Certi giorni hanno il sapore della perfezione. Se non giornate intere, almeno dei momenti. A pensarci bene non sono molti questi momenti quasi perfetti, ma c’è da dire che in certi casi basta poco. A volte è sufficiente un tavolo in un pub di Londra, il sole tiepido che filtra attraverso le vetrate, il viavai di londinesi diretti chissà dove lungo la strada, i rumori di macchine, moto e autobus che arrivano attutiti attraverso la porta di ingresso ancora aperta di un pub dell’East End.
Così è iniziato il mio ultimo viaggio a Londra: con un pasto in un luogo perfetto. E la ricerca di questa perfezione è continuata nei giorni successivi.
The Culpeper
Non fa freddo anche se siamo a fine settembre, al punto tale che si sta bene in camicia. Ma forse è anche per via della pinta di IPA che disseta e che rende la testa più leggera, così a stomaco vuoto. Non potrei chiedere di meglio nemmeno per quanto riguarda le persone che sono con me, anche se non sempre mi è andata bene in passato: Prigioniero più fratello più un amico che conosciamo da anni. Insomma, mi sento perfettamente a mio agio. Anche se alla notizia che il primo giro di birre è on the house per chi alloggia in una delle stanze qui a The Culpeper, i miei compagni di viaggio quasi urlano in faccia alla cameriera: “E allora portane un altro giro!”.
Per nulla stiff upper lip, ma non mi aspetto che i miei tre accompagnatori siano più British. Per fortuna lo è il cibo, a partire dall’Egg Benedict, piatto semplicissimo, tra i miei preferiti, passando per il blood sausage per finire con il classico fish & chips. Non potrei essere in un contesto migliore per mangiare questi piatti della tradizione inglese: un pub in quello che un tempo era un quartiere popolare, frequentato da chi lavora in zona e si ritrova con gli amici per una birra e due chiacchiere. E si va avanti fino alle due di notte: con una birra in mano, sul marciapiede, e la giacca abbottonata fino al collo per ripararsi dall’aria che a una certa ora inizia a diventare fresca.
Delamina East
Anche per la cena rimaniamo in zona East End, che da sempre è la mia preferita per quanto riguarda il cibo e i locali. Sarà che qui culture, tradizioni e popoli da tutto il mondo si sono sempre mescolati tra di loro, rendendo quest’area particolarmente vivace dal punto di vista artistico e gastronomico. E poi qui non succede quello che di solito capita nelle grandi città, dove trovi un negozio, un ristorante, una caffetteria che ti piace e quando ritorni dopo sei mesi al suo posto c’è una lavanderia a gettoni o un negozio di cellulari. Questa è una zona con dei punti fermi.
Una delle mie certezze lungo Commercial Street è The Ten Bells, dove da almeno dieci anni ci fermiamo per una birra prima di cenare da St. John Bread & Wine, che ricordo dai tempi dei miei primi viaggi a Londra. Questa volta rinunciamo però a un pasto ideato dagli chef di Fergus Henderson per addentrarci tra i sapori mediorientali che sono ormai parte integrante di questa zona. Delamina East è un locale con poche luci, tanti specchi appesi e un intenso profumo di spezie. La cucina affonda le radici nella tradizione del Medio Oriente, utilizzando le ricette che Limor, la chef, ha imparato a preparare da sua madre e da sua nonna: carni e verdure grigliate, erbe e spezie: hummus, shawarma, koftas…
Come mi capita spesso in posti dove non conosco la maggior parte dei nomi sul menu, ordino un po’ a caso, scegliendo più cose da condividere. Così facciamo anche qui, finendo per mangiare con le mani l’uno dal piatto degli altri, e raccogliendo le salse avanzate con la pita.
