Tre libri per viaggiare senza uscire di casa: secondo capitolo

Come pronosticato a fine anno, questi primi mesi del 2018 sono stati poco generosi in fatto di viaggi. “Poco generosi” è l’understatement dell’anno perché ormai siamo ad aprile e prima di partire devo ancora aspettare settimane, giorni, ore. Come ho superato questa prima parte dell’anno dove gli spostamenti più avventurosi sono stati quelli da casa a una nuova osteria in Langa, o dall’ufficio alla scuola di yoga? Mi sono consolata mangiando piadine saporite dopo le lezioni di pilates, e leggendo tanti libri che mi hanno permesso ancora una volta di viaggiare senza alzarmi dal divano.

Tutte le mie preghiere guardano verso ovest

Non è un romanzo ma nemmeno una guida, è scritto da un autore che non è di New York ma non è neanche un turista della cosiddetta città che non dorme mai. Un punto di vista insolito, una guida personalissima scritta da Paolo Cognetti, che a NYC ha vissuto per anni. Così, sebbene ne conosca e ne sveli i segreti, allo stesso tempo ci lascia la sensazione che in qualche modo “casa” sia altrove.
Questo approccio particolare fa emergere la duplice anima della città: New York è un luogo pronto ad accogliere tutti tra le sue braccia, ma anche una balena che ci divora e ci imprigiona nella sua pancia facendoci desiderare di scappare.
Cognetti ci fa conoscere New York soprattutto attraverso i sapori. Ogni capitolo è dedicato a un aspetto diverso del cibo, partendo dall’homesick food: cibo cinese, italiano, ebraico, giapponese. In altre parole, le ricette e le tradizioni culinarie arrivate insieme agli immigrati. Poi si passa alla bistecca, attraverso il tentativo di scoprire cosa sia la newyorkesità: il tacchino del Thanksgiving o un hot dog mangiato in strada?

New York è la somma di diverse città insieme, fatte di tanti popoli, tante lingue e tante cucine. Ma allo stesso tempo ha un’identità tutta sua che si esprime in invenzioni e realtà che proprio lì sono state ideate, come il diner, il vagone prefabbricato dove si serve cibo 24 ore su 24:

“L’età dell’oro del treno ha lasciato a New York i suoi ponti, una stazione monumentale, i tunnel che partono dall’isola in tutte le direzioni, miglia e miglia di binari volanti e infine i diner – carrozze ristorante piantate in mezzo ai grattacieli, a ricordare anche ai newyorkesi, casomai si sentissero al centro del mondo, che il vero sogno americano non è una casa ma il viaggio permanente, e anche seduti a tavola non bisognerebbe mai smettere di andare.”

Il viaggio da un’estremità all’altra della città ha come destinazione finale Brooklyn, lasciandoci con un dubbio su New York e… con un elenco di locali da provare.

Tutte le mie preghiere guardano verso ovest di Paolo Cognetti, EDT

Sovietistan, un viaggio in Asia Centrale

Il secondo libro è un reportage di viaggio che ci porta in cinque repubbliche – Turkmenistan, Kazakistan, Kirghizistan, Tagikistan e Uzbekistan – che ottengono l’indipendenza solo nel 1991, al crollo dell’Unione Sovietica. Fino ad allora, tutta l’Asia Centrale veniva considerata dai russi come una regione unica chiamata genericamente Turkestan. Gli abitanti di questa area immensa appartenevano a sistemi di clan e famiglie che non conoscevano il concetto di nazione: dal 1991 si trovano suddivisi in cinque paesi i cui confini sono quelli che vennero tracciati in maniera molto arbitraria tra gli anni Venti e Trenta da Stalin. Un sistema approssimativo che non rispetta né la storia né la cultura delle popolazioni che vi abitano, e che spesso ha causato disordini, repressioni e colpi di stato, sfociate nella maggior parte dei casi in dittature o governi assolutisti.

La storia raccontata da Erika Fatland in Sovietistan è una storia di cui non si parla nei libri di scuola. Viene raccontata in maniera avvincente, senza tralasciare nessun aspetto: culturale, politico, sociale e geografico. La giornalista attraversa villaggi, montagne, deserti e metropoli, in un viaggio dove anche il cibo è una parte fondamentale dell’esperienza. Durante lo spostamento in treno di quasi tre giorni attraverso il Kazakistan, trova sollievo durante una delle tante soste lungo il percorso:

“Queste soste erano senza dubbio i punti salienti del viaggio. I profumi, i sapori, il trambusto improvviso: come per un colpo di bacchetta magica ogni porta degli scompartimenti si apriva e tutto il treno si animava. In quel momento il cibo fumante delle pentole sulla banchina era più buono di quello che servivano nei migliori ristoranti.”

