Disavventure in viaggio: il peggior Capodanno

La sera del 31 dicembre non è mai stata la mia preferita. Feste in piazza al freddo in mezzo alla folla, serate in discoteca a ballare disco music anni Ottanta, cene in ristoranti dai menu improbabili… Come direbbero gli inglesi: not my cup of tea. Partire per un viaggio potrebbe essere una buona idea, ma i prezzi per muoversi in questo periodo sono troppo alti, e poi ci sarebbe comunque la possibilità di ritrovarsi in uno degli scenari di cui sopra, anche all’estero.

Insomma, il rischio trenino al ritmo di Brigitte Bardot Bardot è elevato, ovunque. Proprio lo scorso 31 dicembre, mentre mi preparavo per andare a cena a casa di amici, ho chiesto al Prigioniero quale fosse stata la serata di San Silvestro più terribile. A entrambi è tornato in mente un Capodanno di tanti anni fa: quello che a mani basse vince il premio Oscar per il Peggior Capodanno della Storia.

Risale a un’epoca in cui le recensioni di Booking non erano ancora diffuse. Perché se avessimo potuto leggere le opinioni o vedere le immagini dell’albergo proposto dal nostro amico, avremmo subito risposto: grazie, ma no.

A differenza di tutti gli altri hotel contattati, questa struttura in una località delle montagne piemontesi risponde di avere non solo delle stanze libere, ma anche dei posti disponibili per il cenone: a questo punto qualche dubbio sarebbe più che lecito. Ma il nostro entusiasmo ci fa vedere solo il lato positivo: è a poco più di un’ora di macchina da casa, costa poco, per raggiungere il ristorante basta attraversare la strada. Senza pensarci due volte prenotiamo qualcosa come dodici stanze, pagando in anticipo. Cosa mai potrà andare storto?

Al nostro arrivo tutto promette bene: l’albergo si trova sulla piazza principale, c’è un ampio parcheggio, e possiamo anche passeggiare tra i negozi aperti nell’attesa del cenone. Da fuori, l’edificio è del tutto simile a un tipico hotel delle nostre montagne: rivestimenti esterni in legno e intonaco, imposte decorate, vasi di fiori (secchi) alle finestre. Il nostro amico incaricato della prenotazione non perde tempo: va al ristorante di fronte, quello in cui ceneremo, a cercare il proprietario. Il tizio, chiaramente di fretta e senza troppa voglia di perdersi in saluti e spiegazioni, ci consegna le chiavi delle camere al secondo piano. L’unico aperto per l’occasione.

Motel neon sign
Photo by Brett Sayles from Pexels

In camera capiamo il motivo del prezzo basso e della disponibilità: il riscaldamento è spento, le stanze puzzano di umidità e di muffa, dai rubinetti esce solo acqua fredda. Torniamo dal proprietario, facendogli presente che le camere sono più gelide di una cantina, e lui ci liquida con una promessa: “Adesso accendo il riscaldamento”. Ci lamentiamo anche della mancanza di acqua calda, e lui borbotta qualcosa del tipo: “Ah sì, la caldaia.”

Ci fidiamo, e decidiamo di andare alla scoperta di quello che il paesino di montagna ha da offrire a un gruppo di oltre venti ragazzi. Ben poco, se non un bar di cui occupiamo quasi tutti i tavolini e dove ci scaldiamo con cioccolata calda e punch al mandarino. Decidiamo di fare una tappa in albergo prima di cena, convinti che troveremo le nostre stanze calde e accoglienti. Ma ci sbagliamo. Sono ancora delle celle frigorifere. E dai rubinetti sgorga ancora acqua gelata. Impossibile pensare di fare una doccia: riesco a malapena a lavarmi le mani senza che le dita mi si stacchino. Roba da far rabbrividire anche uno Stark.

La tensione intanto si accumula e, quando arriviamo al ristorante per la cena, facciamo notare al proprietario che il riscaldamento non è stato acceso. Di nuovo, è sfuggente e ci liquida con un “Certo, certo”. Non possiamo dormire in quelle condizioni, e lui ci invita con modi bruschi a prendere posto a tavola. Il cenone è un affare da dimenticare: camerieri visibilmente scocciati ci servono cibo quasi immangiabile senza nemmeno un sorriso. Evidentemente non siamo gli unici a desiderare che la serata finisca in fretta.
Ma il peggio arriva quando una delle tavolate decide di fare un brindisi, nonostante manchi ancora più di un’ora a mezzanotte. Un tizio con un gilet di seta si alza, sale sulla sedia, scuote la bottiglia e la stappa: una sorta di Alain Prost sul podio pronto a versare fiumi di champagne sulla folla. Peccato che sia vino rosso. In un attimo è il delirio: i suoi amici lo imitano, e in pochi istanti il locale sembra la scena di una sparatoria. Chiazze rosse ovunque: sulle pareti, sulle tovaglie, sulle tende e sui nostri vestiti.