St. John Bakery Neal’s Yard
Di riffa o di raffa il nome di St. John compare sempre quando parlo di Londra. E in questo caso siamo a quota due nello stesso articolo. Ma è per una giusta causa, perché in questa panetteria sono finalmente riuscita a mettere le mani (e i denti) sul leggendario lemon curd doughnut. Quasi mitologico, direi, perché in tanti anni non ho mai avuto occasione di assaggiarne uno. La leggenda narra infatti che i doughnuts appena sfornati nella storica panetteria St. John di Maltby Street abbiano il potere magico di sparire nel giro di cinque minuti. A meno di essere disposti a mettersi in coda lungo il marciapiede già alle cinque del mattino. Ammetto di averci pensato, ma per fortuna è stata aperta una seconda sede in Neal’s Yard, non lontano da Covent Garden.
La tappa da St. John Bakery è il miglior ricordo del viaggio: ogni giorno rivivo l’istante in cui sono entrata nel negozio non più grande della mia cucina, ma molto più profumato. Cannella, pane appena sformato, burro fuso e formaggio: un mix di odori quasi intossicante. Davanti a me, eccoli lì: i doughnut, appoggiati su un foglio di carta bianco, paffutelli, con uno sbuffo di lemon curd, avvolti nello zucchero. Chiaramente aspettano me, non desiderassero altro se non di essere mangiati proprio da me. La novità è che oltre a quello classico alla crema, ora c’è anche la versione al cioccolato. Mi vengono in mente solo tre parole per descrivere tutta la bontà di questi bomboloni in versione anglosassone: to die for.
Il ricordo di quello che ho visto e fatto nelle ore successive è torbido e confuso. Non saprò mai se per colpa della nebbia londinese o del picco glicemico.
Buon memo per un mio terzo ritorno a Londra. Purtroppo io lì sono sempre un po’ limitata, non mangiando carne, e solitamente mangio vietnamita, indiano o libanese. 😉
Quello che mi ha stupido di Londra è che ci sono molti posticini carini e per nulla cari come si potrebbe pensare.
Buona giornata!
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La cucina vietnamita non l’ho mai provata a Londra, ma una volta sola negli Stati Uniti e ci hanno portato delle cose che sembravano uccellini… direi che non fa al caso tuo (ma nemmeno mio, a dire la verità). Sull’indiano e sul libanese invece vai sul sicuro!
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hahahahhaha no, io scelgo sempre piatti vegetariani… non si sa mai. 😉
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Ok, Silvia. Sei riuscita a farmi sentire quel profumo che aspettavo mi descrivessi! Ma davvero questa panetteria St. John è così speciale?! Un bellissimo, anzi, buonissimo, assaggio di vita londinese.
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Ah mi fa piacere! Peccato che non riesca a ricreare la ricetta 😉 La panetteria è veramente speciale – mi sono anche comprata la maglietta!
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Si, il picco glicemico! Te lo dico con certezza perché spesso ne cadiamo vittima anche noi! 😉 Comunque Silvia “perfetto” è proprio il titolo di questo mini viaggio gastronomico londinese che mi hai fatto fare! Dalle tue parole si percepisce chiaramente che stavi “col cuore nello zucchero” come si dice dalle mie parti…e infatti la conclusione mi da ragione 😛 E’ bello quando resti talmente appagato dall’aspetto food di un viaggio che ti rimane un ricordo per mesi e mesi! Sono contenta che hai potuto confermare la leggendaria bontà di quei bomboloni, senza per altro alzarti prima delle 5! E a questo punto devi venire a provare i nostri, le “graffe” come le chiamiamo qui. A Napoli le fanno normali con l’impasto tradizionale mentre nel Cilento ci aggiungono le patate per cui l’impasto è ancora più morbido e gustoso! 😉 Zona Est segnato!
Buona serata, un bacione!
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Di solito la gente si lamenta del fatto che dopo un viaggio a Londra (o in Inghilterra in generale) si torna a casa con qualche chilo in meno… ma non è il mio caso, anzi!