Sovietistan, un viaggio in Asia Centrale di Erika Fatland, Marsilio

Enjoy Sarajevo

Il pensiero che le atrocità raccontate da Michele Gambino siano successe negli anni in cui frequentavo il liceo ha qualcosa di surreale: mentre io studiavo letteratura inglese e mi cimentavo con le declinazioni latine, i miei coetanei nei Balcani imbracciavano armi e si nascondevano sotto macchine incendiate per sfuggire alle pallottole dei cecchini. Il racconto di Enjoy Sarajevo è ispirato a una storia vera, quella di un giornalista italiano che decide di intraprendere un viaggio all’inferno. Un inferno a poche ore di macchina da casa nostra, nei territori che un tempo furono della Jugoslavia e che a partire dalla sua dissoluzione scatenarono un conflitto lungo dieci anni nell’aerea balcanica.

Una guerra scatenata, tra le altre cose, da questioni complesse tra nazionalismi, dove serbi, croati e bosniaci avevano tutti la loro parte di torto. Il protagonista di questo romanzo-reportage arriva fino a Sarajevo nel periodo dell’assedio durato dal 1992 al 1996 e durante il quale persero la vita oltre 12.000 persone, tra esplosioni di granate e operazioni di pulizia etnica. Uno scenario apocalittico, che però in qualche modo esercita una sorta di fascino morboso su chi lo guarda da fuori. Così il protagonista, prima di entrare clandestinamente nella città assediata, fa una confessione terribile:

“Io amavo Sarajevo, laggiù avevo degli amici. Eppure il bombardamento di quella notte mi rivelò qualcosa di me: non solo ammiravo, più che guardare, i bagliori delle esplosioni. No, non era solo questo. Il fatto è che la mia attesa di nuove granate somigliava pericolosamente a un appena soffocato desiderio.”

Enjoy Sarajevo lascia una strana sensazione di disagio. Forse per il pensiero che questa guerra in fondo sia stata molto vicina, sia dal punto di vista geografico che da quello temporale.

Enjoy Sarajevo di Michele Gambino, Fandango Libri


Avete letto dei libri che vi hanno colpito e che vorreste consigliarmi? Cosa state leggendo in questo periodo? Scrivetemelo in un commento! 

25 pensieri riguardo “Tre libri per viaggiare senza uscire di casa: secondo capitolo

  1. Sarajevo è una di quelle città che oggi vorrei visitare perché la sua storia tormentata e così recente vorrei provare a capirla di più e a vedere come vive oggi un popolo toccato da tanta disgrazia.
    Deve essere un libro bello tosto ma lo leggerei volentieri, così come gli altri!

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  2. Ho vissuto i fatti della guerra nei Balcani con grande angoscia. La tua riflessione sul disagio che descrive il libro è reale, è davvero quello che abbiamo provato noi ragazzi all’epoca: ricordo i collegamenti, i tg, le immagini di distruzione, la “pulizia etnica” espressione che mi inquietava ogni volta. Non conoscevo il titolo e mi hai decisamente incuriosita su questo reportage di guerra.
    Sui libri sono in un periodo giù…come per i viaggi. Non riesco a trarne conforto purtroppo. In questo momento provo tanto fastidio per le mail di offerte di Booking, compagnie LowCost, Trenitalia ecc tutte mo arrivano che non so che farmene hahahah! 😉
    Buona serata Silvia! ❤

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    1. Anche io ricordo quelle parole angoscianti che forse non riuscivo ancora a comprendere a fondo, o forse non riuscivo a rendermi davvero conto della vicinanza del conflitto. E poi c’è anche il problema che essendo di una “certa età”, i libri di storia finivano con la Guerra Fredda mentre sui fatti contemporanei nessuno spiegava niente.
      Secondo me meno uno può viaggiare, più sono le mail che riceve con offerte di viaggio. Io in particolare sto odiando Secret Escapes in questo periodo, che è come se mi leggesse nel pensiero 😉
      Buon weekend 😍

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  3. Questi libri sono uno più interessante dell’altro, li leggerei più che volentieri. Il primo perché ho come la sensazione che New York non si finisca mai di scoprire. Il secondo perché parla di territori per me misteriosi e affascinanti nei quali mi piacerebbe perdermi. L’ultimo perché allo scoppio della guerra dei Balcani ero una bimba alle medie che ancora giocava con le Barbie, quindi un ripassino ci starebbe tutto… Io sto leggendo un classico, Il Ghepardo di Ghiaccio: Un Viaggio tra Kenya e Ruanda di Aaron Latham. Lo trovo bellissimo!

