Notti da incubo: i posti peggiori in cui dormire

Vi è mai capitato di prenotare un hotel che su internet sembrava carinissimo, per poi ritrovarvi in una topaia? A me è successo diverse volte e, in alcuni casi, ho pensato di trovarmi in una puntata di Hotel Hell. Invece l’incubo era reale. Non ce la faccio proprio a pensare “ma sì, tanto sono in vacanza”: rinunciare a un letto pulito e una doccia calda è molto difficile.
Ho preso spunto dall’elenco delle 30 attrazioni turistiche più sporche del mondo – lo sapevate che due di queste sono proprio in Italia? – e ho redatto invece la lista dei tre luoghi più luridi in cui abbia dormito.

attrazioni sporche

Medaglia di bronzo: Bognor Regis

Alla posizione numero tre c’è un hotel di Bognor Regis, una cittadina sulla costa sud dell’Inghilterra. È una sera di metà agosto, alla fine di un viaggio tra Devon e Cornovaglia. Avevo evitato di prenotare in uno dei B&B lungo la promenade perché avevano l’aria vecchia e triste. Questo albergo dal nome altisonante mi era sembrato un po’ demodé, ma pur sempre più moderno dei suoi vicini. Poi l’edificio imponente di stucco bianco mi aveva fatto tornare in mente l’ambientazione di tanti romanzi di Agatha Christie.

Bognor Regis
Photo by Barry Lewis on Flickr

Veniamo accolti in una reception ricoperta di moquette umidiccia dove aleggia ancora un vago odore di pesce. Sulle poltrone dell’area comune, un gruppo di vecchiette armate di borsette e bastoni da passeggio scruta con sospetto i due forestieri. L’ascensore non funziona, per cui saliamo le due rampe di scale che portano alla nostra stanza: siamo fortunati, abbiamo quella con sea view. Dietro la porta si cela una delle camere più tristi mai viste: moquette marrone ovunque, anche sul pavimento del bagno, come vuole la tradizione; carta da parati beige con macchie arancioni che probabilmente cinquant’anni prima rappresentavano dei fiori. C’è odore di chiuso e di muffa, ma non riesco ad aprire la finestra; per di più, i miei sforzi mi lasciano uno strato di polvere sulle dita. Sbricio nell’armadio, cercando di evitare le macchie indefinite sulle ante: c’è una vecchia coperta dove probabilmente vive una colonia di acari. Il bagno è un affare triste, con i sanitari neri e il linoleum rosa alle pareti. Ci sono segni di calcare sul lavandino e sul piatto della doccia. Scosto la tenda di plastica piena di aloni sospetti e buchi e so già che mi si appiccicherà ovunque. Ignoro il gabinetto e, con un fazzoletto di carta, prendo la saponetta che qualcuno ha già usato, buttandola nel cestino. Torno in camera, per scoprire che il copriletto puzza di fritto. Non voglio nemmeno immaginare lo stato delle lenzuola, e mi rassegno a trascorrere una notte in cui dormirò poco e male…

Medaglia d’argento: la costa francese

Il secondo posto peggiore se lo aggiudica una struttura in Francia, dove sono stata in vacanza. Hotel con vista mare, accesso diretto alla spiaggia, camere rinnovate di recente: sulla carta il posto perfetto per passare qualche giorno in tranquillità. Il palazzo che ospita l’hotel è molto bello, e ha addirittura un parcheggio privato. La reception poi, è davvero trendy: mobili di mogano lucido, pavimenti scintillanti, divani di morbida pelle e musica in sottofondo. Facciamo il check-in e prendiamo l’ascensore, diretti alla nostra stanza.
Quando le porte si aprono sul corridoio del primo piano, sembra di essere stati catapultati in un altro hotel. Anche in questo caso è la moquette sbiadita, macchiata e consumata a farla da padrona. Per arrivare alla nostra stanza dobbiamo fare lo slalom tra un bidone della spazzatura e un lettino per bambini con le lenzuola stropicciate. Entriamo nella camera dove a prima vista va tutto bene. Niente moquette ma pavimento di legno, pareti che sembrano state imbiancate recentemente e copriletto abbinato alle tende. Anche il bagno sembra più o meno nuovo. Ma… l’apparenza inganna.