E pensa che non preferisco il salato al dolce, ma quel bombolone è proprio buono da morire. Le graffe non le conosco, devo assolutamente provarle 😋
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😍😍😍😍😍 prendo nota per il prossimo viaggio Londinese! Tanto lo so che ci ricasco, più ci vado e più trovo cose da vedere. Solitamente vado di street food perché vado sempre con troppa fretta, prossima volta mi prendo i miei adorati tempi e provo un po’di posti suggeriti da te 💕
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Anche io faccio come te: ogni volta mi ripropongo di andare in un posto nuovo, e poi ci ricasco anche io, tanto ogni volta ci sono quartieri nuovi da scoprire 🙂
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Prendo nota anche io, perchè in effetti l’ultima volta che sono stata a Londra non ho mangiato molto bene. Forse non sono stata fortunata o non ho avuto abbastanza tempo per selezionare i posti giusti, quindi ti ringrazio per questa guida, almeno per me, utilissima
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Capita di non mangiare bene perché come in tante grandi città ci sono posti dove la qualità è pessima e i prezzi alti. Fammi sapere se torni!
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Mamma mia Silvia, mi sembra si sentire il profumo dei doughnut fino qui! 😍 Io purtroppo non sempre riesco a mangiare tutto quello che vorrei (maledette intolleranze alimentari!!) ma mi sono segnata tutti questi posti per la prossima volta che sarò a Londra! Magari riesco anch’io a fare il pasto perfetto!
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Una delle cose positive di una città come Londra è che in molti locali sul menu ci sono le indicazioni degli allergeni, cosa che – almeno nei ristoranti della mia città – manca completamente.
E spero proprio che tu non sia allergica a nessuno degli ingredienti del doughnut perché devi assolutamente provarlo 😍
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Belli e buonissimi questi locali! Bisognerebbe provarli tutti! Sicuramente teròò presente questo articolo per la mia prossima volta a Londra
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Se hai bisogno di consigli fammi sapere!
Grazie e buona giornata 😘
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Indirizzi interessanti: io resto una fedelissima dei pub CAMRA ma Londra ha così tante proposte e quindi ogni tanto cedo a cose nuove.
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Per me poi a volte è anche una questione di “affetto” che a volte vince sulla tentazione di provare un posto nuovo.
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Ad eccezione di un locale scelto prima di partire dove mangiare fish &chips per il resto ho scelto al momento è sul posto. I bimbi erano più piccoli ed era più impegnativo sostare in un ristorante. Tornando visiterei i locali suggeriti
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Lo immagino, anche perché spesso i tavoli dei ristoranti di Londra sono molto più piccoli e molto più ravvicinati, quindi riuscire a far stare i bambini seduti a lungo in uno spazio piccolo non deve essere il massimo…
Fammi sapere se andrai in uno di questi posti 🙂
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Una delle cose che ho capito andando a Londra è che se dovessi entrare in tutti i pub e ristoranti o catene che mi ispirano, diventerei grassissima. Infatti non ce n’è uno in particolare a cui sono affezionata, ma cerco sempre di provare ogni volta che vado in questa città qualcosa di nuovo.
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A me succede praticamente in ogni viaggio, praticamente in qualsiasi città: vorrei provare tutto, entrare in ogni locale, fermarmi a ogni bancarella. Una volta sono tornata dall’Irlanda pesando tre chili in più 😱
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Ah, quel bombolone è una meraviglia! E l’espressione “paffutello” calza a pennello, è adorabile 😋 Anche se ho finito da poco di mangiare, io un salto alla bakery, ma anche al ristorante medio orientale, lo farei più che volentieri. Di posti così non ne avrei mai abbastanza. Sei come sempre preziosa quando si parla di Londra♥️
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Mi fai venire in mente che dovrei assolutamente smettere di mangiare perché non essendo più una ragazzina, ogni bombolone che mangio non se ne va più e ogni tanto mi tocca allentare la cintura… Ma poi mi dico che queste cose sono troppo buone e non posso rinunciare 😉
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St. John Bakery for President grazie! Possiamo aprire una filiale anche in Italia? Bava alla Homer a parte, mi segnerò tutti questi localini, a Londra non si finisce e non si finirà mai di scoprire chicche gastronomiche nuove!
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Una filiale in Italia, non ci avevo pensato, altro che Starbucks!
