#GuardaComeViaggio: curiosando tra le abitudini dei viaggiatori

Io questi tag li scovo sempre a distanza di mesi, quando ormai forse anche chi li ha ideati se ne è dimenticato. Per cui spero che Anna di Profumo di Follia non me ne voglia se scrivo il mio post a un anno e mezzo di distanza da quando ha inventato il tag #GuardaComeViaggio.
Si tratta di un’iniziativa divertente che permette di curiosare tra le abitudini dei viaggiatori, scoprendo tratti in comune o consuetudini curiose. Non ci sono regole precise, se non quella di inserire il link al post di Anna, e di fornire informazioni sul modo di viaggiare.

guarda-come-viaggio

Dove dormo

La scelta dell’albergo è un’arte. Potrei scriverci un libro, o parlarne per ore. Ho quasi provocato la morte per noia in alcuni amici che mi hanno chiesto come scegliere un hotel. Non ridete, ma ho un database dei posti in cui ho dormito negli ultimi dieci anni. Lo avevo creato per il mio vecchio lavoro, quando viaggiavo con il capo e dovevo ricordare quale albergo gli piacesse in una determinata città, e in che stanza volesse dormire. Da lì in poi è diventato uno strumento utile per ogni viaggio. Così, se torno in un posto dove sono già stata, scelgo dal database un hotel dove mi sono trovata bene.

Hotel 02

Se vado in un posto nuovo, allora mi diverto come un bambino al luna park ad analizzare tutti gli alberghi della città. Inizio con la scelta del quartiere, poi cerco su Trivago le strutture della zona, eliminando quelle con meno di tre stelle. Mi segno i nomi degli hotel che hanno una buona posizione e un prezzo che rientra nel mio budget: a quel punto inizia uno studio talmente accurato che nemmeno la CIA, fatto attraverso l’analisi minuziosa dei siti internet degli hotel, delle fotografie e delle recensioni su TripAdvisor. Parto dagli utenti che hanno valutato la struttura come “terribile”, perché se c’è qualcosa che non va voglio sapere se si tratta dell’asciugamano della doccia non troppo morbido oppure delle bambole da film dell’orrore che ho trovato in un B&B in Irlanda.

Scelta la top ten, scrivo agli hotel chiedendo informazioni sulla disponibilità e sui prezzi. Chi non risponde entro tre giorni viene scartato automaticamente. Vale la pena di perdere del tempo a contattare le strutture perché in alcuni casi si possono ottenere tariffe più convenienti rispetto a Booking o Expedia, spesso con camere migliori. A Zurigo e a Parigi, per esempio, ho prenotato delle deluxe a un prezzo più basso di quello offerto da Expedia, e non mi è stato chiesto di pagare il soggiorno in anticipo. In generale, scarto gli alberghi senza bagno in camera e prediligo quelli con la colazione inclusa nel prezzo.

Cote Square Breakfast Table

Se sono in una grande città evito sia i B&B sia le catene internazionali. Per il resto, l’importante è la pulizia, la posizione centrale e la tariffa. Poi deve scattare la scintilla: se vedo la fotografia o leggo la frase che mi fa pensare questo hotel fa per me, allora procedo con la prenotazione.

Dove mangio

Qui potrei aprire un’altra never ending story sulla scelta del cibo in viaggio. Mi ritrovo pienamente nel bellissimo post scritto da Lucrezia e Stefano di In World’s Shoes sul rapporto col cibo in viaggio: più che un articolo, è un vero e proprio manifesto.

Ginette et Marcel

Per scelta non metto piede da McDonald’s o da Burger King da anni, e sto alla larga da Starbucks, Costa Coffee e via dicendo per una serie di motivi tra cui il fatto che queste catene rappresentano l’appiattimento dei sapori, la mancanza di rispetto verso l’ambiente e le materie prime. Cerco di evitare i ristoranti italiani all’estero, a meno di trovarmi in posti in cui la cultura italiana ha una storia, come per esempio nel quartiere di North Beach a San Francisco. Allo stesso modo, credo che la vera pizza newyorchese abbia un suo perché.