Costa francese.jpg

Peccato, infatti, per i mobili vecchi e rovinati, con gli angoli ammaccati e le bruciature di sigaretta qua e là. Peccato per il pavimento, dove è impossibile camminare scalzi per la sabbia che gli ospiti precedenti hanno portato dalla spiaggia. Peccato per il bagno, con le macchie sulle piastrelle e gli schizzi sullo specchio, e per l’odore sgradevole che aleggia nella stanza (scopriremo che un problema con le fognature richiede ogni mattina  la presenza di un camion per gli spurghi). Le cose non vanno meglio sulla spiaggia, dove i bagni sono probabilmente poco più puliti del Museo Internazionale dei Gabinetti di Nuova Dehli, una delle attrazioni turistiche più sporche del mondo. Ma qui proprio non ci sta, in un posto dove si arriva a pagare 70 euro per lettini, ombrellone, due insalatone e un paio di birre. Per un giorno intero non è stato possibile accedere al bagno perché qualcuno aveva avuto “un incidente con il gabinetto”: nessuno dei gestori si è però preoccupato di far pulire il disastro…

Medaglia d’oro: Vermont

Per lo scalino più alto del podio cambiamo continente: si vola oltreoceano, in Vermont. Si tratta di un viaggio di lavoro: mentre io preparo il calendario degli incontri, la mia collega si occupa dei pernottamenti. Susie, una produttrice di formaggi che dobbiamo incontrare, abita a una trentina di miglia da Montpelier e sarebbe disposta a ospitarci. La tentazione è forte: abbiamo un budget limitato e i prezzi degli hotel incideranno non poco sul costo complessivo. Ho dei dubbi: questa persona vive in una fattoria in aperta campagna, per cui non dobbiamo aspettarci chissà quali confort.
“Sta per convertire parte della sua fattoria in un B&B,” mi rassicura la mia collega. “I lavori non sono finiti, ma può preparare una stanza con tutto il necessario.” Così, mi lascio convincere ad accettare l’invito di Susie.

Arriviamo la sera tardi dopo una giornata trascorsa in giro per la campagna: siamo infreddolite e stravolte, e non vediamo l’ora di metterci a letto. Scendiamo dalla macchina nel bel mezzo del nulla: l’unica luce proviene dalla finestra al pian terreno dell’edificio di fronte a noi. Seguiamo Susie, che ci ripete quanto sia contenta di ospitarci, mentre io inizio ad aver paura di quello che troveremo dietro la porta. Entriamo in un ingresso in cui vediamo poco o niente: una lampada appoggiata sul pavimento getta ombre tetre sui mobili nascosti da vecchie lenzuola. Forse devono finire di imbiancare i locali, ma la nostra camera sarà molto accogliente…

Ma la stanza non ha ancora la porta. E nemmeno il riscaldamento, ci spiega Susie, ma tanto si dorme meglio con dieci gradi, no?
“Dove sono i letti?” domando, cercando di intravedere dei mobili alla luce fioca della lampadina che pende dal soffitto. I letti non sono ancora arrivati, per cui dormiremo su due materassi buttati a terra. Niente lenzuola, solo vecchi piumoni. C’è anche il bagno, ma per il momento ci sono solo lavandino e gabinetto, ma niente doccia. Vorrei chiedere a Susie di indicarci un motel, ma ormai è mezzanotte passata e probabilmente un taxi ci costerebbe un centinaio di dollari. Ci rassegniamo alla nostra sorte, cercando di trattenere le lacrime, fino quando scopriamo che il freddo e la mancanza di mobili non sono la cosa peggiore: i materassi puzzano di pipì di gatto e in un angolo sotto la finestra troviamo un mucchietto di escrementi felini. Li gettiamo nel gabinetto aiutandoci con dei fazzoletti di carta – perché Susie ha tralasciato di farci trovare la carta igienica. Ci mettiamo finalmente a dormire, senza toglierci i vestiti, e riusciamo a prendere sonno solo perché siamo stanchissime. Il mattino dopo ci riserva un’altra sorpresa. Abbiamo bisogno di una doccia e la nostra ospite ci mostra il suo bagno. Anche qui la pulizia non è di casa: sono costretta a usare un asciugamano non pulito che trovo in bagno, sperando che sia stato utilizzato solo dalla mia collega prima di me e non da tutta la famiglia di Susie.

