Un viaggio ad Avignone, la città degli intrighi

Non prendo mai in considerazione la Francia come meta per una vacanza. Forse perché è “vicino” a casa mia e ogni volta mi dico che tanto ci posso andare quando voglio. Forse perché erroneamente la associo solo con Parigi, che già conosco, e quindi cerco un’altra meta. Ma ho sempre sbagliato, e me ne sono resa conto durante il weekend di Pasqua trascorso ad Avignone.

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La scelta della destinazione è stata casuale: cercavo un posto economico, raggiungibile in macchina, dove né io né il mio compagno fossimo ancora stati. Così ho aperto Google Maps, ho cercato Bra, dove vivo, e da qui ho diminuito lo zoom cercando possibili destinazioni. Lubiana, Zagabria? Troppo lontane. Graz, Linz, Salisburgo? Peggio ancora. Spostandomi a ovest sulla cartina non rimaneva che la Francia. Evito Chambery e Grenoble e scarto a piè pari la Costa Azzurra, da Nizza a Cannes. C’è Marsiglia, oppure Aix-en-Provence, e poi quella città tra Arles ed Orange. Così inizio a leggere qualcosa sulla storia di Avignone, capoluogo del dipartimento del Vaucluse. Rimango affascinata dagli intrighi medioevali, dalle immagini del Palazzo dei Papi, dalle stradine lastricate di pietra grigia. Capisco che questa è la destinazione perfetta per il weekend di Pasqua, e inizio a fantasticare sulle cose da fare, riassumendole nel post sulle mie aspettative per il viaggio.

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Inizio con il prenotare un posto in cui dormire, la Maison d’Hôtes Côté Square, nel cuore di Avignone. Il centro della città si trova entro le mura, per cui è fondamentale avere una base comoda, che ci permetta di spostarci facilmente a piedi. Poi faccio una ricerca sui locali in cui mangiare, rendendomi conto di avere pochi pasti per troppi ristoranti. Infine, cerco qualche negozio in cui fare shopping: mi piace comprare qualcosa in ogni posto che visito, in modo da avere anche un ricordo da indossare. E siamo pronti per partire.

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Quando arriviamo in città dopo cinque ore di viaggio veniamo accolti da temperature quasi estive e da un sole che fa sembrare ancora più bianca la pietra degli edifici del centro storico. Appena il tempo di lasciare il bagaglio in camera e ci avventuriamo lungo le vie talmente strette che quando arriva una macchina bisogna premersi lungo i muri, sperando di non farsi schiacciare i piedi sotto le ruote. Le strade si incrociano in maniera irregolare, ma alla fine arriviamo sulla Place Pie dove, oltre al Marché Les Halles con la sua facciata decorata con erba e piante che crescono in verticale, si trovano i locali dove la gente del posto si incontra per un aperitivo. Ci sediamo a uno dei tavolini, ordiniamo una birra e un bicchiere di vino e ci godiamo il calore del sole per la prima volta dopo mesi.

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Dalla piazza proseguiamo lungo Rue Vieux Sextier, deviando tra le vie laterali, attirati da una vetrina di un piccolo negozio o dal menu di uno dei tanti ristoranti nascosti nei cortili di palazzi alti, così vicini l’uno all’altro. A un certo punto svoltiamo a destra e ci troviamo su Place de l’Horloge, dove confluisce il labirinto di stradine medievali. È una piazza sobria, quasi austera, sulla quale si affacciano edifici come l’Opera, la Banque de France e l’Hôtel de Ville. È proprio la torre dell’orologio del Comune a dare il nome alla piazza: paradossalmente però, la famosa torre decorata con il jacquemart, la figura meccanica che segna lo scorrere del tempo colpendo la campana ogni ora, è difficile da scorgere tra gli altri edifici.

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Prenderei volentieri un secondo aperitivo ma resisto alla tentazione: i tanti locali ai lati della piazza sembrano vere e proprie trappole per turisti, con le fotografie dei piatti in bella mostra e i menu in tutte le lingue. Proseguiamo lungo Rue Saint-Agricol, fermandoci da Oliviers & Co., negozio che vende tutto quello che ha a che fare con le olive: olio, saponette, profumi, dolci e bonsai di ulivo. Facciamo tappa anche da Fragonard, storica profumeria con sede a Grasse, in Costa Azzurra. Continuiamo verso la via dello shopping di Avignone, Rue Vernet. Ci fermiamo da Coppelia, piccola boutique che vende articoli di diversi marchi. Compro un paio di scarpe Bagllerina, molto comode in viaggio: una volta ripiegate nella loro bustina, occupano pochissimo posto in borsa o in valigia.