Londra non stanca mai, nemmeno dal punto di vista gastronomico.
Grazie e buona giornata ❤️
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Tutti posticini carini e gustosi! La graffa pero’ mi ha colpito subito e mi ha fatto pensare a quelle napoletane proprio come dice Daniela! Pensa che io di solito cerco di provare le cucine particolari perché so che dove abito poi non riuscirei a trovarle ma stavolta mi sono segnata tutto perché al prossimo giro si segue la tua lista perfetta! 😉
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Adesso sono curiosissima di provare queste graffe! E tutte le altre cose buone che fanno in Campania.
Anche io faccio come te perché dove abito io il locale più “esotico” è una piadineria 😉
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Non so cosa darei per essere una dei tuoi compagni di viaggio tra una pinta e una spiegazione gastronomica. Quando scrivi di cibo sembra sempre di essere seduti al tavolo con te in un’atmosfera di relax e ispirazione 🙂
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Grazie Chiara ❤️ Sarebbe bello fare un viaggio insieme, magari se tornate qui nelle Langhe ci troviamo per mangiare qualcosa insieme!
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Ciao Silvia, non conosco questi posticini. Devo segnarmeli perchè sicuramente tornerò a Londra e non voglio perdermeli 🙂
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Poi se li provi fammi sapere cosa ne pensi 🙂
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Il tuo modo di descrivere le atmosfere e i sapori dei luoghi in cui pranzi o ceni (o fai colazione), secondo me è un dono. Credo di avertelo detto, ma non mi stanco mai di scriverlo: per noi che leggiamo, è un viaggio diretto fra profumi e sapori. Un piacere sensoriale, oltre che un’incursione tra tanti consigli da seguire e di cui tenere fermamente nota!
Posso dirti che ho amato follemente l’atmosfera del pub in cui avete soggiornato (e cenato: BIRRAAAAA!), ma che da vera golosa è stata quella “bomba al cioccolato” finale, a farmi spuntare gli occhi a forma di cuore?
Tu Silvia sei garanzia di qualità! Anzi, userò attentamente il tuo blog per consigli sulle prossime uscite!
Un abbraccio,
Claudia B.
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Non sai quanto mi facciano piacere le tue parole: adoro mangiare ma soprattutto adoro condividere un pasto con le persone con cui sto bene, perché secondo me il fatto di mangiare bene e la condivisione sono le esperienze migliori, sia in viaggio che a casa. E sapere di essere riuscita a trasmettere queste sensazioni mi rende proprio felice!
Se penso a quel bombolone mi sento mancare 😉
Grazie e buona giornata 😍
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E niente, io venerdì parto per Londra ed oltre che di cupcake andrò a caccia di bomboloni a quanto pare. Silvia, non so se ringraziarti o meno per questo post sicuramente utilissimo eh, ma… aiuto!!
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Mangiane uno anche per me! La linea non ringrazia, ma sono sicura che tu mi sarai riconoscente 😉
Buon viaggio!
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Visto che nei prossimi due anni mi troverò spesso per lavoro a Londra, questo tuo post è preziosissimo: me lo salvo, e so che i tornerà utilissimo!
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Che fortuna! Se ti capita di trovare qualche nuovo locale o qualche angolo carino fammi sapere ❤️
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Sto approfittando delle vacanze natalizie per recuperare un po’ di articoli che avevo salvato, ma leggere prima il tuo post sullo street food e ora questo è deleterio per la linea! 🙂
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La linea, questa sconosciuta! Ormai in questi giorni cerco di non pensarci 😅
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[…] in tutta la città per i suoi doughnuts che, come suggerisce Silvia di The Food Traveler, non appena sfornati hanno il potere di svanire nel giro di pochissimi minuti, la St. John Bakery […]
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[…] sotto un cavalcavia della ferrovia si torna verso Commercial Street, dove si trovano alcuni dei locali che preferisco, come Delamina East, The Ten Bells e The Culpeper. Si arriva poi al mercato coperto di Old […]
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