Da Mosca non sapevo cosa aspettarmi. Non ero mai stata in un paese dell’ex blocco sovietico e l’idea che mi ero fatta era un misto di leggende metropolitane, di quello che mi avevano raccontato delle amiche russe, e di qualche libro che avevo letto. Pensavo di trovare una città non troppo bella, con un mix di stili architettonici: quello neoclassico delle abitazioni a due o tre piani e quello neogotico dei grattacieli stalinisti. Mi immaginavo anziane avvolte in cappotti spessi e con un foulard in testa, accanto a poliziotti severi intenti a pattugliare le strade e a mettere i bastoni tra le ruote ai poveri stranieri.
La realtà è molto diversa o, almeno, io ne ho avuto una percezione diversa. Mosca non è la città tetra che avevo pensato di trovare. Certo, il classicismo socialista ha lasciato il segno: in certi palazzi ministeriali, nella sede di una grande banca ma anche in qualche condominio dall’aria davvero triste.
Per strada non ci sono persone vestite alla “moda sovietica” con abiti dai tagli severi, ma uomini alti e corpulenti e ragazze austere con gli zigomi alti, vestite all’ultima moda, come direbbe un’amica di mia madre. Chanel, Vuitton e Gucci sono arrivati anche qui, così come Porsche, BMW ed Apple. Pensare che le ragazze russe che conosco, che ora hanno un’età compresa tra i 30 e i 40 anni, sono scappate quasi vent’anni fa perché questo paese non aveva nulla da offrire. Ora, la Ulitsa Tverskaya non è molto diversa da Long Acre a Londra. Molto è cambiato in pochi anni, e quella che si respira è aria di cambiamento. Un cambiamento epocale, che deve aver stravolto completamente le vite di chi a Mosca ha deciso di rimanere. Oggi ci sono i murales sui palazzi, come in qualsiasi altra capitale: fa un certo effetto, quando si pensa che qualche decennio fa non si poteva esprimere un parere, figuriamoci disegnare su un muro.
Quando scendi sottoterra però, ti rendi conto che certe cose non sono cambiate. Alle fermate della metropolitana si trovano ancora qua e là simboli prettamente sovietici: sei sulle scale mobili, ti guardi intorno e quando alzi gli occhi vedi una falce e un martello inscritti in una stella. O ancora, nei tunnel, ad alcune fermate ci sono piccoli chioschi dove gruppi di donne anziane con i capelli avvolti in un fazzoletto fanno la coda per acquistare calze, grembiuli e quant’altro. Davvero le cose sono cambiate, o è solo un’illusione?
Non hai il tempo di trovare una risposta perché quando riemergi in superficie ti trovi catapultato nel bel mezzo della Piazza Rossa. Me la immaginavo più piccola, meno spettacolare, ma la spianata rettangolare ha il potere di lasciare senza parole. Una sensazione simile a quella che finora ho provato solo a Times Square e in cima all’Empire State Building: non sai dove guardare prima, e tutto quello che vedi ti stupisce. A partire dal Museo Storico Statale: è imponente, con la facciata di mattoni rossi e le torri.
Dal museo si prosegue lungo il muro del Cremlino oltre il Mausoleo di Lenin: passando sotto la Torre Del Salvatore si arriva fino alla cattedrale di San Basilio. Non ho dubbi a dire che si tratta di uno degli edifici più belli che abbia mai visto. Dall’esterno è opulenta, con le cupole elaborate e coloratissime: azzurro, giallo, verde, rosso, arancione. Il contrasto con il cielo grigio e le nuvole che a un certo punto scaricano un temporale di neve è impressionante. Normalmente non siamo appassionati di edifici religiosi, ma la necessità di ripararci dal freddo e dalla neve ci ha convinti a entrare all’interno, dove abbiamo scoperto che non si tratta di una chiesa unica, ma di ben nove cappelle: dipinti, decorazioni di ceramica e iconostasi che avevo solo intravisto sui libri di storia dell’arte.
