Dove mangiare a Londra: Books for Cooks

Manca poco più di una settimana, e finalmente tornerò a Londra: sono passati anni dal mio primo viaggio in questa città, ma l’emozione è sempre la stessa. Così, mentre faccio il conto alla rovescia, ricordo il viaggio che ho raccontato su Non Solo Turisti.

La miglior tazza di caffè a Notting Hill. È così che in un’intervista Rosie Kindersley ed Eric Treuillé definiscono la loro libreria al numero 4 di Blenheim Crescent, nel quartiere londinese di Notting Hill. La mia reazione a quelle parole è immediata, e due domande mi frullano per la testa. La prima: quand’è che riesco a organizzarmi per andare ad assaggiare questa tazza di caffè? La seconda: non è che Rosie ed Eric sono un tantino arroganti?

La molla è scattata, così la prima volta che vado a Londra, prendo la metropolitana fino a Ladbroke Grove. Sarebbe più comodo e meno tortuoso scendere a Notting Hill, ma è sabato mattina e significherebbe farsi strada a colpi di gomiti tra la folla di gente che si è riversata per le strade per il Portobello Market. Così, cammino indisturbata lungo Ladbroke Grove, svoltando poi su Blenheim Crescent. Mi tornano in mente le parole dei due proprietari: la loro è una descrizione insolita per una libreria. Ed effettivamente, Books for Cooks è una libreria insolita. Oltre la porta dipinta di rosso vivo, c’è un mondo fatto di scaffali alti fino al soffitto colmi di libri, di grossi tavoli di legno sistemati accanto a un divano di pelle dall’aria vissuta, dove una coppia di londoners beve liquido fumante sfogliando le pagine di spessi volumi.

Ciò che attira maggiormente la mia attenzione è la cucina in fondo al negozio, da dove provengono aromi di caffè e di dolci appena sfornati. Poco alla volta il locale si sta riempiendo di gente che forse cerca un riparo dalla confusione delle bancarelle di Portobello Market, ma trovo un tavolino libero accanto al bancone dove sono esposte torte al cioccolato, all’uvetta, alla crema. Ordino una tazza del famoso caffè e un muffin alle noci. Nell’attesa, faccio come gli altri clienti attorno a me: prendo un libro da uno degli scaffali e inizio a sfogliarlo. Non ho molta fortuna: mi capita tra le mani un volume di chimica degli alimenti, per cui giro le pagine senza prestare attenzione, pensando invece alla formula del successo di questa libreria. E intanto aspetto di essere servita.

La storia di Books for Cooks inizia nel 1983, quando Heidi Lascelles, appassionata di letteratura e di cucina, decide di aprire una libreria in cui l’amore per il cibo e quello per i libri potessero incontrarsi. Apre a Notting Hill il suo negozio con cucina annessa dove provare le ricette dei libri e dare così vita ai volumi sugli scaffali. All’epoca Heidi non aveva molta esperienza in fatto di cucina, per cui assume una serie di cuochi che nel giro di qualche anno si affermano nel mondo della gastronomia. Annie Bell fu una delle prime a cucinare da Books for Cooks, che fu il suo trampolino di lancio per una carriera di successo come chef e giornalista gastronomica. Un altro nome importante è quello di Clarissa Dickson Wright, che per anni ha condotto la trasmissione gastronomica Two Fat Ladies. È nel 1992 che arriva Rosie Kindersley, seguita l’anno successivo dal marito Eric Treuillé, esperto di vini e di cibo.

La mia ordinazione non tarda ad arrivare, e devo ammettere che il caffè è davvero buono. Finisco in fretta il muffin, ma non ho voglia di andare via. Non c’è gente che aspetta e che mi guarda minacciosa cercando di farmi capire che devo liberare il tavolino. La ragazza che mi ha portato il caffè intanto sta sostituendo le torte con delle quiche e altri piatti salati, e ne approfitto per farle qualche domanda. Mi racconta che il menu cambia quotidianamente, così come cambiano i libri ai quali ogni giorno Eric si ispira per creare i suoi piatti. Così al mattino si può entrare nel piccolo negozio, sfogliare uno dei tanti volumi e ordinare una tazza di caffè, una fetta di torta o dei biscotti, mentre a pranzo si possono assaggiare alcuni dei piatti a base di carne o verdure. Non manca molto all’ora di pranzo, e il profumo della zuppa di cipolle e del pane abbrustolito mi invita a rimanere ancora un po’.