Non riusciamo a salvarci nemmeno nascondendoci sotto i tavoli. Il mio maglione di cachemire azzurro comprato con i risparmi da studentessa universitaria è irrimediabilmente rovinato, come la serata. Il burbero proprietario, ora giustamente adirato, entra tuonando nella sala. Ci sbatte fuori tutti, a un’ora dalla mezzanotte. Chiude a chiave il ristorante, ignorando le nostre richieste di voler almeno accendere i termosifoni. Intanto gli ideatori del brindisi a base di Barbera si sono dileguati, e poco alla volta se ne vanno anche gli altri ospiti del ristorante. Ormai siamo solo più noi: una ventina di ragazzi che non ha altra scelta se non quella di tornare in camera. Inutile dire che né il riscaldamento né la caldaia sono in funzione. Dormiamo poco e male, senza toglierci i vestiti macchiati di vino, sperando che la notte finisca in fretta, ma soprattutto sperando che il nuovo anno sia migliore di come è finito il precedente…

Avete mai trascorso delle serate di Capodanno da dimenticare? Raccontatemelo in un commento!

Cover photo by cottonbro from Pexels

85 pensieri riguardo “Disavventure in viaggio: il peggior Capodanno

  1. Non ho dubbi. Capodanno 2003 in una villa vicino Roma, io, mia sorella, il fidanzato e un amico. Per il cenone ci apparecchiano a un tavolone con altri 8 sconosciuti. Il silenzio imbarazzante è rotto dalla cena, servita velocemente perché alle 23 entrano quelli del secondo turno. Piatti immangiabili, ma si sa, queste serate sono ideate più per lo stare insieme che altro, ma quando un cameriere ubriaco mi vomita addosso non so se ridere o piangere. Me ne vado tutta imbarazzata con la gente che mi rideva intorno… Più che capodanno è stata proprio la peggior serata della mia vita😅

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  2. Cioè, in un paese di montagna vi accolgono con il riscaldamento spento il 31 dicembre?? Però…altro che Grande Inverno, davvero!!!
    Il migliore è Alain Prost de noaltri che per riscaldare la serata decide che è ora della genialata!!! ahahahaha
    Se penso al mio Capodanno “imperfetto”, la risposta è facile: quello in cui ho rischiato di perdere un occhio per colpa di un razzo partito in orizzontale. Credo che l’immagine di quel missile che mi punta la dimenticherò molto difficilmente! 0_0
    Chiedo anche a Kiki, magari ha un ricordo peggiore del mio, chissà… 😛

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    1. E pensa che quel l’albergo esiste ancora ed è pure aperto. Ci passo davanti quando vado nel paese di montagna dove trascorro sempre qualche giorno in estate, e ci sono delle persone che entrano ed escono. Anzi ora vado a vedere le recensioni su trip advisor…
      Madonna che paura con i razzi! Con tute le storie che si sentono di occhi/mani rovinati c’è da aver paura.
      Dai speriamo che Kiki non abbia ricordi così tremendi 😉

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      1. Non c’è problema Silvia, Kiki é specializzata nelle sentenze: la facciamo passare lì davanti e l’albergatore chiude nel giro di un mese!! 🤣🤣🤣
        Non c’è scampo all’anatema!! 👺

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  3. Oh mamma, che Capodanno da incubo! Tra l’accoglienza del proprietario e la doccia a base di vino penso (e spero per voi) sia ineguagliabile! Io da ragazza adoravo Capodanno perché di solito prendevamo in affitto una casetta nell’entroterra ligure in mezzo al nulla e tra caminetto, cena fai da te e soprattutto tanta musica ci divertivamo davvero con poco! Crescendo ho sempre preferito evitare il Capodanno in piazza o i cenoni nei locali e partire il giorno dopo per un paesino in Liguria o Piemonte 🙂 Comunque il mio peggior Capodanno è stato il penultimo: influenza tremenda sia per me che per Enri a base di febbre alta, raffreddore e problemi di stomaco. Ad un certo punto, alle 23 circa, visibilmente distrutta, ho proposto un brindisi con l’antibiotico per poter provare a dormire 😀

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  4. Devo ancora riprendermi dalla storia ahahahah è cosi surreale!
    Anche io, come te, odio il Capodanno. Da sempre. E ogni volta cerco disperatamente di sfuggirne ma non ci riesco mai, qualche gruppo di amici riesce sempre a vincere e portarti con se. Una cosa devo ammetterla però: sarà che scelgo sempre la compagnia giusta, perché alla fine non c’è un capodanno che non ricordo con un sorriso.