Usciti dalla cattedrale, ci camminiamo verso la Moscova e costeggiamo uno dei muri di cinta del Cremlino. Solo durante quella passeggiata mi rendo conto di quanto sia grande la fortezza che fin dai tempi delle origini della città rappresenta il centro del potere politico. Camminiamo per quasi mezz’ora prima di capire che l’ingresso è attraverso la Torre della Trinità: bisogna fare i biglietti, e purtroppo c’è una coda lunghissima davanti alle biglietterie del Giardino Alexandrovsky. Fin quando c’è il sole non è un problema, ma quando inizia di nuovo a nevicare, allora l’attesa diventa pesante. Dopo mezz’ora esce un’addetta della biglietteria che inizia a urlare prima in un russo e poi in inglese: chi vuole il biglietto di ingresso per il Cremlino ma non per l’Armeria non deve fare la fila. Ci sono delle casse automatiche comodissime. Ormai siamo già infreddoliti e fradici, ma pazienza.
Entriamo all’interno della fortezza e dopo pochi minuti il cielo è tornato in parte sereno. Il contrasto tra passato e presente non manca all’interno del Cremlino: da un lato, il moderno Palazzo di Stato in vetro e cemento, dall’altro il Palazzo del Senato e l’edificio del Soviet Supremo, entrambi in stile neoclassico. Fa effetto pensare che all’interno della stessa piazza si siano susseguiti zar, dittatori e presidenti. Su questi stessi ciottoli hanno camminato Ivan il Grande, Lenin, Stalin, Brezhnev e ora Putin.
Sulla piazza Sobornaya, all’interno della fortezza, si affacciano ben tre cattedrali: dell’Annunciazione, dell’Arcangelo e dell’Assunzione. Sono completamente ignorante in fatto di architettura religiosa, ma so apprezzare la bellezza quando la vedo. Tutto intorno a me ci sono mura bianche e cupole dorate una in fila all’altra che si stagliano, ancora una volta, contro un cielo per metà azzurro e per metà grigio.
Rimaniamo un paio di ore al Cremlino, ma potremmo rimanere di più se volessimo vedere anche l’Armeria e il Fondo dei Diamanti. Decidiamo invece di uscire, passando accanto all’imponente Palazzo del Senato e uscendo attraverso la Porta dello Zar. Ci ritroviamo sulla Piazza Rossa, non lontano dal mausoleo dove la salma imbalsamata di di Vladimir Ilych riposa sotto un blocco di marmo nero e rosso presidiato da guardie.
Dall’altro lato, ancora San Basilio e, di fronte a noi, il GUM. Si tratta di un edificio di grande importanza architettonica, con la facciata in stile medievale russo che occupa un lato intero della Piazza Rossa e il tetto realizzato interamente in vetro e acciaio. Lo commissionò Caterina II per ospitare un grande mercato, e l’intento commerciale rimase anche durante gli anni della Rivoluzione del ’17, quando assunse il nome di Государственный универсальный магазин o Gosudarstvennyi Universalnyi Magazin (centro commerciale statale). Nei grandi progetti di Lenin, il GUM doveva essere un modello nazionale di grande distribuzione che permettesse a tutti di avere accesso ai beni di consumo. L’idea fallì miseramente e non fece altro che peggiorare l’opinione che la gente aveva nei confronti delle imprese statali. Nei decenni successivi il centro commerciale subì un processo graduale di privatizzazione e un cambiamento parziale del nome: anche se si chiama ancora GUM, in realtà la prima lettera dell’acronimo ora sta a rappresentare la parola Glavnyj, principale. In poche parole: centro commerciale principale.
Oggi il GUM è proprio questo: un grande centro commerciale, non molto diverso da Harrod’s o dalle Galeries Lafayette. Un susseguirsi di marchi internazionali: Barbour, Intimissimi, Gucci, Ralph Lauren. La globalizzazione è arrivata anche qui ed è difficile immaginare che cinquant’anni fa la gente faceva ancora la coda lungo queste balconate per comprare la carta igienica, quando la maggior parte dei negozi aveva abbassato la saracinesca perché non c’era nulla da vendere.
