#TravelMates: lo zaino di Marco Lovisolo è pronto. E il vostro?

Marco Lovisolo è un esploratore infaticabile, abilmente camuffato sotto le spoglie di tecnico informatico. Viaggiatore seriale, zaino in spalla e penna in mano, è dotato di un umorismo pessimo e di una passione smodata per il blues, il nebbiolo e Frankestein jr. Recentemente è uscito il suo libro intitolato Lo zaino è pronto, io no, nel quale racconta tutte le vicissitudini e gli strampalati incontri che hanno segnato indelebilmente i suoi viaggi. Venite a conoscerlo sul suo blog?

Viaggiare zaino in spalla in giro per il mondo ha le sue imprevedibili conseguenze. Una di queste è il progressivo, e del tutto inconsapevole, adeguamento alla vita locale, ivi compreso il cibo. Ho viaggiato in alcuni dei luoghi più disparati del mondo e l’esperienza culinaria è sempre stata parte fondamentale dei miei vagabondaggi. All’epoca, inoltre, ero abbastanza squattrinato (non che le cose siano migliorate, nel frattempo) e per risparmiare mangiavo spesso nei banchetti lungo la strada, nei mercati, nelle stazioni. Insomma, a colpi di gastrite mi sono guadagnato i galloni di esperto di street food. Oggi, su richiesta di Silvia, vi farò letterariamente assaporare alcuni dei cibi più strani al mondo. Armatevi di Maalox e seguitemi

Il pollo al mole negro oaxaqueño

Detto così l’unico ingrediente comprensibile è il pollo, per cui la domanda è: che sarà mai il mole negro oaxaqueño? Impossibile dare una risposta precisa a questa domanda. Il mole negro è una specialità di Oaxaca ed è fatto con almeno una ventina di ingredienti; basilarmente si usano cioccolato nero, banane, peperoncino, cipolla, avocado e frutta secca, dopodiché tutto dipende dall’estro e dalla fantasia dello chef che può aggiungere chiodi di garofano, cannella, uva passa, sesamo, sale, zucchero, code di serpente, occhi di lucertola, zampe di corvo nano…

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Photo © T.Tseng on Flickr

A parte gli scherzi, si tratta veramente di un’alchimia sconosciuta e complicata le cui nozioni si tramandano solo oralmente da madre a figlia e che nessuno ti rivelerà mai, nemmeno sotto tortura. Il gusto è semplicemente celestiale e si sposa alla perfezione con la carne bianca del pollo. Se volete fare un’esperienza mistica, dirigetevi al mercato di Oaxaca, cercate un banchetto dietro al quale c’è una signora che peserà almeno 120 chili e ordinate il suo mole negro. Viaggio di sola andata per il paradiso.

I momo

Quando si parla di cibo indiano, il pensiero corre immediatamente al pollo tandhoori, alla naan, al thali, ecc. Tuttavia se vi troverete a vagabondare nel nord del Paese, dove la presenza nepalese e tibetana si fa più intensa, non potrete evitare di gustare i momo, ravioli al vapore tipici della cucina himalayana. Solitamente l’impasto è fatto con farina d’orzo e il ripieno è costituito da carne, spezie e latticini. Ultimamente si stanno affermando anche quelli vegetariani. Provatene uno e dopo vi troverete a combattere con i vostri commensali per potervi mangiare l’ultimo rimasto sul piatto. Avete presente Kung-fu Panda quando Po lotta instancabilmente con il Maestro Shifu per accaparrarsi l’ultimo raviolo? Ecco.

Chicharrones

A Cuzco, Perù, in un pomeriggio in cui avevo una fame da dinosauro, decisi di concedermi un piccolo snack. Proprio al di fuori delle mura dell’antica cittadina inca, c’è un quartiere pieno di negozietti chiamati chicharronerias. Così entro in uno dei minuscoli locali, dove il menù non esiste perché l’unica cosa che ti servono sono i chicharrones, mi siedo e in un minuto mi arriva un piatto con dentro una cosa unta, ma unta, ma unta… I chicharrones sono (ta-dah!!!): cotica di maiale fritta! Il contorno è costituito da cipolle crude, affettate sottili e foglie di menta, il cui scopo è evidentemente quello di mitigare l’effetto degli altri due ingredienti, in modo da non farti venire un fiato assassino.

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Photo © Jeremy Keith on Flickr

Come si affronta un piatto del genere? Intanto con un alcolico molto forte per stordirsi e in questo caso un paio di pisco sour potrebbero fare al caso vostro. Dopo si usa la tecnica consolidata dai locali: due fettine di cipolla, una foglia di menta e un pezzo di carne. Olè! So che non mi crederete, ma sono molto meglio di quello che sembra. Certo: pesano un po’.

