Il mio bagaglio per… Zurigo

Daniela di Orsa nel Carro ha inaugurato una nuova rubrica alla quale ha invitato altri blogger a contribuire. #IlMioBagaglioPer… è un’opportunità di illustrare il contenuto del proprio bagaglio, condividendo così consigli e trucchetti.
Nel corso degli anni ho perfezionato i miei packing tricks, più per necessità che per volontà. Un tempo il mio motto era “metti il più possibile in più spazio possibile”: come risultato mi portavo in viaggio tutto il guardaroba in una valigia in cui avrei potuto trasportare agevolmente il cadavere di un adulto. Poi ho iniziato a viaggiare per lavoro, per cui oltre alle cose che normalmente mi portavo dietro ho dovuto aggiungere il laptop e il materiale promozionale da distribuire. E quando viaggiavo con il capo dovevo anche raccogliere i regali che lui riceveva e puntualmente dimenticava. Anni fa io e la mia ex-collega Veronica abbiamo vissuto un’esperienza che ci ha segnate in maniera indelebile: eravamo in Norvegia, all’approdo di un battello nel bel mezzo del nulla. Il nostro capo si era arrampicato come una capretta su per il sentiero sterrato e pietroso con il suo bagaglio super light, mentre io e lei sudavamo come due maiali in una sauna cercando di non finire in mare con i nostri mega trolley, le borse dei computer, le borsette, e decine di shopper contenenti i regali fatti al boss. Veronica aveva addirittura una borsa dalla quale spuntava una coscia di agnello affumicata.

Trolley lungo il fiordo.jpg

Quella volta non siamo morte, né abbiamo ucciso il nostro capo che dalla cima della collina ci urlava di darci una mossa. Da allora ho rivoluzionato il mio packing style.

Per quanto riguarda la valigia in sé, ho abbandonato il trolley porta cadavere e l’ho sostituito con un modello Roncato molto pratico: formato hand luggage, ha una zip tutt’intorno alla parte superiore, in modo da poter avere a disposizione più spazio se necessario.
Ho rinunciato anche all’abbinata borsetta più borsa per il laptop, preferendo una shopper Goyard modello St. Louis molto ampia dove stanno comodamente cellulare, portafoglio, chiavi, laptop (o iPad mini), pochette… Non è una borsa economica, ma è capiente, resistente e versatile: va bene per una riunione di lavoro, per una cena e volendo anche per la spiaggia. E poi mi piace tantissimo, al punto da andare a Parigi per due giorni solo per comprarne una.

Riguardo al packing vero e proprio, da quel viaggio in Norvegia ho cambiato il mio motto in “il minimo indispensabile in meno spazio possibile”. In linea di massima, queste solo le regole fondamentali che seguo:

  • Penso a un outfit per ogni giorno, e mi limito a quello;
  • Non porto cose che non ho mai messo nella mia città perché difficilmente le metterò in viaggio;
  • Se dimentico/sporco qualcosa lo posso comprare/lavare una volta a destinazione;
  • Arrotolo i singoli indumenti;
  • Non lascio spazi vuoti;
  • Indosso le cose più pesanti (giacche, scarpe, soprattutto se viaggio in aereo).

Parto da un esempio concreto, ossia dalla valigia per il weekend a Zurigo, dove sono stata da poco con mia madre. Abbiamo viaggiato in treno e non in aereo, per cui il bagaglio non sarebbe stato un problema, ma non avevo voglia di trascinarmi dietro tonnellate di roba per le vie della città. Per cui abbiamo deciso di ottimizzare lo spazio e di fare una valigia in due.