Non abbiamo comprato nulla, ma abbiamo cercato riparo dalla pioggia e dalla fame. Avevo letto di un locale all’interno del GUM che secondo le guide a cui mi ero affidata era una vera tavola calda sovietica. In realtà solo il nome Stolovaya ricorda il passato sovietico: si tratta di un self service dove gli arredi e i piatti di un’epoca passata vengono scimmiottati, con un risultato tristemente finto. Dalle tovaglie che da lontano sembrano di pizzo ma in realtà sono di plastica che imita il pizzo, ai piatti di purè di patate e polpette completamente insapori. Ma d’altra parte, non potevo aspettarmi molto di più da un ristorante in un centro commerciale.
Per fortuna, gli altri pasti non ci hanno delusi. Ma questo è materiale per un altro post su Mosca.
Con questo post Silvia mi hai portata con te nella Piazza Rossa! Sempre bello viaggiare attraverso le tue riflessioni aguzze e mai banali. Peccato per il ristorante del GUM, lo immaginavo anche io come una specie di quei milkbar dei paesi dell’Est. Tutto turismo invece 😦
Dimmi: la globalizzazione ha davvero sbiadito il fascino di Mosca o quei simboli ingiro bastano da soli per riaccenderlo?
Sono impaziente di leggere tutto il resto! 😉
Buon finesettimana! :*
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Anche io mi immaginavo una cosa tipo milk bar, e invece una delusione totale!
Sai che è una cosa strana? Ci sono delle vie dove ti sembra di essere a NY, Parigi o Londra: un susseguirsi di vetrine di grandi marchi di lusso e gente fighissima per strada, al punto che ti viene il dubbio di essere a Mosca. Poi nella metro o su un palazzo vedi un simbolo sovietico e ti torna in mente dove sei. Una sensazione stranissima.
Grazie di essere passata ❤️
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Sarà il calo soffocante, ma appena ho visto il tuo post sono corsa a leggere, per immergermi non solo in un luogo decisamente più fresco, ma favoloso!
Credo di non aver nemmeno respirato durante la lettura. Voglio da tempo andare in Russia, perciò viverla attraverso le tue descrizioni, impressioni, riflessioni e attraverso l’itinerario seguito a Mosca, mi ha fatto pendere dalle tue labbra. Non oso immaginare cosa debba essere dal vivo la Piazza Rossa. Ma la descrizione che ne fai, me ne dà una vaga idea.
Silvia, quindi voi avete acquistato biglietti ed ingressi direttamente sul posto? Dall’Italia, a parte visti-voli-hotel, non avete predisposto altro? Ci sono card cumulative che possono essere utilizzate per musei e siti, oppure si acquista ticket per ticket?
Aspetto i prossimi post!
Baci,
Claudia B.
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Ciao Claudia, mi fa piacere che questo post ti abbia dato un po’ di sollievo dal clima torrido! Io riguardo le foto e rimpiango il maglione di lana e il cappottino 😉
Abbiamo acquistato i biglietti direttamente sul posto perché non credo che esista una sorta di visitors card con gli ingressi ai musei e alle attrazioni o almeno io non ho trovato nulla online né sulle guide che avevo comprato. Ma rispetto ad altre città i prezzi sono comunque molto più bassi: per esempio l’ingresso a San Basilio costa qualcosa come tre euro, e quello al Cremlino sei o sette.
Per il resto avevo prenotato il trasporto dall’aeroporto all’hotel perché temevo di non riuscire a farmi capire dagli autisti dei taxi 😅
Un bacione!
