Diario di una giornata fiorentina

Da tanto non avevo occasione di passare nel tempo in una grande città per conto mio, e non ricordavo quanto mi piacesse.
Ok, a Firenze non ero tecnicamente da sola perché c’erano con me il Prigioniero e mio fratello, ma le nostre strade si sono divise appena arrivati in città: loro si sono incamminati verso l’Ippodromo del Visarno per il concerto degli Iron Maiden, mentre io sono rimasta per conto mio.
Quanto è bello ritrovarsi in un posto come Firenze da soli?

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Inizio godendomi la stanza al Relais Luce Florence, uno dei posti più belli in cui mi sia capitato di dormire di recente: un B&B di sei stanze al secondo piano di un palazzo storico in Via Nazionale. La camera Duomo è affacciata sulla strada e per me che vivo in campagna è piacevole aprire la finestra e lasciare entrare i rumori della città: campanelli di biciclette, risate, gente che parla lingue diverse dall’italiano. Mi concedo un po’ di riposo sdraiata sulle coperte, osservando il soffitto a volta affrescato e le stampe alle pareti. Come il resto della struttura, è arredata in maniera essenziale e raffinata: in altre parole, ha quell’effetto minimal chic che vorrei tanto creare – senza riuscirci – a casa mia.

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Ci tengo a precisare che non ho ricevuto alcun compenso per scrivere di questo posto: le mie parole sono un apprezzamento per la bellezza del Relais Luce Florence e per la gentilezza di Maddalena, Elena e Stefano, che gestiscono questa struttura in maniera estremamente professionale, facendo sentire gli ospiti a casa loro. Come non sentirsi a casa sul terrazzo soleggiato con vista sui tetti di Firenze?

Ma è ora di andare: se è pur vero che sono da sola, ho un appuntamento al quale non posso fare tardi. Mi concedo comunque una deviazione al Mercato di San Lorenzo, forse più noto come Mercato Centrale. La parte al pian terreno purtroppo è chiusa, e mi sa che sarebbe stata quella che avrei apprezzato maggiormente: banchi di frutta, verdura, formaggi e carne. Chissà se i fiorentini fanno ancora la spesa qui o se ci sono altri mercati rionali più frequentati dalla gente del posto? Sul secondo piano non ci sono dubbi: è un tributo al cibo di qualità in tutte le sue forme: i banchi vendono panini con lampredotto, verdure fritte, hamburger, ravioli cinesi, pasta, pesce e pizza. Tanti tavoli a cui sedersi per mangiare un piatto o per prendere un aperitivo con le birre Moretti.

Tutto molto buono e molto bello, per di più in una location spettacolare, ma ricorda molto l’impostazione di Eataly. Non riesco a fare a meno di pensare che sia un po’ impersonale, ma magari è solo la mia impressione. Chissà se c’è lo zampino di Farinetti anche dietro al Mercato Centrale?

In ogni caso, mi rimetto in moto, diretta verso via degli Alfani. Passo velocemente accanto alla Basilica di San Lorenzo: anche qui è una lotta a forza di gomiti e borsettate con i centomila turisti giapponesi che rischiano la rottura di quattro ossa e lo stiramento di altrettanti muscoli per scattarsi un selfie da angolazioni improbabili. Mentre percorro l’ultimo di tratto di strada sono un po’ agitata, e ho ancora il batticuore quando entro da Blood Brotherhood. Si tratta di uno studio di tatuaggi scoperto su Instagram, dove mi sono innamorata dei lavori di Sara Choufan, in arte Cosma. Oltre ad essere una bravissima artista, è una persona deliziosa.

Lo studio è un viavai continuo di gente con storie da raccontare. Mentre sono sotto gli aghi di Cosma, nel lettino accanto a me si alterano due amiche venete che hanno avuto l’idea di farsi un piercing ciascuna per celebrare la loro amicizia, una ragazza americana che sta facendo il Grand Tour d’Europa, e un quarantenne terrorizzato che ha deciso di farsi perforare il labbro superiore.

A tatuaggio finito quasi mi dispiace andare via. Abbraccio Sara, poi mi incammino verso Piazza Sant’Ambrogio, che a quest’ora è piena di gente. Di fronte alla Trattoria Cibreo c’è coda, ma per mangiare dentro anziché nel dehors non devo aspettare. Ho una fame da morire quindi accetto l’offerta del tavolo all’interno della trattoria che è proprio come la ricordavo da quando venni qui la prima volta anni fa.

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Un locale semplice, con le pareti di un bel giallo brillante, i tavoli senza tovaglie e i vasetti di margherite come decorazione. Non ho l’impressione che sia stato fatto uno sforzo per rendere questo posto il più simile possibile a una trattoria: lo è veramente. Il menu è scritto a mano, con tante cose buone che vorrei mangiare. Per via dell’affollamento del sabato alcuni piatti sono esauriti, ma in fondo questo mi semplifica la scelta.

Ordino i crostini di paté di fegato come antipasto, e non mi faccio mancare un bicchiere di Vermentino, anche se sono da sola. Mentre aspetto il secondo, leggo qualche pagina di Da Grande, libro bellissimo di Jami Attenberg sulla vita di una quarantene newyorchese dalla vita incasinata. Tra una pagina e l’altra mi piace guardarmi intorno e cercare di immaginare chi siano le persone sedute ai tavoli. Almeno fino a quando arriva il piatto di polpette di pollo e ricotta con salsa di pomodoro. Non mi vergogno a fare scarpetta con il pane, anzi, sarebbe un peccato mortale avanzare anche solo una goccia.

Alla fine del pasto e del capitolo mi incammino verso il B&B. Scelgo il percorso più lungo perché non ho fretta e comunque l’aria tiepida rende la mia passeggiata in centro piacevolissima.

