Monte Bianco SkyWay ovvero l’unico motivo per andare a Courmayeur

Se fosse possibile paragonare una città a una persona, Courmayeur assomiglierebbe a Moira Orfei. Ve la ricordate – con il suo neo finto disegnato con la matita per gli occhi, i capelli cotonati raccolti in uno chignon elaborato? L’ultimo comune in territorio italiano prima di raggiungere la Francia mi ha ricordato da subito la famosa capostipite della famiglia circense e il suo vano tentativo di sembrare una ventenne quando invece di anni ormai ne aveva, credo, quasi ottanta. Courmayeur non è molto diversa: camminando lungo la via principale la sensazione è quella di essere finiti sul set di un cinepanettone dei fratelli Vanzina: i palazzi con quell’aria anni Settanta, che si sono messi il trucco credendo di sembrare più giovani buttando qua e là un negozio Gucci, una vetrina Hermès e uno spazio Rolex. Non se la prendano gli abitanti della città valdostana, ma a me ha dato l’impressione di un luogo in lento declino.

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Il primo impatto non è dei migliori. Appena arrivati in albergo – prenotato da gli organizzatori della gara ciclistica a cui partecipava il mio compagno – veniamo accolti da una porta a vetri chiusa e da un biglietto con su scritto: “Siamo in paese, torniamo presto”. La proprietaria – coetanea di Moira Orfei – arriva mezz’ora dopo con le borse della spesa e ci accompagna nelle nostre stanze. Spaziose sì, pulite sì, ma con un arredamento così vecchio che nemmeno il salotto di mia nonna. Per non parlare della puzza di escrementi di gatto in bagno, ma di gatti nemmeno l’ombra. Iniziamo subito a discutere con la padrona: al telefono aveva assicurato agli organizzatori che le stanze sarebbero state disponibili fino al pomeriggio del giorno successivo per permettere alla squadra di ciclisti di fare una doccia dopo la gara, ma ora si rifiuta categoricamente di lasciare le camere a disposizione.
“Ve lo avrà detto mia figlia, ma qui decido io,” spiega la padrona. Alla fine, dopo aver chiamato in causa metà dei santi del calendario, la simpatica vecchietta si lascia convincere a lasciare UNA stanza ai dieci ciclisti che, a turno, faranno la doccia. Ah, mogli, fidanzate, compagne e quant’altro devono liberare la stanza entro le otto del mattino.
“Ma con calma, eh,” aggiunge la perfida vecchina.
La risposta arriva in coro: “Con calma un c***o.”

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Così, la domenica mattina alle otto e un quarto sono già in strada, davanti ai cancelli del meublé di cui non farò il nome, diretta all’ottava meraviglia del mondo. Devo ammetterlo: anche se Courmayeur non ha nulla che attiri la mia attenzione, è sul suo territorio comunale che si trova il Monte Bianco. E ad appena tre chilometri dal centro c’è  quella che viene definita l’ottava meraviglia del mondo: la SkyWay, la funivia che sale fino al massiccio della montagna più alta d’Europa. Decido di arrivare a piedi fino al punto di partenza, a oltre quattro chilometri dal centro. La passeggiata si snoda lungo una strada secondaria che costeggia boschi, piccoli abitati e ruscelli. Il percorso è tutto il salita, perché da Courmayeur si deve arrivare fino a Pontal, a 1.300 metri. L’aria è fresca ma il sole è caldo e, anche se ho messo le scarpe da running, la fatica si fa sentire.

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Non ho pensato di portare una bottiglia d’acqua, ma a meno di un chilometro dall’arrivo trovo una fontana con acqua fresca di montagna. Vorrei tuffarmi nell’abbeveratorio e bere come se non ci fosse un domani, ma sulla panchina c’è un bambino sorvegliato dal nonno, per cui cerco di bere con la poca grazia che mi è rimasta dopo la scarpinata.

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Ormai manca poco e niente mi impedisce di prendermela con calma. D’altra parte il Monte Bianco mica lo devo scalare. Mi incammino lungo una via ricoperta di ciottoli, nella frazione di Entrèves. Poco più di una manciata di vie strette sulle quali si affacciano vecchie case di pietra. I pesanti portoni di legno sono chiusi, così come le imposte delle finestre con i davanzali decorati di fiori. Sembra quasi una città fantasma: le uniche persone sono il nonno e il bambino alla fontana, ma forse le vie sono troppo strette per permettere alle auto di passare.