Sticky rice

Varietà di riso che si può trovare in tutto il sud est asiatico, particolarmente appiccicoso quando cotto. La causa è da ricercarsi nell’elevata concentrazione di amido. In Laos lo si usa principalmente come accompagnamento per i piatti piccanti perché il suo gusto delicato costituisce un eccellente controcanto al sapore spesso piccante della cucina locale. Lo si mangia appallottolandolo e intingendolo nelle salse.
Una variante è costituita dal suo utilizzo come ingrediente per i dolci, spesso abbinato al latte di cocco e/o alla frutta secca. In alternativa, le palline possono essere validamente utilizzate come proiettili per schiacciare le mosche che immancabilmente vi assaliranno durante le vostre pause pranzo.

Curanto

Sull’isola di Chiloè, nella Patagonia cilena, è un’autentica istituzione. Praticamente è uno stufato fatto con gli unici ingredienti facilmente reperibili sull’isola: maiale, patate e cozze. Già, proprio così. Il che ci mette di fronte a due problemi di basilare importanza:

  1. Che vino ci beviamo sopra? Il bianco non è adatto al maiale e il rosso ammazza il sapore delle cozze. Bel dilemma, non c’è che dire.
  2. Dove si rimedia la soda caustica per digerirlo?

Se vi capitasse di trovarvi sull’isola di Chiloè e vi venisse la voglia di assaggiarlo, non sottovalutatelo. Oltre alla combinazione letale degli ingredienti dovete mettere in conto che ve ne serviranno tegami pieni.

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Photo © Renzo Disi on Flickr

“E non ho altro da dire su questa faccenda” (cit.). Vi ho fatto venire voglia di partire oppure preferite una tisana?

Cover photo by Oziel Gómez from Pexels

27 pensieri riguardo “#TravelMates: lo zaino di Marco Lovisolo è pronto. E il vostro?

  1. Mi incuriosisce parecchio il pollo mole negro, trovo molto affascinante l’accostamento cioccolato banane&Co, poi quando si tratta di spezie io ci vado a nozze!
    Gli Sticky rice sono molto simili ai Dolmades greci, solo che lì si mangia ancha la foglia 😛
    E comunque caro Marco non puoi dire di aver temprato lo stomaco se prima non affronti un tipico pranzo domenicale campano…altro che Maalox! 😀
    Grazie a te e a Silvia per questo piacevole excursus gastronomico! 😉
    Buon Appetito/Buona digestione a tutti!

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    1. Orsa, già dato in Campania e pure in Calabria. In effetti si tratta di un eccellente allenamento. Anche se devo dire che pure noi piemontesi ci difendiamo a dovere: se riesci a sopravvivere alla Bagna Caoda tradizionale non ti ammazza più niente. Al limite se tu che ammazzi qualcuno solo parlandogli…

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  2. A “code di serpente” ho avuto un sussulto…ma alla fine chissene quel pollo mi intriga! Voglio affidarmi alla speranza di non trovarci altri animali al di fuori del pennuto 😉
    Ero spaventata da questo articolo, ma devo dire che sembra tutto (pesantuccio come una pietra) decisamente appetitoso. Anche solo come assaggio proverei ogni cosa, ovviamente ben fornita di “digestivo Anttonietto”, perché alla mia età è un attimo farsi abbattere.
    Tra l’altro complimenti per questo spaccato di vita e di sapori, con cui mi avete fatto attraversare un bel pezzo di mondo 🙂
    A presto,
    Claudia B.

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  3. Di tutte queste leccornie ho assaggiato solo i Momo (in Nepal sono il piatto nazionale) e veramente si è quasi arrivati alle mani per l’ultimo, e lo sticky rice di cui mi sono nutrita in thailandia!
    Ora però vedo a vedermi il blog di Marco!!
    Grazie Silvia per questo post, se poi saltano fuori le ricette sai che io sperimento!

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  4. Adoro lo sticky rice e vorrei tantissimo provare i momo vegetariani! Quanto è bello viaggiare attraverso il cibo. E’ uno dei piaceri più intensi della vita, un’esperienza che crea ricordi, sensazioni, emozioni. Questo articolo mi ha fatto venire voglia di partire… con una tisana speziata 😉

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  5. Il pollo non deve essere male… almeno dai primi ingredienti nominati! ma il fatto di non sapere cosa metterà quella sera lo chef nel piatto mi intimorisce un po’! ahahhaaha lo sticky rice invece deve essere ottimo accompagnato dalla frutta, ne ho sentito tanto parlare!!! Bello scoprire questi piatti particolari dal mondo! 😀

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