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Photo by Daria Shevtsova from Pexels

E poi vorrei provare anche la famosa focaccia di Books for Cooks. Non oso importunare ancora la ragazza che ora sta scrivendo sulla lavagna i piatti del giorno, per cui prendo un volantino che pubblicizza la libreria e i corsi di cucina, organizzati regolarmente. Anche qui viene sottolineata l’importanza della sperimentazione, ma soprattutto l’attenzione alle materie prime, sempre di provenienza locale. Per esempio il pollo, la carne e le uova arrivano dalla fattoria biologica dei genitori di Rosie, la Sheepdrove Organic Farm; la verdura e la frutta vengono acquistate al mercato di Portobello, mentre le spezie provengono dal negozio The Spice Shop, dall’altra parte della strada.

Curiosando tra i libri alle mie spalle – e nell’attesa che venga sfornata la focaccia alle olive – scopro che esiste un’intera serie che raccoglie le Favourite Recipes from Books for Cooks: il primo volume, pubblicato nel 1995 per raccogliere le ricette migliori di Eric e Rosie, è stato seguito negli anni successivi da decine di altre raccolte. Tra gli scaffali non si trovano solo libri di ricette: il negozio conta infatti oltre 8.000 volumi di narrativa, storia, arte, chimica, sociologia. Il filo conduttore è sempre lo stesso: la passione per il cibo. Non esiste un catalogo dei titoli disponibili, anche perché alla fine di ogni settimana gli scaffali e i tavoli vengono integrati con le ultime novità: spesso succede che un libro che era disponibile fino al giorno prima non si trovi più.

La fetta di focaccia tiepida è ottima: sottile, salata al punto giusto e saporita. In più, ha il merito di far sì che quel pizzico di arroganza che Eric e Rosie avevano messo nell’intervista venga perdonato all’istante. D’altra parte, i due hanno trovato la ricetta perfetta per questo locale. Books for Cooks è riuscito ad affermarsi e a realizzare un’attività che sarebbe riduttivo definire solo coffee shop o solo libreria specializzata. È sicuramente un coffee shop ed è anche una libreria specializzata, ma i due aspetti sono stati coniugati in maniera brillante e originale. Per rendersene conto basta spostarsi in un’altra zona di Londra, come Piccadilly o Oxford Street, per trovare librerie megastore con libri su qualsiasi argomento, dal giardinaggio alla metafisica, e dove si beve caffè e si mangiano scones industriali nei bar di qualche catena internazionale. Ma questo non era lo scopo né di Heidi, né di Eric e Rosie: a loro va riconosciuto il merito di aver creato un posto in cui la cultura incontra il piacere, e dove si respira sempre aria di casa.

Photo by Ylanite Koppens from Pexels

16 pensieri riguardo “Dove mangiare a Londra: Books for Cooks

  1. Tu ci fai sempre scoprire dei posticini che poi inevitabilmente ci fanno venire una pazza voglia di tornare in certe città o magari andarci per la prima volta, tutto per poter visitare quel luogo.
    Le tue descrizioni sono sempre dettagliate ma mai banali.. continuiamo a dire che potresti farne un romanzo! Noi lo compreremmo subito!!!!
    Un bacione e buon ritorno a Londra ❤

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  2. Non riesco ad immaginare location migliore di Notting Hill per questa attività *_*
    Silvia, condivido in pieno le parole di Lucrezia, sei perfetta nel descrivere luoghi e circostanze.
    Davvero, in merito al romanzo, pensaci sù! 😉
    Il profumo tipico della libreria mescolato a quello del caffè o delle focacce deve essere inebriante! Proprio recentemente avevo letto di una maison che aveva sintetizzato un profumo da antica libreria: In the Library o qualcosa del genere 😛
    hahahah chimica degli alimenti…ma come hai fatto!!!???

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  3. Ma lo sai che uno dei miei sogni impossibili è proprio quello di aprire un caffè-libreria come questo? Vorrei essere lì con la mia tazza e il muffin alle noci. Possibilmente con te, così faremmo una chiacchierata.
    Ah, visto che qui si parla di romanzo, mi aggiungo agli incoraggiamenti: scrivilo! Io ti faccio da editor 😀

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    1. Davvero? Quello che mi piace di queste “side streets” è che nonostante siano in mezzo a una zona stracolma di turisti, hanno delle piccole sorprese come Books for Books, The Travel Bookshop e via dicendo. Quasi come se fosse una piccola città nascosta in un’altra più grande.
      Vivi ancora a Londra?
      Grazie per essere passata!

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