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Attraverso il paese con calma, prendendo nota del nome di un ristorante, fotografando l’insegna di un piccolo hotel con i balconi di legno: se decidessi di tornare, non metterò più piede in Courmayeur né tantomeno nel meublé.

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Lasciata Entrèves alle mie spalle, mi preparo ad affrontare l’ultima salita, quella che mi porta alla partenza della Skyway. Non c’è coda e in pochi minuti sono sulla funivia che da Pontal sale fino alla fermata intermedia di Pavillon du Mont Fréty, a 2.173 metri.

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Consigliano di scendere qui, fermarsi per mezz’ora per abituare il corpo all’altitudine, così faccio una passeggiata nel giardino botanico alpino Saussurea, fondato nel 1984 per salvaguardare la flora alpina del Monte Bianco. Si tratta di uno dei giardini botanici più alti d’Europa e deve il suo nome a Horace Bénédict de Saussure, promotore della prima ascesa al Monte Bianco avvenuta nel lontano 1786.

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Non mi fermo molto perché temo l’arrivo delle nuvole che mi impedirebbero di godermi il panorama dalla cima, per cui torno alla stazione per prendere l’altra funivia, quella che sale lungo la seconda parte del percorso. Attraverso i vetri della cabina, che ruota su se stessa per permettere una visuale a 360 gradi, il paesaggio cambia velocemente: il verde viene presto sostituito dal grigio della roccia e dal bianco della neve. La funivia sale di 1.290 metri in dieci minuti: in alcuni punti l’ascesa è talmente ripida che si ha l’impressione di sfiorare la montagna.

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Arrivati a Punta Helbronner, a 3.466 metri, l’altitudine si fa sentire. Affrontare i pochi scalini che portano alla terrazza panoramica circolare è uno sforzo non da poco: con l’aria rarefatta i battiti del cuore aumentano al minimo sforzo e l’ossigenazione diminuisce. Forse è anche per questo che una volta arrivata in cima mi gira un po’ la testa.

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Tutt’intorno ci sono montagne, punte, ghiacciai e ancora cime. I colori predominanti sono il bianco della neve e il blu del cielo. Oltre la cima dell’Aiguille du Midi si scorgono il Cervino e il Monte Rosa. Probabilmente la persona che ha inventato l’espressione “vista mozzafiato” è stata su questa cima.

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È una sensazione inebriante, forse dovuta all’escursione termica – 28 gradi alla partenza, un grado sotto zero a Punta Helbronner – o forse alla mancanza di ossigeno. Mi sporgo appena oltre la barriera per sbirciare, ai piedi della terrazza panoramica, il Rifugio Torino. Altre persone accanto a me stanno dicendo che ci si arriva a piedi, salendo con chiodi e ramponi lungo i ghiacciai, costeggiando i crepacci.

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Il tempo di un cappuccino e di una brioche al bar della stazione a forma di cristallo, e sono pronta a tornare sulla terrazza per scattare ancora qualche foto. Qui mi rendo conto della forza della montagna: una nuvola sale veloce dalla valle e, in un attimo siamo avvolti dalla nebbia, al punto che è quasi impossibile capire da che parte sia la montagna e da che parte sia invece il vuoto. Mi torna in mente un libro del corso di Letteratura Tedesca, letto ai tempi dell’università. Sono passati un po’ di anni, ma la storia dei due bambini che nel racconto Bergkristall si perdono nella nebbia tra i ghiacci del monte Gars mi fa pensare agli alpinisti che si avventurano fino al Rifugio Torino, ad appena cento metri più in basso ma ora completamente invisibile. La montagna sa essere spettacolare, ma in poco tempo sa diventare spietata e inospitale: una creatura maestosa vicino alla quale possiamo solo muovere qualche passo in punta piedi. Se potesse parlare forse ci avvertirebbe di non illuderci: non siamo noi a conquistare le sue cime, ma è lei che, come un leone da domare, ci lascia avvicinare prima di divorarci.

