Organizzare un viaggio a Mosca: consigli pratici

Prima della partenza ero un po’ in ansia, nonostante fossimo riusciti a ottenere il visto per la Russia e tutti gli altri documenti per il viaggio. Le cose che mi spaventavano di più di Mosca erano due: il fatto di andare in un posto dove non si parla nessuna delle lingue che conosco, e le leggende metropolitane messe in giro da amici e conoscenti. Avete presente quelli che “uno che conosco mi ha raccontato”? Così, proprio prima di partire, una mia amica si era raccomandata di non lasciare creme e profumi in albergo perché le cameriere li rubano, mentre un’altra ancora mi aveva sconsigliato di prendere i taxi perché gli autisti ti portano a perdere se non consegni tutti i tuoi averi. Avevo anche letto dei terribili controlli della polizia, che a quanto pare è solita fermare i passanti per strada, chiedendo passaporti visti e quant’altro, minacciando i poveri malcapitati di portarli in cella. Non è successo niente di tutto ciò e non è che ci credessi, però un po’ di paranoia pre-partenza ce l’avevo. Anche perché ogni volta che dicevo a qualcuno che saremmo andati a Mosca per il mio compleanno, nove persone su dieci ci domandavano preoccupate: ma andate DA SOLI?

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Siamo andati da soli, siamo sopravvissuti e in cinque giorni nessun poliziotto ci ha fermato per chiederci nulla. Certo, ce ne sono in giro per strada e alle stazioni della metropolitana, e un paio di volte mi sono rivolta a loro per chiedere informazioni che mi hanno dato, con gentilezza.
Meglio quindi lasciare i preconcetti da parte e non credere alle storie che si sentono in giro: storie dettate più che altro dai pregiudizi verso una città che non spaventa assolutamente e nella quale ci si muove facilmente, con qualche piccolo accorgimento.

Imparare l’alfabeto cirillico 

Non è fondamentale, ma aiuta, soprattutto per leggere i nomi delle stazioni della metropolitana, delle strade e dei ristoranti. Può sembrare un’impresa impossibile, soprattutto al mio compagno di viaggio – quello che ama definirsi prigioniero – che al semaforo rosso non capiva perché ci fosse scritto Ctom. In realtà era un segnale con su scritto стоп, ossia un semplicissimo Stop. Per chi poi ne avesse voglia, non è male imparare alcune parole e frasi basilari.

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Con due o tre lezioni con un’amica bielorussa ho imparato l’alfabeto cirillico e qualche parola: per carità, leggo con la lentezza di un bambino di prima elementare e riesco a malapena a ricordarmi la differenza tra grazie e prego o tra buongiorno e buonasera, ma nonostante gli scarsi risultati sono comunque riuscita a cavarmela. Una sera a cena ho usato una delle tre frasi che ho imparato a lezione e cioè Где туалет, ossia dov’è il bagno? Il cameriere mi ha risposto in russo e io non ho capito una parola. Per fortuna anche a Mosca è sempre in fondo a destra.

Come procurarsi i rubli

Non sono riuscita a cambiare gli euro in rubli prima di partire perché è praticamente impossibile procurarsi valute così poco richieste. Con un po’ di agitazione sono partita con degli euro che avevo intenzione di cambiare una volta arrivata a destinazione, anche se immaginavo scenari da incubo del tipo e se nessuna banca di Mosca mi volesse cambiare i soldi oppure e se non funzionassero né bancomat né carte di credito. Sono leggermente catastrofica a volte ma non so se riuscirei a sopravvivere all’umiliazione di trovarmi al ristorante e non riuscire a pagare il conto. Per fortuna non è successa nessuna sciagura: anche se non ho trovato l’ufficio di cambio in aeroporto, appena arrivata in città ho prelevato un po’ di rubli al bancomat accanto all’hotel. Il giorno dopo sono entrata in una banca in un centro commerciale e ho cambiato i miei euro senza dover nemmeno mostrare un documento. 

Come muoversi a Mosca

La metropolitana è il modo più veloce di spostarsi a Mosca. Alla cassa o касса si acquista una scheda con un numero di corse variabili, per un costo di 55 rubli ciascuna (meno di 90 centesimi di euro). La signora della biglietteria non parlava inglese ma in qualche modo ci siamo capite: ci ha venduto una tessera da 20 corse, facendoci capire che sia io che il mio compagno dovevamo usare la stessa card, passandocela da una parte all’altra del tornello. Ci si avvicina alla barriera, si appoggia la scheda sul lettore ottico e si passa poi la card a chi sta dietro. Per noi può sembrare strano ma qui si usa così.