Ginette Marcel 03

In linea di massima, la scelta dei posti in cui mangiare segue un processo ancora più lungo e laborioso di quello della selezione dell’hotel, basato in questo caso non su ricerche in internet ma sulla richiesta di consigli a gente del posto, se è possibile, oppure a chi in quella città c’è già stato. A volte faccio la rompiballe e scrivo all’hotel in cui ho prenotato per chiedere indicazioni. Mi interessa mangiare nei posti in cui mangia la gente del luogo, perché la scoperta di un paese o di una regione per me passa inevitabilmente attraverso il suo cibo e le sue ricette.
Seguo inoltre una massima del mio ex capo: mai mangiare in un posto con le fotografie dei piatti sul menu. Finora il suo è stato un ottimo consiglio.
Altro strumento che trovo molto utile è il volume Where Chefs Eat, una guida che contiene i consigli di un centinaio di chef su dove mangiare in tutto il mondo, per tutte le fasce di prezzo.

Come mi muovo

Per gli spostamenti in aereo non sempre scelgo le compagnie low cost perché spesso la tariffa non è così conveniente come sembra. Per esempio, per arrivare a Londra con Ryan Air si atterra a Stanstead: da qui il biglietto del treno costa almeno 20 sterline a tratta.
Per non parlare poi della cabin luggage policy di Easy Jet, che ti costringe a infilare borsetta zaino macchina fotografica nel trolley. Ma soprattutto è sempre meglio evitare le disavventure raccontate da Daniela di Orsa nel Carro con WizzAir!

Se viaggio in un grande città con la macchina, preferisco parcheggiarla in hotel e muovermi con i mezzi pubblici. Mi è capitato a Zurigo, dove ho chiuso l’auto per tre giorni nel garage dell’albergo e mi sono spostata dappertutto in tram. Adoro anche viaggiare in treno, soprattutto per raggiungere la Svizzera.

Le attrazioni che scelgo

Se posso scelgo di vedere quello che è rappresentativo di una città. A New York, da buona turista sono salita sull’Empire State Building e ho fatto il tour sul bus a due piani. Mi piace però anche in questo caso fare quello che fa la gente del posto, per avere l’impressione di sentirmi a casa.

New York City

Così se posso vado a Brooklyn per passare del tempo a Vinegar Hill, illudendomi di vivere un paio di isolati più a sud e di essere lì per un aperitivo. In altre parole, when in Rome do as the Romans do.

Strane abitudini

Appena arrivata in hotel, prima ancora di togliere la giacca e posare la valigia, faccio qualche fotografia per la recensione che scriverò su TripAdvisor: la stanza deve essere immacolata, senza borse sul letto, cappotti sulle sedie e scarpe buttate a terra.
Se vado in una grande città, prima di partire mi procuro una cartina della metropolitana e la studio: quando sono sul posto cerco di utilizzarla il meno possibile, affidandomi alla memoria. Quando parto per un fly & drive, porto con me la carta del paese: ogni sera cerco di memorizzare la strada da fare il giorno dopo, nel caso in cui il TomTom non dovesse funzionare. Mi piace da matti quando qualcuno mi ferma per chiedermi indicazioni per arrivare in un posto e io le so dare.

Quali sono le vostre abitudini di viaggio? Scrivetelo nei commenti o partecipate anche voi al tag #GuardaComeViaggio!

26 pensieri riguardo “#GuardaComeViaggio: curiosando tra le abitudini dei viaggiatori

  1. Mamma mia Silvia, quante cose che abbiamo in comune.
    Anche noi scattiamo tremila foto alla stanza, al bagno, ai dettagli, promettendoci sempre di scrivere recensioni al nostro ritorno ma poi ne scriviamo una su dieci. mannaggia a noi!