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30 pensieri riguardo “Monte Bianco SkyWay ovvero l’unico motivo per andare a Courmayeur

  1. Silvia hai fatto colazione nel posto più incredibile del mondo!
    L’ho letto tutto d’un fiato e mi sono meravigliata non poco a sentire il tuo punto di vista di Courmayeur.
    Non ci sono mai stata e l’ho sempre creduta vip, sciccosa e blasonata, almeno da come viene mostrata dai vari media.
    Il modo con il quale hanno fatto accoglienza rispecchia l’idea che hai dato: un gran vecchiume che andrebbe ramazzato via al più presto!
    Se non fosse per la Skyway sarebbe un’altra destinazione da lista nera 😦

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  2. Hai pienamente ragione su Courmayeur, Silvia. Ha qualcosa di marcio e di sbagliato, a partire da quella cioccolata che io e Chiara pagammo 5 euro a testa e che sapeva di cacca. Per fortuna c’è il Monte Bianco, e le parole che usi per descrivere il panorama sono perfette, sentite. Anche io entro nel team “mai più a courmayeur” 😀

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  3. Di Courmayeur ho un ricordo vago… ma nessuna voglia di tornarci! La Skyway però mi attira, vedendo le foto poi… ecco, lì mi sembra che davvero ci si possa sentire “fuori dal mondo” – o meglio, in cima al mondo…

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  4. Ho pensato al Monte Bianco col tuppo da Moira! Eh, mi perdoni!
    Tu hai una predilezione per gli alberghi delle simpatiche nonnine! Comunque le foto sembrano il paradiso, mi hai fatto ricordare quando ci sono andata che ero solo una ragazzina piccoooola piccooola! E mi ci hai fatto venire voglia di tornare. Però vado a dormire nei dintorni, babbuò? 😉

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  5. Sfiga dell’albergo e della vecchietta perfida a parte devo dire che questa è veramente l’ottava meraviglia del mondo! Paesaggi di una bellezza unica! Adoro la montagna.. a volte anche più del mare. A volte però eh! Solo quando offre scenari simili!
    Courmayeur non avrebbe colpito nemmeno noi, anzi. Ma per fortuna non hai dovuto dedicarle troppo tempo!
    Belle foto davvero
    Un bacione cara Silvia! 🙂

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    1. Potendo scegliere io andrei sempre in montagna e quasi mai al mare – tranne il prossimo mese con la Costa Azzurra ma così accontento anche il mio “food traveler” 😉
      Mi si sono congelate le mani a fare quelle foto, e in più avevo paura che la macchina fotografica mi cadesse oltre la ringhiera… Ma per fortuna è venuta fuori qualche foto che rende l’idea dello spettacolo a cui si assiste da lassù.
      Buona serata!

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  6. Lo ammetto, non ho mai fatto una vacanza o gita in montagna (soprattutto in tempi recenti) e non avrei immaginato che Courmayer fosse così vecchia dentro e fuori e dai commenti mi sembra di aver capito anche esageratamente cara! Il paragone con Moira mi ha fatto sorridere, non so perchè ma a me ha sempre fatto una gran simpatia, forse proprio per il suo essere sopra le righe, però rende molto bene l’idea del paese! I dintorni invece sono davvero spettacolari! Che paesaggi, che panorami!!!

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    1. Nemmeno io me la immaginavo così triste questa città, anche perché un paio di amici mi avevano detto che era bellissima (ma poi a pensarci bene non è che questi amici siano così attendibili…). Hai ragione, Moira è sempre stata simpatica, a differenza di Courmayeur 😉

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  7. Bellissimo post, l’ho divorato. A parte che ero convinta che Courmayeur fosse in Francia. A parte la vecchia stronza, e il fatto che gli hotel di solito non si lasciano prima delle dieci di mattina, e il fatto che gli albergatori dovrebbero mettersi d’accordo sulle cose da dire ai loro clienti, non è che se parlo con uno posso fare una cosa e se vieni tu se ne fa un’altra, uno diventa scemo. Ma sei andata fino in cima alla montagna da sola? D: Che figata assurda, e che posto!!

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    1. Ciao Anna, grazie per le tue parole! La vecchiaccia dovrebbe venderlo l’hotel se non ha voglia di avere gente fino alle dieci del mattino, e in ogni caso trovo sbagliato l’atteggiamento di chi al telefono accetta quello che chiedi solo per riempire le stanze che altrimenti sarebbero vuote. Il che mi fa venire in mente che non ho ancora fatto la recensione su Trip Advisor!
      Sì sono andata da sola in cima alla montagna perché le altre fidanzate/moglie erano più del tipo “passegggiamo avanti e indietro tutta la mattina per il centro”.
      Courmayeur potrebbero anche prendersela i francesi 😉

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    1. Io probabilmente sono partita “col piede sbagliato” anche per via del primo impatto negativo con l’hotel 😉 Magari se fossi stata in una struttura più accogliente le cose sarebbero state diverse… Fatemi sapere le vostre impressioni se ci andate!
      Grazie di essere passati ❤

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