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Il fatto di aver imparato l’alfabeto cirillico mi ha semplificato molto la vita perché, se è vero che una volta a bordo dei treni i nomi delle fermate sono scritti anche in caratteri latini, purtroppo nelle stazioni gli stessi nomi sono di solito solo in cirillico. Così, se mi trovo per esempio alla fermata di Tverskaya e devo decidere verso quale binario dirigermi, devo riuscire a interpretare il cartello che indica le due diramazioni della linea con l’elenco delle fermate in cirillico. 

Bisogna fare attenzione anche ai cambi, tenendo presente che quando si deve passare da una linea all’altra, spesso la stazione cambia nome. Per esempio la stazione che sulla linea viola si chiama Puškinskaja, sulla grigia cambia nome e diventa Čechovskaja: in realtà è sempre la stessa fermata, che però ha due nomi diversi a seconda della linea.
Nemmeno le indicazioni delle uscite sono facilmente riconoscibili: basterebbe un semplice Exit o un Way Out, invece il cartello da cercare è quello di Выход в Город che vuol dire qualcosa del tipo “uscita verso la città”.

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Ho trovato molto comodo ed economico anche Uber, che avevo usato la prima volta ad Amsterdam. A Mosca in particolare è utile perché i taxisti raramente parlano inglese e l’app risolve il problema di spiegare dove vogliamo andare: si inserisce la destinazione, si aspetta la macchina e il gioco è fatto. I tempi di attesa sono brevi e anche quelli di percorrenza, soprattutto di sera, quando il traffico è più scorrevole, e il prezzo medio di una corsa si aggira tra i cento e i duecento rubli – nemmeno tre euro.

Quali app scaricare prima di partire per Mosca

Una delle app che ho utilizzato di più è stata 2GIS, consigliata dalle ragazze di Italia Russia Corner. Si tratta di un’applicazione che funziona offline e che permette di trovare attività, negozi e attrazioni. È perfetta per esempio quando si esce dalla metropolitana e si vuole raggiungere un posto senza sapere bene in che direzione andare: si inserisce la destinazione e 2GIS ci guida fino alla meta, esattamente come farebbe Google Maps, però senza bisogno di internet.

Altro strumento utilissimo è Metro: si inseriscono la stazione di partenza e quella di arrivo, e dopo qualche instante verrà indicato il tragitto più breve, con i relativi cambi. Anche in questo caso l’app funziona senza connessione dati.

Per Uber serve invece internet ma basta meno di un minuto affinché l’app localizzi la nostra posizione e confermi il servizio di pick up con la macchina più vicina. Una app simile che ho scaricato ma non utilizzato – semplicemente perché mi sono trovata benissimo con Uber – è Yandex Taxi, la versione russa del servizio di taxi inventato dagli americani.

Cosa mettere nella valigia per Mosca

Avevo sentito parlare delle roventi estati moscovite ma le temperature sono state tutt’altro che roventi, con una minima di quattro e una massima di dodici gradi. Ha anche nevicato tre o quattro volte, dei temporali che invece di essere di pioggia sono di neve – durano al massimo un quarto d’ora ma in quel lasso di tempo fa davvero freddo. Poi magari torna il sole e se non c’è il vento si sta più o meno decentemente. È bene quindi portare maglie di cotone o di lana non troppo pesante, un cappotto di peso medio (di quelli che mia mamma chiama da mezza stagione) o un piumino leggero, sciarpa e berretto. 

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La sera, nei ristoranti, i moscoviti tendono a essere abbastanza eleganti, per non dire vistosi. Noi avevamo solo jeans, maglie e t-shirts in valigia ma nonostante ciò non ci siamo sentiti a disagio, nonostante fossimo quasi sempre i più informali di tutto il locale.