    Grazie per averci citato! Sappiamo di essere in sintonia sul cibo, e sul rapporto che abbiamo con esso durante il viaggio…. un vero e proprio amore. ❤

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    1. Adoro scattare le fotografie negli alberghi, anche quando la stanza è bruttissima e in quel caso mi metto a immortalare piastrelle scheggiate, prese della luce rotte ecc ecc…
      Non potevo non citarvi parlando dell’amore per il cibo in viaggio!
      Buona serata, Silvia.

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  2. Devo procurarmi quel libro, Where Chefs Eat… Sono molto curiosa 😉 Abbiamo un sacco di cose in comune Silvia, anche se negli anni faccio sempre meno foto alla stanza. La maggior parte veniva sempre con le valige mezze aperte o i vestiti sul letto…peciona io..😂

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    1. Io l’ho preso in una libreria a Cesenatico ma credo si trovi senza problemi su Amazon. Da quando ce l’ho è diventato quasi come Bibbia per me 😉
      Pensa che io non lascio nemmeno entrare il mio compagno in camera prima di aver fatto qualche foto – lo faccio aspettare sulla porta con il trolley!

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  3. Silvia, ma tu sei una vera professionista seria!!! Ho tanto da imparare!!! Per l’hotel lo sapevo che contattando la struttura spesso si “casca” meglio…ma a volte sono pigra e fare tutto da booking mi risolve la pratica in molto meno tempo! La regola della risposta entro 3 ore è semplicemente fantastica! Per il cibo in viaggio vorrei avere più budget da dedicare a questa voce, perchè da brava squattrinata spesso ci arrangiamo, e poi vorrei tanto star lontano da Starbucks, neanche a me piace ma quando piove, o fa freddo o cerchi un posto decente e intorno c’è solo il nulla…beh non so resistere alla tentazione, anche se mi piacciono i posti più caratteristici. Io poi ho lavorato in un bar…usare tutti quegli sciroppi per fare le varie bevande mi fa semplicemente rabbrividire!!! Brrrr!!!

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    1. Sono stata costretta a diventare una professionista perché il mio capo andava su tutte le furie se per sbaglio prenotavi un hotel che non era di suo gradimento… Una volta io e una mia collega abbiamo girato mezza Amsterdam a partire dalle sei del mattino per trovargli un’altra sistemazione!
      Eh ti capisco, se ti trovi in mezzo al nulla cosmico sotto la pioggia e al freddo vale tutto, quelle sono situazioni d’emergenza 🙂

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  4. Non rido affatto Silvia anzi, tanta invidia per il tuo ex lavoro! Praticamente ti occupavi di organizzare viaggi [perfetti] per il capo [perfetto] che bello! 😉 Che sorpresa vedermi citata grazie! hahah mi ero dimenticata di quel fattaccio.
    Ora però sono curiosissima di conoscere la filosofia del “mai mangiare nei posti con le foto dei piatti sul menu”. Molto spesso le foto mi sono tornate utili…almeno per capire che cosa stessi ordinando. Anche con la carta in inglese a volte i nomi dei piatti tipici sono davvero indecifrabili!
    Quella “strana abitudine” appartiene invece ad Orso…solo che, per via delle sistemazioni molto piccine, nelle sue foto appaio sempre io come un fantasma in movimento.
    Faccio outing 😛 qualche volta ho messo piede nelle catene che hai citato ma solo perchè sti mitteleuropei chiudono i ristoranti prestissimo e a volte il McPanino è proprio l’ultima spiaggia.
    E’ bello constatare che abbiamo grossomodo tutti le stesse abitudini, così in un eventuale viaggio all together non si dovrà litigare! 😀 😀
    E’ una grande, grandissima soddisfazione quella di cui parli alla fine, io mi ci gongolo per ore! 😉
    Un grande abbraccio!

