Lettera ad Agatha Christie

Dearest Agatha,

Queste sarebbero state le mie prime parole in inchiostro nero su un foglio di carta color avorio. Io sarei forse stata su un’isola al largo della costa inglese, a un paio di ore di traghetto dalla terraferma, e tu avresti letto la mia lettera all’ombra di un baldacchino di lino nel giardino di un hotel di Istanbul. Perché se io fossi nata almeno cento anni prima e avessi avuto la fortuna di incontrarti, avrei voluto essere tua amica. E scriverti delle lettere per parlarti dei miei viaggi e dei piatti che avevo assaggiato in giro per il mondo, dei mercati dove avevo fatto la spesa e dei ristoranti dove avevo cenato. Tu avresti letto con un sorriso appena accennato, e mi avresti risposto raccontandomi di un bizzarro colonnello che avevi incontrato in India e che sarebbe stato perfetto come personaggio del tuo prossimo romanzo.

Agatha Christie
Photo by Ninian Reid on Flickr

Come al solito la mia fantasia sta correndo troppo: non leggerai mai una mia lettera né potrai mandarmene una in risposta. Ma per un attimo facciamo finta che io e te, Agatha, siamo davvero amiche, e che io possa indirizzarti qualche riga.

Per prima cosa vorrei dirti grazie. Perché in fondo è anche un po’ merito tuo se mi piace viaggiare. Frequentavo la prima o la seconda media quando mi capitò tra le mani un’edizione vecchissima di Assassinio sull’Orient Express. Avevo più o meno l’età che avevi tu quando crescevi nella tua casa in Devon con poche amiche e con le teorie esoteriche di tua madre.

Feci la conoscenza di uno dei tuoi personaggi più curiosi e più famosi, il buffo Hercule Poirot. Pagina dopo pagina, oltre a chiedermi chi avesse ucciso Ratchett, mi domandavo come fosse viaggiare su quel treno partito da Istanbul e che correva attraverso la Turchia, la Jugoslavia e l’Italia.

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Foto di aalmeidah da Pixabay

Vorrei anche che tu sapessi quanto ammiro il tuo coraggio. La trama di The ABC Murders è qualcosa di completamente nuovo che stravolge i canoni del romanzo giallo a cui si era abituati. False piste, indizi fuorvianti, personaggi ambigui che portano a un’idea innovativa: una serie di omicidi che ha come scopo quello di mascherare non solo l’identità dell’assassino… ma anche quella della vittima designata.

Ma d’altra parte tu sei stata una ragazza all’avanguardia: in un’epoca in cui ci si sposava per interesse o per necessità, tu sei stata fidanzata ben quattro volte prima di accettare la proposta di matrimonio di Archibald Christie.

E che dire della tua genialità? Un talento che si esprime al meglio in And Then There Were None. Un capolavoro del genere whodunit, una variazione dell’enigma più classico in cui la camera chiusa è un’isola da cui è impossibile scappare. Dieci persone all’apparenza senza colpa e senza legami tra di loro si trovano isolati in una villa dove sono stati invitati da un misterioso sconosciuto.

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Ignoti sembrano anche i motivi che portano all’uccisione degli ospiti uno dopo l’altro, come i dieci piccoli indiani della filastrocca esposta nelle stanze della casa. Come sei riuscita a trasmettere la diffidenza dei protagonisti nei confronti degli altri?
Forse hai messo nero su bianco quello che stava succedendo a te, quando il sospetto ti ha portato a scoprire i segreti del tuo Archibald. La tua vita è diventata un giallo per qualche giorno, quando sei sparita senza lasciare altre tracce se non la tua macchina vicino a una scogliera, qualche vestito e la patente. E una prenotazione in un albergo a nome dell’amante di tuo marito. Chissà se hai desiderato per la mistress del caro Archie la stessa sorte che il Generale Macarthur ha riservato all’amante di sua moglie?

Infine, vorrei dirti che ammiro la tua preparazione che non ha mai lasciato nulla al caso. Nei tuoi romanzi tutto è organizzato con precisione, tutte le morti hanno una spiegazione e tutti i casi hanno un colpevole che viene smascherato senza l’utilizzo di tecniche da CSI, ma solo con l’osservazione dei fatti e con la deduzione. Perché oltre a essere un’affermata scrittrice, ti sei impegnata per aiutare il tuo paese durante la seconda guerra mondiale, lavorando nella farmacia dell’ospedale universitario di Londra. Qui hai imparato quello che c’è da sapere sui veleni più comuni, sul loro uso e sui loro effetti. Così, in The Pale Horse il protagonista arriva al colpevole grazie a un indizio importante: dietro la causa delle morti misteriose c’è l’avvelenamento da tallio. Ma non voglio svelare niente a chi decidesse di leggere questo libro, se non che gli indizi sono tutti presenti fin dalle prime pagine. Tu sei stata bravissima a confondermi – e a spaventarmi con le storie delle tre vecchie streghe del villaggio.