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Aspetto con impazienza il mio primo viaggio in Russia. Leggendo le tue parole mi sembra di passeggiare insieme a voi, accompagnata dai sussurri di romanzi e manuali da studentessa di russo all’Università. Voglio vedere tutti quei contrasti coi miei occhi, perdere il fiato sulla Piazza Rossa, fare parte di tutto questo. Non vedo l’ora di leggere gli altri post 🙂
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Con il tuo passato di studentessa di letteratura russa secondo me apprezzerai ancora di più questa città! Con Mosca ho scoperto appena la punta dell’iceberg di un paese di cui so poco o nulla ma che mi piacerebbe scoprire attraverso altri viaggi. Così la mia lista dei travel dreams si allunga ancora 😉
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Deve essere magnifico uscire dalla metro e trovarsi sulla Piazza Rossa, al cospetto del Cremlino. Mosca deve essere una città dai mille contrasti, moderno e classico, opulenza e povertà. Mi ha fatto effetto la coda di donne anziane per acquistare calze e grembiuli o provare a immaginare la fila per beni di prima necessità al GUM, anche qui in contrasto con il lusso di oggi. Forse Mosca mi interessa così tanto anche per questo… Bellissimo racconto Silvia. Aspetto il resto.😘
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Hai ragione: il fascino è dato anche da questo – il contrasto tra Vuitton Gucci ecc e le donne che comprano le calze per pochi rubli. A questo punto sono ancora più curiosa di scoprire com’è la vita al di fuori di una grande città, per vedere se nei piccoli centri le cose sono anche cambiate o no.
Grazie per essere passata ❤️
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Non vedo l’ora di programmare un viaggio per la Russia: se penso a quanto ci ero stata vicina!!!
Chissà…a me è proprio la confusione di stili ad attirarmi e sono certa che non appena ci capiterà di essere in terra sovietica, Aramis non saprà più dove scattare! 😛
Non è una meta economica, vero?
Un grande bacio!
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Se senti il richiamo dell’est vedrai che dopo un po’ non saprai più resistere e a un certo punto sarai “costretta” a prenotare il viaggio 😉
Per quanto riguarda i costi, non è una meta economica: al di là dei voli tieni conto che gli hotel hanno prezzi simili a quelli che puoi trovare in altre capitali, tipo Parigi per esempio. A meno che si scelgano strutture a 2-3 stelle, ma temo che il livello qualitativo sia davvero basso. Questa comunque è la voce di spesa più consistente, perché sul posto i trasporti sia in taxi che in metro costano davvero poco, e per mangiare abbiamo speso meno di quello che spenderemmo qui in Italia.
Un bacione a te 🙂
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Deve essere bellissima
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Bellissima, e diversa da qualunque altra realtà vista finora.
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Ciao Silvia! Quindi per fare un primo bilancio del tuo viaggio, più positivo o negativo?
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Assolutamente positivo! Credo che sian uno di quei posti dove non mi dispiacerebbe tornare, magari tra qualche anno, aggiungendo anche qualche altra tappa tipo San Pietroburgo o qualche città dell’Anello d’Oro.
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Prima o poi ci verró in Russia, sia qui che a San Pietroburgo, anche se non ho voglia di sbattermi per il visto 😅
Comunque gli edifici sono maestosi ed eleganti, soprattutto la cattedrale di San Basilio!
Buon weekend!
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Infatti San Pietroburgo è un altro dei posti che mi piacerebbe includere in un prossimo viaggio in Russia! Anzi, in tanti mi hanno detto che sia meglio di Mosca.
Grazie per essere passato 🙂
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Non sai quanto vorrei una bufera di neve in questo momento di calura! In realtà, andando verso est, gli edifici religiosi sono ciò che mi affascina di più, e infatti la cattedrale mi sembra meravigliosa. Adesso sono proprio curiosa di scoprire cosa hai mangiato (non ho sentito grandi cose sulla cucina russa, ma scommetto che tu hai trovato qualche perla)!
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Anche io vorrei una bella bufera di neve per portare un po’ di aria fresca! Il mio compagno a Mosca si lamentava tanto del freddo, ma ora boccheggia anche lui e rimpiange il vento gelido 😉
Gli edifici religiosi russi sono veramente affascinanti, e il bello di Mosca è che a ogni angolo c’è una chiesa con la cupola d’oro – uno spettacolo che lascia a bocca aperta.
Ho mangiato bene, nei prossimi giorni ne parlerò!