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    1. Viaggi perfetti per il mio capo perfetto: hai usato proprio le parole giuste 😉 Come ho scritto sopra a Valentina una volta ho ispezionato non so quante stanze ad Amsterdam per trovare quella che andava bene per lui: prima o poi lo racconterò in un post!
      E magari dedicherò anche un articolo alla sua teoria dei ristoranti con le fotografie dei piatti sul menu!
      Ah ah ti perdono per il McPanino solo perché dici che era l’ultima spiaggia 😉
      Un viaggio all together sarebbe davvero fantastico, ma quand’è che ci mettiamo tutti insieme a organizzare un bel blog tour???
      Buona serata!

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  5. Silvia, lasciatelo dire, da quel che leggo sei un’organizzatrice di viaggi con la “O” maiuscola! 🙂 Mi piace molto questo tag, offre tanti spunti di riflessione per migliorarsi e confrontarsi nello stile di viaggio! Spero di riuscire a ritagliarmi un po’ di tempo nei prossimi giorni per partecipare raccontandovi la mia “routine di viaggio” tra tenda, camping e talvolta lunghe tratte in auto vista la paura di volare del moroso 😉 Un abbraccio!

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  6. Oddioooo hai ritirato fuori quelle bambolacce!! Ma “chessei grulla”!! M’è ripreso un coccolone! ahahahha! Quella di scrivere all’albergo è una grande, grandissima, idea! Non l’ho mai fatto ma credo che rimedierò a brevissimo, o almeno spero. Anche io per principio boicotto sia “MecRoland” che i ristoranti italiani all’estero, tranne in situazioni particolari come quelle che hai descritto prima te.

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    1. Ah le bambole infernali hanno sempre il loro perché! Sai che quasi quasi varrebbe la pena di tornare in quel B&B per vedere se le cose sono ancora così inquietanti 😉
      Scrivere all’albergo forse fa perdere un po’ di tempo perché a volte non cambia nulla, ma in certi casi vale la pena: nella peggiore delle ipotesi almeno non devi pagare subito tutto il soggiorno.
      Grazie per essere passata!

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  7. Bello questo post Silvia! Mi sono divertita a scriverlo a suo tempo, e mi sono divertita a leggere il tuo 🙂 è interessante vedere come siamo simili in alcune cose e diverse in altre! Quella del database per esempio è un’ottima idea, ma io non rinuncerei a provare ogni volta un posto nuovo, anche a costo di trovarmi male! Sulla questione cibo invece siamo d’accordo su tutta la linea 🙂
    Bambole infernali a parte (che inquietudineeeee)…tutto bello 🙂

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  8. Eccomi finalmente, anzi scusa il ritardo 🙂

    Mi è piaciuto un sacco leggere questa tua versione del tag, sei una persona estremamente precisa e credo che prenderò spunto per organizzare il prossimo viaggio. L’ultimo pessimo hotel che ho scelto mi ha sconvolta e ora sto in crisi, non riesco a scegliere l’hotel per il mio prossimo viaggio perché non mi fido più delle recensioni. In genere preferisco quelli più caratteristici, anche b&b, e anche io spero nella “scintilla”.

    Riguardo i ristoranti, io parto già con la lista fatta presa dai consigli di TripAdvisor, ma chiedere ai locals non mi pare una brutta idea. Credo che inizierò a farlo anche io.
    Un mio collega, che ha viaggiato tantissimo, ogni volta che parte impara due o tre frasi in lingua locale (buongiorno, ciao, dormire, mangiare, quanto costa, ospedale, grazie, prego) e non prenota nulla a parte il volo o il treno. Una volta lì chiede e va dove consiglia la gente, anche l’hotel!

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    1. Sai che dopo aver letto il tuo ultimo post ho messo in dubbio tutte le mie strategie per la scelta di un hotel? Ci credo che sei in crisi, io avrei gli incubi dopo aver passato la notte in quel posto!
      A questo punto anche per i ristoranti forse conviene affidarsi ai locals e non a TA 😉
      Utilissima le tecnica del tuo collega, anche se io partirei con non poca ansia senza aver prenotato almeno la prima notte!

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