Un’ultima cosa, Agatha, sulla quale invece non mi trovo d’accordo con te. Pare che tu abbia detto che il caffè in Inghilterra abbia il sapore di un esperimento di chimica. Coffee in England always tastes like a chemistry experiment: non so se tu lo abbia detto davvero, ma i tempi sono cambiati parecchio da allora. Mi piacerebbe provare a farti cambiare idea, portandoti in una caffetteria dalle parti di Borough Market, dove potremmo passare insieme qualche ora a parlare di viaggi e di libri.

Con affetto,

Silvia.


Questo articolo è stato pubblicato in origine su Il Mondo di Athena e fa parte dell’iniziativa Lettera allo scrittore & Lettera alla scrittrice. Bruna, l’autrice del blog dedicato ai libri e ai racconti di viaggi, ha voluto trovare un modo più personale e intimo per raccontare l’amore per la scrittura e la letteratura, attraverso una serie di lettere indirizzate ad autori e autrici. L’iniziativa è aperta a chiunque abbia voglia di partecipare.

22 pensieri riguardo “Lettera ad Agatha Christie

  1. Soltanto tu avresti potuto approcciarti a lei in questo modo! E credo che lei avrebbe ricambiato la tua amicizia con altrettanta empatia…se non di più proprio grazie alla sua verve.
    Anzi ti dirò di più, lei ti avrebbe fatto diventare la protagonista di uno dei suoi romanzi: saresti stata un membro della Royal Geographical Society (il mio sogno) alle dipendenze di un boss dai modi burberi e incaricata di girare il mondo per mappare le tradizioni gastronomiche nelle terre coloniali. La trama dice che fra intrighi, omicidi e misteri avresti incontrato un’avventuriera col nome in codice “Orsa” in fuga per il mondo dopo aver trucidato la suocera. Tu scoprirai il suo atroce delitto ma non lo rivelerai mai in nome della sorellanza del sacro blogging. Ok non svelo altro, faccio solo un ultimo spoiler: la protagonista si legherà ad un prigioniero di guerra 😀 😀
    Buona domenica Silvia e complimenti per la tua lettera! ❤

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    1. Ah ah ah mi fai morire! Anche tu di fantasia ne hai parecchia, eh 😂 Mi piace tantissimo la tua storia, anzi quella di Agatha: ovviamente per nulla al mondo avrei mai rivelato il tuo segreto. Anzi ti avrei aiutata a scappare attraverso l’Europa in treno, fino a farti arrivare all’estremo nord dove avresti vissuto una vita serena.
      Ma sai che con il capo sono stata alla Royal Geographical Society dove lui ha presentato un libro? E pensa che prima di partire non era contento perché avrebbe preferito la Royal Society of Arts, mannaggia a lui…
      Grazie e buona domenica 😘

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  2. Io sono cresciuta con lei. Amo, amo, amo alla follia Dame Agatha Christie. Le sue ambientazioni, la sua storia, il suo modo di scrivere. Amo la storia della sua vita, di cui ho letto vari passi sulle prefazioni o postfazioni dei suoi libri. Trovo sia stata e sia ancora una grande donna.
    Colleziono i suoi libri, che mi piace rileggere stagionalmente, ossia nel periodo dell’anno più adatto, quello in cui il libro stesso è ambientato. Ho le videocassette con film tratti dai suoi lavori (viste mille volte).
    Lei è la donna che mi ha fatto desiderare per anni l’Inghilterra e, quando nel 2008 sono andata finalmente a Londra e nelle contee del sud….ho parlato di lei e cercato sue tracce, in ogni istante.
    Capirai, quindi, come questo post sia per me motivo di commozione. Leggendo te, ho capito che avrei potuto essere io, a scrivere le stesse parole.
    A chi pensa che l’assassino sia sempre il maggiordomo….consiglio di leggere Mrs. Christie. Cambierete idea per sempre ;-).
    Bacioni,
    Claudia B.