Cosa vedere, cosa fare e dove mangiare a Mosca

Come tutte le metropoli, a Mosca le distanze tra una zona e l’altra sono notevoli. Per cui conviene avere un’idea di massima di quello che si desidera vedere, anche se poi si finisce quasi sempre per stravolgere i piani. Per esempio, nonostante non fosse in programma, un mattino abbiamo deciso di andare al VDNKh, il centro espositivo voluto da Stalin per glorificare la grandezza del paese. Non abbiamo però visto Gorky Park perché eravamo troppo stanchi.

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Avrei anche voluto andare a Sergiev Posad, una delle città dell’Anello d’Oro: è a meno di cento chilometri da Mosca, ma mi è stato sconsigliato di fare il viaggio in giornata per via del traffico congestionato sia in entrata che in uscita, soprattutto tra il venerdì e la domenica. Magari ci sarà una prossima volta.

C’è ancora tanto da raccontare a proposito delle cose da fare a Mosca, così come c’è tanto da dire su quello che ho mangiato e sui locali che ho provato, ma per questo ci saranno altri post.

Siete mai stati a Mosca? Avete altri consigli da dare a chi volesse organizzare un viaggio nella capitale russa? 

49 pensieri riguardo “Organizzare un viaggio a Mosca: consigli pratici

  1. Che meraviglia! Per me suona tutto affascinante anche gli impronunciabili nomi della metro. Te la sei cavata benissimo direi, nonostante le “pippe” prepartenza causate delle letture online e dai racconti degli amici degli amici 😛
    Dev’essere stata una bellissima esperienza, intanto ho segnato tutto: dal trucchetto del tornello all’idea evergreen delle foto-ricordo nei distributori automatici! *_* Che belli che siete!
    A proposito, Bernie non ha affatto l’aria del “prigioniero di viaggio” però 😉
    A presto! :*

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    1. “Kim jong-un” mi ha obbligato a fare una faccia compiaciuta, avevo anche la bandierina rossa con falce e martello da sventolare festoso ma, sfortunatamente non stava dentro il distributore

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    2. Un’esperienza bellissima, al punto che la piazza rossa insieme alla vista dall’empire state building è una delle cose che mi hanno colpita di più, anche se rappresentano due realtà completamente diverse.
      Ti auguro di andarci presto, sono sicura che ti piacerebbe!
      Scusa per i commenti di Bernie: adesso deve fare questa parte della vittima, ma si vede chiaramente dalla foto che gli è piaciuto tantissimo 😉

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  2. Accidenti!Mi hai illuminata…ora dovrò aggiungere un’altra meta alla già lunga lista…Credi sia fattibile in un viaggio in solitaria? Stavo proprio iniziando a programmare la mia prossima vacanza breve 😉

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    1. In solitaria è assolutamente fattibile. Non mi sono mai sentita in pericolo o a disagio né in metropolitana, né per strada la sera dopo cena. C’è sempre gente in giro, come nel centro di qualsiasi grande città. Ho fatto male a farmi spaventare da quello che avevo sentito dagli amici degli amici, perché ho davvero avuto l’impressione di essere in una città tranquilla e accogliente.
      Fammi sapere se hai bisogno di altre informazioni!

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  3. Momento #melatirocomenoncifosseundomani: ho una laurea in lingue e letterature straniere con tanto di tesi in letteratura russa… e quante volte sono stato in Russia? UNA! A San Pietroburgo. Mosca non l’ho mai vista. Nel frattempo sono passati gli anni e quel poco che mi ricordavo di russo è completamente svanito… Mosca comunque rimane una delle mete a cui puntare.
    Aspetto il post sulle serate a base di patate, salmone e vodka ;o)

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    1. Ah, ok allora è colpa del russo e non della mia età ormai avanzata che mi impedisce di ricordare le cose? Pensa che ho fatto la prima lezione di sabato e quando sono uscita ho pensato “ho capito tutto”. Il mercoledì ho deciso di ripassare un po, ho aperto il quaderno e mi sono chiesta “ma cos’è questa roba?”
      Patate, salmone, vodka e caviale 😉

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  4. Ahah concordo con Marco, anch’io sono laureata in russo (anche se ultimamente non lo sto più esercitando e di conseguenza dimenticando parecchio) e sono stata in Russia solo una volta, a San Pietroburgo. Mosca mi piacerebbe tantissimo, aspetto i tuoi post su cosa vedere e soprattutto cosa mangiare 😉
    Che belli che siete!