Non sono troppo schizzinosa, ma credo che la pulizia sia un elemento imprescindibile quando si viaggia, sia quando si paga, sia quando si viene ospitati. Sarebbe bello se esistesse un supereroe delle pulizie, una specie di SuperCleaner per salvarci da questi problemi, soprattutto quando si alloggia in strutture del tipo AirB&B o tramite lo Scambio Casa e, perché no, anche quando una camera d’albergo non rispetta i normali standard di pulizia. Ho da poco scoperto che una realtà del genere esiste: si chiama Helpling ed è presente in otto paesi oltre all’Italia, tra cui il Regno Unito, l’Irlanda e la Francia. Si può prenotare un servizio di pulizie tramite un’app, con prezzi contenuti e personale affidabile. Per non parlare della tranquillità di dormire e mangiare in una stanza pulita e godersi al massimo la vacanza.

Vi siete mai ritrovati in camere da incubo, che avrebbero avuto bisogno di una bella ripulita? Raccontatemi le vostre esperienze nei commenti!

Photo by Ph B on Unsplash

44 pensieri riguardo “Notti da incubo: i posti peggiori in cui dormire

  1. Anche io una volta ho dormito con i vestiti perchè le lenzuola erano talmente lerce da far sembrare i miei abiti (reduci da una giornata intera di treni, mezzi e locali pubblici) candidi e immacolati! Le stanze con moquette e carta da parati sono le peggiori! Andrebbero letteralmente bonificate 😀
    E poi c’è LEI, la coperta di lana marrone…ho un odio atavico nei suoi confronti, se potessi darei fuoco a tutte le coperte di lana di ospedali e hotel!
    E già che ci sono, se vuoi, posso anche dar fuoco a Susie 😛 …scheeerzo!
    😉

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    1. La moquette e la carta da parati sono l’habitat ideale per gli acari!
      Sarei curiosa di sapere se Susie lo ha poi aperto il B&B e se lo tiene più pulito di casa sua: secondo me gli standard sono sempre gli stessi. In tal caso dalle pure fuoco insieme alla coperte di lana 😉

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  2. Mamma mia! Io ho avuto una sola esperienza spiacevole per ora, a Londra. Tre dita di polvere, odore di chiuso, moquette macchiata, doccia lurida, il gabinetto che si è intasato in piena notte e colazione nello scantinato con pane in cassetta e succo di frutta dal sapore strano. Non costava neanche poco…
    Sono tornata a Londra altre volte ma l’ho evitato come la peste 😛

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  3. Mamma mia! Io ho avuto una sola esperienza spiacevole per ora, a Londra. Tre dita di polvere, odore di chiuso, moquette macchiata, doccia lurida, il gabinetto che si è intasato in piena notte e colazione nello scantinato con pane in cassetta e succo di frutta dal sapore strano. Non costava neanche poco…
    Sono tornata a Londra altre volte ma l’ho evitato come la peste😛

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    1. Londra poi è una città dove è facile finire in qualche topaia spendendo non poco! Anche a me era successa un’esperienza simile a Londra anni fa in un albergo tristissimo che però non ha ancora chiuso (e anche io l’ho evitato).
      Grazie per essere passata 🙂

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  4. Mamma mia, il racconto di Susie è veramente tremendo, soprattutto la puzza di pipì di gatto. Io, devo ammetterlo, sono un po’ schizzinosa su alcune cose però quando viaggio cerco di abbassare i miei standard, soprattutto negli ostelli. Ho avuto una brutta esperienza a Firenze: b&b da 60 euro a notte, le lenzuola erano piene di zanzare spiaccicate con tanto di sangue delle precedenti vittime. Quella notte ho dormito direttamente sopra il copriletto!

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    1. Ciao Giulia, sei arrivata in Italia? Ho letto il tuo post sul tuo viaggio on the road ma non so perché non riesco a lasciarti un commento: ho già provato più volte ma appena clicco su “invia commento” mi sparisce tutto…
      Comunque, in effetti 60 euro a notte non sono pochi per trovarsi le zanzare morte tra le lenzuola! Ma poi il sangue delle vittime precedenti: questo posto vincerebbe tranquillamente il primo premio dell’orrore 😉

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      1. Ciao! Che strano, spero sia solo un problema temporaneo. In questo momento sono in Montenegro, il prossimo fine settimana dovrei arrivare in Salento, non vedo l’ora! Comunque sì, da horror. Peccato che non ricordi il nome del B&B (l’aveva prenotato il mio ex, ho detto tutto!) altrimenti ti mettevo in guardia per un eventuale viaggio a Firenze. Un abbraccio!