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  5. Silvia ma succedono tutte a te, è incredibile!!
    Io non ho ricordi di capodanni particolarmente tragici, solo estremamente (estremamente) noiosi… gli ultimi non male ma un po’ frustranti, visto che siamo quasi sempre in qualche città estera ma i miei compagni non hanno la minima idea di uscire ed andare in piazza. Da una parte condivido, ma dall’altra un po’ mi piacerebbe. Comunque meglio noiosi che ibernarsi senza potersi lavare e sporchi di vino. Da denuncia, tutti!

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  6. Non lo so se avrei malsopportato più il maglion brulè o se la cella frigorifero…guarda io avrei attaccato il phon a manetta per riscaldare l’aria tutta la notte (e procurargli un bell’infarto in bolletta al gestore dell’hotel)! 😛 Nemmeno io sono per i veglioni e negli ultimi anni uso la scusa del concerto di piazza per scappare dall’ennesima mangiata in famiglia. Durante una di queste feste di piazza abbiamo rischiato di finire calpestati seriamente, immagina la scena: migliaia di persone stipate, ad un certo punto un ragazzo ubriaco comincia a vomitare e la folla si apre intorno a lui come le acque del mar Rosso intorno a Mosè. Per fortuna (ma per fortuna veramente) è finita a ridere. 😂😂😂 Silvia però potevi citare un pilota più recente altrimenti facciamo capire quanto siamo agée! 😉
    Un abbraccio!

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    1. Guarda, entrambe le cose sono state qualcosa di indimenticabile 😉 Ah ah non so nemmeno più se ci fosse il phon in camera!
      Vedo che l’ubriaco vomitante è un tema ricorrente: a noi mancava solo più quello, sarebbe stata la ciliegina sulla torta.
      Ma sai che ho pensato a un altro nome al posto di Alain Prost? Ma niente, non mi veniva in mente nessuno – a parte Niki Lauda ma anche lui è abbastanza vecchiardo 😂😂😂

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  7. Io odio il capodanno e tutte le feste comandate nelle quali bisogna “divertirsi per forza”. Ma devo dire che innalzi il concetto a vette mai esplorate dall’uomo! Spero che ora che eisstono i mezzi per lasciare recensioni, quei posti abbiano chiuso!

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  8. Per fortuna non ci è mai capitato di incorrere in questi gentiluomini 😂Già non è una festa che amiamo molto, ci metti anche questi racconti, non è che la voglia di festeggiarlo fuori salga alle stelle….Certo che dormire in una camera stile ghiacciaia penso sia terribile, io soffro il freddo, quello sarebbe stato un vero incubo per me!

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  9. Ero seduta, aspettavo la mia adorata cena al caldo, seguivo addirittura una terapia antibiotica. Un cameriere con un vassoio colmo di sei birre maxi ghiacciate inciampa nel nulla versandomi litri di birra gelida sulla testa. La sento ancora colare lungo le spalle. Brrr. However, mi hai fatto sorridere 😉

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  10. Mammaaaaa che situazione! Ho letto tutto d’un fiato sperando che alla fine qualcosa potesse migliorare. Anch’io comunque non amo per niente le vigilie di capodanno, questa di quest’anno però è stata carina, in aereo, per tornare dalla mia famiglia che mi aspettava per il cenone. Il capodanno più brutto in assoluto è stato tanti anni fa (circa venti 😱) quando sono stata lasciata proprio il giorno della vigilia ma avevamo già prenotato con i suoi amici e compagne e dovevamo tenere in piedi la sua sceneggiata della coppia felice almeno per una sera in più, per non rovinare la festa agli altri. Tanta ipocrisia misto a cinismo. Sta di fatto che per me è stata una serata terribile piena di sofferenza. Da dimenticare!