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    1. Dici che non è come succede a me con il tedesco? Io sono laureata in lingue e il russo era la seconda lingua: l’ho dimenticata nell’istante in cui ho lasciato l’aula dell’ultimo esame di letteratura tedesca al secondo anno. Però quando mi ritrovo in Svizzera o in Germania qualcosa lo capisco ancora, e riesco a esprimermi un pochino.
      Certo però che il russo è tutta un’altra cosa.
      Eh secondo me devi proprio andare a Mosca per ripassare un po’ 😉

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  5. Ma dai Giulia! Anche tu ti sei dovuta sorbire anni di lezione su declinazione dei sostantivi e formazione del verbo perfettivo/imperfettivo!!! Solo noi che ci siamo passati sappiamo cosa significa.
    Ultimamente ho provato a prendere di nuovo delle lezioni private: un disastro! Dimenticato quasi tutto…

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  6. Io ho un’amica che ha studiato il russo, è stata per lungo tempo a San Pietroburgo, e poi si è arresa. Ha detto che proprio non riusciva a convivere con il loro modo di fare, di vivere, di pensare. Ma dipende dal carattere, credo: in fondo i posti hanno un’anima ed è come con le persone, non è detto che il rapporto funzioni. Come sempre, mi piace scoprire grazie a te mondi che non conosco… Aspetto con grande curiosità di leggere i prossimi post 🙂

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  7. Aspettavo con ansia gli articoli su Mosca 😀
    Io ho provato un paio di volte ad avvicinarmi autonomamente al cirillico, ma con scarsi risultati… da quello che hai detto però almeno un’infarinatura è necessaria prima di partire! Ogni tanto provo a buttargliela lì a Pavel, ma proprio non ci sente… magari aprirò “casualmente” i tuoi post mentre guarda sul mio computer 😀
    Marco, Giulia… io non ho studiato russo ma ceco, e quei cacchio di verbi perfettivi/imperfettivi ci sono anche lì… io li uso totalmente a caso. Totalmente. Odio.

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    1. Verbi imperfettivi? Mai sentiti nominare! A dire la verità mi ero appena avvicinata al presente dei verbi andare, mangiare, avere bisogno. E già ho fatto una fatica! Ma l’alfabeto ti dirò che non è proprio impossibile.
      Se fai vedere i post a Pavel mi raccomando, ometti i commenti del mio “prigioniero” 😉

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  8. Celeste, anche tu una di noi!!! Anche io li usavo mentula canis. Ma senti, anche in ceco c’è il terribile problema dei verbi di movimento? Perfettivo/imperfettivo, va o viene, una sola direzione o avanti&indietro… mi vnjva coglia di mangiare il libro di testo.

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  9. Sono felice di leggere che alla fine il viaggio è andato a buon fine 🙂
    A me, con tutte queste parole in russo è venuta l’ansia, lo ammetto. Studiare il russo prima di partire è un grande consiglio, come il resto dell’articolo. Utilissimo, davvero.
    Sapere che anche in Russia il bagno è in fondo a destra ti fa sentire a casa! ahahah

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    1. Dal mio livello a riuscire a scambiare due frasi al di là di “il conto per favore” la strada è ancora lunga 😉 Mi piacerebbe continuare con le lezioni, ma poi la pigrizia vince sui buoni propositi…
      Eh sì il bagno in fondo a destra è una certezza non da poco!

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  10. Ti dico solo che, a mio modestissimo parere, sei meglio della Lonely-Planet. E credimi è un complimento. Precisa, analitica e chiarissima, sappi che ti stresserò nel momento stesso in cui inizierò ad organizzare un viaggio in Russia.
    Anche perché noto che, le mie paure, sono anche le tue. Abbiamo (giustificate) fisime in comune.
    Mi preoccupa la questione lingua però. ..soprattutto per orientarsi in metrò. Seguo anche i prossimi post!
    A presto,
    Claudia B.