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Per la cena ci spostiamo verso Place Jérusalem. Vi si accede attraverso il portale della Calandre, l’ingresso al quartiere ebraico di Avignone. È qui che si trova la sinagoga, distrutta da un incendio nel 1845 e ricostruita negli anni successivi. La piccola piazza ospita diversi locali: noi scegliamo l’AOC 84, una piccola cave à vins dove insieme a una bottiglia di Ventoux assaggiamo una fricassé di vitello e Camembert al forno.

AOC 84 Avignone

Il mattino successivo non siamo molto fortunati dal punto di vista meteorologico: dopo una colazione abbondante partiamo sotto una pioggerellina tanto leggera quanto fastidiosa. L’impressione è di essere catapultati nel medioevo: il bianco degli edifici ora è grigio e cupo, mentre le vie lastricate sono rese lucide dalla pioggia. Arriviamo alle spalle del Palazzo dei Papi: è imponente e maestoso e, forse per via del tempo, anche un po’ tetro. Mentre siamo in coda per il biglietto osserviamo la piazza antistante: c’è poca gente e, a differenza della vicina Place de l’Horloge, non ci sono troppi bar o ristoranti. Sembra che in qualche modo la sobrietà medievale abbia lasciato il segno: non c’è posto per insegne colorate né per vetrine piene di oggetti. D’altra parte, il Palazzo dei Papi è uno dei più importanti edifici gotici d’Europa. La visita si snoda su una ventina di stanze, dove è possibile scoprire le tappe della costruzione del palazzo, iniziata nel 1335 per volere di Benedetto XII e Clemente VI. La storia dell’edificio, così come quella dei nove papi che vi si insediarono, è complicata, come tutti gli intrighi in cui si intrecciano politica e religione. Dopo lo scisma dalla chiesa di Roma nel 1377, il palazzo rimase sotto assedio delle forze antipapali. Nel corso della Rivoluzione Francese venne preso d’assalto dai rivoluzionari e trasformato in caserma durante lo Stato Napoleonico.

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Dopo due ore di full immersion nella storia medievale europea abbiamo bisogno di una pausa: ce la prendiamo da Ginette et Marcel, piccolo locale in Place de Corps Saints, dove ci scaldiamo davanti alla stufa a legna con un piatto di zuppa calda e delle tartines au fromage.

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Dopo pranzo siamo pronti a immergerci nuovamente nella storia medievale: ritorniamo verso il Palazzo dei Papi, passando lungo Rue de la Balance, piena di insidiose trappole pronte a catturare altri turisti. Questa volta non si presentano nella forma di ristoranti, ma in quella di negozi che vendono prodotti provenzali: si va dalle saponette alle creme, dalle tovaglie ai mazzi di lavanda. Procediamo senza fermarci, fino ad arrivare al ponte di Saint-Bénézet, noto semplicemente come Pont d’Avignon. Come il vicino palazzo, anche il ponte ha una storia travagliata che è un misto di religione e di credenze popolari: sembra infatti che il giovane contadino Bénézet a soli 12 anni ricevette l’ordine divino di andare a costruire un ponte sul Rodano, ad Avignone. La costruzione, iniziata nel 1177, si concluse dopo nemmeno dieci anni. Nel corso della storia ha subito diversi crolli e distruzioni, tanto che delle 22 arcate originarie non ne rimangono che quattro. Nonostante ciò, il ponte di Saint-Bénézet rimane ancora oggi l’opera più imponente costruita sul Rodano tra Lione e il mare.

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Dal ponte ci spostiamo sulla piazza del Palazzo dei Papi, dove si affacciano anche la Cattedrale di Notre-Dame des Doms e l’Hôtel des Monnaies, sede del conservatorio nazionale di musica. Spostandosi verso le mura si arriva al Petit Palais, dove sono esposte le opere del Rinascimento italiano provenienti dalla collezione del Marchese Campana. Anche se di solito non passo molto tempo nei musei, vorrei fare anche una breve visita al Musée Angladon: qui si trovano alcuni dei dipinti di artisti come Modigliani, Picasso, Degas, Van Gogh e Cézanne. Purtroppo però nel mese di marzo è aperto solo dal martedì al venerdì, quindi siamo costretti a rinunciare.