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    1. Io andavo già al liceo ai tempi della guerra dei Balcani ma forse ero comunque troppo giovane per capire, al punto che ogni tanto andavo a cercare su internet cosa fosse successo di preciso per essere certa di non perdermi nessun passaggio del libro.
      Non conoscevo Aaron Latham e l’ho cercato su google, scoprendo che è anche l’autore dell’articolo/saggio di un film di almeno 20 anni fa, The Program. Ora mi salvo il libro nel carrello di Amazon!
      Grazie Alessia, buon weekend 😘

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  4. Non hai dato 3 suggerimenti, ci hai regalato 3 illuminazioni. Di New York anche solo l’idea ti cattura così tanto che vorresti capire il più possibile della vita vera condotta dagli abitanti; dell’Asia Centrale e dei Balcani purtroppo se ne sa veramente poco e niente, per cui credo che questi 3 saranno veramente i miei prossimi acquisti. Adesso io sono nel pieno trip per l’ispettore Ricciardi, ma soprattutto per Napoli… questa città mi ha rubato il cuore.

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    1. Anche io mi faccio prendere dai trip per cui nelle ultime due settimane mi sono lanciata nella lettura di una serie danese che ha per protagonista l’ispettore Mørk. Poi però ho messo Ricciardi tra le prossime letture perché me ne parlasti qualche tempo fa.
      Fammi sapere cose ne pensi di questi tre libri.
      Buona domenica 😍

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  5. Amando New York, credo proprio divorerei il libro di Cognetti: mi farebbe tornare con la mente in quei quartieri in cui camminavamo per ore, senza accorgerci del tempo che passava, tra palazzi in brownstones e scorci sull’Hudson…sì credo proprio che lo leggerò!
    Però so anche che “Enjoy Sarajevo” mi colpirebbe in pieno petto: pensare che a così poca distanza ci sia stata una simile devastazione fa male all’anima!
    Qualche anno fa lessi “Palestina” di Joe Sacco, un reportage a fumetti sull’occupazione israeliana davvero toccante. Non sono amante dei fumetti, ma Joe Sacco mi aveva letteralmente portato con sé in quei territori distrutti e martoriati da uccisioni e proibizioni. Te lo consiglio Silvia.

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    1. Il libro di Cognetti è proprio come una passeggiata con la mente tra le strade di New York, un’ottima cosa nell’attesa di tornare! E quello su Sarajevo fa stare male al pensiero di cosa un essere umano sia capace di fare a un altra persona.
      Grazie per il consiglio su Palestina di Joe Sacco: l’ho messo nel carrello di Amazon per il prossimo acquisto. Nemmeno io sono una fan dei fumetti ma tempo fa me ne regalarono uno ambientato in Siria che ho divorato.
      Grazie e buona domenica!

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  6. In questo periodo sto leggendo soprattutto libri tranquilli, che mi permettono di evadere seguendo storie altrui. Ho adorato l’ultimo di Guccini e Macchiavelli, come sempre ambientato sull’Appennino bolognese. Per me i loro libri sono una fuga nello spazio e nel tempo, al di là della risoluzione del mistero.
    Invece sono ammirata dalle tue tre proposte, perché sono un viaggio nel mondo, attraverso le caratteristiche ed i momenti storici di ogni paese. Stavo anche io riflettendo sulla guerra nei Balcani. Così vedo vicina, eppure così lontana. Nel senso che sembrava davvero anni luce da noi… eppure ha causato un oceano di vittime, sulla soglia di casa nostra. È terrificante.
    Buon fine settimana Silvia!
    Claudia B.

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    1. I libri che permettono di fuggire per un po’ dalla quotidianità aiutano molto, al punto che io spesso leggo i gialli ambientati in Scandinavia per perdermi nella descrizione dei paesaggi 😉
      Il fatto che io in prima persona sappia così poco di quella guerra mi spaventa molto perché a volte forse è proprio la mancata consapevolezza di quello che è successo così vicino nello spazio e nel tempo a impedirci di fare in modo che succeda di nuovo.
      Grazie Claudia, buona domenica anche a te 😘

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    1. A me poi prende “la scimmia” per cui ho già tutto un elenco di libri simili a Sovietistan. Pensa che ho anche stalkerato l’autrice su Instagram chiedendole se ha in mente di pubblicare un altro libro – lei è stata carinissima e mi ha risposto che in autunno uscirà il secondo.
      Grazie a te, Anna ❤️

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  7. Prendo tutti gli appunti del caso, perché desidero tanto leggere libri di viaggio ma non ne ho una grande cultura.
    I tre titoli che hai raccontato potrebbero fare davvero al caso mio, perché mi sembra proprio che non siano classici racconti di itinerari, quanto “viaggio nei luoghi”.
    Grazie Silvia, sempre preziosa!

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