Nella parte più profonda del trolley ho messo i pantaloni/jeans piegati in due, un paio ciascuno. Sopra ho sistemato i maglioni di lana, anche in questo caso uno a testa. Le t-shirt – che siano a manica corta o lunga – vanno arrotolate come dei salami, stringendo il più forte possibile. Ogni rotolino va poi inserito negli spazi vuoti che si sono creati, per esempio, tra i maglioni di lana, oppure tra le gambe dei jeans e il bordo della valigia.
Per la biancheria intima uso un sacchetto “doppio” comprato da Intimissimi (da una parte lo scomparto Clean, dall’altra quello Laundry), che sistemo nella tasca esterna del trolley. Ai pigiami tocca la stessa sorte delle t-shirt: arrotolati e infilati a tappare gli spazi vuoti.
Le scarpe sono spesso un problema, quindi cerco di portarne al massimo un paio di scorta, qualunque sia la destinazione. Durante il viaggio a Zurigo ho indossato gli stivaletti Ugg di camoscio (seguendo la regola numero 6) e ho messo in valigia un paio di scarpe basse, nel caso in cui avessi avuto bisogno di un cambio. Ho anche ceduto alla tentazione e ho comprato un paio di allacciate primaverili in un negozio lungo la Bahnhofstrasse: una volta rientrata in albergo ho buttato via la scatola e ho sistemato il nuovo acquisto il valigia, con le calze arrotolate sistemate all’interno. Anche questo trucchetto permette di risparmiare un po’ di spazio: io poi porto il 39, quindi in ogni scarpa riesco a far stare tre paia di calze…

A seconda del clima o della destinazione a volte porto anche una giacca extra, che sistemo nella parte più sottile della valigia. Spesso si tratta di una una giacca di pelle: la sistemo sul letto con la parte della zip verso l’alto, incrocio le maniche una sull’altra in “stile mummia” e poi piego il tutto a metà nel senso della larghezza. Funziona abbastanza bene anche con le giacche eleganti, che in questo modo non risultano troppo stropicciate una volta a destinazione. Sono molto comodi anche gli antivento Save the Duck, che si arrotolano come una tenda da campeggio in una bustina che si può poi comodamente agganciare alla maniglia del trolley. In più, non sono realizzati con piume d’oca, ma con materiali sintetico molto leggero: il mio 100 grammi ha il vantaggio di essere facilmente trasportabile, leggero e caldo al tempo stesso.

L’ultima cosa che metto in valigia è il beauty-case: nel mio caso è una busta di stoffa morbida che deve contenere poche cose. Anche quando imbarco la valigia mi impongo comunque di utilizzare solo prodotti “formato viaggio”, perché in questo modo si riduce notevolmente il peso del bagaglio. Tra i pezzi che non possono mancare ci sono la crema contorno occhi e quella per il viso: solitamente compro entrambi i prodotti della linea Carita, e le ragazze della mia profumeria di fiducia mi regalano ogni volta tantissimi campioncini. Da Sephora compro il gel struccante, disponibile in formato mini, e la salvietta struccante riutilizzabile, che può essere lavata con acqua e sapone e ripiegata nella sua bustina. Non porto né creme per il corpo, né shampoo, né bagnoschiuma, confidando sempre di trovarli in hotel. Aggiungo una piccola spazzola da viaggio, spazzolino, dentifricio e poche altre cose. Sistemo la pochette in cima a tutto, e in un angolo infilo ancora la mia piastra per capelli, piccola e maneggevole (i miei capelli che tendono a “gonfiare” con l’umidità se non li domo con qualche colpo di piastra). Se vado in un posto dove le prese elettriche sono diverse, porto con me un adattatore che infilo già nella spina della piastra, in modo da non dover poi mettere tutto sottosopra per trovarlo.

Tutto il resto va nella mia shopper, partendo dalla bustina dei trucchi, che comunque contiene pochi elementi: matita per gli occhi, mascara, copriocchiaie e fondotinta compatto. Sono un po’ “fissata” per quanto riguarda i profumi, per cui non riesco a portare con me dei campioncini qualsiasi. A seconda della stagione cambio marca e profumazione.

Prima che la tecnologia diventasse popolare portavo con me almeno due libri, che solitamente aggiungevano almeno un chilo al mio bagaglio e toglievano spazio utile per altre cose. Ora porto sempre in borsa l’iPad Mini, che è molto utile non solo per le email e per internet, ma anche per leggere i libri che ho scaricato prima di partire.

Il mio ultimo consiglio riguarda i documenti di viaggio: stampo i biglietti e i documenti relativi alle prenotazioni, li ripiego in tre e li sistemo in ordine cronologico (sembro ossessiva-compulsiva ma giuro di non esserlo…) all’interno di una busta trasparente che ho tagliato di misura e dove metto anche i passaporti. Le ultime cose che vanno in borsa sono il carica batterie dell’iPhone e un paio di occhiali di scorta.

