qui: oltre a essere la sede delle principali facoltà dell’università di Bergen, Nygård è un quartiere tranquillo, poco frequentato dai turisti.

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Nel frattempo si è fatta l’ora di cena, e questa è la zona dove fermarsi per provare la cucina nordica. Prima di partire avevo cercato invano tra i miei vecchi appunti il nome di un ristorante in cui ero stata con alcuni amici di Bergen. Quel posto non l’ho trovato, ma mi sono imbattuta in Marg & Bein. Lo si nota per lo stile essenziale e lineare tipico della Scandinavia – o forse sarebbe meglio dire che è proprio questo stesso stile a farlo passare quasi inosservato. Un’insegna scura con il nome che sembra scritto a mano, due vetrine al piano terreno di una casa bianca in una via tranquilla, lontana dalle zone più trafficate.

Staff giovane, come di regola in questi locali dove la parola d’ordine è semplicità. Nell’arredamento – pavimenti di legno grezzo, tavoli senza tovaglie, lampadine che pendono dal soffitto – e nel menu, che cambia più volte alla settimana. La tradizione culinaria della Norvegia viene presentata attraverso pochi piatti realizzati con ingredienti di stagione: carne di agnello affumicata e salata, insalata di granchio, filetto di lange (un pesce simile al merluzzo), e formaggi di capra.

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Ingenuamente, penso che Marg e Bein siano i due proprietari del ristorante, innamorati l’uno dell’altro e della cucina norvegese. Nella mia fantasia, Marg è una donna dalla bellezza diafana che si occupa della sala, mentre Bein, con la barba bionda e i coltelli tatuati sugli avambracci, dirige la cucina. Invece no: marg significa midollo e bein osso. La passione c’è comunque: quella per le parti dell’animale che troppo spesso sono trascurate ma che meritano di stare su qualsiasi menu.

Bergen, finirai mai di sorprendermi?

24 pensieri riguardo “Passeggiando per Bergen: dal monte Fløyen a Nygård

  1. Sono qui a casa mia, o mi trovo in Norvegia? Sono scesa nella mia solita strada, o ho imbeccato una delle viuzze contornate dalle casette colorate? Mi hai portata con te lassù con questo racconto… Mi hai fatto assaporare l’aria frizzantina di quella domenica mattina! E mi sono decisamente immaginata i muscoli di Bein, e i suoi tatuaggi… Prima di tornare alla realtà.

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  2. Devi sapere che io sono innamorata pazza della Norvegia sin da quando ero bambina. Tanto che ai 40 anni mi sono regalata il viaggio che tanto sognavo. Bergen però è rimasta un desiderio ancora sospeso. Mi piacerebbe svegliarmi così di domenica mattina

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  3. Come per i racconti del Boss dovresti dedicare un libro anche alla Norvegia, magari titolarlo I Racconti del Nord o qualcosa del genere. Hai la capacità di portarci con te in una terra fantastica arrivando quasi a farci sentire gli odori che provengono dalle cucine dei ristoranti! Devo ammettere però che mi fa strano il cielo azzurro in Norvegia, ma tant’è è meravigliosa anche così. Sono quasi tentata di firmare il mio cognome con la ø d’ora in poi! 😉 ❤

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  4. Siamo stati a Bergen durante il nostro viaggio di nozze e anche noi abbiamo preso la funicolare. Ricordo bene il panorama e il bel parco che c’è sulla sommità del monte. Che belle le case di Bergen! Perfino il McDonald è in stile nordico!!

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  5. La Norvegia è stato uno dei paesi più belli che abbia mai visitato. L’abbiamo girata in auto da Oslo a Kristiansund e tornando giù passando per Bergen, Kristiansand e di nuovo Oslo. Devo dire che ne ho approfittato per mangiare i buonissimi piatti tipici di ogni luogo, ricordo ancora la buonissima Fiskesuppe servita nei mercati all’aperto. Bergen mi è rimasta nel cuore, con i suoi colori e le bellissime stradine piene di fiori, i mercatini e gli street food. Una città a misura d’uomo e di bambino :-). Una passeggiata nel bellissimo parco del monte Fløyen e un giro in canoa nello splendido laghetto è assolutamente da non perder.

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