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    1. Claudia, io e te siamo soulmates 😉 Anche io rileggo i suoi libri regolarmente, e lo faccio se possibile proprio nel periodo in cui sono ambientate le storie! Bene, ora so di non essere proprio completamente pazza… Pensa che io sto addirittura guardando una serie televisiva ispirata ai suoi romanzi ma ambientata in FRANCIA, con attori francesi, ma mi piace comunque. Ora sto aspettando che esca su Sky il remake di Assassinio sull’Orient Express – non vedo l’ora!
      Grazie, un bacione 😘

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      1. Quindi non sono sola!!! Che sollievo Silvia! Non vedo l’ora di vedere il film (scusa il gioco di parole). Sono anche piuttosto spaventata dall’esito, sia chiaro, perché il primo per me è un capolavoro assoluto.
        Ma voglio credere che abbiano fatto un buon lavoro, come nel recente remake di ‘Dieci piccoli indiani’, andato in onda su Giallo. Una meraviglia!
        Un bacione a te!!!
        Claudia B.

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  3. Bella questa iniziativa di Bruna e sensibile la lettera che hai scritto alla giallista del mio cuor💟 Credo di aver letto tutti i suoi lavori e visti altrettanti film a tema, anche se spesso purtroppo mancano del fascino descrittivo che solo la Christie riusciva a mettere nelle sue pagine. Hai ragione quando dici che forse hai cominciato a voler viaggiare anche grazie ai suoi libri… Per me è stato così. Un abbraccio Silvia.

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    1. Mi fa piacere scoprire di non essere l’unica “malata” di Agatha Christie 😉 Sai che ogni volta che leggo un giallo mi trovo senza quasi rendermene conto a fare un paragone con la Christie, immaginando come avrebbe descritto lei la situazione o come avrebbe affrontato la questione?
      Grazie Alessia, buon inizio settimana ❤️

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  4. Ho iniziato a leggere la Christie solo un paio di anni fa, ma già ho divorato gran parte delle sua bibliografia, davvero fantastica. Anche a me sarebbe piaciuto conoscerla di persona, era una vera avventuriera e una viaggiatrice curiosa!

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  5. Silvia, mi hai invogliato a leggere un’autrice che, lo confesso, mi manca. Oltretutto, io adoro le biografie, le storie vere. Trovo che la realtà sia sempre superiore alla fantasia, e poi mi piace scoprire i retroscena delle persone che, per un motivo o per l’altro, sono state sotto i riflettori. Verrei volentieri anch’io a prendere un caffè al Borough Market 😉 Bella iniziativa, le lettere: credo proprio che parteciperò. Un abbraccio!

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    1. Sono sicura che Bruna sarà felicissima se parteciperai anche tu! E sono già molto curiosa di sapere chi sarà il destinatario della tua lettera.
      Anche a me piacciono le biografie perché in un certo senso riescono anche a rendere più “umane” le persone famose e quindi più vicine a noi.
      Grazie di essere passata ❤️

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  6. Secondo me, te ed Agatha sareste state delle grandissime amiche nonchè collaboratrici… ricordo ancora, con qualche brividino sulla schiena, certi tuoi post da notte buia e tempestosa.
    Posso confessare un peccato degno di pena capitale, ritiro del passaporto, sequestro della collezione di lonely planet e distruzione di tutte le fotografie ed aggeggi vari raccolti in anni di viaggi?
    Ho letto solo un libro di Agatha… 10 piccoli indiani…! Ma come diceva Corrado della Corrida di Corrado, non è finita qui… a metà libro sono andata a cercare l’assassino. Sono una brutta persona, però ho intenzione di recuperare; appena finita la serie sull’ispettore Ricciardi, mi butto anima e corpo sulla regina dei gialli.

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    1. Pensa che io adesso sto leggendo anche i romanzi – per ora due – di Sophie Hannah, una scrittrice inglese che ha ripreso il personaggio di Poirot, inventando nuove avventure. All’inizio ero un po’ scettica ma mi sono dovuta ricredere, ma d’altra parte i gialli li adoro!
      Grazie 😘

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  7. […] In parte è colpa mia, lo ammetto, ma purtroppo non riesco a concepire l’idea che sta dietro a un museo delle cere. Immagino che richieda pazienza, talento, precisione e chi più ne ha più ne metta ma proprio non capisco perché una persona dovrebbe dedicare due o tre ore del suo tempo in una città per vedere delle statue di cera. Mi dispiace, ma non fa per me. Ci sono stata una volta sola, proprio durante il mio primo viaggio a Londra secoli fa perché la mia amica ci teneva e perché avevamo un buono sconto, ma non lo rifarei. Lunghe attese per comprare i biglietti, per entrare e per riuscire ad avvicinarsi alle statue: per me non ne vale la pena. L’unico motivo per cui per un minuto l’ho trovato sopportabile? Scattare una foto che mi ritrae – giovane e mal vestita – accanto ad Agatha Christie. […]

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