A partire dal prossimo viaggio avrò anche una macchina fotografica con relativo carica batterie, per cui sarebbe interessante conoscere i consigli di altri viaggiatori su dove sistemarla.

Cover photo on Flickr by Martin Fisch

18 pensieri riguardo “Il mio bagaglio per… Zurigo

  1. Sul trolley porta-cadavere sono morta dal ridere! Dì la verità…quante volte hai desiderato metterci dentro il capo con tutti suoi cadeaux!
    Caspita gli antivento Save the Duck non li conoscevo, grazie per la dritta! Dimmi sono davvero caldi? Per me che vesto molto casual sarebbero il must, considerando che sono anche eco!
    La tecnica dell’arrotolamento non so come mai…con me non funziona: arrotolati i miei vestiti sembrano triplicare di volume! Forse perchè il metodo è applicabile per una valigia o un trolley! Io tendenzialmente uso lo zaino. Mah?!
    Anche la salviettina riutilizzabile è una bella chicca Silvia! Corro subito da Sephora a comprarla.
    Anche io come make up porto solo matita, piegaciglia e crema colorata+idratante (quella della Nivea).
    Per comodità spremo il tubetto in una di quelle piccole scatoline tonde che si trovano nei portaliquidi da bagaglio a mano, evitando così di portare dietro l’intera confezione.
    Al paio di scarpe in più invece ci ho rinunciato, appellandomi al principio della tua regola n.3!
    Mi sa che prossimamente dovrò dotarmi anche io di piastra. Fin’ora li fonavo con il phon degli alberghi ma ultimamente trovo solo giocattolini inutili.
    Per quanto riguarda la macchina fotografica, se non è una Reflex costosissima, portala al collo direttamente durante il viaggio. La mia è una minuscola compatta e la porto attaccata ad un lanyard personalizzato con il mio logo!
    Bellissimo ed illuminante articolo Silvia, grazie di cuore per aver partecipato con tanti consigli davvero utili.
    Daniela

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    1. Hai ragione Daniela, nel mega trolley avrei voluto metterci il boss a volte!
      Sì il Save the Duck è davvero caldo, e considera che io ad agosto esco con il maglioncino di sera… Eh per la tecnica dell’arrotolamento mi sa che a questo punto mi toccherà fare un video 🙂
      Mi fa piacere che alcuni suggerimenti possano essere utili: Sephora ha davvero delle cose carine in formato viaggio, e anche le piastre per i capelli si trovano in formato “borsetta”.
      Grazie per il consiglio sulla macchina fotografica: ho comprato una mirrorless abbastanza comoda per cui non dovrebbe essere un problema portarla al collo.
      Grazie per essere passata!
      Un bacio.

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  2. Si, personalmente mi sei stata davvero utile, grazie!
    Ah dimenticavo, sempre per evitare di portare dietro flaconi e flaconcini…io spruzzo con il profumo maglie e maglioncini prima di piegarli e riporli nel bagaglio. Funziona! Restano profumati con un gradevole e persistente profumino, come appena indossato!
    A proposito, io invece uso “Alien” di Mugler ;D
    Mio fratello mi dice che dalle vostre parti nevica!
    Buon week end!

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  3. Caspita Silvia, che articolo super utile! Anche io metto in atto alcune tecniche che usi tu per risparmiare spazio: campioncini, formati piccoli per creme, ecc..qualche volta ho provato ad arrotolare le maglie ma non è una tattica che uso sempre…non so perché mi da idea che si stropicci tutto facilmente. Piastra mini sempre presente! Per la macchina fotografica, io ho una compatta con la sua custodia rigida portabile a tracolla. Se viaggio in aereo low cost, la metto nello zaino e poi durante i giri la tengo a tracolla come una borsetta.

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  4. Interessante e come già da te commentato abbiamo avuto la stessa genesi in termini di bagaglio!! Non vedo l’ora di provare il nuovo zaino e poi vi farò sapere.
    Devo però procurarmi una borsa come la tua.. si si…

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