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Ecco come si chiama quella cattedrale pazzesca, San Basilio! È davvero stupenda, ci credo che la consideri la più bella mai vista.
L’unica persona che mi ha parlato di Mosca è stata una ex collega, che me l’ha definita “la Piazza Rossa col nulla cosmico intorno”. Questa impressione ha avuto il suo peso, devo dirlo, anche perché questa persona ha visto molte capitali europee e la considero affidabile da quel punto di vista. Il tuo post invece mi ha fatto venire voglia di partire subito. Ora vado a spulciarmi gli altri tuoi post per capire come funziona il visto!
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Da un certo punto di vista capisco la definizione della tua ex collega, che è più o meno equivalente a quello che dice sempre un mio amico: “Oltre alla Piazza Rossa non c’è un c***o” CIT. Per certi versi è così, nel senso che le cose oggettivamente belle da vedere sono la Piazza Rossa e il Cremlino. Per il resto non c’è la stessa bellezza che ci può essere in una città come Roma o come Parigi: Mosca ha un fascino diverso, quello degli edifici brutti accanto alle cattedrali con le cupole d’oro. Come quelle persone “non belle ma interessanti”.
Per il visto sicuramente per te sarebbe più semplice visto che a Roma c’è il centro visti.
Grazie per essere passata 🙂
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Mi sembrava quasi di essere lì, bellissimo racconto! La Piazza Rossa è già maestosa ed imponente vista in tv, figuriamoci dal vivo! I miei suoceri, quasi 50 anni fa, erano andati in viaggio di nozze proprio a Mosca. Gli farò leggere il tuo post, sono curiosa di sentire i loro commenti sui cambiamenti che inevitabilmente il tempo ha portato. 🙂
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In viaggio di nozze a Mosca cinquant’anni fa? Devono essere molto temerari e avventurosi i tuoi suoceri, ma se non ricordo male sono proprio loro che hanno girato un po’ ovunque in tenda.
Sicuramente qualche anno fa sarà stato ancora più particolare.
Grazie per essere passata ❤️
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Già, ho dei suoceri portentosi! Diciamo che da giovani erano molto avventurosi, oggi scelgono viaggi un po’ più rilassanti (e spesso gastronomici 🙂 ), ma continuano a girare il mondo! In effetti il loro viaggio di nozze era assolutamente inusuale a quei tempi 🙂 Grazie a te per il bel post!
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Che bello non perdere l’entusiasmo e la voglia di partire!
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Posso dire senza ombra di dubbio che da quando ti seguo questo è uno dei miei post preferiti. Leggendo è stato come trovarsi lì con te. E le foto poi, quella di San Basilio con i suoi colori sgargianti in contrasto col cielo grigio sembra finta. Questa “voglia di nuovo” in contrapposizione ad un passato ancora troppo recente vista dall’esterno dev’essere particolarmente interessante, specialmente in una città come Mosca. Ribadisco ancora di più che mi piacerebbe proprio visitarla. Grazie del racconto, buona giornata Silvia!
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Grazie a te Celeste, sei carinissima 😍
Se hai occasione di consiglio di visitare Mosca perché è veramente una città particolare. Mi dispiace solo non aver avuto più giorni e poter aggiungere qualche altra meta russa, magari in altre destinazioni meno note. Ma magari quando realizzerò il sogno della transiberiana 😉
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Wow, Mosca deve essere una città dai mille contrasti, anche più di San Pietroburgo. Peccato per il ristorante del GUM! A SP avevamo mangiato in una Stolovaya molto rustica e anche lì purtroppo il cibo era piuttosto insapore e insiginificante, è stata una delusione 😀 aspetto il post sul cibo 😉 un bacione!
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Anche San Pietroburgo mi incurisisce tantissimo, magari la prossima volta!
Sì peccato per il pranzo da GUM ma avrei dovuto aspettarmi di non trovare chissà che qualità in un supermercato. Gli altri pasti mi hanno dato più soddisfazioni 😉
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Aspettavo questo post, Mosca mi incuriosisce tantissimo e credo che questo contrasto tra la sua storia e la recente modernizzazione sia parte del suo attuale fascino.