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    1. Addirittura, Claudia! E io che temo sempre di essere noiosissima e di dare dettagli che a nessuno interessano 😉 Ma sono felice di scoprire che ci sono persone paranoiche come me, che hanno gli incubi al pensiero di partire senza moneta locale!
      Quando deciderai di andare a Mosca sarò felice di darti dei consigli.
      Buon weekend 🙂

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  11. Che belli che siete! Mi piacciono moltissimo le vostre fotine all’inizio del post! Questo articolo è una manna per chi come me sogna di andare in Russia. Già mi vedo a fare le chiuse in casa su Babel per imparare un po’ di cirillico..ahahah! Mi hai messo curiosità quando hai detto che i moscoviti sono appariscenti quando si vestono per uscire la sera..posso solo immaginare 😂 aspetto tutti gli altri post, questo intanto me lo salvo😉

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    1. Mosca era il mio sogno da un po’ e se da un lato non vedevo l’ora di andarci, dall’altro ero anche un po’ agitata. Ma alla fine tutto è andato bene, e il fatto di riuscire a leggere i nomi delle stazioni mi ha fatto sentire un fenomeno 😉 Comunque vedrai che non è difficile imparare un po’ l’alfabeto.
      Pensa che io mi immaginavo le donne con i cappotti di lana e il foulard in testa, invece le coppie di 30-40 anni sembrano uscite da qualche rivista: completi neri un po’ lucidi per gli uomini e scarpe a punta, vestitini neri, tacchi vertiginosi e capelli vaporosi per le donne. Ah, e gli immancabili collant “color carne” che a quanto pare là piacciono molto 😉
      Buon weekend e grazie per essere passata!

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  12. Ci sono stato nel 2013 (ci ho pure dedicato un post) ed è stato incredibile scoprire, ad esempio, che una delle mete più gettonate per i turisti sono le fermate della metropolitana, dei veri e propri musei gratuiti a disposizione di tutti. Per il resto, mi ci ritrovo molto nella tua descrizione, compresa la Kacca con cui ci siamo dovuti confrontare ogni volta che volevamo entrare in un museo o pagare in un ristorante 😉

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    1. Ciao Simone! Ricordo benissimo il tuo post che è stato proprio uno dei primi che ho letto quando ho iniziato a pensare a Mosca, ormai mesi fa. Le fermate della metropolitana sono delle vere e proprie opere d’arte: mi sarebbe piaciuto fare il walking tour per scoprire le più belle ma alla fine mi sono dovuta accontentare di una “sbirciatina” alla veloce.
      Grazie per essere passato 🙂

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  13. Hai ragionissima, la Russia è una meta, anzi LA meta delle leggende metropolitane. Si sente dire tutto ed il contrario di tutto, ed onestamente anche se io nell’affrontare i problemi sono abbastanza “vabbè si vedrà che succede”, devo dire che un po’ “preoccupata” lo sarei prima di un viaggio da quelle parti. Bellissime le vostre foto!!!!!

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    1. Io tendenzialmente cerco di non credere alle cose dette da “un amico di un amico” ma in questo caso mi ero fatta influenzare un po’ vuoi perché non ci ero mai stata, vuoi perché avevo paura di non capire una parola e di non riuscire a farmi capire. Ora mi viene in mente un’altra leggenda metropolitana raccontata da un mio amico che prima di partire mi ha detto più o meno queste parole: “Mi hanno detto che non puoi nemmeno scendere in strada a buttare la spazzatura senza documenti perché ti arrestano”. A questa non ho creduto però rende l’idea delle cavolate che si sentono in giro…
      Grazie per essere passata 🙂

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  14. Utilissimo questo post Silvia! Mosca è una di quelle mete a cui penso da tempo ma per un qualche motivo anche io ho in testa un sacco di stupidi pregiudizi e tendo sempre a rimandare… la tua esperienza mi infonde fiducia 😀 sono curiosa di leggere il resto!

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  15. Mi sono subito salvata questo tuo post, Mosca è tra le mete che mio marito mi propone spesso, ma sono sempre frenata dal fatto che non parlo neppure una sillaba di russo.. Credo che inizierò a studiare l’alfabeto cirillico, così magari mi faccio coraggio! 🙂
    ps: le leggende metropolitane sono sempre le migliori, del tipo che “appena esci di casa arrivano anche gli alieni”, che stress!! 🙂

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    1. Ciao Silvia!
      Più o meno parlano tutti un po’ di inglese, tranne forse gli autisti dei taxi ma li risolvi senza problemi con Uber. E vedrai che leggendo l’alfabeto vai più che tranquilla!
      Se decidi di andare e hai bisogno di consigli scrivimi pure (anche se ti viene in mente qualche altra leggenda metropolitana da condividere 😉
      Buona serata!

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