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  5. Inghilterra e Francia hanno degli standard tutti loro per quanto riguarda la pulizia negli hotel, soprattutto quelli vecchiotti (almeno, io cercando di risparmiare mi sono sempre ritrovata in camere polverose e dall’arredamento di dubbio gusto) ma finché non mi ritrovo cimici nei letti riesco a non avere grandi problemi. C’è da dire che nel caso di Susie…beh non è neanche da considerare una stanza! xD

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    1. Fosse solo l’arredamento di dubbio gusto, uno potrebbe chiudere un occhio, ma quando si aggiunge la sporcizia o peggio le cimici non ce la posso fare 😉
      Susie davvero senza vergogna: capisco se le fossimo piombate in casa all’ultimo momento, ma si è offerta lei di ospitarci! E poi un giretto prima del nostro arrivo almeno per togliere le cacche del gatto non sarebbe stato male…

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  6. Te lo dico: appena ho visto la foto della coperta di lana ho iniziato a grattarmi… a me è capitato a Londra di dover chiamare la reception e farmi cambiare nuovamente le lenzuola (davanti i miei occhi) perché sembravano tutto fuorché pulite.
    Basta! Non voglio pensarci più 😦

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  7. Il mio posto più terrificante? Un hotel a Berlino di cui non ricordo né il nome della struttura, né quello della zona (che era a due fermate di metro da Charlottenburg): appena entrati, un odore fortissimo di pipì (oddio, quanto è ricorrente) che impregnava completamente il divano maculato che era tutt’uno con il letto, che a sua volta era tutt’uno con la doccia che era 30 cm x 30 cm e che, per entrarci, dovevi salire un gradino di una ventina di cm! Okkei che siamo due bacchettoni di un metro e ottanta, okkei che a salire non è tanto difficile…ma scendere con i piedi bagnati???? Abbiamo rischiato la vita tutte le volte che facevamo la doccia, ma spesso abbiamo ritenuto che fosse l’opzione migliore, piuttosto che restare in camera tra polvere e puzze…mai mai più!

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  8. Cavolo ma le tue sono proprio da incubo! Io non sono schizzinosa ma in questi casi si è proprio al limite. Come hai fatto a resistere? :p Io purtroppo a Copenaghen nell’appartamento condiviso ho trovato un bagno un pò sporco. Peli ovunque per terra e nella doccia.. :O

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  9. Anch’io ho avuto una pessima esperienza in Francia, in un hotel di Nizza dove lo spazio era talmente esiguo che, per scendere dal letto, bisognava camminare sulla valigia. Letto spacciato per matrimoniale dove al massimo potevano dormire due bambini (magri). Il bagno si allagava non appena aprivi la doccia ed era senza finestre, con inquietanti macchie sulla parete. Ovviamente c’era la famigerata coperta marrone che provoca uno sfogo allergico solo a guardarla. Lasciamo stare la moquette.
    Anche certi hotel italiani sul mare non scherzano, però… sai quelle stanze vecchie, con i mobili della nonna e un odore tremendo di chiuso, la coperta marrone (sempre lei) e il materasso che affonda. A nightmare!

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  10. Questo è uno dei post più originali che ho letto in giro su Helpling! All’inizio non capivo il nesso tra la ditta di pulizie e i viaggi…ma c’è eccome!!! Io per fortuna non sono mai capitata in posti veramente orridi, a parte una volta a Cefalù, stavamo in una casa un po’ lugubre e con il materasso di lana…non ti dico…un caldo!!! E’ tanto che non ci sia venuta la rosolia! E poi sempre nella suddetta casa..c’era lei, una delle cose che mi fanno più schifo…la tenda della doccia vecchia e logora che ti si appiccica addosso! Anche se a volte siamo capitati in posti in cui bisognava avere un po’ di spirito di adattamento non è nulla in confronto alle top three delle tue notti da incubo! un abbraccio!

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    1. Aaaaahhhh la tenda che si appiccia addosso, magari pure un po’ ammuffita e ingiallita è uno degli incubi peggiori in viaggio! Anche se il materasso di lana dev’essere un’esperienza non da poco 😉 Pensavo che non esistessero più neanche, se non forse nella cantina di mia nonna!
      Grazie per essere passata 🙂

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  11. Post divertentissimo che mi ha fatto venire in mente anche le mie peggiori esperienze in merito. Io in Spagna mi ritrovai in un centro islamico camuffato da albergo in cui, uscendo dalla stanza a prima mattina, ritrovai decine di persone che pregavano nei corridoi. Non ti dico la pulizia poi 😛

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