La cattedrale di San Basilio è pazzesca, la forma, i colori, un bellissimo eccesso!
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Il contrasto è probabilmente una delle cose che colpisce di più: tra gli stili architettonici, tra il vecchio e il nuovo, tra il bello e il brutto. Quanto mi manca!
Grazie per essere passata 😘
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Il paragone con Times square e l’Empire mi ha un po’ sorpreso, poi ho riflettuto sul fatto che effettivamente è difficile immaginarsi quella piazza, sia per dimensioni che per numero e caratteristiche degli edifici. La foto che hai fatto a San Basilio mi ha lasciata senza parole, quelle cupole colorate di fronte a quel cielo così cupo è qualcosa di spettacolare.
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In effetti è un paragone un po’ insolito, ma in effetti la sensazione di “sorpresa” e di “bocca aperta” è stata più o meno la stessa 😵
Dal vivo quei colori sgargianti contro il cielo sono ancora più spettacolari!
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Maremma… la prima volta che ho visto times square, ti giuro che sembravo fatta di non so bene che sostanze allucinogene da tanto mi ero fatta “catturare” da tutte quelle luci e quel movimento. Mi sto immaginando che vago per la piazza rossa allucinata in quello stesso modo… secondo le leggende metropolitane potrei fare una finaccia! ahahah
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Ah ah è vero: rapita da una spia russa travestita da contadina nei sotterranei della polizia segreta 😱😱😱
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Ahahahahahaha la trama di un film!!
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Vero!
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Cara Silvia, Mosca mi ispira tantissimo. Più di San Pietroburgo, credo.
Tante persone tornano da questa città affascinate dai contrasti continui che si scoprono in ogni aspetto della vita e della gestione di questa metropoli.
Prima o poi ci andrò anche io, spero… la wish list è talmente lunga e i soldi e il tempo non così abbondanti. Però questo tuo post mi ha avvicinato a questo luogo che, nella mia testa, assume dei caratteri quasi “mitologici”.
Ti ringrazio tanto. Leggere i tuoi post non è mai uno spreco di tempo.
Un abbraccio,
Elena
PS: se a luglio/agosto sei in Piemonte, potremmo organizzarci e vederci per uno scambio di idee e di narrazioni.
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Grazie Elena, le tue parole mi fanno davvero piacere!
Il problema della wish list è comune a tanti, credo. Io ho un documento di word lunghissimo, dove elenco tutti i posti dove vorrei andare con tanto di consigli di hotel/ristoranti/posti consigliati da chi ci è già stato. Il problema è che invece di accorciarsi, regolarmente viene integrata con nuove destinazioni 😉
Sì, io ad agosto sono sempre qui tranne per un paio di giorni, quindi combiniamo!
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Oh come ti capisco… io gli elenchi li scrivo puntualmente su tovagliolini del bar, post it già parzialmente usati, fogli di carta da riciclo….. ogni volta si allungano… e si tratta solo delle mete a breve/medio raggio… quelle più lontane o che richiedono più di una settimana per la visita non sto neppure a scriverle! Impossibile tenerne traccia!
Ok, allora ci organizziamo! Guarda che ci conto!!!
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Anche io lascio perdere quelle lontane 😉 Sentiamoci via mail, il mio indirizzo è silvia.demick@gmail.com
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[…] per aiutarci a capire cosa stavamo ordinando e a consigliarci i piatti migliori. E, tranne ai grandi magazzini GUM, non siamo mai rimasti delusi dal cibo e dai ristoranti di […]
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[…] per aiutarci a capire cosa stavamo ordinando e a consigliarci i piatti migliori. E, tranne ai grandi magazzini GUM, non siamo mai rimasti delusi dal cibo e dai ristoranti di […]
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[…] Mosca se possibile l’ho sognata ancora più forte anche grazie agli articoli di Silvia di The Food Traveler. […]
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