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  11. Un capodanno a dir poco fantozziano, con un cameriere che mi immagino ti versi i tortellini sulla pancia e ti faccia piantare il viso sulle fragole con la panna. E quando siete in camera, tu che dici come Mariangela “Ma non fa freddo?” e chi sta con te dice come fantozzi “Mmm…. Freschino…” e i pendolotti di ghiccio alle spalle, con sottofondo musicale del maestro Canello (del resto la foto in cui l’orologio viene tirato avanti è di quel mitico capodanno). Tra l’altro, il brindisi prima di mezzanotte mi fa pensare ad un accordo tra proprietario e festeggianti per farvi sloggiare prima perchè lui aveva altri impegni, come il Canello. Mi hai fatto ridere!!! Ma per te quella serata non deve essere stata divertente. 😉

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    1. Ah vuoi dire che il proprietario, come il Canello, aveva orchestrato il tutto per andare a una festa “vera”? In effetti non ci avevo pensato, ma potrebbe essere proprio così!
      Quella sera non abbiamo riso molto, però sai com’è, dopo un po’ di tempo questa disavventura si è trasformata in un aneddoto divertente 😉

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  12. Beh, non a questo livello. Mai letta una cosa così…
    Comunque condivido la tua idea sulla serata del 31 dicembre… Un incubo.
    Sono anni che mio marito ed io la passiamo in casa per i fatti nostri, preparando una cenetta coi fiocchi, guardando un bel film (sempre Love Actually…) e cercando di calmare i mici spaventati dai botti…

    Dopo aver letto questo tuo articolo sono ancora più convinta della scelta… Già, già.

    Un abbraccio,
    Elena

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  13. Sembra una scena da film! ora si, ci sono le recensioni ma nonostante ciò mi domando come sia possibile che a volte un posto venga definito bello ed accogliente quanto in realta è sporco e con arredamento malconcio.. esperienza di questa estate 😦
    spero che ora ci ridiate sopra!

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  14. Ahah la doccia di vino rosso, noooo! Non so cosa sia peggio se la camera gelida (io non riesco proprio a dormire con il freddo, sto male fisicamente), il maglione rovinato o il povero Barbera sprecato. Una bella lotta direi! Non ho mai vissuto un capodanno così “indimenticabile”, ma ne ho fatti un paio veramente noiosi. Diciamo che negli ultimi anni preferisco stare a casa con il mio compagno o al massimo in famiglia, onde evitare serate spiacevoli 😀

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  15. Oggesù che incubo. Sarebbe il giusto inizio per un grandissimo film dell’orrore, mi immagino una storia alla “10 piccoli indiani”: venti ragazzi chiusi dentro un albergo fantasma, dove il sangue si mischia al barbera ed il gelo che si taglia a fette…. ahahahah

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  16. Ultimamente anche io non sono più una fan dei cenoni. Da bambina li adoravo perché significava tutta la famiglia unita e la nonna che cantava il “Capodanno” allo scoccare della mezzanotte. Poi con il tempo tutto ha perso il suo spirito e ultimamente non ci tengo quasi più per niente. Però in viaggio non l’ho mai trascorso. Certo il tuo capodanno non credo sia facilmente battibile eh…..ma di sicuro resterà indimenticabile a vita! 😉
    Un abbraccio, e che i prossimi vadano meglio 😉

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  17. My gosh, ma com’è possibile?!?!? Queste storie (anche se con il dettaglio del vino rosso ovunque ho riso, scusami 😅) hanno la capacità di rendermi furibonda… L’impegno, l’accanimento per fornire un’esperienza sgradevole. Su che pianeta gente così si mette a fare gli albergatori?!? 😱

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    1. Sì ora rido anche io: sembravamo tutti dei ghepardi a macchie bordeaux 😂
      Certa gente non dovrebbe gestire delle attività aperte al pubblico, ma purtroppo in questo caso – come in tanti altri – hanno dalla loro parte il fatto di avere l’unico albergo del paese. E così si sentono autorizzati a comportarsi in maniera mostruosa!

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  18. Ma è un INCUBO!!!!! Assurdo!! Ho letto questo tuo post tutto di un fiato, perché ero curiosa fino a che punto questa situazione disastrosa potesse toccare il fondo! Allucinante! Già è inaccettabile che in pieno inverno in montagna la camera di un albergo non sia riscaldata… poi che non ci sia neanche l’acqua calda e gli ospiti sono dei veri e propri cafoni (scusa l’uso di questo aggettivo, ma è stato un comportamento davvero poco carino e maleducato da parte di quegli ospiti)… io non mi sono mai trovata in una situazione del genere e sinceramente non so come reagirei… forse voi ora ci ridete su ahah ma immagino il vostro stato d’animo! Soprattutto per il freddo patito e il maglione di cachemire 😦

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    1. Davvero assurdo, ma in parte forse è anche stata colpa nostra perché avremmo dovuto saper cogliere i segnali e lasciar perdere. Magari organizzando una bella cena a casa di qualcuno.
      Pensa che quell’albergo, a distanza di anni, è ancora aperto e funzionante. Cafoni gli ospiti e cafonissimo il padrone, una di quelle persone che pur di intascare qualche euro non si è fatto alcuno scrupolo.
      Da allora Capodanno rigorosamente a casa 😉

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  19. Mamma mia che avventura! Tra il freddo e il vino non é stata sicuramente una data da ricordare! Noi non amiamo festeggiare e infatti di solito il 31 siamo sempre di ritorno da un viaggio stanchi e insonnoliti! 😄😄😄

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  20. Un capodanno da dimenticare… direi di no ma mi è capitata una cosa simile una decina di anni fa, durante quello che fu uno dei primi weekend fuori porta con il mio compagno. Un hotel, in pieno dicembre, con i termosifoni spenti e una camera che non si scaldava perché aveva le vetrate enormi. Un qualcosa di paradossale.