Intanto si è fatta l’ora di cena: grazie al consiglio della proprietaria della Maison d’Hôtes in cui alloggiamo, prenotiamo un tavolo a La Vache à Carreuax, un piccolo locale poco frequentato dai turisti. I tavoli sono pochi, e i piatti del giorno sono elencati su un paio di lavagne vengono fatte passare da un tavolo all’altro. Ottimi i piatti a base di formaggio, come la tartiflette o il poulet au Comte.

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Quando usciamo dal ristorante ha smesso di piovere: passeggiamo ancora un po’ per la città, lasciandoci guidare dalle luci che si riflettono sulle vie lastricate, ancora lucide per la pioggia.

21 pensieri riguardo “Un viaggio ad Avignone, la città degli intrighi

  1. Direi che hai fatto il pieno di Calcio in un fine settimana!
    Conosco bene l’annosa questione dei PochiPastiXTroppiRistoranti.
    In viaggio si ha sempre voglia di entrare in qualsiasi locale per provare di tutto.
    E poi si dice la crisi eh! Che fila che c’era nonostante la pioggia e nonostante il periodo festività-Pasquali.
    Comunque bellissimo il Palazzo dei Papi, non hai scattato foto negli ambienti interni?
    Hahahahah Silvia, hai visto intrighi e trappole ovunque!
    Quella vecchia cucina a legna è adorabile!
    Ciao e buona domenica
    Daniela

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  2. Esatto, ho fatto il pieno! Mi dispiace non essere rimasta ancora un giorno perché c’erano ancora almeno altri tre posti che avrei voluto provare.
    Il Palazzo dei Papi è molto bello, ma purtroppo in molte stanze non è possibile scattare foto per via degli affreschi.
    Grazie per essere passata! Buona domenica anche a te 🙂

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  3. Leggiamo questo articolo appena rientrati dalla Scozia.
    Ma che bella Avignone! Mi hai riportato indietro nel tempo all’estate di qualche anno fa. La Francia del sud mi ricorda interminabili giornate di sole caldo e bambini che giocano e silenzio del post-pranzo.
    Bellissime fotografie!
    E quanto è vero che ci sono troppi posti in cui mangiare e poco tempo, proviamo sempre la medesima frustrazione! ahah
    Un bacione 🙂

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      1. Una città bellissima, dal passato oscuro e tormentato, dal clima in continuo cambiamento. Allegra e piena di vita di giorno, misteriosa di notte.
        Un voto da 1 a 10? 9!
        Presto ne parleremo!
        Marsiglia l’abbiamo vista la scorsa estate di sfuggita, niente di particolare se non per il vecchio porto e la cattedrale che guarda dall’alto la città. Aix en Provence molto più bella! 🙂

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  4. Camembert al forno.. Hai vinto! Sono in modalità salivazione alla Homer Simpson davanti a un vassoio di donuts…:) Mi hai incuriosito molto col tuo racconto..non siamo mai stati ad Avignone e la voglia di vederla si sta facendo sempre più urgente..e quando andrò farò incetta di acquisti in quel negozietto sull’olivo..

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  5. “Non prendo mai in considerazione la Francia come meta per una vacanza. Forse perché è “vicino” a casa mia e ogni volta mi dico che tanto ci posso andare quando voglio. Forse perché erroneamente la associo solo con Parigi..” sono perfettamente d’accordo con te…! sono stata ad Avignone anni fa da piccola..ma la vorrei rivedere! comunque è stupenda l’impressione di poter viaggiare nel tempo e sentirsi catapultati nel medioevo 🙂

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  6. Avignone è una città di cui ho molto sentito parlare sui libri di storia, ma paradossalmente è la prima volta che vedo delle sue foto. Sembra davvero un posto interessante… pieno di posti dove mangiare gnam. Pochi pasti per troppi ristoranti, so bene cosa significa, è molto doloroso xD

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  7. Avignone era una delle possibili tappe nel nostro tour nel sud della Francia della scorsa estate ma in corso d’opera è stata saltata per motivi di tempo. Leggendo il tuo articolo da una parte credo di aver fatto bene perchè l’avrei girata di corsa e senza “studiarla”…dall’altra mi sto mangiando le mani perchè sembra davvero una città molto bella ed interessante! Comunque capisco il tuo atteggiamento verso la Francia, io non la consideravo molto prima della scorsa estate, poi ci sono saltati viaggi e ferie e abbiamo ripiegato per un giro tra Lione e la Provenza… e mi ha conquistata! Ora vorrei girarla tutta dalla Bretagna alla Camargue!!!

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