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Non so in quale via mi trovi, ma sbuco davanti al Duomo di Firenze che di notte è ancora più spettacolare. Peccato che la macchina fotografica del mio iPhone non renda molto al buio.
Ma tutto sommato non è che mi servano tante fotografie per imprimere nella mente il ricordo di Firenze. Ancora oggi mi basta chiudere gli occhi per sentire il profumo del cuoio dei negozi e delle bancarelle che circondano il Mercato Centrale, il calore che sale dalla strada, il fastidio degli aghi di Cosma che bucano la pelle, e il sapore delle polpette.

21 pensieri riguardo “Diario di una giornata fiorentina

  1. Silvia su IG non avevo capito che fosse il tuo nuovo tattoo! Originalissimo ma non hai paura che il prigioniero di primo mattino ti addenti quel croissant così realistico e invitante? 😛 Bellissima la tua giornata in solitaria, non ti nascondo che mi piacerebbe una volta tanto fare la stessa cosa *_* perdermi fra la folla alla scoperta di una delle nostre città! Mi hai quasi trasmesso i colori, i sapori e i profumi del mercato e la vista dal b&b sui tetti fiorentini credo che ti rimarrà come bellissimo ricordo per un bel po’! Non apriamo invece il capitolo asiatici/selfie 😦
    Buona serata! ❤

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    1. Sì, è il mio nuovo tatuaggio 😍 E ne ho già in mente un altro per l’autunno. Mannaggia, è una droga!
      Nessun pericolo sul fronte prigioniero, perché non ama i dolci (e odia il pesce).
      Guarda, pensa che questa mattina sono uscita a fare un po’ di spesa e nonostante la giornata torrida e la città deserta, ho incrociato una coppia di giapponesi che si faceva i selfie in centro, e ti parlo di una città di nemmeno 30.000 abitanti, in una via in cui ci sono solo uffici… Mah, i misteri della fede!
      Buon sabato 😘

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  2. È da molto tempo che non passeggio da sola in una città diversa dalla mia, però hai ragione, è bello ogni tanto godersi una giornata tutta per sé, con un ritmo più rilassato, osservando e “improvvisando”. Da vera “Food Traveler” il tatuaggio a tema culinario e fatto in viaggio è la ciliegina sulla torta! 🙂

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  3. È tanto che non mi concedo una passeggiata da sola neanche nella mia città, figuriamoci in viaggio. È una cosa semplice e forse anche banale, ma a pensarci bene è quasi un lusso. Il tuo racconto è stato talmente piacevole che me lo sono letto tutto d’un fiato! E il tuo tatuaggio l’ho trovato originalissimo 😍

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    1. In effetti ho pensato tanto se andare con mio fratello e con il Prigioniero al concerto, poi mi sono detta: patisco il caldo, non sopporto la folla, se bevo tanta acqua devo fare cento volte la pipì… meglio stare in città, godermi la giornata da sola e fare quello che voglio 😉
      Grazie Alessia 😘

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  4. Da quando ho iniziato a viaggiare da sola per lavoro, ho compreso quanto può essere bello avere del tempo a disposizione per muoversi autonomamente in un luogo. Amo viaggiare con Dani, per me è il massimo. Ma amo anche il piacere di seguire i miei tempi e la mia curiosità.
    Poi Firenze… Città animata da una magia unica, non oso immaginare quanto possa essere bello sentirla propria. Oltretutto con la suggestione della notte! Mi hai fatto venire una voglia folle, di prenotare un biglietto andata e ritorno. Anche se vorrei aspettare l’autunno.
    Una giornata speciale Silvia, così come l’idea di farti un tatuaggio proprio qui!
    Un abbraccio,
    Claudia B.

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    1. Sicuramente viaggiare in – buona – compagnia è la cosa migliore, almeno per quanto mi riguarda, perché comunque mi piace avere qualcuno con cui condividere le cose che vedo, e con cui ricordare le esperienze fatte insieme. Ma come dici tu, è bello seguire i propri tempi una volta ogni tanto.
      Ti consiglio anche io l’autunno (sto pensando di tornare proprio in quel periodo) perché per i miei standard faceva davvero caldissimo e c’era un sacco di gente, al punto che in certi posti non riuscivi quasi a camminare per strada!
      Buona giornata 😍

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  5. Un’esperienza del genere mi manca. Mi piacerebbe ogni tanto andare in giro da solo e vivermi un posto diversamente.
    Sarei curioso delle sensazioni che mi darebbe. Comunque quando si viaggia in due bisogna sempre tenere conto delle esigenze anche dell’altro. Sempre bellissima Firenze.

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    1. Ogni tanto da soli non è male, perché devi proprio solo fare quello che hai voglia di fare tu. Io comunque in vacanza sto bene in due, massimo tre persone: dopo alcune esperienze di weekend con più persone che conoscevo così così preferisco ridurre al minimo il gruppo 😱
      Grazie e buona giornata!

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  6. […] Il ricordo del mio primo viaggio a Firenze non era dei migliori: in un bar in centro avevamo speso qualcosa come 40 euro per due toast e due lattine di Coca-Cola, mentre una cena così così dalle parti del Ponte Vecchio ci era costata circa la metà di quello che all’epoca era il mio stipendio. Insomma, temevo la qualità medio-bassa a un prezzo tale da costringermi a chiedere un mutuo per pagarmi i pasti durante il weekend in città. […]

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  7. Silvia, bom dia, adorei o post é essa linda abertura para a vida é a diversidade: “è piacevole aprire la finestra e lasciare entrare i rumori della città: campanelli di biciclette, risate, gente che parla lingue diverse dall’italiano”.
    Obrigado e abraços

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