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  21. Oddio in effetti questa tua esperienza merita l’oscar! Io l’unico capodanno brutto che ricordo non si avvicina minimamente al tuo. In generale devo dire però che anch’io odio i festeggiamenti forzati e ormai da molti anni opto per fare capodanno in casa con un gruppetto di amici. La cena ce la prepariamo noi ed evitiamo brutte sorprese!

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  22. Io e il Capodanno non andiamo molto d’accordo, i miei due “migliori” sono sicuramente il cenone al ristorante cinese con i proprietari del locale che a mezzanotte invitano i commensali fuori per uno spettacolo pirotecnico e sparano i razzi addosso ai clienti (stivali e cappotto nuovi completamente rovinati dalle bruciature) e la serata ignorante in Inghilterra stile Geordie Shore finita con tutti ubriachissimi che litigavano (ti risparmio i particolari)!

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  23. Se non avessi paura di venir sbattuta fuori dal tuo blog, ti direi che “è fantastico” 😂. No, non l’episodio in sé, che penso vi abbia pesantemente fatto girare le scatole. Ora ci si ride, ma sul momento sarebbe stato da denuncia.
    Il mio fantastico si riferisce al racconto, che mi ricorda tanto le tue avventure in viaggio con Lui, l’uomo del male. Devo dire che una situazione simile me la sarei immaginata proprio in un momento di lavoro a stretto contatto col Boss.
    Comunque condivido con te l’odio per il Capodanno da trenino e divertimento imposto. È per quello che ogni anno fuggo per un piccolo on the road in Europa, con cui ottimizzare visite e costi. Però quest’anno sono stata vicinissima a prenotare una cosa molto simile alla vostra: sono felice che non mi abbiano risposto 😂 !
    Claudia B.

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    1. Per fortuna che non ti hanno risposto perché il capodanno in una struttura di montagna a basso prezzo e in un posto lontano dalla civiltà è il Male. Roba da chiamata un esorcista. Io da allora non mi spingo nemmeno a pensare a un viaggio on the road 😅
      Se fossi stata con Lui con ogni probabilità mi avrebbe uccisa!
      Comunque ora mi piacerebbe provare a convincere la povera Alessia a raccontare il suo peggior capodanno, che è stato decisamente peggio del mio…

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  24. Che Capodanno da incubo! Però guarda il lato positivo, ora lo ricordi in modo molto divertente, se fosse stato un normale capodanno non avresti scritto questo articolo. Scherzi a parte, anche io odio dover fare qualcosa per il capodanno, alla fine è un giorno come gli altri. Da qualche anno a questa parte preferisco passarlo a casa con amici senza fare chissà che.

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  25. Un Capodanno cosi’ (ma una serata cosi’ in qualunque giorno dell’anno) e’ davvero pessimo. Mi e’ capitato di alloggiare in posti discutibili ma questa supera di gran lunga molti dei miei racconti (su cui ora rido su). Non mi piace il Capodanno e quindi tendo ad evitarlo, ma il tuo racconto mi ha riportato alla mente un Capodanno a Roma senza riscaldamento. Eravamo 3 coppie di amici e facevamo la quinta superiore, io ero talmente in love che sarei passata sopra qualunque cosa, i miei amici un po’ meno e infatti due hanno anticipato la partenza.

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    1. Sì in effetti è una serata da dimenticare tutto l’anno, e il titolare si sarebbe meritato una bella denuncia a prescindere dalla sera di Capodanno!
      Anche Roma senza riscaldamento non deve essere niente male… ma quando si è giovani e soprattutto il love si chiude un occhio 😉

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  26. Oddio no, un capodanno così per fortuna non mi è mai capitato! Anch’io non sono una grande amante di questa festa, cerco sempre di andar via qualche giorno, ma le offerte scarseggiano sempre purtroppo 😦 Comunque rileggendo un po’ i commenti a questo tuo post, capodanno non piace quasi più a nessuno, chissà se tra qualche anno si perderà questa benedetta ossessione del “ehi, cosa fai il 31 dicembre?” 😉

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